Laura - cap 7
di
Master V
genere
dominazione
La settimana scorse via tranquilla, io e Laura non ci vedemmo per tutta la settimana ma lei ricevette gli ordini da eseguire. Non furono niente di che, volevo tenerla tranquilla e riposata in vista del weekend a casa di quei due signori incontrati al club. Si chiamavano Renzo e Lucia, ma a parte il nome non avevano proprio nulla in comune con i due più famosi protagonisti del noto libro.
Arrivò il sabato, passai a prendere Laura, vestita come da ordini in maniera succinta e senza intimo. Dopo circa un’ora di strada davanti a noi si palesò la casa dei nostri nuovi amici. Di colore bianco, immersa negli ulivi e con una bella vista sulla vallata sottostante, la casa era ben isolata dal resto del mondo. Renzo e Lucia erano sulla porta di casa ad accoglierci con un sorriso smagliante.
“Vedi di non fare stronzate – dissi a Laura con tono severo – non farmi fare brutta figura. Farai tutto quello che ti verrà detto, indipendentemente da chi te lo dirà”
“Sì signore” mi rispose Laura abbassando lo sguardo e rimanendo un metro più indietro di me.
Entrammo nella casa che, se fuori dava l’impressione di essere un po’ datata, dentro era stata completamente ristrutturata in stile moderno. Ci accomodammo in salotto a bere del caffè e a scambiarci due chiacchiere.
“Perché io e te non ce ne andiamo a prendere la carne per la cena? – mi disse Renzo – lasciamo qua le due donne, sono sicuro che avranno modo di stringere un po’ i rapporti e divertirsi”
Accettai di buon grado e, dopo aver ricordato quello che le avevo detto poco prima scendendo dalla macchina, partimmo in macchina alla volta del paese più vicino.
Laura e Lucia ci guardarono andar via attraverso la vetrata del soggiorno.
Mentre Laura era assorta nei suoi pensieri, Lucia la prese dietro e la strinse a sé. Con un braccio passò sopra una spalla e le afferrò le tette sotto il vestito, mentre con l’altra andò subito a testare lo stato della figa di Laura e che immediatamente si bagnò. Non poteva farci niente, se da una parte aveva paura nel sentirsi così costretta, dall’altra il suo corpo le mandava chiari ed inequivocabili segnali.
“Ci metteranno almeno un’ora prima di tornare – sussurrò Lucia al suo orecchio – sei pronta a divertirti un po’ con me?”
Laura rispose con un cenno della testa, mentre veniva trascinata e buttata sul divano. Lucia prese uno strapon, lo indossò e penetrò la figa di Laura con tutta la forza e la foga che aveva in corpo. Si sentiva aperta in due, si sentiva alla mercè di quella donna, si sentiva terribilmente eccitata. Fu poi la volta del culo ad essere aperto. Lucia la penetrava con forza, poi la prese per i capelli con una mano per tirarsela vicino al petto mentre con l’altra prese a stringere con le unghie il seno e i capezzoli di Laura che iniziò a far scendere qualche lacrima lungo il suo viso. Non era tanto il dolore a farla piangere, quanto la sensazione di solitudine per essere stata lasciata sola con quella donna in quella situazione.
“Si vede che lo ami – disse Lucia – ma non credere che per lui valga lo stesso, te sei solo un oggetto con cui divertirsi, non vali niente di più”. Quelle parole trafissero Laura come la lama di un coltello, dritto al cuore.
Una volta terminato di sfogarsi con il culo di Laura, Lucia si mise sul divano a gambe larghe e, tenendo sempre Lucia per i capelli, la tirò sulla sua figa bagnata ordinandole di leccarla.
“Cazzo se sei brava troia!” disse Lucia mentre un potente orgasmo le faceva inarcare la schiena, sempre tenendo la faccia di Laura attaccata al proprio sesso.
Le due si rialzarono e andarono in cucina a bere qualcosa di fresco. Lucia non dava tregua a Laura continuando a stuzzicarla su figa, culo e seno, ma questo ormai non dava più fastidio alla donna sottomessa che quasi non badava più a quelle cose, continuando a pensare alle parole che le erano state detto poco prima. Quel coltello continuava a trafiggerla.
Tornarono in salotto dove Lucia prese delle corde.
“Adesso ti preparo per il ritorno degli uomini – disse Lucia iniziando ad armeggiare con le corde – vedrai che bella sorpresa che troveranno”
E così dicendo iniziò a passare le corde intorno al seno di Laura, poi dietro il collo e sulla schiena. I seni, stretti dalle corde, cominciarono a cambiare colore provocando non poco dolore alla donna.
Fu poi la volta delle parti intime, dove la corda venne fatta passare doppia in mezzo alle labbra e poi in mezzo al sedere.
Lucia aveva praticamente fatto un completo intimo a Laura usando le corde.
“Sei proprio bella – disse ridendo Lucia – ma visto che non sono ancora arrivati direi che possiamo divertirci ancora un pochino” e così dicendo prese da un cassetto un frustino che usò per dare dei colpetti al seno di Laura che in poco tempo iniziò ad urlare dal dolore supplicando che quella tortura avesse fine mentre le gambe le cedevano e la facevano finire in ginocchio.
Per fortuna di Laura, Renzo ed io rientrammo in casa in quel momento. Vidi subito in che stato era Laura, ma decisi di non degnarla di uno sguardo o di una parola nel tentativo di darle un colpo a livello psicologico. Le passai accanto, ma solo per andare da Lucia e, mentre sistemavo le borse della spesa sull’isola della cucina, con la coda dell’occhio guardai Laura; la testa era completamente bassa, le mani sulle ginocchia e le spalle ricurve in avanti: era quasi ko.
Noi uomini ci dirigemmo in giardino a grigliare la carne che avevamo comprato bevendo qualche birra, mentre Lucia impartiva ordini a Laura su come preparare la tavola e dove trovare le cose.
Quando fu l’ora di cenare, eravamo tutti a tavola a chiacchierare del più e del meno mentre il sole ci regalava un tramonto spettacolare che strideva completamente con Laura e il modo in cui era ancora vestita se così si può dire.
“Bene – disse Renzo alzandosi in piedi – direi che è giunto il momento di scendere al piano di sotto” e seguendo l’uomo entrammo tutti in casa in direzione del seminterrato. Mentre scendeva le scale, il cuore di Laura iniziava a battere sempre più forte, quasi come se il suo sesto senso le stesse dicendo cosa le sarebbe successo da lì a poco.
Dopo varcato la soglia della porta, davanti a noi ci trovammo una sala attrezzata di tutto punto. Si andava dalla croce di S.Andrea, a dei divanetti sistemati attorno ad un palo da pole dance, ad un letto con un lenzuolo in lattice nero, a mobili con esposto ogni genere di sex toys, fino ad un piccolo angolo bar.
Se sul mio volto comparve un sorriso soddisfatto, Laura strabuzzò gli occhi e rimase a bocca aperta. Aveva già capito tutto sul taglio che avrebbe preso la serata e ciò la preoccupava ed eccitava allo stesso tempo.
Lucia portò Laura alla croce di S.Andrea, la liberò dalle corde per poi legarla alla croce, Renzo andò subito dietro al banco del bar a preparare dei cocktail, mentre io giravo curioso per la stanza guardando quegli oggetti che iniziavano a stuzzicarmi la fantasia.
Lasciammo Laura da sola alla croce mentre noi ci accomodammo sui divanetti per dare il là alla serata. Lucia non perse molto tempo, seduta tra me e Renzo, a stuzzicare entrambi con le mani. Piano piano le mani di noi tre iniziarono ad intrecciarsi sui nostri corpi, con Lucia divisa tra noi maschi mentre le nostre mani la toccavano e la accarezzavano ovunque.
Era chiaro come in quel momento il pallino del gioco lo avesse Lucia che, una volta che tutti e tre ci eravamo liberati dei vestiti, mi prese per mano e mi portò alla croce di S.Andrea, prese del lubrificante che mi passò sul cazzo duro all’inverosimile e sul suo culo. La penetrai con qualche difficoltà iniziale, ma ben presto il suo buco si adattò al mio cazzo e così, dopo un piccolo sussulto, sul suo voltò comparì uno sguardo tanto godurioso quanto sadico. Iniziò a leccare il seno di Laura e a solleticarle il clitoride. Il respiro di Laura divenne più frequente, così Lucia volle avvicinarsi a lei, petto contro petto, con la mano che adesso le stringeva la faccia.
“Guarda – disse ansimando sotto i miei colpi – guarda come mi fa godere e come gode lui! Tu non sei altro che una sfigata che non riesce nemmeno a farlo godere come merita”
Presi Lucia in braccio, penetrandola davanti questa volta, ci appoggiammo volutamente al corpo di Laura per scopare come se fossimo contro un muro.
“Ti piace vero? – la incalzò di nuovo Lucia guardandola negli occhi e tenendole la testa – ti piace vederlo mentre si scopa le altre vero? Ti eccita, lo so che ti eccita perché le sfigate come te si eccitano così!”
Un altro coltello fatto di parole colpì di nuovo Laura, si sentiva inutile, impotente, una nullità e tutto questo mandava il suo corpo in tilt, facendola bagnare ancora di più. Cominciava a sentirsi un oggetto, un qualcosa senza volontà, ma però era determinata a voler essere il mio oggetto e si aggrappò a quel pensiero per sopportare quello che le stava succedendo.
Continuante a scrivermi virtualemaster@gmail.com
Arrivò il sabato, passai a prendere Laura, vestita come da ordini in maniera succinta e senza intimo. Dopo circa un’ora di strada davanti a noi si palesò la casa dei nostri nuovi amici. Di colore bianco, immersa negli ulivi e con una bella vista sulla vallata sottostante, la casa era ben isolata dal resto del mondo. Renzo e Lucia erano sulla porta di casa ad accoglierci con un sorriso smagliante.
“Vedi di non fare stronzate – dissi a Laura con tono severo – non farmi fare brutta figura. Farai tutto quello che ti verrà detto, indipendentemente da chi te lo dirà”
“Sì signore” mi rispose Laura abbassando lo sguardo e rimanendo un metro più indietro di me.
Entrammo nella casa che, se fuori dava l’impressione di essere un po’ datata, dentro era stata completamente ristrutturata in stile moderno. Ci accomodammo in salotto a bere del caffè e a scambiarci due chiacchiere.
“Perché io e te non ce ne andiamo a prendere la carne per la cena? – mi disse Renzo – lasciamo qua le due donne, sono sicuro che avranno modo di stringere un po’ i rapporti e divertirsi”
Accettai di buon grado e, dopo aver ricordato quello che le avevo detto poco prima scendendo dalla macchina, partimmo in macchina alla volta del paese più vicino.
Laura e Lucia ci guardarono andar via attraverso la vetrata del soggiorno.
Mentre Laura era assorta nei suoi pensieri, Lucia la prese dietro e la strinse a sé. Con un braccio passò sopra una spalla e le afferrò le tette sotto il vestito, mentre con l’altra andò subito a testare lo stato della figa di Laura e che immediatamente si bagnò. Non poteva farci niente, se da una parte aveva paura nel sentirsi così costretta, dall’altra il suo corpo le mandava chiari ed inequivocabili segnali.
“Ci metteranno almeno un’ora prima di tornare – sussurrò Lucia al suo orecchio – sei pronta a divertirti un po’ con me?”
Laura rispose con un cenno della testa, mentre veniva trascinata e buttata sul divano. Lucia prese uno strapon, lo indossò e penetrò la figa di Laura con tutta la forza e la foga che aveva in corpo. Si sentiva aperta in due, si sentiva alla mercè di quella donna, si sentiva terribilmente eccitata. Fu poi la volta del culo ad essere aperto. Lucia la penetrava con forza, poi la prese per i capelli con una mano per tirarsela vicino al petto mentre con l’altra prese a stringere con le unghie il seno e i capezzoli di Laura che iniziò a far scendere qualche lacrima lungo il suo viso. Non era tanto il dolore a farla piangere, quanto la sensazione di solitudine per essere stata lasciata sola con quella donna in quella situazione.
“Si vede che lo ami – disse Lucia – ma non credere che per lui valga lo stesso, te sei solo un oggetto con cui divertirsi, non vali niente di più”. Quelle parole trafissero Laura come la lama di un coltello, dritto al cuore.
Una volta terminato di sfogarsi con il culo di Laura, Lucia si mise sul divano a gambe larghe e, tenendo sempre Lucia per i capelli, la tirò sulla sua figa bagnata ordinandole di leccarla.
“Cazzo se sei brava troia!” disse Lucia mentre un potente orgasmo le faceva inarcare la schiena, sempre tenendo la faccia di Laura attaccata al proprio sesso.
Le due si rialzarono e andarono in cucina a bere qualcosa di fresco. Lucia non dava tregua a Laura continuando a stuzzicarla su figa, culo e seno, ma questo ormai non dava più fastidio alla donna sottomessa che quasi non badava più a quelle cose, continuando a pensare alle parole che le erano state detto poco prima. Quel coltello continuava a trafiggerla.
Tornarono in salotto dove Lucia prese delle corde.
“Adesso ti preparo per il ritorno degli uomini – disse Lucia iniziando ad armeggiare con le corde – vedrai che bella sorpresa che troveranno”
E così dicendo iniziò a passare le corde intorno al seno di Laura, poi dietro il collo e sulla schiena. I seni, stretti dalle corde, cominciarono a cambiare colore provocando non poco dolore alla donna.
Fu poi la volta delle parti intime, dove la corda venne fatta passare doppia in mezzo alle labbra e poi in mezzo al sedere.
Lucia aveva praticamente fatto un completo intimo a Laura usando le corde.
“Sei proprio bella – disse ridendo Lucia – ma visto che non sono ancora arrivati direi che possiamo divertirci ancora un pochino” e così dicendo prese da un cassetto un frustino che usò per dare dei colpetti al seno di Laura che in poco tempo iniziò ad urlare dal dolore supplicando che quella tortura avesse fine mentre le gambe le cedevano e la facevano finire in ginocchio.
Per fortuna di Laura, Renzo ed io rientrammo in casa in quel momento. Vidi subito in che stato era Laura, ma decisi di non degnarla di uno sguardo o di una parola nel tentativo di darle un colpo a livello psicologico. Le passai accanto, ma solo per andare da Lucia e, mentre sistemavo le borse della spesa sull’isola della cucina, con la coda dell’occhio guardai Laura; la testa era completamente bassa, le mani sulle ginocchia e le spalle ricurve in avanti: era quasi ko.
Noi uomini ci dirigemmo in giardino a grigliare la carne che avevamo comprato bevendo qualche birra, mentre Lucia impartiva ordini a Laura su come preparare la tavola e dove trovare le cose.
Quando fu l’ora di cenare, eravamo tutti a tavola a chiacchierare del più e del meno mentre il sole ci regalava un tramonto spettacolare che strideva completamente con Laura e il modo in cui era ancora vestita se così si può dire.
“Bene – disse Renzo alzandosi in piedi – direi che è giunto il momento di scendere al piano di sotto” e seguendo l’uomo entrammo tutti in casa in direzione del seminterrato. Mentre scendeva le scale, il cuore di Laura iniziava a battere sempre più forte, quasi come se il suo sesto senso le stesse dicendo cosa le sarebbe successo da lì a poco.
Dopo varcato la soglia della porta, davanti a noi ci trovammo una sala attrezzata di tutto punto. Si andava dalla croce di S.Andrea, a dei divanetti sistemati attorno ad un palo da pole dance, ad un letto con un lenzuolo in lattice nero, a mobili con esposto ogni genere di sex toys, fino ad un piccolo angolo bar.
Se sul mio volto comparve un sorriso soddisfatto, Laura strabuzzò gli occhi e rimase a bocca aperta. Aveva già capito tutto sul taglio che avrebbe preso la serata e ciò la preoccupava ed eccitava allo stesso tempo.
Lucia portò Laura alla croce di S.Andrea, la liberò dalle corde per poi legarla alla croce, Renzo andò subito dietro al banco del bar a preparare dei cocktail, mentre io giravo curioso per la stanza guardando quegli oggetti che iniziavano a stuzzicarmi la fantasia.
Lasciammo Laura da sola alla croce mentre noi ci accomodammo sui divanetti per dare il là alla serata. Lucia non perse molto tempo, seduta tra me e Renzo, a stuzzicare entrambi con le mani. Piano piano le mani di noi tre iniziarono ad intrecciarsi sui nostri corpi, con Lucia divisa tra noi maschi mentre le nostre mani la toccavano e la accarezzavano ovunque.
Era chiaro come in quel momento il pallino del gioco lo avesse Lucia che, una volta che tutti e tre ci eravamo liberati dei vestiti, mi prese per mano e mi portò alla croce di S.Andrea, prese del lubrificante che mi passò sul cazzo duro all’inverosimile e sul suo culo. La penetrai con qualche difficoltà iniziale, ma ben presto il suo buco si adattò al mio cazzo e così, dopo un piccolo sussulto, sul suo voltò comparì uno sguardo tanto godurioso quanto sadico. Iniziò a leccare il seno di Laura e a solleticarle il clitoride. Il respiro di Laura divenne più frequente, così Lucia volle avvicinarsi a lei, petto contro petto, con la mano che adesso le stringeva la faccia.
“Guarda – disse ansimando sotto i miei colpi – guarda come mi fa godere e come gode lui! Tu non sei altro che una sfigata che non riesce nemmeno a farlo godere come merita”
Presi Lucia in braccio, penetrandola davanti questa volta, ci appoggiammo volutamente al corpo di Laura per scopare come se fossimo contro un muro.
“Ti piace vero? – la incalzò di nuovo Lucia guardandola negli occhi e tenendole la testa – ti piace vederlo mentre si scopa le altre vero? Ti eccita, lo so che ti eccita perché le sfigate come te si eccitano così!”
Un altro coltello fatto di parole colpì di nuovo Laura, si sentiva inutile, impotente, una nullità e tutto questo mandava il suo corpo in tilt, facendola bagnare ancora di più. Cominciava a sentirsi un oggetto, un qualcosa senza volontà, ma però era determinata a voler essere il mio oggetto e si aggrappò a quel pensiero per sopportare quello che le stava succedendo.
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