L’s story. Capitolo 48. Lo yatch di Capodanno

di
genere
dominazione

È lunedì, allarme generale! Marta strilla in tutte le camere, ci sveglia: lavarsi e vestirsi! alle 08:00 dovremo essere tutte al Grande Centro Estetico, che apre solo per noi in un giorno festivo! I padroni hanno deciso: tutte le 5 nuove sono state ammesse alle prime prove; perciò, si impone l’essere perfette e avere l’ossessione nella cura dei particolari del proprio corpo. In più, finito al Centro Estetico, le cinque schiave con collare come me, hanno già appuntamento da Floriana, la sarta più brava di Modena (stile Chanel, per intenderci), che ha ideato una specie di divisa per noi: ci servirà per i giorni di Capodanno.

Ma c’è anche un fatto triste, che Leonida comunica solo a Marta e a me: Adelina è stata punita: sempre a cercar da mangiare, non ha perso un chilo, viene scelta per essere usata molto poco, non gode sempre quando la prendono, lavora svogliatamente, manca talvolta alle lezioni pomeridiane, ecc. e, di conseguenza, le ha prese, forte forte. Ora è in camera da sola, a riflettere sul suo futuro: ma è bene che le nuove non la vedano per 7 giorni, perché ha segni rossi praticamente su tutto il corpo. Il nostro medico è già venuto: va tutto bene, ma abbisogna di mille pomate diverse e assistenza: dovrò dargliela io.

Nel pomeriggio, finita la remise en forme, Leonida viene di persona a visionare le prove delle nuove divise, anche perché il conto sarà salatissimo e noi schiave non possiamo toccare denaro per pagare. La stilista ha ideato per noi qualcosa di formale, per autunno-inverno, e che fa anche risaltare il nostro corpo: un tailleur color rosa antico, giacca cortina con riquadri scuri leggerissimi e 2 bottoni; minigonna cortissima (ma non così oscena come quelle che fan mettere a me), dello stesso colore, con 4 bottoni. Floriana dovrebbe farcela a consegnarli giovedì 28 sera.

Leonida ci spiega che avremo il compito più importante mai assegnato sinora: nei 7 giorni prima e dopo Capodanno faremo da hostess sul lussuoso yatch Seasense dell’americano Gus Rothschild: uno tra i maggiori proprietari e armatori navali del modo. Ci saranno altre 9 persone di servizio: staremo via da venerdì 29 a venerdì 5 (per me giorno del ciclo). Ha invitato 5 importanti uomini d’affari, tra cui il nostro Balthazar Bakoyannis: e con questa info tutte capiamo perché siamo state scelte noi per servire e… quanto dovremo essere perfette. I giorni successivi son di preparativi: io sono la più giovane, poi Patty e Filomena sui 35 anni, infine Marta e Ottavia attorno ai 40-45. Marta prega Leonida di fornirci lo stesso intimo, lingerie, scarpe, calze, smalti, ecc. per essere tutte uguali: altra spesa importante!

Io, invece, passo il tempo ad assistere la povera Adelina: la prima sera la trovo distrutta, ma anche arrabbiata e mi fa mille domande. Io non so cosa rispondere, riesco solo a sorriderle e coccolarla: sono tanto più giovane, inesperta e meno intelligente. Mi han detto che devo farle vedere continuamente film porno, ma non ho un carattere così forte da dirglielo. Mi limito a spargerle gli unguenti, lavarla, aiutarla, sorridere con dolcezza, dirle parole gentili e… piano piano si addolcisce. Già il martedì sera le viene il dubbio di esser lei ad aver sbagliato, riflette su ciò che perderebbe se lasciasse e su quanto le converrebbe, invece, ubbidire e lasciarsi guidare. Mercoledì crolla, realizza che c’è un motivo se suo marito l’ha incoraggiata a tornare in servizio, che forse ha sbagliato tutto, che disubbidire ci rende infelici. Giovedì già mi chiede se possiamo guardare assieme un film sconcio. Venerdì ha ancora i segni blu delle punizioni: decide di mangiare da sola in camera e ci lasciamo con la promessa che lei guarderà tutti i porno possibili, come le hanno ordinato di fare e di rivederci al mio ritorno.

E, infatti, devo andare: le nuove divise di ciascuna sono impeccabili, saliamo nella limousine con cui Balth ci è venuto a prendere per andare al porto di Ravenna, tutte abbiamo un piccolo trolley. In auto Balth ricontrolla tutto, scuote la testa, parla in inglese a Marta. Tutte, eccetto me, capiscono e cominciano a sfilarsi le autoreggenti indossando parigine nere ricamate con dei cuoricini bianchi: capisco e lo faccio anche io. Balth parla ancora, Marta sorride e tutte mi fanno allontanare da lui: ci resto di popò e mi spiegano: “Dice che è meglio se non ti sta vicino fino a quando saremo sistemate, lui vorrebbe già saltarti addosso rischiando di rovinarti la mise!”. Ridono tutte, io divento rossa e abbasso gli occhi. Infine, da una valigetta, Bath estrae un regalo per ognuna: un collare d’oro massiccio della Bluespirit, con anello. Li proviamo finché ciascuna indossa quello che le calza meglio. Barth parla ancora e chiede che mi si traduca tutto: non vuole che veniamo scambiate per prostitute nemmeno per un istante: dobbiamo portare la fede matrimoniale al dito, ubbidire a tutti ma essere pudiche e umili.

Giunte al porto, la limousine si ferma accanto a uno yatch grandissimo, lungo quasi 70 metri, moderno e bellissimo: noi scendiamo e seguiamo Balth: Marta, Patty, Ottavia, Filomena e io per ultima, la più giovane e la più piccina. Marta comincia a dare gli incarichi via via che esplora la nave: Patty, la più alta e bella, viene assegnata al servizio personale del signor Rothschild; Marta starà nel salone da pranzo che dà sulla piscina riscaldata; Ottavia nella zona conversazione, bar all’americana e forno a legna per la pizza; a Filomena tocca girare dalla sala riunioni e tv a quella del salotto piccolo, angolo uffici e libreria; a me, l’unica che non sa una parola d’inglese, la zona palestra e relax. Marta mi dice che mi basta sapere due parole: “yes” e “thank you” e tutte ridono. Per le camere dobbiamo stringerci: in una staranno Patty e Ottavia, le più alte; un’altra sarà per Filomena che dovrà dormire in un letto, mentre Marta e io per terra sugli scendiletto.

Ci riuniamo tutte di nuovo nella suite presidenziale dove sta Mister Rothschild e Balthazar ci presenta. Ci tiene molto a sottolineare che non siamo escort, ma schiave. Glielo dice proprio apertamente: schiave e tutte sposate. Rothschild annuisce, come se fosse la cosa più normale del mondo e prega Barth di farci restare vestite: serviremo nude se e quando gli altri ospiti entreranno nel giro mentale necessario. Chiede per piacere di accondiscendere a eventuali richieste sessuali da parte degli altri 4 imprenditori, mentre il sesso con il personale di servizio, per il momento ci è vietato. È un uomo con lo sguardo d’acciaio ma piccoletto, pelato, con la pancia: proprio come Balth. Accetta i servizi di Patty, ma le dice che, in caso di richieste, deve servire i suoi ospiti per primi.

Venerdì 29, alle 18, ci sono tutti e si salpa! Gli ospiti sono arrivati dal pomeriggio, sono tutti tra 55 e 65 anni, nessuno è particolarmente attraente, ma tutti ci guardano: siamo bellissime in divisa! Rothschild (Roth) fa visitare lo yatch a ciascuno, poi li conduce alle loro suite. Ben due di loro, mentre visitano la zona palestra, pronunciano distintamente la parola “Shakira” riferendosi e me… Più tardi, uno dei due ritorna da solo, cerca di attaccare discorso, ma io so solo sorridere… mi accarezza il collare d’oro sorridendo malizioso, poi, come per caso, lascia scivolare una mano sul mio sedere: io mi irrigidisco, divento rossa, ma riesco a dirgli “Thank you”.

Andiamo tutte a servire la cena, solo Patty resta ferma immobile alle spalle di Roth: nell’andirivieni dalla cucina facciamo conoscenza con il Comandante della nave e gli altri 8 uomini di servizio: ci guardano sfacciatamente, ma mi muovo svelta, occhi bassi, senza dare confidenza. Dopo cena, arriva l’ordine da Roth: tutte dobbiamo tenere la giacca della divisa aperta, in modo che si veda il reggiseno sotto la camicetta e sbottonare l’ultimo dei quattro bottoni della gonna. Serviamo i digestivi e, pur essendo adesso più guardate dagli imprenditori, si mettono a parlare di affari, che sono il vero motivo di questo Capodanno in nave. Noi, invece, ci fermiamo ad ammirare il mare dalla grande vetrata a del salone.

Passa un’oretta, digestione e digestivi fanno effetto, pian piano si rilassano tutti. Vedo che Balthazar mi guarda spesso, sembra soffrire per non potermi possedere subito… mi manda un bacino da lontano, io gli sorrido e abbasso gli occhi. Chi sarà la prima a venire abbordata? Ma è ovvio, Marta! Tutti han capito che ci aiuta e ci guida, che è umilissima ma intelligente. E oltre a un fisico invidiabile per i suoi 46 anni ha l’esperienza che viene da 25 anni di collare. Viene invitata a sedere sul divano da uno dei sei, conversa amabilmente in inglese, il tipo le sorride, le versa champagne: tutti e tutte li guardiamo, è chiaro che si aprono le danze. Dopo Marta, è Patty che viene invitata da Roth, il proprietario, a sedere sulle sue gambe: con i tacchi alti lei supera Roth di quasi 20 cm, ma si lascia guidare, sorride, risponde con l’inglese che sa: meno di Marta, ma almeno qualcosa sa dire. Poi vengono invitate Ottavia e Filomena su altri divani, da altri due. È il momento di Balth, che però non vuol lasciare a bocca asciutta l’ultimo imprenditore: proprio quello che mi ha palpata il sedere nella zona palestra. Gli si siede vicino, mi indica, e quello chiede: “Shakira?”, Balth ride e mi fa cenno di andare dove sono loro due.

Con il passare dei minuti, gli imprenditori van più vicini alle hostess che hanno scelto. È la prima volte che vedo le mie sorelle più vecchie a contatto con sconosciuti: sono tutte remissive e pudiche, anche se visibilmente contente di essere state scelte. Sono più sciolte di me nel parlare, sorridono più spesso, ma tutto è fatto con modestia e classe: sono così contenta! mi sento meno sola e meno strana! Patty ha una mano di Roth che le accarezza le gambe; il partner di Ottavia le struscia naso contro naso e le dà dei bacetti; Filomena è rossa in viso mentre chi l’ha scelta sta giocando a sbottonarle la camicetta: lei non si ribella, cerca solo di schivare con timidezza. Io son stretta tra i miei due, ridono in inglese, mi accarezzano il viso e giocano ad alzarmi la minigonna con le dita: divento rossa, cerco di abbassarla e loro la rialzano. Ma ecco che il partner di Marta le slaccia la gonna: lei resta in perizoma, esposta dai fianchi fino alle parigine nere.

È vicina a noi e si volta un attimo per ricordare umilmente qualcosa a Balth: “My Lord, we are without guards. Please don’t forget to protect us all”. Il mio greco gonfia il petto, orgoglioso di doverci proteggere: si alza, va da Roth e gli dice qualcosa a cui l’americano annuisce convinto. Parla a tutti, con voce seria: “My friends, mind you: they are all married ladies, they are not prostitutes or escorts. They are just honest women, but educated to obey, am I clear? They are just very obedients, so don’t make them cry, thank you”. Si calmano tutti, il problema è che siamo bellissime e dolcissime… è difficile fermarsi anche per dei sessantenni. Allora Roth dà un altro segnale: fa alzare Patty e, con tante parole dolci e tranquillizzanti, la spoglia di giacchina, camicetta, gonna. Rimasta in reggiseno, perizoma e calze, torna a farla sedere sulle proprie ginocchia e la limona.

Nel giro di dieci minuti siamo tutte spogliate, il petting si fa pesante, cominciano a vedersi i primi uccelli eretti. Purtroppo, Balth mi conosce e invita l’altro a verificare come sto tra le gambe: il tizio lo fa e sorride, stupito e felice: gentilmente Balth mi fa scendere dal divano e inginocchiare tra le gambe del suo “socio”. In un battibaleno succhio, piena di vergogna, ma anche lusingata dall’erezione del tipo. Che non ha un gran pene, ma trovandolo già rigidissimo mi fa sentire importante. Miagolo dolcemente, ma sento che anche le mie sorelle gemono, ognuna in un modo suo e personale. L’unica è Marta, rumorosa come al solito, forse perché il suo uomo la sta leccando invece di farla succhiare.

Questo film dura circa mezz’ora e, quando tutti si son presi il loro piacere, pian piano vanno a dormire. Roth chiama Balth, gli chiede qualcosa e va in camera sua. Mi rivesto. Balth va da Marta e dice che, dalla colazione di domattina dobbiamo stare in abito cerimoniale sempre. Il salone si svuota, faccio per accodarmi alle mie sorelle, ma la mano gentile di Balth mi ferma. Mi sorride: lui non ha ancora avuto quel che gli spetta… mentre io sono venuta una volta sola, proprio mentre il tipo mi spruzzava in bocca.

Balth saluta Marta mentre mi tiene eloquentemente per mano, poi mi porta nella sua suite. Quando mi invita a inginocchiarmi su una poltrona, so già cosa mi aspetta: vuole uno stimolo in più e mi alza la minigonna fino ai fianchi, poi abbassa il perizoma fino a metà coscia. Maialino. E va bene, offro il mio sedere alzando per bene i fianchi. Lui ha la delicatezza di spargermi un po’ di una crema che ha in bagno e poi… zaff! Tutto su per il sedere! Non mi ha fatto nessun male, solo bene, eppure lo ha grosso… mi sodomizza deciso, ma non troppo veloce, vuole gustarselo. Mi sta piacendo sempre più venire sodomizzata… miagolo dolcissima, gli dico “Balthazar, ti amo tanto… grazie di possedermi ogni volta” e… vengo!

Mi vuole a dormire nel suo lettone e, a metà della notte, mi sveglia: “Elle io volio fare regalo a te”. Come una spudorata mi avvicino a lui, gli accarezzo il viso, con un dito le labbra… lui capisce, mi bacia a lungo: “Io tropo felicie, volio fare regalo”.
Io: “L’amore del mio signore Balthazar è il regalo più grande. Forse il mio signore potrebbe venire in Italia quando Leòn è via per lavoro… forse se Karcharias trovasse una schiava che lo ama, il mio signore potrebbe venire tutti i mesi…”. Gli ridiventa duro, mi è sopra, vuole vedermi in viso, si mette le mie gambe sulle spalle e… nuova sodomizzazione. Ho un altro orgasmo anale, più potente: lui è bravissimo ed esperto nell’uso del mio sedere, mi conosce e sa come sono. Mi risveglia alle 6 per tornare nella mia camera, così nessuno si accorgerà di nulla.

Sabato. Non ho dormito molto, sono confusa, ma posso copiare quel che fanno le altre: unico problema il bagnetto, dove dobbiamo specchiarci in due contemporaneamente, rischiando di sbagliare. Alle 7 siamo pronte, usciamo: décolleté con tacco alto, guepiere con calze nere allacciate, collari che ci ha regalato Balth: passerina, capezzoli e sedere in mostra per tutti. Nelle cucine a prendere le colazioni: il resto del personale resta paralizzato: nessuno degli addetti alla cucina riesce più a muoversi. Ce ne accorgiamo, ridiamo, scherziamo. Man mano che arrivano gli imprenditori serviamo a tavola… ma la loro reazione è identica a quella dei cuochi! L’unica differenza è che ci accarezzano, ci palpano, ci danno bacetti. E, rispetto a ieri, adesso che sono come nuda, sono la più guardata e palpeggiata.

Questa volta è Marta che viene scelta dal signor Rothschild, che la fa andare sotto al tavolo per farsi fare un bocchino. Arriva anche Balth che, tutto arzillo (ma come fa che ha 60 anni?), prende ad accarezzarmi il sedere, palparlo e spalpugnarlo. Mi bagno e glielo dico: “Il mio signore mi fa emozionare davanti e tutti e… e io mi vergogno”. Ma ci sono almeno altre due sorelle che sono rosse in viso: gli imprenditori non sono dei maniaci ma ci usano quando gli va, con calma, non sempre in pubblico, ma spostandosi negli ambienti vicini o portandoci nelle loro suite. Ma ora il tempo è poco e si fanno servire da noi con rapporti sessuali veloci: finalmente, verso le nove, si riuniscono tutti e ci lasciano tranquille a sparecchiare e riordinare. C’è un timido sole ma fuori fa freddo e, un po’ tutte, ci godiamo la vista del mare tutto intorno alla nave, mentre andiamo avanti e indietro con i lavori.

Verso le 10 Marta mi fa chiamare nella sala riunioni: ci sono i sei imprenditori e mi devono chiedere alcune cose, Marta farà da interprete. A trovarmi in mise cerimoniale davanti a 6 maschi, cerco subito di coprirmi il seno con un braccio e la passerina con una mano: non mi sgridano, lasciano che io mi copra, ma sono quasi nuda in piedi, davanti a tutti loro. Mi chiedono varie cose e rispondo: “Sì, sono stata circa 2 settimane in una comunità argentina. […] Non so con sicurezza, ma mi pare ci fossero 400 mila mucche, più cavalli e altri equini locali come la vigogna, il guanaco e altri che non mi ricordo. […] Ci lavorano circa 60-70 persone. […] Non so come vengono venduti, bisogna chiedere a mio marito […] No, non ci è permesso avere il cellulare e non posso chiamarlo”. A quel punto capisco che questi stanno lavorando, cercano di fare soldi e vado in panico. L’ultima cosa che dico è “Miei signori io ho paura di sbagliare, non ho studiato, ma penso che il mio signore Balthazar possa chiamare mio marito in qualunque momento”. Abbasso umilissima la testa e taccio.


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2023-01-20
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