Dentro di Te.
di
Laragazzanellefiamme
genere
dominazione
Io vivo nel sogno, nella realtà sopravvivo.
Voglio narrare una storia.
La storia del Imperatore dei Sogni.
Ha incatenato la mia mente e non ha voglia di lasciarla libera, ha legato la mia anima con il filo rosso, gioca con il mio corpo come se fossi una marionetta fatta di carne e ossa.
Sospesa in un limbo : il desiderio divora la carne lentamente, ne sono succube.
A decorare il corpo solo delle autoreggenti nere e un collarino fatto da un raffinato nastrino di raso nero, dove, un delizioso campanellino, ondeggia al
minimo movimento procurando un leggero trillo che si cristallizza nell'aria.
Una candela rossa posta vicino una sedia, l'unico arredo in tutta la stanza, crea una fioca luce rossastra.
Non so per quanto ho atteso, il tempo non esiste si dilata nello spazio..
Silenzio irreale mentre si siede sulla sedia, non mi muovo attendendo un ordine che deve ancora
arrivare. Lui è vestito di tutto punto ha le gambe larghe e le mani poggiano sulle ginocchia, il viso è poco
illuminato.
Non mi guarda. Pensa.
Ancora silenzio, mi divora da dentro.
Attendo il momento in cui i
nostri occhi si incroceranno, attendo il suo ordine, attendo con estremo desiderio le sue mani carezzare la
mia pelle. Finalmente il silenzio si spezza, un suo cenno , il mio campanellino trilla ripetute volte fino a
zittirsi nuovamente una volta assunta la posizione da lui desiderata.
Sono stesa sulle sue ginocchia, una parte del mio busto appeso come le gambe, le braccia cadono in avanti.
Non è una piuma che solletica la mia pelle. Le sue dita delicate accarezzano la mia nuca, scendono lungo la
spina dorsale fino a finire la corsa tra il solco delle mie natiche, indugiano lì sfiorando in punti dove la carne
risulta sensibile. Mi sento già umida.
Le sue dita ora,
scendono in profondità, giù sul mio sesso. Come vorrei aprire le gambe e farmi penetrare a dovere fino a scoppiare in un orgasmo, sono egoista, voglio esserlo, prendermi il mio piacere come lui fa ogni notte.
Non ho il coraggio di muovermi, sono un fuoco sensibile, una farfalla a cui hanno tarpato le ali.
I suoi massaggi mi deliziano, le sue mani sulle natiche palpano.
Poi il nulla.
Una sensazione strana.
Perché tutto si è fermato troppo in fretta?
Ed ecco...
La mano si schianta sulla natica destra. Bruciore, un sottile bruciore pungente.
Un altro… e ancora un altro schiaffo, con studiata decisione va a schiantarsi sullo stesso punto. Questa volta le sensazioni sono intense, mi
penetrano dentro, mi umiliano. La sua mano rimane ferma sulla zona lesa per diverso tempo, poi, inizia a
muoversi lentamente in un massaggio dolce, le sue mani calde mi deliziano ma tutto dura poco perché un altro schiaffo arriva inaspettato, forte, la parte lesa
inizia a formicolare il bruciore è acuto, mi mordo il labbro e un gemito, il primo, esce dalle mie labbra.
Il mio sesso sta colando sui suoi pantaloni, voglio godere.
Mi vedo da una prospettiva diversa.
Mi guardo da lontano come se fossi un terzo spettatore, guardo il mio corpo sulle sue ginocchia, il mio
sedere esposto verso il suo palmo. È rosso. La sua mano sbatte ripetute volte su di esso, la mia
testa si alza, la mia bocca si spalanca, i miei gemiti si trasformano in urla di piacere e dolore.
I miei limiti si stanno spezzando, non ho pudore, spalanco le cosce voglio godere non mi trattengo.
Continua ancora…
Bruciore.
Piacere.
Dolore.
Schiaffeggia il clitoride ripetute volte.
Gemo, mi dibatto.
Apro le gambe e mi vedo oscena mentre urlo il suo nome e scoppio in un orgasmo che
mi fa tremare.
Sono una marionetta a cui hanno tagliato i fili, appagata mi ridesto dal torpore quando Lui mi ordina di
leccare i suoi pantaloni, all’altezza della chiazza del mio orgasmo. Lecco la macchia che gli ho procurato,
ripulisco perfino la mano dove qualche goccia cola lungo le sue dita.
Infine inginocchiata tra le sue gambe aspetto desiderosa il mio premio, si masturba a pochi centimetri dalla faccia.
Si masturba per me.
Il suo sguardo è intenso, scuro, trasmette tutta la sua voglia lasciva nei miei occhi.
Mi perdo dentro di lui.
Mi perdo nei suoi occhi, nelle sue labbra che si schiudono per emettere suoni erotici e per sussurrare frasi oscene.
Mi perdo in lui mentre mi copre con tanti filamenti bianchi, cadono sul mio viso e sul collo scendendo sui seni.
Mi perdo in lui mentre assaporo il suo gusto, raccolgo quei filamenti e succhio le mie dita.
Mi perdo in lui sempre…
L’imperatore dei miei sogni ha il profumo dell’assenzio.
Voglio narrare una storia.
La storia del Imperatore dei Sogni.
Ha incatenato la mia mente e non ha voglia di lasciarla libera, ha legato la mia anima con il filo rosso, gioca con il mio corpo come se fossi una marionetta fatta di carne e ossa.
Sospesa in un limbo : il desiderio divora la carne lentamente, ne sono succube.
A decorare il corpo solo delle autoreggenti nere e un collarino fatto da un raffinato nastrino di raso nero, dove, un delizioso campanellino, ondeggia al
minimo movimento procurando un leggero trillo che si cristallizza nell'aria.
Una candela rossa posta vicino una sedia, l'unico arredo in tutta la stanza, crea una fioca luce rossastra.
Non so per quanto ho atteso, il tempo non esiste si dilata nello spazio..
Silenzio irreale mentre si siede sulla sedia, non mi muovo attendendo un ordine che deve ancora
arrivare. Lui è vestito di tutto punto ha le gambe larghe e le mani poggiano sulle ginocchia, il viso è poco
illuminato.
Non mi guarda. Pensa.
Ancora silenzio, mi divora da dentro.
Attendo il momento in cui i
nostri occhi si incroceranno, attendo il suo ordine, attendo con estremo desiderio le sue mani carezzare la
mia pelle. Finalmente il silenzio si spezza, un suo cenno , il mio campanellino trilla ripetute volte fino a
zittirsi nuovamente una volta assunta la posizione da lui desiderata.
Sono stesa sulle sue ginocchia, una parte del mio busto appeso come le gambe, le braccia cadono in avanti.
Non è una piuma che solletica la mia pelle. Le sue dita delicate accarezzano la mia nuca, scendono lungo la
spina dorsale fino a finire la corsa tra il solco delle mie natiche, indugiano lì sfiorando in punti dove la carne
risulta sensibile. Mi sento già umida.
Le sue dita ora,
scendono in profondità, giù sul mio sesso. Come vorrei aprire le gambe e farmi penetrare a dovere fino a scoppiare in un orgasmo, sono egoista, voglio esserlo, prendermi il mio piacere come lui fa ogni notte.
Non ho il coraggio di muovermi, sono un fuoco sensibile, una farfalla a cui hanno tarpato le ali.
I suoi massaggi mi deliziano, le sue mani sulle natiche palpano.
Poi il nulla.
Una sensazione strana.
Perché tutto si è fermato troppo in fretta?
Ed ecco...
La mano si schianta sulla natica destra. Bruciore, un sottile bruciore pungente.
Un altro… e ancora un altro schiaffo, con studiata decisione va a schiantarsi sullo stesso punto. Questa volta le sensazioni sono intense, mi
penetrano dentro, mi umiliano. La sua mano rimane ferma sulla zona lesa per diverso tempo, poi, inizia a
muoversi lentamente in un massaggio dolce, le sue mani calde mi deliziano ma tutto dura poco perché un altro schiaffo arriva inaspettato, forte, la parte lesa
inizia a formicolare il bruciore è acuto, mi mordo il labbro e un gemito, il primo, esce dalle mie labbra.
Il mio sesso sta colando sui suoi pantaloni, voglio godere.
Mi vedo da una prospettiva diversa.
Mi guardo da lontano come se fossi un terzo spettatore, guardo il mio corpo sulle sue ginocchia, il mio
sedere esposto verso il suo palmo. È rosso. La sua mano sbatte ripetute volte su di esso, la mia
testa si alza, la mia bocca si spalanca, i miei gemiti si trasformano in urla di piacere e dolore.
I miei limiti si stanno spezzando, non ho pudore, spalanco le cosce voglio godere non mi trattengo.
Continua ancora…
Bruciore.
Piacere.
Dolore.
Schiaffeggia il clitoride ripetute volte.
Gemo, mi dibatto.
Apro le gambe e mi vedo oscena mentre urlo il suo nome e scoppio in un orgasmo che
mi fa tremare.
Sono una marionetta a cui hanno tagliato i fili, appagata mi ridesto dal torpore quando Lui mi ordina di
leccare i suoi pantaloni, all’altezza della chiazza del mio orgasmo. Lecco la macchia che gli ho procurato,
ripulisco perfino la mano dove qualche goccia cola lungo le sue dita.
Infine inginocchiata tra le sue gambe aspetto desiderosa il mio premio, si masturba a pochi centimetri dalla faccia.
Si masturba per me.
Il suo sguardo è intenso, scuro, trasmette tutta la sua voglia lasciva nei miei occhi.
Mi perdo dentro di lui.
Mi perdo nei suoi occhi, nelle sue labbra che si schiudono per emettere suoni erotici e per sussurrare frasi oscene.
Mi perdo in lui mentre mi copre con tanti filamenti bianchi, cadono sul mio viso e sul collo scendendo sui seni.
Mi perdo in lui mentre assaporo il suo gusto, raccolgo quei filamenti e succhio le mie dita.
Mi perdo in lui sempre…
L’imperatore dei miei sogni ha il profumo dell’assenzio.
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