Lo specializzando
di
Mari01
genere
gay
Nel reparto dei disturbi alimentari c'era un'insolita calma. I ragazzi stavano facendo il colloquio quotidiano, per essere monitorati a livello psicologico.
Alessandro era un paziente malato di anoressia nervosa, era sul metro e settanta, gambe muscolose ed un petto niente male. Capelli scuri, ed occhi verdi. Ormai era lì da una decina di giorni ed era sulla buona via per guarire o quantomeno per mettere un limite ai danni che stava apportando al suo corpo.
Era mattina ed ormai toccava ad Alessandro essere visitato e valutato dallo specializzando di turno. Considerando che lui non c'era tutti i giorni ma si alternava con i suoi colleghi. Alessandro entra nella stanza pronto per essere visitato. Si ritrova davanti un ragazzo alto almeno 1,90 cm, biondo cenere e con occhi chiari. Un bel corpo, atletico e ben proporzionato.
"Buongiorno Alessandro, sono Edoardo. Piacere di conoscerti"
"Salve, piacere mio. Oggi sarà lei a visitarmi non è vero?"
"Esatto, oggi sostituisco la dottoressa. In genere sono nel reparto adiacente ma ultimamente sto lavorando più in questo"
"Okay"
"Iniziamo con un pò di domande: Lei quanti anni ha?
"21 fatti da poco"
"Perfetto, deduco sia di roma dalla sua cartella clinica e noto che ha compiuto gli anni pochi giorni fa, le faccio gli auguri in ritardo"
"Grazie mille"
"Senta...lei assume farmaci, droghe o fa uso smodato di alcol generalmente?"
"No...giusto una birra quando sono in compagnia di amici"
"Molto bene, ora prenderò il suo peso e poi le farò qualche domanda"
Edoardo prese il peso di Alessandro e fece un test con il plicometro. Riprese a parlare con Alessandro ponendogli alcune domande personali affinchè potesse completare il quadro clinico.
"Ha una fidanzata, è celibe?"
"No, mi sono lasciato da poco più di un anno e sono celibe"
"Quando è iniziato il suo problema..?"
"Poco dopo essermi lasciato, all'incirca un anno fa. Sono stato malissimo quel periodo e sarei voluto soltanto sparire"
"Mh, dunque attribuisce a questa situazione la miccia che ha scatenato il suo problema?"
"Probabilmente"
"Ha rapporti sessuali regolarmente? Qui facciamo le analisi del sangue, almeno così so anche se è il caso approfondire oltre con il controllo dei valori"
"No.. non ho rapporti. Sono stato con lei pochi mesi ma non lo abbiamo mai fatto. Sono ancora vergine"
"Okay allora avremo meno cose da controllare"
Edoardo prese l'altezza ad Alessandro, erano molto vicini. Ale ad un certo punto girando lo sguardo incrociò gli occhi con quelli di Edoardo. Scattò qualcosa...si poteva notare la tensione di edoardo e l'atteggiamento rilassato di alessandro. Le domande furono tante e la situazione si è delineata nel migliore dei modi nel corso della chiacchierata.
Edoardo passò a fare domande e considerazioni più precise e più spinte in merito alla situazione del suo paziente, causando in Alessandro una forte reazione emotiva tanto che prese a piangere
"Lei è bravo, sono tanti anni che sto in psicoterapia ma raramente mi sento così. Ha ragione su tante cose ed è anche vero che io sono abituato ad aprirmi ma mai avrei pensato di poter reagire così. Soprattutto in una prima seduta con un terapeuta che non conosco praticamente per nulla"
"La sua situazione è del tutto normale, abbiamo toccato dei punti delicati della questione" Disse Edoardo rivolgendo una scatola di salviettine ad alessandro.
Poco dopo Ale venne congedato e lasciato alle sue solite attività. Lettura, discussioni con gli altri compagni di reparto. Poco dopo sarebbe dovuto andare a pranzare.
Ormai era pomeriggio e come d'abitudine i ragazzi dopo pranzo andavano a riunirsi nel dormitorio, c'erano cinque letti e quello di Alessandro si trovava alla fine della stanza, vicino la finestra. Era il momento del riposo e quindi si mise a leggere un libro fantasy.
Ormai il sole stava calando e l'ora di cena si stava avvicinando. Specializzandi e medici andarono via e rimasero soltanto Gli infermieri e gli assistenti sanitari. A cena parlavano poco, solitamente si vedeva un film tutti insieme od una serie per tutta la durata del pasto.
I ragazzi andarono a dormire ormai stremati dalla giornata di esami, prelievi e questionari e si svegliarono l'indomani con la solita routine. Colazione, pressione, doccia e colloquio.
Il momento di vedere Edoardo si stava avvicinando ed Alessandro si sentiva incuriosito dal rivederlo. Considerando che la giornata precedente gli aveva smosso così tanto. In qualche modo aveva costruito un legame, un transfert emotivo con quel terapeuta. La velocità con cui questo legame si è configurato era del tutto nuova per Alessandro. Insolita e da osservare attentamente in tutti gli effetti che provocava. Dal canto suo, Edoardo era incuriosito da questo paziente, un carattere fuori dagli schemi e nuovo nella casistica del reparto.
Era il momento di entrare nella sala per la seduta quotidiana.
"Buongiorno Alessandro"
"Salve, Dottore"
"Volevo dirle che sto riscontrando dei miglioramenti nel suo percorso. Tra non molto potremo decidere la data delle dimissioni, insieme alla dottoressa"
" Mi fa piacere ma da una parte sono dispiaciuto. Volevo dirle che raramente instauro un rapporto così le prime volte che parlo con qualcuno, lei mi ha tirato fuori tante cose e mi ha smosso emotivamente. Mi sento legato a lei in qualche modo"
Edoardo si rendeva conto che una reazione del genere sarebbe stata del tutto normale, considerando che le relazioni terapeutiche si basano su un profondo transfert ed a volte può anche accadere che il paziente si innamori della persona che cerca di aiutarlo.
"Sono molto felice della fiducia che ha instaurato con me. Questi giorni ne approfitteremo per dare una migliore forma a questo percorso. Comunque possiamo darci del 'tu', non farmi sentire vecchio, ho qualche anno in più di te dopotutto"
"Va bene. Come desideri"
Edoardo non era fidanzato e non era nemmeno in cerca di partner, era in attesa di qualcosa che smuovesse la sua curiosità, che lo stimolasse. Questo ragazzo era originale, così originale da suscitare domande..
"Alessandro, come ti stai trovando qui?"
"Bene, con i miei compagni vado d'accordo. Sento di essere migliorato tanto"
Un piede fece capolino da sotto la scrivania, sfiorando quello di alessandro che istintivamente si scansò.
"Ti conosco da poco ma già mi piaci"
"Anche tu mi piaci molto come persona"
"Nono, intendo proprio come ragazzo"
"Uh, allora ti ho frainteso. Anche tu sei interessante, ma io non provo quel tipo di interesse. Penso che tu lo sappia. Poi scusami, non è fuori il regolamento dire cose simili ai pazienti?
"In realtà ho solo fatto un apprezzamento, non ho detto nulla di assurdo, non andare subito sulla difensiva....penso solo che tu sia molto bello ed attiri la mia attenzione. Sono una persona molto diretta"
"Sai che potrei dire alla dottoressa quello che mi stai dicendo? non posso lasciarmi andare a questo rapporto se non ho la sicurezza che non c'entrino nulla gli affari personali. In questo caso i tuoi"
"Si...hai ragione, ma tu sei in un reparto di psichiatria per disturbi alimentari. Credi che la dottoressa credebbe a me che sono uno specializzando e lavoro qui, oppure a te? Mi dispiace metterti alle strette con questo discorso ma sai che qui il coltello è dalla mia parte"
"Va bene.. tutto sommato ha senso. Però non voglio andare oltre con questa conversazione. Mi sento a disagio a stare in questa stanza adesso"
Alessandro uscì dalla porta agitato e confuso. Nessun ragazzo aveva mai rivolto degli apprezzamenti a lui, da quel punto di vista. Il pensiero che lo avrebbe rivisto il giorno dopo lo fece trasalire.
Ale andò a farsi una bella doccia, sperando che l'acqua in qualche modo potesse far scivolare via i pensieri che lo stavano assillando.
Uscì dalla doccia, si asciugò ed andò a pranzare. La compagnia degli amici gli fece dimenticare le cose accadute in mattinata. Passarono il pomeriggio a giocare ad UNO e ad altri giochi molto buffi.
Nel pomeriggio, durante l'orario dello spuntino gli infermieri ed alcuni medici sono soliti entrare in cucina per dare la frutta ai pazienti o per farsi un caffè. Ale vide Edoardo entrare in cucina per farsi il caffè, Incrociò il suo sguardo e lo guardò in cagnesco, scontrandosi con il sorriso dolce e subdolo di Edoardo.
C'era una finestrella che dalla cucina affacciava nella sala dove i pazienti erano soliti mangiare e quel pomeriggio venne aperta per far circolare meglio l'aria, considerando il forte caldo estivo.
Ale sentiva lo specializzando parlare in cucina, anche di cose personali. Si sentiva osservato perchè ogni tanto gli rivolgeva lo sguardo dalla finestrella. Perciò decise di voler scoprire qualcosa di più, facendo finta di andarsene ed appoggiandosi alla parete fra cucina e sala. I suoi amici non lo potevano vedere perchè c'era un angolo che lo copriva ed i medici che passavano non lo notavano.
Ale rimase allibito da ciò che sentiva. Edoardo si stava confidando con un suo amico, l'infermiere. Gli stava confessando che si era preso una cotta per un suo paziente. Stava dicendo altre cose che ale non è stato in grado di capire... ormai era incuriosito e pensò tra sè e sè "Allora è vero che gli piaccio, non stava giocando"
Nel pomeriggio decise di confidarsi con un suo amico, e possibilmente farsi dare consigli utili. Gli spiega che non è il caso di creare casini con i medici o di fare nulla con Edoardo, tutto questo discorso lo faceva portandosi dentro l'incredulità per le cose sentite.
Ormai si era fatta ora di cena ed il restante tempo dopo cena lo impiegarono vedendo un film d'azione. Verso le 22 andarono a lavarsi i denti e poi a dormire, tra una chiacchiera e l'altra.
Il giorno seguente alla visita c'era un'altra dottoressa. Quel giorno Edoardo sarebbe stato nell'altro reparto. La giornata passò senza nulla di eclatatante...tra discorsi, giochi e serie varie.
Durante il pomeriggio Alessandro si era messo a leggere un libro LGBT ed era incappato in un capitolo che parlava dell'amore fra due ragazzi, più o meno suoi coetanei. In qualche modo riusciva ad immedesimarsi in quelle parole e nella sua testa i protagonisti avevano un volto molto familiare.
Si addormentò con il libro sulla pancia, ormai erano le 23. Edoardo era di passaggio per andare al bagno del personale e vide alessandro in fondo alla camerata che stava dormendo beatamente. Lo guardò qualche istante, quanto sarebbe voluto andare vicino a lui.
Negli altri letti ancora non c'era nessuno. Erano tutti in cucina, perciò Edoardo si avvicinò al letto di Ale, prese il libro e lo chiuse, appoggiandolo sul comodino per evitare che di notte cadesse e si spaventasse. Era lì solo per osservarlo più da vicino, gli sfuggì una leggera carezza sulla guancia di Ale, come a spostare i capelli che prepotenti gli coprivano il naso. Ovviamente Ale non si accorse di nulla e continuò a dormire tranquillamente mentre Edoardo si stava rivolgendo verso l'uscita del dormitorio.
L'indomani Ale si svegliò e fece la sua solita colazione in compagnia, stavolta silenzioso...era immerso nel suo mondo. Si sentiva parecchio riflessivo..
Era il momento della visita e pensava che ci fosse la dottoressa, fù sorpreso quando vide che nella stanza c'era Edoardo quel giorno.
"Ei...ehm cioè, buongiorno Alessandro"
"Buongiorno"
"Come stai?"
"Tutto abbastanza bene, lei? cioè..tu?"
"Tutto bene, grazie"
Mi abbraccia involontariamente, come preso dalla situazione..
"Mi metti sempre in imbarazzo"
Edoardo non risponde. è l'ora delle domande....
"Come hai dormito stanotte, hai avuto un buon sonno?"
"Si, ad un certo punto ho come sentito qualcosa sul viso ma per il resto ho dormito molto bene"
"Bene, il rapporto con il cibo come sta andando? stai mangiando tutto ciò che ti viene dato?"
"Sisi, più o meno tutto"
"Ottimo, ora prendiamo il peso"
"Non mi pare che tu sia salito, sono contento che lo stia tenendo stabile"
"Beh, è una buona notizia anche se come al solito mi preoccupo un pochino"
"Non devi preoccuparti Alessandro, ti aiuterò io ad uscire da questa situazione, in qualche modo"
"Puoi toglierti gli occhiali, sarei tanto curioso di vederti senza, mi piace il tuo viso"
Edoardo si tolse gli occhiali ed Ale lo guardò con sguardo felice e soddisfatto
"Devi toglierti i vestiti, dobbiamo prendere le misure, lo sai"
"No, non mi sento a mio agio a toglierli in tua compagnia"
"Ancora mi stai contraddicendo?"
" Perchè non posso?"
"Girati"
"Cosa"
"Girati ho detto!"
Edoardo andò dietro ad alessandro e gli slacciò i pantaloni abbassandoglieli, fece lo stesso con la maglietta, lasciandogli solo i boxer addosso.
"Stai fermo adesso"
Prese le misure con occhio attento
"Puoi rivestirti"
"Uh, menomale, pensavo che mi stessi costringendo a fare cose contro la mia volontà"
"No, non lo farei mai. Però non mi piace essere contraddetto. La prossima volta ascoltami e non dubitare delle cose che ti chiedo di fare, è per il tuo bene. E sappi che non mi interessa cosa pensi di me"
"Okay.. posso andare?"
"No, Voglio che ti scusi per non avermi ascoltato"
"Ok, scusami Edoardo"
"Va bene, per oggi sei perdonato"
"Non volevo contraddirti, scusami...è solo che ...boh, mi stavo facendo un'idea diversa"
"Lo sai che mi piaci, ma non farei niente che tu non voglia"
Mi prese la mano appoggiandosela sul petto
"Senti come sono agitato quando sto con te Ale? mi piaci un sacco. è anti professionale ed anti logico ma pur di vederti interromperei il mio rapporto di terapeuta ed inizierei ad uscire con te. Non appena ti dimettono"
"E chi ti dice che accetterei?"
"Beh, ieri sera la pagina del tuo libro non appena lo stavo rimettendo apposto parlava di due ragazzi che erano in procinto di baciarsi. Ti sei addormentato in quel punto, suppongo tu ti sia fermato a fantasticare in merito a qualcosa, no? Sono sempre uno studioso della psiche, pensi che non capisca quando piaccio a qualcuno?"
" Che ego ipertrofico…. Innanzitutto ero sul letto mio, in un momento di fragilità. Non esiste che fai le cose mentre non sono consapevole. E comunque il fatto della pagina è stato un caso, dopotutto è un libro dove si fa sempre sesso..quindi non si tratta di quella pagina in sè"
"Sei bravo a mettere la situazione a tuo vantaggio, però ti ricordo che io posso decidere se allungare la tua permanenza qui o meno"
"Beh, ora che lo hai detto finalmente posso farti licenziare..ah ah...ti sto registrando con il telefono sulla scrivania. Ora chi è ad avere il coltello dalla parte del manico? Promettimi che non farai nulla di stupido o sarà la fine della tua carriera da bravo psichiatra, ancora prima che inizi"
"Mi stai minacciando?"
"No, ma è la verità. Non mi piace essere raggirato"
"Va bene, puoi andare, Promettimi che cancellerai quella registrazione"
"No, non la cancello finchè non sarò fuori di qui"
"Come vuoi, a domani Alessandro"
Ale se ne torna in camera sua tutto incazzato, non riesce a capacitarsi delle cose appena dette. Pranza e passa il pomeriggio sul letto. Inquieto. Scrive, si gira, si rigira... cena e poi si mette a dormire, passando la giornata nella totale indifferenza. Di Edoardo neanche le tracce. Verso le 23 si addormenta...Edoardo appena si accorge che ale sta dormendo irrompe nella camerata, dicendo agli altri che deve fare dei controlli. Silenziosamente prende il telefono e di soppiatto se ne va..per coerenza dà un'occhiata anche ai comodini degli altri letti, per vedere se potessero esserci oggetti pericolosi come cavi o rasoi.
Sono le 7.30 del mattino, alessandro ed i suoi compagni si svegliano. Ale cerca il telefono sul comodino e non lo trova, lo cerca sotto al letto, sotto al cuscino...per la stanza; dopo poco realizza.... non lo ha perduto, semplicemente è stato quel bastardo di Edoardo. Dopo avergli detto della registrazione, non ha tenuto minimamente in considerazione il fatto che potesse prenderglielo, che ingenuo.
Ansioso aspetta il suo turno per il colloquio quotidiano, pensando e ripensando a cosa poter fare. L'ora è arrivata... entra dentro la stanza per le psicoterapie e vede Edoardo. lo guarda imbestialito....
"Buongiorno Alessandro"
"Buongiorno un cazzo! Dammi immediatamente il mio telefono"
"Oh, pensi che sia così facile? mh mh mh"
"Smettila, ti stai comportando in modo poco etico"
"No... sto solo giocando un pochino con te, sei tenero quando reagisci così istintivamente. Il telefono è nel cassetto, quello lì in fondo, chiuso a chiave. Se lo rivuoi indietro dovrai fare il bravo. Ah, sappi che la tua registrazione è stata cancellata....quindi avrai poco materiale per mettermi i bastoni fra le ruote, non ti ricordi che abbiamo un tecnico informatico?"
"Sei proprio un bastardo, non ho parole"
"Quando imparerai a conoscermi potrai apprezzarmi"
"Cosa vuoi?"
"Voglio te, le tue attenzioni, e voglio che mi prometti che potremo uscire insieme quando sarai fuori di qui, voglio conoscerti meglio. Ma per ora voglio solo che fai ciò che dico io"
"Ovvero?"
"Intanto qui le domande le faccio io. Spogliati.."
Alessandro inizia a togliersi i vestiti....preoccupato per la situazione instauratasi.
"Anche i boxer."
"No quelli no"
"Si invece" disse chiudendo la porta a chiave
"Perchè ti stai spogliando Edoardo? Non farti strane idee, non voglio fare nulla con te"
"Oh, ho solo tolto i pantaloni, non ho ancora finito"
"Fammi uscire, non voglio stare qui"
"Inginocchiati"
"No"
"Inginocchiati ho detto, tieni il cuscino "
Alessandro si inginocchiò, incazzato ma con un sorriso leggermente malizioso. Edoardo si denudò totalmente, tirando il suo cazzo fuori dai boxer e lasciandoli abbassati sulle ginocchia.
"Apri la bocca, e non farmelo ripetere"
Ale aprì la bocca. Edoardo appoggiò la cappella sul suo viso, strofinandogliela sul naso, sulle labbra, sulle guance. Gli intimò di tirare fuori la lingua ed iniziò a strofinarglielo proprio sulla punta, facendo in modo che le papille facessero leggero attrito contro la sua parte più sensibile.
"Non stai più opponendo tutta questa resistenza. Mi sa che un pò ti piace."
Si scappellò sulla sua lingua, iniziando a segarcisi sopra. Si poteva sentire il rumore della mano che ripeteva quel movimento aumentando la velocità, ed il suono della saliva che veniva mossa sulla lingua di Alessandro. Continuò a segarsi finchè non venne. Tutto scappellato lasciò uscire dei fiotti nella bocca di ale, pulendosi l'ultima goccia sulle labbra.
"Ora voglio che ingoi tutto, se sputi dovrò rifarlo"
Alessandro ingoiò tutto. Con la speranza che Edoardo avesse pietà di lui.
"Al contrario di ciò che pensi, tu mi piaci come ragazzo...anche se finora non ho mai avuto modo di esplorare questo lato della mia sessualità. Ad ogni modo ora mi sento eccitato e non me lo sarei aspettato. Comunque, non fare mai più qualcosa senza che io acconsenta"
"Puoi giurarci. Sai che ogni volta che entrerai qui dovremo ripetere tutto questo?"
"Mh, vedremo. Ora restituiscimi il telefono "
"Come? Non mi dai nemmeno un bacio?"
"Sei un rompipalle Edo!"
Edoardo si avvicinò ad ale amorevolmente, dimenticandosi del suo carattere rude e lo baciò. Le lingue iniziarono a massaggiarsi... ormai erano entrambi coinvolti. Alessandro si sciolse capendo che le intenzioni del ragazzo che aveva davanti agli occhi dopotutto non sarebbero state deludenti
"Se continui a baciarmi così mi farai diventare pericoloso, è ora che tu esca adesso, sennò si insospettiscono. Tieni il tuo telefono"
"A domani dottore"
Il pomeriggio di Alessandro trascorse con tante fantasie, anche intrusive.. tra un pensiero e l'altro riuscì a giocare anche a carte con i suoi compagni di stanza.
La giornata volò, dopotutto quando si è innamorati il tempo passa più velocemente. Solo che Ale ancora non riusciva a dare forma a quell'insolito sentimento..
è la volta di un nuovo giorno. Ale si svegliò in preda ad una eccitazione e ad una euforia insolite, sapendo che doveva rivedere l'oggetto dei suoi desideri.
"Buongiorno "
"Giorno Alessandro, dormito bene? "
"Molto bene, tu?"
"Anche io, ti ho pensato "
"Ed a cosa hai pensato?"
"Ora te lo mostro, vieni qui "
Chiuse la porta a chiave ed iniziarono a spogliarsi. Sia Ale che Edo rimasero con t-shirt e camicia. Edoardo prese Ale per i fianchi, baciandolo appassionatamente. Iniziò a percepire la consistenza di ciò che si stava agitando nei pantaloni. Gli chiese di girarsi. Prese il lubrificante dal suo zaino e lo incitò a piegarsi sulla scrivania
"Adesso ti scopo, piccolo Alessandro"
"Non fare tanto l'altezzoso, hai solo qualche anno in più di me"
"Beh....non c'entra nulla. Ora ti faccio mio"
Prese il suo sesso in mano, lubrificandolo. Prese il culo di Alessandro, entrandogli dentro molto lentamente e poi iniziando a stantuffare
"Ahi, mi stai facendo male!"
"Beh, è normale all'inizio, ora ti abituerai, rilassati"
Dopo qualche minuto alessandro iniziò a lasciarsi andare. Il pisello di Edoardo stava stimolando la ghiandola prostatica e stava causando un erezione in Ale, un erezione senza precedenti....
Edo si stese sulla schiena di Ale, abbracciandolo e coccolandolo
"Mi fai impazzire Ale, sei strettissimo"
Ormai Ale si era aperto totalmente... si stava lasciando andare ai movimenti del bel ragazzo che si trovava alle sue spalle. Dopo qualche minuto venne copiosamente... schizzando sulla scrivania. Contemporaneamente edo, dando le ultime spinte si lasciò andare ad un potente orgasmo... rimasero abbracciati cosi per qualche minuto. Poi presero le salviettine e si pulirono.
"Devi scappare ale... è tardi"
"Va bene, ciao Tesoro"
Si lascio la porta alle spalle, e lasciò entrare un suo compagno per la seduta successiva.
Più tardi i ragazzi pranzarono e si fece un giro di analisi dato che era qualche giorno che non venivano monitorati.
Dopo qualche ora Ale apre whatsapp e trova una chat nuova, una foto profilo di Edoardo con il suo nome già salvato.
"Ei... come va?"
"Tutto bene, noto che il tuo nome è già salvato sulla chat. Comunque sento ancora dolore lì.."
"Beh, oltre ad aver cancellato le tua registrazione mi sono permesso di salvare il mio numero. Per il dolore sappi che le prime volte è normale, andrà meglio"
"Ti sei fatto anche il ragazzo che è entrato dopo di me? Te li fai tutti? "
"Assolutamente no, sei pazzo? tu sei un'eccezione. Ovviamente non accade con altri"
"Ma hai un fidanzato fuori dall'ospedale Edo?"
"No.. sono single, come te"
"Ok, ma sei già uscito dall'ospedale?"
"Si ma sono ancora qui fuori, vuoi che ti saluti?"
"Perchè no"
"Vieni vicino alla finestra della sala da pranzo. A quest'ora non c'è nessuno"
Alessandro andò in sala ed ovviamente, come gli era stato detto da Edo, a quell'ora sarebbe stata vuota. Lo vide dalle grate appese alle finestre, quelle per evitare che i pazienti potessero fuggire e poi rientrare, mancando così alla regolarità del piano alimentare
"Avvicinati, che poi devo andare via di corsa sennò mi vedono"
Ale si avvicinò alla grata mentre la mano di Edo toccò il sottile confine metallico che li separava. Si diedero la mano, stringendosi... iniziarono a baciarsi da un piccolo quadrato di quella grata. La passione si accese.
"Quanto vorrei che fossi qui ora"
"Vedrai sarà presto così"
Il giorno dopo Alessandro ed i suoi compagni si alzarono alla solita ora, fecero colazione, la doccia ed il giro di colloqui. Al turno di Alessandro, si ritrovò davanti la dottoressa, quel giorno Edoardo avrebbe lavorato nell'altro reparto.
"Buongiorno Alessandro, come sta?"
"Molto bene, la ringrazio"
"Oggi sostituisco Edoardo. Mi ha riferito che c'è un netto miglioramento nel tuo comportamento... stavamo pensando che tra pochi giorni potresti essere dimesso. Che ne pensi?"
"Mi fa piacere che il mio comportamento sia migliorato e sono contento della notizia. Sono felice che presto potrò uscire. Volevo dirle che Edoardo è un dottore bravissimo, ha centrato il punto di molte questioni che facevo fatica ad individuare ed a capire, ritengo che mi abbia aiutato"
"Allora....si, lui è molto bravo. Lo abbiamo scelto apposta questo periodo per occuparsi di questo reparto. Comunque....che ne pensa di uscire tra due giorni?"
"Mh, ne sarei molto contento..."
"Va bene allora domani l'altro specializzando le consegnerà il foglio delle dimissioni"
"Grazie dottoressa, arrivederci"
"Arrivederci"
Ale uscì ed andò subito dai compagni a riferire la notizia. Era molto felice, anche gli altri sarebbero stati dimessi non molto dopo di lui. Il pomeriggio guardarono film...poi passarono tempo in altri modi. Chi leggeva, chi scriveva
La mattina seguente Ale si svegliò prima del solito. Andò in bagno a farsi una doccia prima che gli altri si svegliassero per andare in bagno. Passò almeno 40 minuti ad insaponarsi ed a canticchiare una vecchia canzone. Muovendosi, talvolta, urtava il box della doccia... questo incuriosì Edoardo che stava andando a fare pipì prima che iniziasse il giro visite. Pensò tra sè e sè.."chi è che fa la doccia così presto?"; si avvicinò alla porta del bagno, cercando di capire chi fosse, dato che la porta era accostata ed era possibile vedere il riflesso di Alessandro nelle piastrelle..
Edo era in ritardo, ma era troppo eccitato per poter tornare in sala colloqui perciò si fermò davanti alla porta della doccia e guardando le piastrelle iniziò a toccarsi lentamente. Infilò una mano nei pantaloni, sfregandoselo da sopra i boxer...sapendo che la doccia non sarebbe durata ancora molto. Si strofinava sempre più velocemente cercando di venire il prima possibile. Mise la mano sul lato della porta, inarcandosi e chiudendo gli occhi come in preda ad un piacere intensissimo...si leccò le labbra pur di non farsi sfuggire nessun gemito. Si ricompose e velocemente se ne andò... lasciando Alessandro senza il minimo sospetto. Ed i suoi boxer pieni di nettare caldo.
Dopo colazione Ale andò nella sala da Edo per farsi visitare.
"Buongiorno Edoardo"
"Giorno Alessandro, tutto bene?"
"Tutto bene"
"Entra pure.." Chiudendosi la porta alle spalle
"Buone notizie, tieni, questo è il foglio delle dimissioni"
"Grazie mille. Dico a mia madre di venirmi a prendere domani quindi?"
"Sisi, stasera puoi preparare la tua valigia. Sai che tra qualche giorno ci vedremo? Ti lascio il tempo di assestarti un pò"
"Sono felice di poter uscire, però tu mi mancherai"
"Non preoccuparti, mi vedrai presto"
Edo diede un bacio ad Ale, lo abbracciò e lo salutò.
Dopo il pranzo Ale si mise a fare le valigie..lavando le ultime cose da portarsi e riordinando tutta la sua zona letto. Dopo tutto questo, ormai si era fatta ora di cena ed Ale era affamato. Divorò la cena insieme ai compagni passando tempo a fare le ultime chiacchierate in quella sala. Edoardo faceva avanti ed indietro perchè ormai stava per finire il turno e doveva andarsene... Mentre camminava vicino alla sala, i loro occhi si scrutavano attentamente, si sorridevano ed il desiderio era forte.
Il giorno seguente l'infermiere svegliò Alessandro. Si fece la doccia come consuetudine e fece colazione. Prima di andarsene cercò Edoardo, bussando alla sua porta.
"Volevo salutarti, dammi un abbraccio"
E lo strinse a sè con vigore.
Uscì con le valigie, salutando i suoi compagni, i medici e gli infermieri. Vide sua madre e la abbracciò, era un mese che non la vedeva ormai ed era contento di ritornare a casa. Durante il tragitto verso casa (non molto lontano dall'ospedale) passarono 20 minuti ed il viaggio fù ricco di dettagli e racconti sulle giornate passate in quell'ospedale. Arrivato a casa, pranzò e salutò i suoi familiari..andando a sistemare la valigia in camera sua. Si fece una bella doccia per tornare a tutti gli effetti alle sue abitudini. Non appena tornò in camera, fra i messaggi dei suoi amici c'era un messaggio di Edoardo
"Mi manchi, questi giorni ti vorrei vedere"
"Anche tu, ma non sai nemmeno dove vivo"
"Cartella clinica, ricordi? ahahahah. Farò finta di non saperlo"
"Va beneee, stronzetto"
"Ti andrebbe di venire da me uno di questi giorni? ovviamente la sera che, come sai, durante il giorno lavoro"
"Va bene, ci penso ma comunque credo di sì"
"Ok, a dopo piccoletto"
Ale passò il pomeriggio a parlare con sua sorella Angela, Più grande di lui di tre anni, ormai aveva finito l'università e gli confessò tutto quanto. Angi era sorpresa, innanzitutto per le esperienze che fece Ale in quel reparto, inoltre per la sua natura omosessuale di cui sia lei che Ale stesso non erano a conoscenza. Si diedero un abbraccio
"Il mio fratellino sta crescendo, aha ahahah"
"Ti voglio bene sorellona, ora ti faccio vedere una sua foto. Ti va?"
"Si sono curiosissima"
"Guarda che bello che è"
"è meraviglioso, che bei capelli biondi e che visino dolce. Se non fosse gay direi che quasi quasi.."
"Ehiiiiii, zitta."
"Hai ragione. Ora che hai trovato tutto questo, goditelo"
Angi uscì fuori dalla stanza di Ale. Lasciandolo solo con il suo telefono in mano, tra i suoi pensieri. Si ricordò tutta la vicenda e le mani che avevano preso in mano quel telefono. Si eccitò e chiuse la porta. Si abbassò la zip dei jeans, tirandolo fuori senza spogliarsi, aveva fretta e voglia di godere. Si leccò le dita ed impugnò il suo cazzo ormai al massimo dell'erezione, iniziò a lavorarselo. Prima lentamente poi energeticamente.... con l'altra mano prese a strofinare il lembo di pelle più sensibile, dietro la cappella. Lo bagnava e la saliva stava iniziando a mischiarsi al presperma... Stava ansimando e lasciandosi andare sempre di più. Immaginava Edoardo che lo prendeva in tutte le posizioni e con forza, con le sue mani calde ed accoglienti.
Ormai se lo stava menando come un forsennato, si sedette sul lato del letto e venne per terra, decidendo di non prendere un punto preciso ma di lasciare il suo pisello esprimersi con libertà..con quella vernice bianca, colorata dei pensieri di Alessandro.
Si sdraiò sul letto, rimettendosi dentro i pantaloni il membro e si addromentò, sfinito.
Qualche ora dopo si svegliò, ormai era quasi ora di cena. Andò a sciacquarsi ed a prendere uno strofinaccio per lavare il pavimento. Fece due passate per togliere ogni residuo di quel liquido caldo.
"Ale vieniii, è pronto"
Ale si mise la tuta del pigiama ed una magliettina leggera. Da mangiare c'erano tutte le cose previste nel suo piano alimentare....Non contò ossessivamente le calorie e si lasciò andare al piacere di mangiare un buon piatto di pasta con le zucchine. La madre, Miriana, era un'ottima cuoca e sapeva come soddisfare anche i palati più esigenti. Sapeva preparare dei risotti che erano pura magia. Cremosi ed intensi.
"Ragazzi, domani mattina io vado al lavoro presto, vostro padre questa settimana non ci sarà"
"Anche io mà, domani non ci sto che vado dal mio fidanzato " Esclamò Angi
"ok, domani quindi rimango solo. No problem, tanto c'è la bilancia e posso pesare tutti i cibi autonomamente adesso. Senza lasciarmi prendere dall'ansia"
In serata, Ale si mise a guardare un film con la sorella, erano tanto tempo che non lo facevano. Dopo qualche minuto il telefono di Ale squillò, era Edoardo. Gli vennero i brividi e le farfalle, aspettò un pò e rispose.
"Ciao Edo"
"Ciao bellissimo, che fai?"
"Sto vedendo un film con mia sorella Angela, tra non molto andrò a dormire"
"Vieni un attimo fuori"
"Cosa? Tu ti presenti così, senza un minimo preavviso? sei proprio pazzo"
"Dai, oggi mi sei mancato, esci solo cinque minuti"
"Ok...aspetta "
Ale disse ad Angela che Edo era fuori ad aspettarlo, tanto i genitori stavano dormendo.
"Qualche minuto e torno"
"Mmmh tanto so che starai parecchio lì fuori, non preoccuparti. Tieni le chiavi di casa"
Ale si lavò i denti, mise una maglietta pulita e delle scarpe da barca. Si lasciò la porta di casa alle spalle ed in fondo al vialetto c'era un ragazzo bellissimo con una BMW giulietta grigia affianco. Era vestito come al suo solito... Jeans beige, scarpe basse ed una maglietta casual. Ale camminò verso Edoardo, con il cuore in gola e gli saltò addosso in un abbraccio degno del miglior dipinto.
"Mi sei mancato picccolo"
"Anche tu"
"Qui fuori fa caldissimo, entra in macchina che almeno c'è l'aria condizionata"
"Ah, che fretta che hai eh"
"No, scherzi .... ci sono tutte queste villette in questa via che non farei mai niente di socialmente poco accettabile... anche se ora che ci penso i vetri sono oscurati" Disse alzando gli occhi al cielo
"Seh...seh."
Ale si avvicinò alla spalla di Edo, lasciandosi coccolare. Ormai Ale era finito in un vortice di baci; sui capelli, sulla fronte, sul naso....sulle guance. Anche se in macchina faceva fresco, lentamente si accese una fiamma....l'ambiente si scaldò in fretta ed ormai le loro bocche erano incollate. Stavano limonando duro. Il suono di baci pieni di saliva e delle lingue che si titillavano rompevano istante dopo istante il silenzio di quella macchina.
I vetri erano oscurati ma ovviamente non si sentivano a loro agio in quel posto
"Edo, vai nel viale isolato, quello dietro il comprensorio, mi hai fatto venire voglia di fare una cosa"
"Ahaha, ora chi è il frettoloso perverso"
"Zittati, stasera sei anche più bello del solito, ma che hai fatto. Ah non voglio saperlo"
Edo avviò la macchina ed andarono verso quel vialetto isolato. Non appena fermò la macchina abbassò il sedile di Alessandro, gli slacciò la cintura e gli abbassò i pantaloni. Gli baciò la pancia, i capezzoli e l'inguine....con tanta lingua ed abbracciando ogni centimetro della sua pelle con le sue labbra calde e carnose. Edo non aveva mai preso in bocca Alessandro.. era curioso e voglioso di assaggiarlo. Quelle carni tenere e vergini non le aveva mai assaporate nessuno. Gli prese i fianchi ed iniziò a lavorargli l'asta, avvolgendola con le labbra, senza lingua e facendo su e giù, lasciando la cappella per ultima. Sentiva l'odore del suo sesso invadergli le narici, era un odore intenso e pulito...come un richiamo ad essere preso. Presto se lo infilò in bocca, stimolando il frenulo con la lingua.... succhiandolo forte e poi piano piano. Ale ansimava, stringeva la maniglia dello sportello ed allungava le gambe arricciando i piedi. Ormai stava impazzendo e stava prendendo l'abitudine a farsi prendere e possedere da Edoardo in tutti i modi.
"Vieni, andiamo dietro. Non voglio che mi fai venire con la bocca"
"No...sei troppo buono. Resisti altri due minuti e poi andiamo dietro"
Edo era ormai attaccato a quel bastone estatico che si ritrovava in gola, lo strusciava e lo lubrificava in tutti i modi, osservandone le pulsazioni e le reazioni... i gemiti di Alessandro. Capiva che non avrebbe retto molto, perciò si staccò.
Cercando di non farsi vedere da nessuno andarono dietro, Edo si spogliò totalmente ed ale fece lo stesso. Continuarono a baciarsi, ormai Edo era seduto sul sedile posteriore ed Ale era sopra di lui cavalcioni. Si accarezzavano, si massaggiavano.
si invertirono, Ale era sotto ... e per la prima volta stava per prendere Edo..
Prende in mano il suo cazzo, si infila il preservativo e nel mentre mentre Edo si lubrifica... Lentamente, Ale entra dentro Edoardo. Ora non era più vergine, il piacere era così forte e così avvolgente che Edo doveva fermarsi ogni tanto, per evitare che ale venisse subito. Ale ansimava davvero tanto..
"Edo mi fai impazzire, mi piaci troppo..."
"Anche tu ma ora rallenta un pò...non abbiamo fretta e non voglio che tu venga subito. Godi ancora..godi per me"
"Ok muoviti tu quando sei pronto, dato che non vuoi che spingo"
"Ora ci penso io"
Edoardo prese a saltare sul pisello di alessandro. Prima lentamente e poi velocemente... fermandosi di tanto in tanto. Ale in preda agli spasmi iniziò a fiottare dentro Edo..... il quale continuò a saltare su alessandro per qualche minuto e poi venne copiosamente sulla pancia di ale. Rimasero fermi qualche minuto....
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