Sinistra

di
genere
pulp

“Sinistra.” Disse Odette guardando la bambola appoggiata sul piccolo davanzale che dava su rue
Bonamant. “ Conosci la parola, Pierre?” Il ragazzo era impressionato, non dalla bambola ma da Odette,
quegli occhi verdi accesi, le labbra cremisi e i boccoli ramati, “baciata dalla luna!” disse Pierre.
“Cosa farnetichi cialtrone, la parola sinistra non significa essere baciati dalla luna!” indignata la piccola figura mise le braccia sotto i seni, piccoli rotondi.
“ Sinistra significa ambigua" riprese.
“ No, ambigua ha altro significato... “ Odette continuò a fissare la bambola.
“Portiamola al mercante d'arte. Lui saprà cosa fare".
“Sei sicura Odette? L'ultima volta non è stato cortese!"
La ragazza ricordava bene l'ultima volta in cui mise piede nella bottega del mago, così lo chiamavano,
perché si vociferava fosse abile nel vendere ciò che a lui interessava, ma Odette sapeva ci fosse altro. Quel
giorno in rue Bonamant c'era grande fermento, i palazzi della stradina brulicavano di gente che si riversava nella strada principale come uno sciame di vespe. Il Carnevale era iniziato ma ai due ragazzi non interessava
perché qualcosa stava per succedere.
“ Dobbiamo sbrigarci Pierre, il grande orologio sta per segnare le tre!" urlò tra la folla e una folata di vento
improvvisa le scompigliò i capelli.
Un mese prima.
“Odette, corri Odette!”
I Passi si udirono in tutta la sala, la ragazza dai capelli a boccoli color rame sbatteva la suola delle scarpe con
tacco sul marmo procurando il dolce suono di un ticchettio pronunciato.
“Mi scusi Madame Badette” balbettò la giovane cigno.
“ Dove ti eri cacciata?! Stiamo tutti aspettando te. Si va in scena forza!”
Il cigno fece la sua comparsa sul palcoscenico, il resto è solo ombra. Lei volteggiava come nessuno ha mai
fatto, con grazia fece battere i cuori più ostinati. Lei era sogno in terra. Gli applausi furono tutti per lei. Per
la dirigente della compagnia Odette era speciale valeva una fortuna. Tra le ballerine però c'era
competizione, rivalità, invidia, e tutti o quasi riversavano sulla più giovane dell’astio, tranne Pierre, lui non
riusciva a odiare Odette; lei era unica di quelle autenticità che capitano solo dopo secoli. Quella sera il
teatro era in festa, striscioni, musica, buffet con dolci e altro, vino e liquori, risate sguaiate, maliziosi giochi. I complimenti erano per tutta la compagnia ma si preferiva il cigno. “ Il tuo nome è degno del tuo ruolo!”
disse Madame Babette. Dopo i festeggiamenti la giovane dai capelli rame tornò a casa sua, rue Bonamant
era deserta. Allegra fin quando varcò la soglia della sua abitazione, la sua alcova quella che doveva cullarla
e proteggerla la notte. Musica classica di indecifrabile bellezza distorta da ciò che accadeva in salotto.
L'uomo calvo in canottiera bianca stava picchiando una donna in ginocchio supplichevole. L’uomo aveva
occhi spietati, rossi, persi nei più bui meandri di una bottiglia d'alcol. Puzzava di eccesso, di notti insonne. Odette sapeva bene che dopo sarebbe andato a trovarla.
La stanza di Odette non aveva chiavi. Non era al sicuro se non sotto al letto, o nel armadio. Lo sentiva salire
le scale, lo scricchiolio macabro e la porta si apriva e sbatteva in un tonfo. Quello che accadeva a Odette
tutte le notti era qualcosa inspiegabile e raccapricciante. Il giorno dopo la ragazza si svegliò nel suo letto, sporco, vestiti strappati, odore acre addosso e sudiciume. Andò allo specchio e il rossore del suo viso era
evidente come era evidente l'occhio gonfio.​
“Di nuovo? “ disse Pierre mentre si godeva la vista del bistrot nella strada più frequentata dagli artisti della
città definita romantica.
“Ogni notte va sempre peggio!” rispose Odette davanti ad una tazza di caffè parigino.
“ Devi denunciarlo, non capisco perché ti ostini a non farlo."
“ Quando non beve è diverso. È mio padre.”
“ Guarda cosa ho trovato? Magari riesco a rallegrarti la giornata...” Pierre tirò fuori una bambola di
porcellana. “ Ti somiglia" aggiunse. Guardando la bambola Odette ebbe una strana sensazione. Gli occhi
verdi erano incastonati in un viso dolce e rotondo, bianco. Le labbra disegnate con un intenso color cremisi.
Le guance abbellite da un lieve rossore. I capelli ramati a boccoli scendevano sulla schiena e sbuffavano sul
riccio del merletto verde. “ Dove l'hai trovata?” il viso di Pierre si piegó in un sorriso beffardo. “ Ma quante volte ti ho detto che non devi rubare le cose?” “Shhh zitta l'ho presa in prestito... un mio regalo per te!”
Odette sospirò e tornò a guardare la bambola. “ È strana!” disse infilandola nella borsa.
Il giorno seguente la bambola aveva una casa : il davanzale della stanza di Odette che affacciava sulla rue
Bonamant, da lassù si vedeva il grande orologio.
Odette parlava alla sua bambola. Gli disse ogni cosa come se lei potesse ascoltarla. La bambola era
impegnata a guardare giorno dopo giorno la stanza di Odette, ogni piccolo dettaglio captando sempre di
nuovi quando se ne poteva; un giorno prese a parlare, aveva una voce sinistra e sottile. Ella le diceva cose,
molte di quelle cose non piacevano ad Odette. L’unico a conoscere il segreto era Pierre ma lei non parlò mai in sua presenza solo quando la portarono dal Mago.
“È una comune bambola, non so cosa farmene." Gli disse l'uomo scacciando via i due in malo modo.
“Senza senso" aveva gracidato fuori dalla bottega la bambola, i due ragazzi non dissero nulla e da quel
giorno mantennero il segreto. Ma strani avvenimenti iniziarono a gravitare intorno le loro vite. Molti della
compagnia si tolsero la vita, Clotilde fu trovata nella vasca da bagno con una busta sulla faccia, l'acqua era
intrisa di sangue sulle braccia aveva enormi squarci e sembrava avesse aperto un varco nella sua pelle.
Cristina fu trovata riversa con il viso in una ciotola da latte, annegata nel suo stesso vomito. Paul sbranato
dal suo cane, il corpo in brandelli e dilaniato dalle fauci di Bart un pastore tedesco apparentemente tranquillo, ma in quella occasione molti avevano sentito le urla del povero Paul mentre lentamente veniva
divorato vivo dal suo animale domestico fin quando la morte lo accolse. Marcel si era impiccato nel bagno
dopo le prove, trovato dalla donna delle pulizie, penzolava come un fantoccio attaccato al neon e il tanfo di
marciume già aveva impregnato il luogo. Madame Babette andò in rovina, e ai due ragazzi toccò lasciare il
palcoscenico. Non furono giorni felici per Odette.

“Non tutti i mali vengono per nuocere" le disse Martina un giorno, non ricordava se fosse stata lei a dargli il
nome o la bambola si fosse presentata a lei con quel nome.

“Sei stata tu a uccidere i miei compagni?” le domandò Odette una sera, la luna baciava la pelle diafana della bambola facendole brillare gli occhi.

“ Non erano tuoi amici" rispose la bambola.

“ Perché l'hai fatto?”

“ Ciò che non serve alla società va eliminato!”

“Chi sei tu per sapere cosa è giusto e cosa no?”

“ So molte cose io, cose che tu non saprai mai... presto sarà fatto.”​

“Cosa sarà fatto?”

“ Tra un mese esatto al rintocco del grande orologio.”

Pierre e Odette si chiesero a lungo ciò che poteva accadere quel giorno, era Carnevale e la parata di
maschere avrebbe colorato la città.

“Ci sono cose che non saprai mai...” rispose Martina quando Odette le chiese il perché proprio nella
ricorrenza tanto amata dai bambini.

“La giustizia non aspetta.”

Il 26 febbraio, ricorrenza del Carnevale i due ragazzi correvano dal mago, mancavano venti minuti allo scoccare dell’orologio. Nello stesso tempo, il padre di Odette stava brindando nella locanda più vicina a
casa sua. Erano ore che si trovava lì e aveva annegato tutto il suo piacere nell'alcol svuotando bottiglie dopo
bottiglie. Quando Odette arrivò dal mago il destino era già segnato, il filo conduttore delle cose stava
prendendo forma. L'ordigno che nascondeva sotto la sucida giacca segnava poco alle tre, l'uomo
barcollante si diresse verso il grande orologio. “Il tempo mi è nemico!” pensò assuefatto. La grande parata
delle maschere stava per terminare la sfilata sotto il grande orologio, la folla si accavalcava lì. Non è dato sapere cosa spinse David Verlaine a buttarsi dalla torre, nel mentre stava per toccare terra la bomba
esplose sotto la sua giacca, il boato fu intenso e i brandelli di carne, sangue, schegge e chissà quale altra
cosa colpirono la calca.
Il ghigno comparve sul volto di porcellana.

“Non tutti i mali vengono per nuocere."
scritto il
2023-06-05
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