Laura - cap 6

di
genere
dominazione

La sera portai Laura in un club esclusivo che, all’esterno, non presentava insegne o altro. Era una casa a due piani, poco fuori città. Proprio questo aspetto anonimo incuriosì Laura, che presa da un misto di emozione ed eccitazione, si chiedeva dove la stessi portando. Varcata la soglia, ad aspettarci c’era una ragazza che dopo aver riposto i nostri averi in un armadietto, ci mise al polso due braccialetti con i quali avremmo potuto fare le ordinazioni al bar e saldare il conto all’uscita. Davanti a noi avevamo un’altra porta, era quella che portava nel salone principale e, mentre la stavamo varcando, Laura mi strinse forte la mano e mi guardò con gli occhi pieni di gioia.

Quello che ci si presentò davanti era un salone con il bancone del bar al centro e, messi in ordine lungo le pareti, dei divanetti con tavolino. Non c’era molta gente e, per prendere confidenza con il posto, ci sedemmo sugli sgabelli del bancone del bar a bere un drink. Devo ammettere che Laura era proprio bella e la sua agitazione la rendeva ancora più attraente ai miei occhi.

Nel giro di poco tempo il locale si riempì e riuscimmo a scambiare due chiacchiere con una coppia che avrà avuto qualche anno più di noi, ma che sembrava essere veramente a suo agio in quel posto.

Era ormai giunto il momento in cui Laura scoprisse il resto di quel locale e che avesse il suo orgasmo, ma ovviamente non sarebbe stata una cosa normale.

Andammo verso una porta chiusa, avvicinai il braccialetto elettronico ad un lettore e la porta si dischiuse. Ci trovammo davanti delle scale che salimmo per trovarci davanti un’altra ragazza che, questa volta, indossava un’uniforme in pelle nera. Ci diede una scatola che si poteva aprire solamente con il nostro braccialetto e ci indicò lo spogliatoio maschile e quello femminile.

Laura mi salutò e, con il cuore in gola e la figa bagnata dall’eccitazione, entrò nello spogliatoio femminile. Vi trovò alcune donne in accappatoio ed altre che si stavano rivestendo. Non volava una mosca, ma i volti delle altre donne trasudavano piacere ed eccitazione.

Aprì la scatola che le era stata consegnata. Vi trovò un accappatoio ed un biglietto con delle istruzioni:
da quel momento, nelle zone comuni avrebbe dovuto indossare l’accappatoio, mentre nelle stanze si poteva accedere solamente nudi. Non erano ammesse eccezioni.

In poco tempo Laura era pronta ed uscì da una porta diversa da quella dalla quale era entrata. Eravamo in un corridoio illuminato da una luce soffusa, dove c’erano altre persone che andavano e venivano, aprendo e chiudendo le porte con molta delicatezza e discrezione. La accompagnai fino ad una porta con un simbolo di donna attaccato allo stipite. Le dissi che sarebbe entrata sola, che avrebbe capito subito cosa avrebbe dovuto fare e che si sarebbe dovuta fermare fino a quando la porta non si sarebbe riaperta. Io l’avrei guardata su dei monitor che riproducevano le immagini di quella stanza tramite delle telecamere.

Laura, titubante, aprì la porta ed entrò. Si ritrovò davanti una seconda porta e, sul muro, un attaccapanni con scritto “accappatoio”. Capì che per oltrepassare l’altra porta, avrebbe dovuto lasciare appeso il suo. Nel momento in cui lo appese, la seconda porta si aprì automaticamente. Laura fece un respiro profondo, si fece coraggio ed entrò nell’altra stanza.

La stanza non era molto grande e presentava dei buchi sulle pareti. Non ci volle molto per capire dove fosse e cosa avrebbe dovuto fare. Dopo qualche secondo, ecco che un cazzo duro uscì da uno dei buchi. Laura tentennò un momento, ma poi pensò all’orgasmo che le avevo promesso e così si inginocchiò davanti a quel cazzo e lo prese in bocca. Lo leccò avidamente, aiutandosi con la mano. L’uomo dall’altra parte del buco raggiunse ben presto il limite e venne abbondantemente nella bocca di Laura che, una volta pulitasi dallo sperma che le colava dalla bocca, si girò e trovò un altro cazzo ad aspettare i suoi servizi. Andò avanti così per un tempo che non seppe definire, passando da un cazzo all’altro in continuazione. Non si rese nemmeno conto di quanti ne aveva presi in bocca e di quanto sperma avesse bevuto.

Per fortuna la porta si aprì e così, dopo aver rimesso l’accappatoio, Laura ritornò nel corridoio dove, ancora una volta, mi trovò ad attenderla.

Ci spostammo davanti ad un’altra porta chiusa. Le dissi che dietro quella porta l’avrebbe attesa il suo tanto agognato orgasmo, ne avrebbe potuto avere quanti ne volesse. Sarei entrato anche io, ma non saremmo stati i soli là dentro e soprattutto, che probabilmente a farla godere sarebbe stato qualcun altro. Lì per lì Laura non capì bene le mie parole, ma mi fece cenno con la testa ed entrammo. Lasciammo gli accappatoi nell’anticamera, ce ne erano altri oltre ai nostri. Entrammo nella nuova stanza, la luce era pressoché assente, a malapena si potevano intravedere delle sagome, senza poterne distinguere il sesso, si sentivano solo dei gemiti di piacere.

Mi allontanai da Laura, che immediatamente venne presa per mano. Aveva il cuore che le batteva forte nel petto Laura, che non sapeva chi la tenesse per mano anche se era certa che quella mano fosse di una donna. Dopo pochi passi si fermarono e la mano che l’aveva accompagnata fin lì si spostò lungo il suo corpo, accarezzandolo e tastandolo sui seni e sul sedere. Venne baciata sulla bocca e lei ricambiò, ora era certa che quella era una donna. Una donna che mentre la baciava le stringeva il seno con una mano e le infilava due dita nella figa bagnata con l’altra.

Arrivò poi un uomo che mentre le premeva addosso il cazzo duro, la palpava ovunque con un fare famelico mentre la baciava sul collo.

Laura cercava di ricambiare le attenzioni di quei due prendendo in mano il cazzo dell’uomo e masturbando la figa della donna, ma la cosa che cercava più di tutto era quella di lasciarsi andare, di non pensare e di vivere tutte le emozioni e le sensazioni che stava sentendo.

L’uomo, questa volta con delicatezza, la fece abbassare verso terra guidando il buco di Laura verso il suo cazzo. Solo quando lo ebbe dentro di sé Laura si accorse di quanto fosse grosso quel cazzo che iniziava a muoversi dentro e fuori di lei. La donna che prima si era presa cura della figa di Laura la fece sdraiare ancora di più lungo il corpo dell’uomo sotto di lei per poi mettere il suo sesso sulla faccia di Laura che, senza nemmeno farselo dire, iniziò a leccare avidamente, ricambiata dalla donna che iniziò così un 69 sopra quell’uomo.

Ai tre si aggiunse un secondo uomo, appena entrato nella stanza e che aveva seguito i gemiti nella penombra. Spostò la testa della donna dalla figa di Laura per infilarci il suo cazzo. Ora i buchi di Laura erano tutti pieni e il piacere prendeva sempre più possesso di lei. Stingeva forte il sedere della donna che era sopra la sua faccia mentre i due uomini continuavano a scoparla con foga. La donna, dopo essere venuta in bocca a Laura si spostò da quel gruppetto per riprendere fiato, lasciando che le urla di piacere di Laura riempissero sempre di più la stanza. Stava arrivando un orgasmo molto potente che corse lungo tutto il corpo di Laura fino a farla esplodere con un urlo liberatorio. I due uomini continuarono a scoparla e questo non fece altro che prolungare quello stato di piacere ed estasi in cui era finita, finalmente, Laura.

Cambiò posizione, in modo che il cazzo che prima era dentro il culo adesso le riempisse la figa, mentre all’altro uomo toccava il lato B. In quella posizione Laura era più libera di muoversi lungo quel palo che aveva dentro e così arrivò ben presto un secondo, forte, orgasmo. Vennero anche i due uomini che però rimasero dentro di lei. Potevano sentire la figa e il culo pulsare dal piacere. Avevano tutti e tre il fiatone e il sudore che correva lungo i loro corpi nudi. Restarono in quella posizione per qualche istante prima di rialzarsi.

Mi chiamò Laura, la sua voce era ancora tremante dall’orgasmo. Mi avvicinai a lei, la baciai, la portai verso un muro dove la appoggiai con le spalle, la presi in braccio e la penetrai. La figa era ancora un lago e per questo il mio cazzo ebbe vita facile a scoparla. Venimmo entrambi all’unisono, le sue unghie piantate nella mia schiena per via di un orgasmo che forse non era stato forte come il primo avuto poco prima, ma che questa volta coinvolse anche il cervello e il cuore.

Ci riprendemmo ed uscimmo da quella stanza e tornammo su quel corridoio che nascondeva quelle stanze di piacere. Ci spostammo al bar del piano, nascosto dietro l’ennesima porta. Ordinammo un drink e ci sdraiammo su dei lettini che si trovano nelle aree relax delle spa.

Poco dopo, mentre eravamo ancora sdraiati a goderci i resti dei nostri orgasmi, si avvicinò quella coppia con cui avevamo scambiato due chiacchiere al piano di sotto. Ci spostammo verso dei divanetti in modo da poter star tutti più comodi a parlare. Lui si sedette vicino a Laura, mentre lei vicino a me. Parlammo del più e del meno mentre le mani di tutti e quattro accarezzavano, sotto gli accappatoi, i corpi del partner dell’altra coppia.

Si creò un bel feeling con loro e ci lasciammo con l’invito da parte loro a raggiungerli nella loro casa di campagna il weekend successivo.

Io e Laura tornammo a casa mia. Ci facemmo una doccia assieme e finimmo per rifare di nuovo sesso. Stravolti andammo a letto e ci addormentammo subito, nudi, abbracciati ed ovviamente con il plug gonfiabile dentro il culo di Laura.

Scrivetemi pure a virtualemaster@gmail.com
scritto il
2023-01-10
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