Esperienza a Barranquilla

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genere
trans

ESPERIENZA A BARRANQUILLA

“Mira mi amor, cruza el Rio Magdalena por el puente Pumarejo y luego sigue por el troncal del caribe hasta llegar al centro comercial. Detràs de ese centro hay una calle muy ancha y larga; recòrrela hasta que veas una casa de dos pisos de color rosado. En la puerta hay un cartelito que lleva escrito : < El Rosal >. Te espero.”
A seguito di tre telefonate fatte nel giro di mezz'ora, presso lo stesso numero telefonico, avevo ascoltato queste stesse indicazioni, da tre voci diverse ma molto sensuali. Era il mese di novembre e mi trovavo a Barranquilla, in Colombia. Era la prima volta che mi mandavano in trasferta oltreoceano per realizzare un progetto, in virtù delle cui caratteristiche e dei molteplici parametri coinvolti, doveva essere realizzato sul posto. Siccome in azienda avevano pronosticato la mia permanenza in quel luogo per circa due mesi, salvo eventuali complicazioni, mi concessero la facoltà di noleggiare un'automobile per facilitare i miei spostamenti. Quindi noleggiai una bella e confortevole Chevrolet Camaro SS, il cui potente motore mi affascinò fino al punto di desiderare portarmela una volta rientrato in Italia. Dovetti però desistere, per ovvi motivi e a mio malincuore, da quell'idea.
Avevo trascorso la mattinata di quel sabato, libero da impegni, a girovagare per le strade e conoscere un po' quella bellissima calda e caotica città.
Dopo aver pranzato mi recai in un viale alberato, destinato a passeggio, proprio di fronte al Mar dei Caraibi. Mi accomodai in disparte su di un sedile di pietra vicino al quale vi era un telefono pubblico. E' giusto dire che, nonostante i paesaggi fossero alquanto incantevoli, la mia ossessione per il sesso prevaleva su ogni altro desiderio.
Cominciai quindi a sfogliare un portale di annunci porno che avevo appena acquistato. Lessi molte inserzioni e dopo averne selezionato alcune, iniziai a fare un giro di telefonate. Continuando a leggere con più attenzione, constatai che parecchi annunci facevano capo ad uno stesso numero telefonico. Spinto dalla curiosità mi recai sul posto che trovai senza molte difficoltà. Era una zona molto tranquilla e poco distante dalla città. Parcheggiai la Camaro proprio vicino la villetta denominata El Rosal e mi avviai verso l'elegante portone. Era una villetta alquanto distante dalle altre e sembrava essere alquanto grande anche perché era strutturata su due piani. Vi erano parcheggiate molte automobili e pensai che dovevano esserci molte persone. Mi fu subito aperta la porta ed invitato ad entrare da un bel travestito che mi accolse con un sorriso ed un bacio. Mi condusse in un salone eccessivamente ampio dove vi erano parecchie poltrone e divani a a due posti. Alcune trans e travestiti sedevano con i loro clienti ed altri in piedi parlavano animatamente ma a bassa voce. Era la mia prima volta in un bordello di trans e travestiti. Era senz'altro un salone molto elegante ed in un angolo vi era addirittura un bar che offriva la possibilità di consumare caffè, bibite gassate, cocktails, alcoolici e superalcolici. Il bassissimo sottofondo musicale e la compostezza dei presenti rendevano quel luogo più che gradevole ed accogliente. Fra trans e travestiti, arrivai a contarne circa una dozzina ma ve ne erano altri che entravano ed uscivano dal quel gigantesco salone. Vi erano anche tre rientranze munite di tendine, nel cui interno, intravidi lunghi divani e tavolini. Gli allegorici ornamenti e dipinti, disposti sulle pareti e i condizionatori d'aria rendevano quel locale accogliente e fresco, senza contare le molteplici lampade che, con chiarissime tonalità di colori giallo, rosso, blu e verde, offrivano un'ottima illuminazione tale da incrementarne il fascino rendendolo quasi un oasi in quella sconfinata e calorosa pianura. Il loro abbigliamento era molto ridotto, sexy e provocante; alcuni addirittura erano in costume da bagno. Inutile dire che quel posto mi piacque molto. Il travestito che mi aprì la porta e mi condusse nel salone si presentò gentilmente :
“Piacere, io mi chiamo Dora; hai appuntamento con qualcuna di noi in particolare ?”
“Il mio è Riccardo ed anch'io ho piacere di conoscerti. In realtà ho telefonato tre volte ed ogni volta mi rispondeva una persona diversa, quindi non so dirti con chi di voi ho parlato. Vedo comunque che siete tutte molto belle ?”
Dora mi sorrise e mi diede un bacio, dicendomi :
“Grazie Riccardo; in effetti, chiunque di noi risponde al telefono quando lo si ascolta squillare. Di solito risponde chi vi si trova più vicino. Capisco che è la prima volta che ci vieni a trovare ed oltre a ringraziarti per essere venuto, posso assicurarti che ritornerai come fanno quasi tutti dopo la loro prima volta. Ti posso assicurare che qui curiamo molto l'igiene e che chiunque di noi ti tratterà bene. Generalmente diamo il benvenuto offrendo la prima consumazione al bar; per ciò che riguarda ulteriori consumazioni, noterai prezzi addirittura irrisori, in quanto il nostro bar non ha scopo di lucro ma solo di servizio. Puoi rimanere in piedi o accomodarti dove vuoi. Adesso mi allontano per lasciarti libero e a tuo agio. Puoi chiamare chiunque di noi in qualsiasi momento tu lo voglia; ti informo soltanto che qui si chiude verso le due di notte e che nel caso, tu desideri trascorrere qui l'intera notte con chiunque di noi, puoi farlo tranquillamente. Ti ringrazio nuovamente per essere venuto da noi.”
“Grazie Dora, sei stata chiarissima oltre che gentilissima. Siete tutte delle vere bambole ed è difficile fare una scelta.”
“Venendo spesso potrai gustare quante di noi ne vorrai; scegli con calma e quando vuoi vai pure al bar.”
Mi sentivo molto bene in quel luogo e mi diressi al bar per sorseggiare un fruit punch. Seduto sullo sgabello girevole, al banco del bar, potevo vedere ciò che succedeva nel grande salone e guardavo da un lato all'altro incuriosito.
“¡Pues sì, amigo. No hay duda alguna : èste es el mejor prostìbulo para maricones que hay en toda Barranquilla !” mi sussurrò un cliente, fermatosi un istante davanti a me, per poi continuare la sua morbosa passeggiata lungo il salone.
< Se lui, che sembra essere del posto, afferma che senza dubbio questo è il miglior bordello a Barranquilla, è bene credergli > pensai tra me. Continuando a guardare mi accorsi che mi stavo eccitando; quel posto mi inebriava ed entusiasmava. Una trans si avvicinò ad uno dei presenti, passandomi vicino, e mi sorrise quando si accorse che il mio sguardo era fisso sui suoi larghi slip, che il suo cazzo faceva dondolare, mentre deambulava lentamente e sensualmente. Erano tutte belle e mi affascinavano. Vidi coppie abbandonare il salone diretti verso una scalinata ed altre scendere da essa. Ciò mi fece capire che al primo piano vi erano le camere. Iniziai quindi a fare un giro lungo il salone per vederle più da vicino. Mi colpì una trans dai lunghi capelli neri che indossava una corta camicia bianca senza maniche non abbottonata ma soltanto annodata all'altezza dell'ombelico. Indossava un ridotto tanga di colore bianco, i cui sottili nastri laterali e posteriore, non lasciavano immaginare nulla. L'aderente triangolo di stoffa anteriore, metteva in risalto la protuberanza del suo cazzo, disposta in posizione verticale, e dei coglioni. Una parte del suo scroto, in ambo i lati, fuoriusciva all'esterno del tanga ed era anche visibilissima una parte del suo pelo pubico. Vidi che si incamminava verso una delle poltrone e quindi mi avvicinai. Fermatomi di fronte a lei, gli porsi la mano per salutarla. In virtù dei suoi sandali con alti tacchi a spillo, dovette inchinarsi un po' per baciarmi dopo che le baciai teneramente la mano. Lei notò la mia emozione e prendendomi per mano mi condusse presso un divano libero e mi invitò ad accomodarci. Ero emozionatissimo ed eccitato facendo quel breve percorso assieme. Era bellissima ed il contrasto tra il nero dei capelli, occhi e pelo pubico col bianco dei suoi ridotti indumenti e della sua stessa carnagione la rendeva alquanto affascinante. La aiutai ad accomodarsi e le offrii una sigaretta che accettò di buon grado.
“Sei tanto emozionato che avevi bisogno di una sigaretta prima ancora di dirmi il tuo nome ? Per favore, rilassati. Io mi chiamo Melany !”
“Sì Melany, è vero ! Il mio nome è Riccardo e sono molto imbarazzato. Ti trovo bellissima e molto seducente. Sono anche a disagio vedendoti appena vestita mentre io lo sono molto più di te; vedendo come le tue belle fattezze e fisionomia sono in pieno contrasto con me. Potrei continuare ad esprimere il mio imbarazzo con più dettagli !”
“Non credo che sia necessario in quanto mi stai bene così come ti trovi. Cerca di rilassati in quanto vedo che sei molto teso !”
“Ed anche eccitato, Melany, molto eccitato !” le dissi accarezzando le lisce cosce che teneva accavallate.
Sorridendomi, allungò la mano e mi abbassò lentamente la cerniera dei pantaloni. Vi introdusse la mano e si impadronì della mia virilità.
“Riccardo sei troppo eccitato. Hai bisogno di scopare con urgenza. Ti piace darlo oppure prenderlo ?”
“Melany, in realtà mi piacciono ambedue le situazioni. E a te che piace fare ?”
“Riccardo, per favore alzati e porgimi la mano per farmi alzare. Ritiriamoci in uno di quei divani appartati dietro le tende per avere un po' più di riservatezza.”
Melany estrasse la mano dai miei pantaloni lasciando fuori da essi un lembo della mia camicia. La aiutai ad alzarsi e ci incamminammo verso uno di quei divani. Ero molto eccitato camminando al suo fianco. Lei introdusse la mano sotto la mia camicia e poi all'interno dei miei pantaloni fino ad accarezzarmi ripetutamente il culo. Anche la mia mano le accarezzava il culo e provavo molto piacere vedendola ancheggiare molto sensualmente. Entrati nella stanzetta, accese una tenue lampada rossa e lasciò la tenda socchiusa. Ci accomodammo quindi sul comodo divano ed iniziammo subito ad accarezzarci e baciarci.
“Sì Riccardo, anche a me piace sia prenderlo che darlo. Non ti farò pentire di esserti avvicinato a me. Ci divertiremo; fidati di me.”
“Te la senti di occuparti a pieno di me oppure sei stanca ?”
“Riccardo, prima di pranzo ho scopato un mio cliente e gli ho letteralmente spaccato il culo proprio come piace a lui. Se riesci a stimolarmi per bene ti scoperò lentamente oppure selvaggiamente; sarai tu a decidere. Comunque il mio cazzo riesce a sborrare persino cinque volte.”
“Melany hay delle cosce bellissime, permetti che te le lecchi ?”
“Sì Riccardo, mi piace essere leccata; leccami quanto vuoi e dove vuoi. Come vedi sono pulita. Ci tengo molto all'igiene.”
Lei aprì le cosce ed iniziai a leccargliele con ardore accarezzandole anche il pube.
“Scusate, disturbo se vi osservo ?” fu la voce che udimmo mentre avevo il capo chino tra le cosce di Melany.
“No mi amor, a me non disturbi affatto e se vuoi puoi anche accomodarti sulla poltrona e guardarci !” le rispose Melany. Poi rivoltasi a me, chiese :
“Riccardo, c'è un guardone; ti disturba se lui ci guarda e probabilmente anche si sega il cazzo ?”
Sinceramente rimasi sorpreso ma accettai di buon grado in quanto, l'idea di essere osservato, mi eccitò ancor di più. Quel locale mi stava piacendo sempre più.
“Accomodati pure amico ! Spero che il nostro spettacolo ti piaccia !” gli dissi.
“Grazie, siete molto gentili ! Non vi disturberò affatto in quanto voglio soltanto guardarvi e possibilmente segarmi !”
Quel tizio entrò e dopo essersi abbassato la cerniera dei pantaloni, estrasse il suo cazzo e si rilassò sulla poltrona. Melany si rivolse a lui dicendogli.
“Nel caso arrivi a sborrare cerca di non farlo per terra ma usa sia le salviette imbevute che quelle asciutte, che vi sono sul tavolino.”
Io abbassai il capo e continuai a baciare e leccare le cosce di Melany tenendo sempre una mano su sul suo tanga. Dopo scesi più giù per leccarle le gambe ed i piedi senza toglierle i sandali. Dopo un po' mi sollevai e Melany mi invitò ad andare in camera per andare a scoparci a vicenda. Mi accorsi che dalla tenda sporgevano altre teste. Erano altri guardoni che ci spiavano. Mi alzai e porsi la mano a Melany per farla alzare. Poi mi rivolsi ai guardoni, dicendo :
“Amici, scusateci ma adesso andremo in camera. Vi ringrazio per aver assistito ai nostri preliminari.”
Melany mi sorrise e mi baciò. Si era resa conto che avevo capito subito le loro morbose abitudini. Ci incamminammo abbracciati verso le scale ed arrivati al primo piano trovammo diverse porte chiuse e Melany si fermò davanti una porta aperta.
“Riccardo, questa stanza è libera; entriamo qui e chiudiamo la porta. Adesso non ci disturberà più nessuno. Inizia a spogliarti così ti lavo il cazzo e dopo toglimi i pochi indumenti che ho addosso !”
Me lo lavò con molta accuratezza e dopo le chiesi di permettermi lavare anche il suo. Lei acconsentì di buon grado. Emozionato, le tolsi lentamente la camicia ed il suo ridotto tanga. Aveva un cazzo bellissimo. Lo strinsi lentamente ed iniziai ad insaponarlo con molta voluttuosità. Volli insaponargli anche i coglioni e dopo averlo sciacquato lo asciugai delicatamente. Prima di distenderci sul letto, mi inginocchiai ed iniziai a leccarle i piedi e le gambe con devozione. A poco a poco la mia avida lingua giunse al suo bel culo e lei gentilmente allargò le gambe per permettermi di assaporare anche il suo perineo. Quando si girò verso di me, il suo cazzo aveva già raggiunto la massima erezione e non potei fare a meno di leccarlo e baciarlo in ogni sua parte con la massima devozione. Ci adagiammo quindi sul letto abbandonandoci ai nostri morbosi desideri. Cambiammo diverse volte le nostre posizioni però notai che le sue dita si esploravano insistentemente l'interno del mio sfintere conducendomi ad uno stato di eccitazione tale che gli implorai di sfondarmelo col suo vigoroso cazzo. Il suo cazzo entrò in me delicatamente e man mano incrementava sempre più la sua velocità. Lei era in posizione supina ed io ero seduto sul suo cazzo. In quella posizione dovevo essere io a controllare il suo cazzo ma lei mi scopava con tanta foga e vitalità che ad ogni sua entrata riusciva a sollevarmi. Ad un certo punto lei sborrò e mio malgrado, dovetti rinunciare al piacevolissimo dolore che mi procurava ilo suo cazzo. Poi adottammo la posizione del 69 ed anche se il suo cazzo, dopo essersi esibito tanto eccellentemente, si era afflosciato, lo succhiai con tanto ardore che sborrai copiosamente. Rimanemmo in quella posizione alcuni istanti e dopo ci alzammo soddisfatti per andare a lavarci. Dopo essermi rivestito mi chiese se potevo pagarla con cinquanta dollari americani. Ne estrassi ottanta dal mio portafogli e le chiesi se poteva concedermi il piacere uscire con me qualche serata. Lei mi rispose senza esitare, che potevo passare a prenderla il prossimo mercoledì in quanto quello era il suo giorno libero e che sarebbe stata disposta ad andare dove io volessi. Fu così che durante tutta la mia permanenza a Barranquilla, trascorsi le serate e nottate dei mercoledì con Melany. Andavamo a cenare e qualche volta al cinema o a spasso per poi concludere dopo in albergo. Finimmo con l'affezionarci vicendevolmente.
Il giorno dopo mentre mi trovavo in un bar, nel quartiere centrale della città, a sorseggiare un caffè, mi incuriosì un frequente vai vieni di uomini in una casa proprio di fronte al bar; notai che lasciavano la porta sempre aperta e quindi appena uscii dal bar, attraversai la strada ed anch'io varcai la soglia di quella porta. Appena entrai percorsi un breve corridoio e mi trovai immediatamente in un'ampia sala affollata di uomini e donne appena vestite. Capii che si trattava di un bordello. Iniziai a parlare con un tizio che come me, era appoggiato ad una parete, e mi informò che in città vi erano molti bordelli. Mi spiegò che avrei potuto riconoscerli in quanto mantenevano sempre le porte aperte e che su di esse vi era una lampada, a volte anche di colore rosso, sempre accesa. Lui gentilmente mi diede alcuni indirizzi riguardo i migliori. Da allora iniziò la mia caccia ai bordelli e ciò divenne il mio passatempo preferito. Le puttane si offrivano a prezzi veramente bassi. Mi piacevano in quanto, per me, era qualcosa di nuovo. In quei bordelli, di cui ero diventato un assiduo frequentatore , vi erano donne di qualsiasi razza e colore. In quella città scopavo anche quattro volte a settimana in quanto vi ho trovato molte belle donne. Barranquilla è una bella città e
già sull'aereo di ritorno in Italia, mi dispiacque lasciarmi alle spalle, la Colombia, le persone che ivi conobbi, la meravigliosa Chevrolet Camaro, i bordelli e, sopra tutto, Melany, una delle più belle trans con cui abbia mai scopato.
scritto il
2023-08-03
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