Lo specializzando 3 - Giochi di potere
di
Mari01
genere
gay
“Ragazzii, venite giù che è pronto”
Ale: “Ok mamma, arriviamo” “Vedi? Che ti avevo detto! Non si mangia mai prima delle 20!”
Il tempo di ricomporsi che erano già scesi giù.
Gustarono la cena, chiacchierarono tutti insieme fino alle 22 circa.
Edo: “Vado un attimo a lavarmi le mani…”
Ale: “Anche io, ho ancora un po' di sugo addosso”
Andarono al bagno che si trovava vicino la sala da pranzo, senza salire le scale. Edo si lavò le mani e poi Ale.
Edo: “Sai che sei veramente sexy quando ti metti in questa posizione? Riesci ad essere eccitante anche mentre ti lavi le mani, sei incredibile…”
Ale: “Mi sto solo lavando le mani, sei molesto! Ahahah”
Edoardo si avvicinò all’orecchio di Ale e sussurrò: “Non sono solo molesto. Se non ci fossero i tuoi a casa ti avrei già abbassato i pantaloni e penetrato fino a farti urlare il mio nome. Ma ci sarà tempo, non preoccuparti, mmh”
Alessandro ebbe un sussulto e gli diede un bacio indifferente sulle labbra, voleva fargliela pagare a tutti i costi. Uscì dal bagno e così Edo dietro di lui
Passarono il restante tempo a giocare a carte e scherzare e chiacchierare sulle cose più disparate.
Si fece mezzanotte ed ormai era arrivata l’ora di salutarsi.
“Ciao Edoardo, siamo stati molto felici di averti ospitato. Torna presto”
Ale rimase davanti alla porta con Edo mentre i genitori iniziarono a pulire la cucina.
Ale: “Allora buonanotte, tesoro”
Edo: “Buonanotte a te, piccolo”
Si diedero un bacio a stampo, veloce, senza che nessuno se ne accorgesse. Ale chiuse la porta ed aiutò i genitori a finire di sistemare.
L’indomani avrebbe avuto lezione al corso di fotografia, perciò andò a dormire relativamente presto.
La giornata successiva passò tranquilla, tra una foto ed un’altra, una lezione ed una chiacchiera con qualche compagno di corso
Tornò a casa verso le 18, era affamato ed i suoi non erano ancora tornati. Angela era in camera sua con il ragazzo a chiacchierare e studiare. La porta era aperta. Si preparò un’insalata e della carne, l’alimentazione procedeva bene.
Passò la serata a studiare e leggere i suoi testi preferiti.
+Bip bip+ il cellulare riportava una notifica, era la suoneria personalizzata che si sentiva solo qualora Edoardo avesse scritto o chiamato. Era contentissimo, prese il telefono e guardò
Edo: “Com’è andata oggi? Ti ho pensato un sacco, sai?”
Ale aspettò un’oretta prima di rispondere, non voleva sembrare ansioso o frettoloso di rispondere
Ale: “Stavo leggendo, la mia giornata è stata molto bella, anche io ti ho pensato. A te com’è andata?”
Edo: “A me molto bene, i tuoi amici stanno per essere dimessi. Comunque… che stavi leggendo di bello?”
Ale: “Ne sono contento. Stavo leggendo la passione necessaria della Valcarenghi”
Edo: “Di che parla?”
Ale: “Parla degli ostacoli che si incontrano nella vita, menziona più volte le figure mitologiche di Amore e Psiche, Afrodite ed altri per portare il lettore su una realtà più archetipica”
Edo: “Quindi anche a te piace la psiche. Dev’essere un bel libro, magari lo acquisterò nei prossimi giorni. Mi sorprendi sempre tu.”
Ale: “Ho tanti interessi, lo sai. E comunque non comprarlo, te lo presterò io quando ci vedremo. Tanto sono alle ultime pagine… Mi fa piacere che tu voglia leggerlo. Stravolgerà la tua visione di molti temi, è uno dei libri più belli che io abbia mai letto”
Edo: “Che entusiasmo. Va bene va bene… me lo presterai tu allora. Pensavo di chiederti una cosa…”
Ale: “Dimmi”
Edo: “Che ne pensi di venire a passare la serata da me venerdì? Cuciniamo una cena buonissima, guardiamo un film e poi se te la senti puoi dormire qui. Tanto sabato non lavoro, mi farebbe piacere”
Ale: “Davvero? Oh, mi piacerebbe tantissimo. Va bene”
Edo: “Bene, sono felicissimo. Ci vediamo venerdì allora, ti passo a prendere io. Questi giorni decidiamo l’orario”
La settimana passò tranqullamente. Tra corsi, incontri con amici, piscina, studio e tanti tanti sms.
Giovedì sera Ale uscì dalla piscina verso le 21, trovando un messaggio di Edo, lo sarebbe andato a prendere il giorno dopo verso le 17.
Alessandrò durante la cena avvisò i genitori che il giorno dopo avrebbe dormito da amici e che quindi non ci sarebbe stato, dicendo di non aspettarlo per cena. Angela gli fece l’occhiolino come a sottintendere un’intesa reciproca. Sapeva benissimo che gli amici erano Edoardo. Infatti dopo cena andò in camera sua a chiedergli ulteriori dettagli
Angela: “Come ti vestirai domani? Scegliamo i vestiti insieme, mica puoi andare vestito così”
Ale: “Ma devo andare a casa sua, mica ad una serata di gala… secondo me una felpa ed un jeans a sigaretta andranno più che bene”
Angela: “Forse sì… ma mettiti questo profumo qui, è un profumo speziato, intrigante, lo farai impazzire”
Ale: “Va bene, grazie sorellina”
Angela: “E di che… vieni, abbracciami”
Angela abbracciò Alessandro per qualche minuto, era da tanto che non si coccolavano. Non avevano praticamente mai tempo negli ultimi mesi.
Passarono la serata a chiacchierare, confrontandosi su varie cose.
E’ mattina, Ale si alzò tutto contento. Difficilmente le sue giornate partivano in modo sbagliato.
Edoardo si era alzato più o meno alla stessa ora, era andato in ospedale a fare il giro visite. Sarebbe stato occupato fino alle 15.
Si fece la doccia, si vestì ed andò in reparto. La giornata passò tranquilla… Alessandro verso le 14 finì di studiare. Passò il pomeriggio a riordinare la camera che ormai era diventata un casino, tirò fuori dagli armadi tutti i vestiti, tutti i fogli, i quaderni, le fotografie. Pulì tutta la scrivania e riordinò ogni angolo della stanza. Un bell’incenso alla vaniglia ed una playlist di musica ambient facevano da sfondo al suo riordinare. Era molto accurato.
Angela: “Mamma mia, quando ti decidi a pulire tutto la tua stanza si trasforma da Beirut ad un museo di arte moderna nel giro di poche ore”
Ale fece l’occhiolino alla sorella come a sottolineare la sua bravura e la sua precisione.
Finito tutto, ormai era sudato ed esausto ma contento. Si infilò in doccia e si lavò usando un bagnoschiuma al bergamotto ed un balsamo molto buono. Non lo aveva mai provato e quel profumo lo attirava. Era uno di quei profumi intensi che gli ricordava Edo.
Edo: “Ti passo a prendere alle 18, a dopo amore”
Ale vide il messaggio in anteprima sul telefono, appoggiato sul lavandino davanti alla doccia. Fece un sorriso e si asciugò. Si vestì e si fece trovare pronto davanti alla porta alle 18. Edoardo era sempre puntuale come un orologio svizzero, i genitori non erano ancora tornati. Salutò Angela ed uscì di casa dopo il primo squillo.
Edo: “Buonasera, bellissimo”
Ale: “Ei, buonasera. Non mi ricordo in che zona abiti”
Edo: “Non molto lontano da qui in realtà. Dovremmo impiegarci una ventina di minuti in macchina”
Ale: “Okay”
Il viaggio in auto proseguì tranquillo. Arrivarono a casa sua, era luminosa, spaziosa e grande. Emanava proprio una bella energia.
Edo: “Ho comprato delle cose buonissime. Ti piace cucinare?”
Ale: “assolutamente sì…”
Iniziarono a cucinare, fecero delle prelibatezze. Per le 20 la cena era pronta, era tutto buonissimo.
In tarda serata scelsero di vedere un film, c’era un divano comodissimo ed il salotto era molto accogliente. Candele accese, lettore dvd ed un bel film.
Alessandro si accoccolò nel plaid di flanella che si trovava sul bracciolo, lasciandosi stringere da Edoardo. Si trovava sdraiato tra le sue gambe, con la testa sulla sua pancia. Erano comodissimi... Dopo un pochino di tempo Edo fece sedere Ale e rimanendo dietro iniziò a baciarlo sul collo, stringendolo in vita. Contento che avrebbero passato la notte insieme. Lo baciava alternando labbra e lingua, ad Ale stavano salendo i brividi… si poteva intravedere l’erezione dalle sue spalle. Edo iniziò ad accarezzarlo sull’addome, sulla pancia.
Ale si fece prendere dall’istinto ed in un momento di foga si alzò, mettendosi rivolto verso Edo, sulle sue gambe cavalcioni. Presero a limonarsi come solo loro sapevano fare, mani ovunque, baci, leccatine fugaci sul collo….
Edoardo: “Ti ricordi cosa ti dissi in bagno mentre ci stavamo lavando le mani?”
Ale: “Si… che mi avresti voluto fare urlare il tuo nome, giusto?”
Edo: “Precisamente. Andiamo di là, staremo più comodi nel mio letto. Mm, volevo dire… nel nostro letto”
Edo, che era decisamente più alto e più grosso di Ale, lo prese in braccio. Portandolo sul letto, mettendo un paio di cuscini di piume sotto alla sua testa. Prese un preservativo di quelli extra-fini dal suo comodino, lo lasciò sul letto, vicino a lui. Continuò a baciarlo, accarezzandolo e spogliando sia sé stesso che Ale. Ormai erano nudi, nella stanza la carica erotica era così forte che si poteva tagliare con un coltello come fosse nebbia.
Ale si bagnò il suo buchino stretto, le volte in cui aveva fatto sesso si potevano ancora contare su una mano. Edo contribuì, sputando sulla sua mano e lubrificando il preservativo che ormai si era infilato.
Si guardarono negli occhi, Edoardo prese il suo cazzo e lo infilò dentro Alessandro. Dava spinte lente e ritmiche, poi si velocizzò sempre di più. Ale prese a gemere… lì nessuno poteva sentirlo e lui poteva vocalizzare tutto il suo piacere. Edo sentendo quei versi… e vedendo Ale preso da una strana frenesia, si stava sciogliendo. Lo vedeva come posseduto, posseduto dal suo sesso però.
Edo: “Mettiti a pecorina, voglio sculacciarti mentre mi dici tutto ciò che senti”
Ale si girò a novanta… si lubrificò ulteriormente e Edo riprese a scoparselo forsennatamente. Iniziò a dargli delle bottarelle sul culo con la mano destra, mentre con la sinistra stringeva il suo bacino per tirarlo a sé.
Ale: “Aaaahhh, mhmm, dio...Edo, Edo… MMmm.”
Edo: “Bravo, dì il mio nome. Fai finta di doverlo imparare di nuovo, così ricorderai per l’eternità la fonte di questo piacere. Fai finta di non conoscermi così io potrò farti mio in ogni istante e ricordarti chi sono”
“Dillo dai, piccolo bastardo. Come mi chiamo?”
Ale: “E… Edo…Edoardoo… mmm”
Edo: “Non ho capito!”
Ale: “EDOARDOOOO, Aaaahnnn, scopamiiii amore”
Edo: “Ma certo che ti scopo… “
Edoardo iniziò ad urlare il nome di Alessandro, a sculacciarlo sempre più forte. Fino a venire copiosamente dentro il culo di Ale. Uscì soddisfatto, si poteva vedere lo sperma uscire fuori dal suo culetto stretto. Alessandro ancora non era venuto, era ancora al massimo dell’eccitazione.
Ale: “Ora tocca a me sfondarti”
Prese a leccare e succhiare il pisello di Edo, ancora gocciolava della sua essenza. Lo fece tornare duro, tanta era l’insistenza. Lo fece girare a pecora, poteva vedere i suoi capelli paglierini agitarsi sotto le sue spinte e la schiena muscolosa e definita contrarsi dal piacere. Ogni botta poteva vedere i dorsali del suo amore riaffiorare in superficie. Urlava, godeva… le sue mani stringevano il piumino, lo stringevano così tanto da diventare rosse, il suo corpo era un sussulto continuo. Prese il suo cazzo, iniziò a segarlo mentre continuava a spanarlo. Edo stava per rivenire ed Ale stava per sborrare. Vennero insieme, Ale si abbracciò ad Edo… stringendolo forte, fortissimo ed urlando insieme.
Avevano goduto, e tanto.
Andarono a farsi una doccia insieme, abbracciandosi e continuando a scambiarsi affetto… Insaponandosi a vicenda. Si asciugarono ed andarono a dormire, Ale si addormentò fra le braccia di Edoardo… I loro corpi sembravano appartenersi da sempre.
Ale: “Ok mamma, arriviamo” “Vedi? Che ti avevo detto! Non si mangia mai prima delle 20!”
Il tempo di ricomporsi che erano già scesi giù.
Gustarono la cena, chiacchierarono tutti insieme fino alle 22 circa.
Edo: “Vado un attimo a lavarmi le mani…”
Ale: “Anche io, ho ancora un po' di sugo addosso”
Andarono al bagno che si trovava vicino la sala da pranzo, senza salire le scale. Edo si lavò le mani e poi Ale.
Edo: “Sai che sei veramente sexy quando ti metti in questa posizione? Riesci ad essere eccitante anche mentre ti lavi le mani, sei incredibile…”
Ale: “Mi sto solo lavando le mani, sei molesto! Ahahah”
Edoardo si avvicinò all’orecchio di Ale e sussurrò: “Non sono solo molesto. Se non ci fossero i tuoi a casa ti avrei già abbassato i pantaloni e penetrato fino a farti urlare il mio nome. Ma ci sarà tempo, non preoccuparti, mmh”
Alessandro ebbe un sussulto e gli diede un bacio indifferente sulle labbra, voleva fargliela pagare a tutti i costi. Uscì dal bagno e così Edo dietro di lui
Passarono il restante tempo a giocare a carte e scherzare e chiacchierare sulle cose più disparate.
Si fece mezzanotte ed ormai era arrivata l’ora di salutarsi.
“Ciao Edoardo, siamo stati molto felici di averti ospitato. Torna presto”
Ale rimase davanti alla porta con Edo mentre i genitori iniziarono a pulire la cucina.
Ale: “Allora buonanotte, tesoro”
Edo: “Buonanotte a te, piccolo”
Si diedero un bacio a stampo, veloce, senza che nessuno se ne accorgesse. Ale chiuse la porta ed aiutò i genitori a finire di sistemare.
L’indomani avrebbe avuto lezione al corso di fotografia, perciò andò a dormire relativamente presto.
La giornata successiva passò tranquilla, tra una foto ed un’altra, una lezione ed una chiacchiera con qualche compagno di corso
Tornò a casa verso le 18, era affamato ed i suoi non erano ancora tornati. Angela era in camera sua con il ragazzo a chiacchierare e studiare. La porta era aperta. Si preparò un’insalata e della carne, l’alimentazione procedeva bene.
Passò la serata a studiare e leggere i suoi testi preferiti.
+Bip bip+ il cellulare riportava una notifica, era la suoneria personalizzata che si sentiva solo qualora Edoardo avesse scritto o chiamato. Era contentissimo, prese il telefono e guardò
Edo: “Com’è andata oggi? Ti ho pensato un sacco, sai?”
Ale aspettò un’oretta prima di rispondere, non voleva sembrare ansioso o frettoloso di rispondere
Ale: “Stavo leggendo, la mia giornata è stata molto bella, anche io ti ho pensato. A te com’è andata?”
Edo: “A me molto bene, i tuoi amici stanno per essere dimessi. Comunque… che stavi leggendo di bello?”
Ale: “Ne sono contento. Stavo leggendo la passione necessaria della Valcarenghi”
Edo: “Di che parla?”
Ale: “Parla degli ostacoli che si incontrano nella vita, menziona più volte le figure mitologiche di Amore e Psiche, Afrodite ed altri per portare il lettore su una realtà più archetipica”
Edo: “Quindi anche a te piace la psiche. Dev’essere un bel libro, magari lo acquisterò nei prossimi giorni. Mi sorprendi sempre tu.”
Ale: “Ho tanti interessi, lo sai. E comunque non comprarlo, te lo presterò io quando ci vedremo. Tanto sono alle ultime pagine… Mi fa piacere che tu voglia leggerlo. Stravolgerà la tua visione di molti temi, è uno dei libri più belli che io abbia mai letto”
Edo: “Che entusiasmo. Va bene va bene… me lo presterai tu allora. Pensavo di chiederti una cosa…”
Ale: “Dimmi”
Edo: “Che ne pensi di venire a passare la serata da me venerdì? Cuciniamo una cena buonissima, guardiamo un film e poi se te la senti puoi dormire qui. Tanto sabato non lavoro, mi farebbe piacere”
Ale: “Davvero? Oh, mi piacerebbe tantissimo. Va bene”
Edo: “Bene, sono felicissimo. Ci vediamo venerdì allora, ti passo a prendere io. Questi giorni decidiamo l’orario”
La settimana passò tranqullamente. Tra corsi, incontri con amici, piscina, studio e tanti tanti sms.
Giovedì sera Ale uscì dalla piscina verso le 21, trovando un messaggio di Edo, lo sarebbe andato a prendere il giorno dopo verso le 17.
Alessandrò durante la cena avvisò i genitori che il giorno dopo avrebbe dormito da amici e che quindi non ci sarebbe stato, dicendo di non aspettarlo per cena. Angela gli fece l’occhiolino come a sottintendere un’intesa reciproca. Sapeva benissimo che gli amici erano Edoardo. Infatti dopo cena andò in camera sua a chiedergli ulteriori dettagli
Angela: “Come ti vestirai domani? Scegliamo i vestiti insieme, mica puoi andare vestito così”
Ale: “Ma devo andare a casa sua, mica ad una serata di gala… secondo me una felpa ed un jeans a sigaretta andranno più che bene”
Angela: “Forse sì… ma mettiti questo profumo qui, è un profumo speziato, intrigante, lo farai impazzire”
Ale: “Va bene, grazie sorellina”
Angela: “E di che… vieni, abbracciami”
Angela abbracciò Alessandro per qualche minuto, era da tanto che non si coccolavano. Non avevano praticamente mai tempo negli ultimi mesi.
Passarono la serata a chiacchierare, confrontandosi su varie cose.
E’ mattina, Ale si alzò tutto contento. Difficilmente le sue giornate partivano in modo sbagliato.
Edoardo si era alzato più o meno alla stessa ora, era andato in ospedale a fare il giro visite. Sarebbe stato occupato fino alle 15.
Si fece la doccia, si vestì ed andò in reparto. La giornata passò tranquilla… Alessandro verso le 14 finì di studiare. Passò il pomeriggio a riordinare la camera che ormai era diventata un casino, tirò fuori dagli armadi tutti i vestiti, tutti i fogli, i quaderni, le fotografie. Pulì tutta la scrivania e riordinò ogni angolo della stanza. Un bell’incenso alla vaniglia ed una playlist di musica ambient facevano da sfondo al suo riordinare. Era molto accurato.
Angela: “Mamma mia, quando ti decidi a pulire tutto la tua stanza si trasforma da Beirut ad un museo di arte moderna nel giro di poche ore”
Ale fece l’occhiolino alla sorella come a sottolineare la sua bravura e la sua precisione.
Finito tutto, ormai era sudato ed esausto ma contento. Si infilò in doccia e si lavò usando un bagnoschiuma al bergamotto ed un balsamo molto buono. Non lo aveva mai provato e quel profumo lo attirava. Era uno di quei profumi intensi che gli ricordava Edo.
Edo: “Ti passo a prendere alle 18, a dopo amore”
Ale vide il messaggio in anteprima sul telefono, appoggiato sul lavandino davanti alla doccia. Fece un sorriso e si asciugò. Si vestì e si fece trovare pronto davanti alla porta alle 18. Edoardo era sempre puntuale come un orologio svizzero, i genitori non erano ancora tornati. Salutò Angela ed uscì di casa dopo il primo squillo.
Edo: “Buonasera, bellissimo”
Ale: “Ei, buonasera. Non mi ricordo in che zona abiti”
Edo: “Non molto lontano da qui in realtà. Dovremmo impiegarci una ventina di minuti in macchina”
Ale: “Okay”
Il viaggio in auto proseguì tranquillo. Arrivarono a casa sua, era luminosa, spaziosa e grande. Emanava proprio una bella energia.
Edo: “Ho comprato delle cose buonissime. Ti piace cucinare?”
Ale: “assolutamente sì…”
Iniziarono a cucinare, fecero delle prelibatezze. Per le 20 la cena era pronta, era tutto buonissimo.
In tarda serata scelsero di vedere un film, c’era un divano comodissimo ed il salotto era molto accogliente. Candele accese, lettore dvd ed un bel film.
Alessandro si accoccolò nel plaid di flanella che si trovava sul bracciolo, lasciandosi stringere da Edoardo. Si trovava sdraiato tra le sue gambe, con la testa sulla sua pancia. Erano comodissimi... Dopo un pochino di tempo Edo fece sedere Ale e rimanendo dietro iniziò a baciarlo sul collo, stringendolo in vita. Contento che avrebbero passato la notte insieme. Lo baciava alternando labbra e lingua, ad Ale stavano salendo i brividi… si poteva intravedere l’erezione dalle sue spalle. Edo iniziò ad accarezzarlo sull’addome, sulla pancia.
Ale si fece prendere dall’istinto ed in un momento di foga si alzò, mettendosi rivolto verso Edo, sulle sue gambe cavalcioni. Presero a limonarsi come solo loro sapevano fare, mani ovunque, baci, leccatine fugaci sul collo….
Edoardo: “Ti ricordi cosa ti dissi in bagno mentre ci stavamo lavando le mani?”
Ale: “Si… che mi avresti voluto fare urlare il tuo nome, giusto?”
Edo: “Precisamente. Andiamo di là, staremo più comodi nel mio letto. Mm, volevo dire… nel nostro letto”
Edo, che era decisamente più alto e più grosso di Ale, lo prese in braccio. Portandolo sul letto, mettendo un paio di cuscini di piume sotto alla sua testa. Prese un preservativo di quelli extra-fini dal suo comodino, lo lasciò sul letto, vicino a lui. Continuò a baciarlo, accarezzandolo e spogliando sia sé stesso che Ale. Ormai erano nudi, nella stanza la carica erotica era così forte che si poteva tagliare con un coltello come fosse nebbia.
Ale si bagnò il suo buchino stretto, le volte in cui aveva fatto sesso si potevano ancora contare su una mano. Edo contribuì, sputando sulla sua mano e lubrificando il preservativo che ormai si era infilato.
Si guardarono negli occhi, Edoardo prese il suo cazzo e lo infilò dentro Alessandro. Dava spinte lente e ritmiche, poi si velocizzò sempre di più. Ale prese a gemere… lì nessuno poteva sentirlo e lui poteva vocalizzare tutto il suo piacere. Edo sentendo quei versi… e vedendo Ale preso da una strana frenesia, si stava sciogliendo. Lo vedeva come posseduto, posseduto dal suo sesso però.
Edo: “Mettiti a pecorina, voglio sculacciarti mentre mi dici tutto ciò che senti”
Ale si girò a novanta… si lubrificò ulteriormente e Edo riprese a scoparselo forsennatamente. Iniziò a dargli delle bottarelle sul culo con la mano destra, mentre con la sinistra stringeva il suo bacino per tirarlo a sé.
Ale: “Aaaahhh, mhmm, dio...Edo, Edo… MMmm.”
Edo: “Bravo, dì il mio nome. Fai finta di doverlo imparare di nuovo, così ricorderai per l’eternità la fonte di questo piacere. Fai finta di non conoscermi così io potrò farti mio in ogni istante e ricordarti chi sono”
“Dillo dai, piccolo bastardo. Come mi chiamo?”
Ale: “E… Edo…Edoardoo… mmm”
Edo: “Non ho capito!”
Ale: “EDOARDOOOO, Aaaahnnn, scopamiiii amore”
Edo: “Ma certo che ti scopo… “
Edoardo iniziò ad urlare il nome di Alessandro, a sculacciarlo sempre più forte. Fino a venire copiosamente dentro il culo di Ale. Uscì soddisfatto, si poteva vedere lo sperma uscire fuori dal suo culetto stretto. Alessandro ancora non era venuto, era ancora al massimo dell’eccitazione.
Ale: “Ora tocca a me sfondarti”
Prese a leccare e succhiare il pisello di Edo, ancora gocciolava della sua essenza. Lo fece tornare duro, tanta era l’insistenza. Lo fece girare a pecora, poteva vedere i suoi capelli paglierini agitarsi sotto le sue spinte e la schiena muscolosa e definita contrarsi dal piacere. Ogni botta poteva vedere i dorsali del suo amore riaffiorare in superficie. Urlava, godeva… le sue mani stringevano il piumino, lo stringevano così tanto da diventare rosse, il suo corpo era un sussulto continuo. Prese il suo cazzo, iniziò a segarlo mentre continuava a spanarlo. Edo stava per rivenire ed Ale stava per sborrare. Vennero insieme, Ale si abbracciò ad Edo… stringendolo forte, fortissimo ed urlando insieme.
Avevano goduto, e tanto.
Andarono a farsi una doccia insieme, abbracciandosi e continuando a scambiarsi affetto… Insaponandosi a vicenda. Si asciugarono ed andarono a dormire, Ale si addormentò fra le braccia di Edoardo… I loro corpi sembravano appartenersi da sempre.
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