Il collega 2 ( la doccia)

di
genere
etero

Il racconto riprende esattamente da dov’è terminato il precedente, per cui se non lo avete letto riprendetelo…


Un invito che finora non mi era mai stato fatto da nessun uomo, l’ultimo ad avermi accompagnato in doccia è stato forse mio padre da piccola.
Nel sollevarci da terra noto di non essere l’unica bagnata dal piacere della nostra avventura, la peluria delle sue cosce era completamente inumidita dai miei umori, ed il pavimento sotto di noi lucido, come se fosse stato appena lavato.
Lungo il breve tragitto mi imbatto nello specchio dove posso ammirare il mio corpo, i seni ed il pube arrossati, quel liquido denso e biancastro che risalta sulla mia carnagione olivastra. Quell’immagine sconosciuta di me, così trasandata e sporca, mi eccitava un sacco.
Lui mi precede, ammiro il suo fondoschiena sodo, uno spettacolo che poco fa non ho potuto assaporare. Il rumore dell'acqua che scende mi invita a raggiungerlo. Il calore dell’acqua e quella leggera nebbia creata dal vapore rende l’atmosfera ancora più intrigante. Prende il bagnoschiuma al cocco, l’unico che c’è, se lo versa sulle mani ed inizia a insaponare tutto il mio corpo. Le sue mani grandi non perdono un solo cm della mia carne, mi ripulisce dal suo seme, un po’ però mi ci stavo affezionando a quel marchio su di me. I suoi tocchi mi fanno sussultare quando incontrano i miei punti più sensibili, dal collo scende accarezzando dolcemente il seno, il ventre, il pube ed il sedere, poi si china e quasi come un massaggio passa energicamente sui polpacci e sulle cosce.
Mi dà un tenero bacio sulla fighetta e si rialza. I miei occhi ricadono sul suo attrezzo, ha perso l’aria minacciosa di poco fa, ma inquieta sempre un po’ di timore, ha mantenuto una certa dimensione e si nota ancor bene tutta la venatura.
Ad un tratto si posiziona al mio fianco, lasciandomi in completa balia della doccia. L’acqua calda scorre sul mio corpo ed incolla i miei capelli alla schiena, mi afferra per il collo ed inizia a baciarmi, le sue mani iniziano una discesa sincrona una sulla schiena ed una sul petto, fino a raggiungere le mie parti intime. Nessuna attesa, nessuna esitazione infila subito due dita dentro la mia figa ed uno nel mio ano, mai nessun maschio aveva osato tanto con me, e non avevo mai concesso tale libertà a nessuno. Inizia un lento movimento, ed inizio subito a godere, con una mano afferrò il suo braccio con l’altra afferro con forza il suo enorme pendaglio. Mi bacia sul collo, l’acqua della doccia si infrange sui capezzoli completamente induriti dandomi ancora più piacere, i suoi movimenti forti e veloci mi fanno contorcere le interiora dal piacere. Il mio corpo riprende a tremare dalla goduria che mi sta nuovamente procurando. Volevo massaggiare il suo uccello, ma il ritmo sempre più forsennato e l’eccitazione mi conducono in breve tempo all’apice del mio piacere.
La mia sfacciataggine, la mia intraprendenza dove sono finite? Di solito ero sempre io a condurre, a provocare, a prendere l’iniziativa, invece vicino a lui ero un semplice pezzo di carne, ero sopraffatta dalle emozioni, emozioni talmente forti da aver perso quasi l’uso della parola.
Sfila i suoi artigli da dentro di me, i suoi movimenti riecheggiano nelle mie interiora, si allontana da me e mi lascia in preda all’acqua calda, scende con violenza sul mio corpo destandomi dal quel momento di catalessi.
Sulla sua pelle chiara risaltano i segni delle mie mani, noto il suo pene, tornato duro come il marmo. Cerco di riacquistare un po’ della mia intraprendenza e di fargli un gran pompino, voglio che anche lui abbia un ricordo fantastico della serata, mi inginocchio e lo prendo in bocca, una mano lo afferra alla base per tenerlo fermo e con l’arta massaggio le sue grosse palle. La mascella mi duole, ma non mi interessa, cerco di infilarlo più che posso verso la mia gola. Il rumore della doccia svanisce, piomba improvvisamente il silenzio, la nebbia ormai aveva invaso tutto il bagno, e quella strana quiete era rotta solo dai rumori del mio succhiare. Mi avverte che sta per venire, non mollo ed aumento il ritmo, afferro la base del suo pene con entrambe le mani ed aumento il ritmo fino a quando non mi esplode in bocca. Gola e lingua accolgono il frutto del suo piacere ed ingoio tutto, mi alzo e ci baciamo, giusto per fargli capire che è rimasto solo il gusto del suo orgasmo e nient’altro.
Una rapida asciugata e ci rivestiamo per rientrare nelle rispettive case. Lo ringrazio della magnifica serata e lui mi lascia con la promessa, o forse minaccia: - prima o poi avrebbe voluto anche il mio culo.

Sono ormai le 3 di notte, con i capelli bagnati, mi fiondo a letto, in bocca ho ancora il sapore di lui e quella sua promessa non si leva dai miei pensieri, mi ricomincio a bagnare nuovamente riaccendendo in me la voglia di lui.
Non riesco a prendere sonno, il cuore batte senza controllo, infilo la mano negli slip nuovamente inumiditi dagli umori ed inizio a massaggiare il mio clitoride. Mi provoco piacere ma allo stesso tempo mi sento vuota come se mi mancasse qualcosa. In preda alla frenesia del momento mi spoglio ed afferro il cuscino, inizio a cavalcarlo strofinando con foga la mia povera figa sul tessuto. Con una mano torturo i miei capezzoli mentre l’altra tiene ferma il povero malcapitato. Sto godendo ma senza raggiungere l’orgasmo, lo voglio con tutta me stessa ma per quanto mi sfreghi con forza continua a non arrivare. Sto impazzando, lo vorrei qui ed ora, lascio i miei capezzoli mi metto a pecora continuando a strofinarmi sul cuscino. Ho il fiatone sono affaticata e stanca ma non voglio fermarmi sento di essere vicino all’apice che però continua a sfuggirmi, è una vera e propria cavalcata all’inseguimento. Ripenso ai suoi tocchi, alle emozioni di quella sera, cerco disperatamente il suo respiro su di me, la promessa di prendermi il culo mi fa impazzire, lo assecondo anche se ben lontana dal suo sguardo, mi infilo due dita nel culo. Cerco di tornare con la mente sotto alla doccia, l’odore del bagno schiuma al cocco sul corpo, il suo tocco forte e deciso, quel suo sapore ancora nella mia bocca, vengo! Mordo le lenzuola per non urlare e resto a 90 con il fondoschiena tremante sopra il cuscino. Resto in quella posizione per alcuni minuti, il viso contro le lenzuola ed il mio sesso ormai infuocato completamente esposto all’aria. Vengo lentamente raffreddata dalla frescura notturna e sfinita per la luca giornata mi addormento nuda, sognando di poter essere nuovamente sua.
di
scritto il
2023-01-31
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