Mia suocera

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MIA SUOCERA 
Sommario
MIA SUOCERA ii
ANNA iii
TENTAZIONE iv
COLAZIONE E PRANZO vii


MIA SUOCERA
Un uomo 34/35 anni, vaga senza meta, sotto un cielo grigio che minaccioso si scurisce all’orizzonte, non gli importa, non gli importa del meteo, della pioggia o di quel tenero fiore che distratto schiaccia sotto i suoi passi.
La sua mente macina pensieri, trita e sminuzza in piccole parti il suo recente passato, cosi magari, fa meno male…
…mi avevano avvisato, tutti mi avevano detto che Carmen non era la donna per me, tutti, compresa sua madre: mia figlia è una donna difficile, complicata e tu…tu sei cosi diverso da lei…ho fatto del mio meglio per crescerla dopo la morte di suo padre, ma…
E, non ho voluto capire, testardo come un mulo ho insistito, fino a sposarla. Consapevole che non era amore, ma conquista, possessione, sesso.
Ben presto sono cominciati le liti, i silenzi, le incomprensioni, poi l’indifferenza e l’odio, hanno vinto…
…adesso che tutto si è spezzato, rotto, sbiadito, gli resta solo un grande vuoto dentro. Un vuoto che fagocita ogni cosa, anche quei brevi attimi di felicità vissuti con lei, e non gli basta il rammarico o il pentimento, Carmen è testarda più di lui, e non lo accoglierà più tra le sue braccia, questo lui lo sa. La loro unione era basata sul suo possesso e sulla sottomissione, consapevole, di lei, e lui non ha capito che in questo tipo di rapporto, il delicato equilibrio può spezzarsi al più piccolo sbaglio, e lui ha sbagliato, ha sbagliato diverse volte, fino a ieri sera quando ha superato il confine non segnato del volere di una donna.
Ma il suo più grande errore è stato quello di non capire che in un rapporto di questo tipo è la donna che ha il potere di mantenerlo stabile, non il maschio che prende forza dal potere che solo lei gli concede, e lei non era pronta a superare quel confine che lui borioso ha superato senza permesso e senza…tenerla per mano.
Adesso, vaga senza meta, in questa città che fredda lo circonda, sotto un cielo che inclemente si accanisce su di lui, poi come un raggio di sole che filtra tra le nuvole grigie, una speranza, e quella speranza ha un nome, Anna, la madre di Carmen. L’Unica che ancora, forse può intercedere per lui con la figlia. Anna si è sempre schierata dalla sua parte, ha avuto sempre un debole per lui, e poi… è l’unica che può aiutarlo.

ANNA
In un appartamento vuoto e solitario, una donna sulla soglia dei 60 anni si sta vestendo per affrontare la solita noiosa e solitaria giornata, con le solite ordinarie e monotone cose, la spesa, cucinare, lavare i piatti, mettere in ordine le sue piccole cose e guardare la tv. Nonostante il tempo e le vicissitudini pesano sulle sue spalle, si è sempre presa cura del suo corpo, che porta addosso tutti i segni del tempo ma non si mai arreso e ancora oggi, considerando l’età è abbastanza in forma. Le sue gambe non hanno varici e la sua pelle è ancora liscia e le calze autoreggenti celano i piccoli segni degli anni, il suo piccolo seno, non è mai stato il suo punto di forza, ma non stona sull’esile fisico, il culo fa ancora la sua figura inguainato dal “brasiliano” nero e la sua figa che spoglia dei peli pubici è ancora viva e pulsante, anche se ormai sono anni che non accoglie un uomo tra le sue lucide labbra. Ma una donna deve sentirsi bene con sé stessa, e deve prendersi cura di sé, anche se non c’è nessuno all’orizzonte che possa apprezzare quello che ha da offrire.
Il campanello della porta, rompe il solito, monotono scorrere del tempo. Marco il marito di sua figlia è lì davanti la porta, sul volto i segni della disperazione e dell’impotenza.
“cosa è successo? Avete litigato un’altra volta?”
“Si, è questa è stata l’ultima. Carmen non vuole più vedermi.”
“Perché, cosa hai fatto di così grave?”
“Importa?”
“Dai entra, ti offro qualcosa da bere, magari, dopo mi racconti tutto.”
“Magari un drink potesse risolvere tutto…”
Lentamente l’alcool abbassa le difese psicologiche, e racconta quanto accaduto la sera prima con la figlia. La donna ascolta il racconto che risveglia la femmina assopita e dimenticata da tanti anni. Sapeva delle strane voglie di Marco, la figlia le aveva raccontato delle loro serate intime. Le parole di Marco gli rimbombano nello stomaco, e come onde d’urto si propagano dentro di lei, i suoi piccoli capezzoli si induriscono e un calore che non sentiva da tantissimo tempo le riscalda l’inquine.
“… questo, è stato il mio errore, solo ora me ne rendo conto, non avrei dovuto farlo…l’ho umiliata…ma non era quello che volevo, io…non sono riuscito a fermarmi… mi dispiace.”
“Mia figlia si è sempre posta dei limiti, forse, dovevi essere più attento, una donna ha bisogno di tempo o di una mano sincera per oltrepassare certi confini.”
“Già, ho rovinato tutto, e non so dove andare o cosa fare”
“Se vuoi puoi restare qui qualche giorno, io sono sola e questa casa è troppo grande.”
“Grazie, Anna, sei una donna davvero generosa e gentile.”
Fino ad un’ora prima Marco non sapeva dove andare e si sentiva perso, ma adesso, qui con Anna, le cose gli sembrano meno dure di quanto pensava, ha un tetto sulla testa e un letto dove dormire, al resto penserà domani. Anna dopo tanto tempo ha un uomo in casa, il fatto che sia il marito della figlia, è un dettaglio che la sua mente non considera. Perché adesso che il suo corpo si è svegliato dal lungo torpore, ha fame! E questo tipo di fame si sazia solo con del sano e genuino sesso, ha notato la luce negli occhi di Marco quando seduta sul bracciolo del divano ha sbirciato le sue gambe, questo e la sua fantasia hanno risvegliato la donna sensuale che era un tempo. La donna che amava il sesso senza confini, cosa che non aveva ereditato sua figlia, troppo limitata e confusa. In un certo senso concordava con Marco, tra le lenzuola tutto è lecito, tutto è possibile, se entrambi lo vogliono, ma Carmen non voleva.
Ma lei??? Lei, lo voleva, aveva sempre amato la trasgressione, con il marito aveva fatto sesso in molti modi diversi e avrebbe scoperto molto altro se non fosse morto lasciandola da sola a crescere una figlia, impegno che ha portato a termine, con sacrificio e abnegazione, mettendo però da parte la donna e la femmina che era.
E adesso??? Adesso aveva una seconda occasione, adesso aveva un uomo con delle fantasie erotiche che lei non aveva neanche sognato nelle lunghe notti da sola nel suo grande letto.

TENTAZIONE
Era ormai una settimana che Marco dormiva in casa sua, ed Anna aveva vissuto quei giorni in un perenne stato di eccitazione, quando era da sola più volte si era ritrovata sul divano ad accarezzarsi pensando a Lui e sua figlia che facevano sesso, e non gli erano sfuggiti le occhiate di Lui ogni volta che la sua gonna lasciava intravedere qualcosa di più delle sue bianche e lisce gambe.
Una Notte in cui neanche le sue dita erano riuscite a placare la sua fame e non riusciva a dormire, si era alzata per andare in cucina a bere un po' d’acqua, curiosa aveva sbirciato nella stanza di Marco da cui provenivano leggeri e attutiti lamenti. L’uomo era disteso sul letto i pantaloni del pigiama sotto le ginocchia e il suo cazzo duro tra le mani, si stava masturbando. Anna era rimasta a guardare dalla stretta fessura della porta, il suo cazzo si ergeva rigoglioso fra le sue gambe, lui gemeva carezzandosi. Anna si era sentita accaldata, eccitata e umida, le mani si erano mosse senza il suo consapevole permesso, una a stringere la piccola tetta l’altra a sfiorare il suo clitoride che sveglio ed attento reclamava quel piacere che aveva quasi dimenticato. Rimase lì a guardarlo mentre ad occhi chiusi godeva fra le sue dita, poi senza fare rumore era tornata nella sua stanza, con il sesso in fiamme e un rogo nel cervello che bruciava ogni più piccola resistenza morale sul nascere.
Sono due giorni che non riesce a pensare a nient’altro, in ogni istante della giornata ha davanti agli occhi il cazzo duro e pulsante di Marco che erutta liquido vischioso nella sua mano. Anna non ha mai visto un cazzo così grosso, il marito era normale anche in questo, e la voglia di sentirlo tra le gambe ormai la divora e cresce sempre di più. Seduta sul divano cerca di calmare il suo crescente desiderio, la sua mano strizza con forza le piccole tette, e l’altra passa e ripassa sulle labbra del suo sesso, che umide di rugiada luccicano nella penombra del salotto. Un dito si insinua fra di loro, tirando fuori dalla sua carne succo di donna profumato, un altro, e un altro ancora, le gambe aperte sul bracciolo e la mano che martella la sua carne sempre più velocemente, sempre più in profondità. Il rumore liquido fa da cornice ai suoi gemiti che ben presto diventano veri e propri urli, ansimi profondi e gutturali salgono da dentro il suo grembo e attraverso la gola esplodono nell’aria, mentre il suo orgasmo rompe gli argini e si riversa sulla sua mano. Anna si abbandona sul divano, con le gambe spalancate in cerca di refrigerio per la sua fica arrossata, dalla violenza e l’intensità della masturbazione.
Il suo respiro lentamente ritorna normale, così come la sua mente, si ricompone e va a farsi una doccia per togliersi di dosso l’odore di femmina.
Una doccia può anche toglierle l’odore del sesso di dosso, ma non può toglierle i pensieri dalla sua testa.
Sa che se gioca bene le sue carte può ancora sedurre un uomo, e un uomo che non scopa da settimane è una preda troppo facile anche per una sessantenne in calore.
Così quella sera decide di giocarsi le sue carte migliori, la sua abilità nel sesso orale, pratica che eseguiva spesso, molto spesso al suo defunto uomo, ricorda con gioia tutte le mattine che lo svegliava succhiandogli il cazzo duro per l’esigenza di urinare, e non lo lasciava andare in bagno, se prima non aveva fatto la sua colazione, qualche volta con la segreta speranza che non riuscisse a trattenersi. Ma ovviamente questo Marco non poteva saperlo, senza averlo prima provato, perciò decise di giocarsi la carta più sensuale che possedeva, il suo culo, che anche se aveva perso un po’ di tonicità, rimaneva la parte più sexy del suo corpo di donna che aveva ancora tanto da dare.
“Buonanotte Marco, io vado a letto”
“Buonanotte Anna, finisco questo e anche io vado a dormire.”
Dopo dieci minuti Anna ritorna in salotto con la cesta della biancheria da sistemare nel piccolo stendino davanti al calorifero. Indossa solo una piccola sottoveste trasparente, che non nasconde nulla del suo ancora appetibile fisico.
“Scusami, ho dimenticato di mettere ad asciugare questi.”
“Scusami tu, ho invaso casa tua creandoti tanti problemi, sto cercando una soluzione per togliere il disturbo.”
“Ma che dici Marco, a me fa piacere averti in casa, da tanto in questa casa mancava la presenza di un uomo”
“Grazie, Anna non so come sdebitarmi”
“Troverai il sistema ne sono sicura!”
“Cos..Cosa?
“Ho detto che non devi fare nulla che tu non voglia.”
Anna si muove lentamente, sente gli occhi di Marco sulla sua schiena, ne avverte il calore, si piega maliziosamente per prendere i panni dalla cesta, e nel farlo espone al suo sguardo una buona parte del suo piccolo culo.
Marco per poco non soffoca, senza riuscire a distogliere lo sguardo dal fondo schiena di Anna, è chiaro che lo sta provocando, ma cerca di trattenersi per rispetto alla madre della sua ex moglie, ma quando Lei si mette carponi con la scusa di asciugare le gocce d’acqua cadute sul pavimento, non riesce più a stare a guardare. Il cazzo nei pantaloni è già duro, e quel culetto, quelle gambe, mostrate cosi, senza pudore, scatenano la sua libido.
Si alza e si avvicina a quella donna che sensuale dondola il bacino davanti ai suoi occhi. Dimenticando che ha quasi sessant’anni ed è sua suocera, in quel momento vede solo una donna che ha voglia di sesso, forse, più di Lui. Carezza quelle morbide chiappe, lisce e bianche, Anna geme erano anni che mani di maschio non palpavano cosi la sua carne, la sua eccitazione cresce mentre Marco insinua le mani sotto il leggero tessuto dei suoi slip di bianco cotone, che scivolano verso le ginocchia, e Lei deve mordersi il labbro a sangue quando la lingua calda e umida le sfiora l’ano grinzoso e le labbra della sua fica già gonfie e lucide.
Marco ha fame di sesso, Anna di possesso, un’accoppiata vincente. Anna si dimena, geme, ansima, Marco scava tra le sue natiche, lecca, bacia, morde, assapora e succhia la carne tremula delle sue grandi labbra, aspira il profumo di femmina, e cerca quella bocca di donna da baciare e gustare fino in fondo.
Un bacio sensuale, affamato, ingordo, lingua contro lingua, labbra morse da denti famelici, Lui padrone del suo corpo, lei che gode della sua violenta intrusione, La sua mano prende possesso del suo sesso, lo marchia, vi affonda le dita, scava, martella, dilata quella tenera carne, che accoglie, avvolge, lubrifica. Anna gode sulla sua mano, trema su quelle dita invadenti, ansima in quella bocca padrona, e ringrazia in cuor suo la figlia che non ha saputo godersi quest’uomo, che con la sua forza sta violando la sua carne, sta imprimendo il suo marchio nella sua pelle, e sa che presto segnerà il suo corpo con il suo caldo seme. Non aspetta altro, sono anni che non sente in bocca l’acre sapore di maschio, e Marco come se sentisse i suoi pensieri, tira fuori il membro e le storce il collo per darle quello che brama, Anna succhia ingorda, Lui le stringe la gola e spinge in profondità, lei quasi soffoca, per l’abbondante liquido che le riempie la gola, Lui ormai perso nella libidine, forza il suo sesso con un terzo dito, dilatando quella vagina da tempo trascurata, lei beve e sazia la grande arsura della sua gola, poi fugge via… fugge da questa perversa situazione, scappa per non cedere alla libidine che sente crescere dentro di lei, scappa perché non riesce a sopportare il piacere che improvviso sta devastando il suo corpo, fugge per non rimanere, scappa per non restare. Ma non si può scappare da qualcosa che si desidera, non si può fermare la devastazione che ha invaso il suo corpo e la sua mente, non si può…e non vuole farlo.

COLAZIONE E PRANZO
La mattina successiva Anna è in cucina a preparare il caffè, si sente fresca e riposata, finalmente ha dormito serena e sazia, una doccia per togliersi di dosso i residui del primo rapporto con Marco. Un rapporto dettato solo dalla libidine e dal desiderio di possedere ed essere posseduta. Anna ha goduto come mai prima, si è saziata del suo caldo sperma, e ora che la sua libido ha messo in moto tutti quegli ingranaggi arrugginiti dal tempo, il suo corpo è affamato. Come una tigre che gustata la carne umana non riesce più a farne a meno, cosi Lei brama quel muscolo caldo e duro, lo vuole sentire dentro, vuole sentirlo scavare nelle sue profondità, riempire ogni anfratto con il suo caldo seme, vuole saziare quella la femmina dentro di lei, e non gli importa Lui chi sia o cosa sia.
Con addosso una corta sottoveste e nelle mente pensieri più caldi della fiamma che tremula si allarga sotto la moka, sente Marco entrare nella cucina. Sa che l’abbraccerà da dietro, la stringerà e la bacerà, lo sa e aspetta che il suo desiderio diventi realtà.
Infatti, come da copione, Marco l’avvolge con le sue braccia racchiudendo tra le mani le sue piccole tette, e le bacia il collo facendole sentire l’erezione del mattino sul culo. Ricorda perfettamente il cazzo di suo marito al risveglio, caldo, teso e pulsante, ricorda il sapore del primo sperma mattutino, denso, bianco e aspro.
Marco le succhia il lobo dell’orecchio portando subito in ebollizione il suo sangue, lei accenna una resistenza alle sue attenzioni, pari a quella di un foglio di carta ad una matita appuntita, basta solo che la mano di Lui le sfiori il grembo che si scioglie come il burro su una piastra infuocata.
Marco eccitato le succhia un capezzolo, accarezza tutto il suo corpo con una passione cosi intensa che Anna non riesce a reagire, ma come creta si lascia modellare, plasmare, assumendo la forma che le abili mani dell’artigiano desiderano. Ogni suo muscolo si rilassa, ogni sua difesa cede, la sua libido cresce di pari passo alla sua eccitazione, ormai presa nel vortice del sesso dà libero sfogo alla femmina dentro di lei. I baci diventano famelici, Ingordi, umidi e intensi. Le lingue danzano, leccano, bagnano, lasciando scie di saliva ovunque nel loro passaggio. Lingue curiose che stuzzicano buchi umidi e caldi, e muscoli lucidi e tesi.
Marco attirato dal suo buchetto grinzoso, infila la lingua tra le sue natiche che le mani tengono separate, gusta il sapore più intimo e personale di una donna, separa le ali vibranti del suo sesso per baciare l’interno ricoperto di gocce di desiderio femminino, ama quel sapore unico che ogni donna possiede, e Anna ha un buon sapore, dolce e intenso che lo inebria, lo eccita e lo spinge ad andare oltre. La resa incondizionata di Anna è totale, senza limiti, senza confini. La vita gli sta offrendo una seconda possibilità e non intende lasciarsela sfuggire, darà e prenderà tutto quello che ha sempre desiderato, darà a Marco tutto il suo corpo, esaudirà ogni suo desiderio perverso per quanto strano che sia, prenderà tutto quello che per anni non ha avuto. Due diverse solitudini si sono scontrate, e questo scontro ha generato una sola disperata reazione, che consumerà il loro incerto futuro bruciando tutto, e tutti quelli che resteranno impigliati nel vortice della loro devastante passione.
Marco consapevole che la madre è una donna molto diversa dalla figlia, acquista sicurezza e si spinge sempre più avanti nel labirinto del sesso, Anna lascia che lui la guidi in questi corridoio oscuri, non sa cosa l’aspetta, ma non vuole fermarsi, non avrà un’altra possibilità di scoprire cosa si nasconde dietro gli angoli oscuri del sesso senza inibizioni o tabù. E Lei da sempre ha desiderato oltrepassare quel confine, e Marco la spinge al limite. Anna peserà 50/55 chili e lui l’alza sul ripiano della cucina con facilità disarmante, le sue dita allargano le labbra umide e profumate, e poi la sua lingua scava dentro di lei. Anna si tende ad arco spingendo il pube contro il suo viso, suo marito non l’aveva mai baciata tra le gambe, e adesso, non vuole perdersi neanche la piccola sensazione che il suo sesso le comunica. Ansima e sussulta godendo di un orgasmo continuo, un orgasmo che la svuota completamente, e Marco deglutisce con ingordigia i succhi abbondanti che lei gli regala, poi Anna scivola giù, in ginocchio, il viso sul grembo di quest’uomo che la sta portando ai massimi livelli del piacere. E con estremo piacere accoglie il suo pene tra le labbra, assaporando le prime gocce di sperma che fanno capolino sulla punta, il sesso dell’uomo cresce e si ingrossa tra le sue labbra, le riempie la bocca, le deforma la guancia, e Anna continua a godere, a gocciolare sul pavimento lindo della cucina, sembra che il suo corpo stia buttando fuori tutto quello che ha accumulato in anni di astinenza e solitudine. Desidera sentire il caldo e vischioso sperma di Marco riversarsi nella sua bocca, ma non oggi. Oggi Lui sazierà la sete della sua fica, la gira verso il bancone e le lecca l’ano e la fica gocciolante, anna non sta neanche in piedi, le sue gambe sono molli e debole, il suo corpo scosso da brividi e trema, trema aspettando il momento che lui prenderà possesso del suo corpo. Marco entra in Lei con forza, ma non con violenza, la scopa intensamente, ma con attenzione, riempie il vuoto da troppo tempo abbandonato all’indifferenza, Anna si sente viva, tutta il suo corpo si sente vivo, anche i suoi pensieri e i suoi desideri sono vivi e lei vuole che questo momento si dilati nel tempo, si propaghi nello spazio, cosi come si dilata la sua vagina, riempita dal cazzo pulsante di Marco, che spinge con un ultimo affondo nella sua carne, per poi fermarsi completamente dentro di lei e iniziare a scaricare tutta la sua libido e la sua voglia tra le sue gambe. Anna non capisce più dove si trova e cosa stia succedendo, il suo e la sua mente sono bombardati da migliaia di schegge impazzite che le trafiggono ogni organo interno, se non fosse bloccata tra il ripiano e il ventre di Lui, crollerebbe a terra come un sacco vuoto. Lentamente Marco scivola fuori dal suo sesso e un lungo rivolo di bianco seme trova lo sbocco e cola tra le sue gambe, mentre Lei vibra come una corda di violino, il cui suono non può essere udito da orecchio umano, ma solo da chi sente la libidine dentro di sé, E marco vive di questo, con due dita raccoglie il proprio seme che cola dalle sue lucide labbra e gliele offre, Anna gusta il sapore del maschio insieme al suo, in un mix afrodisiaco e nutriente.
Le circostanze hanno fatto incontrare questo ancor giovane uomo, con questa donna che non vuole arrendersi al passare del tempo, insieme viaggeranno per un tratto di strada, raccogliendo tutto quello che la vita gli offrirà, attimi, momenti, giorni, mesi, e forse, anni di intenso piacere. Il sesso anche alla sua età può essere vissuto, consumato e goduto.
UN DESIDERIO ESAUDITO
Ormai Marco e Anna vivono insieme da mesi, si amano? Beh, no! Fanno del soddisfacente sesso per entrambi, esaudiscono uno i desideri dell’altra, scopano e godono in modo sincero e intenso, ma no, non si amano. Il loro è uno scambio paritario, anche se Anna subisce la dominazione di Marco, ma questo è quello che vuole, quello che la eccita, che la fa godere come non ha mai goduto nella sua vita. Essere la cavia sessuale di esperimenti e iniziative e quanto di più eccitante abbia mai provato, gode nell’essere usata ma non abusata, le piace sentire le strette delle sue mani sui seni cadenti, e le sue dita che strizzano e tirano i capezzoli fino a farla urlare, gode sulle sue dita che scavano sempre più ingorde nella sua tremolante carne, e arde di libidine quando lui le lecca l’ano infilandole dentro la lingua. E dal canto suo Marco non si lamenta dei suoi, quasi sessanta anni, perché Anna gli dà quello che vuole, e lui gode di questa sua sottomissione, e la rispetta, la sua violenza non è mai troppa, e ogni nuova depravazione è inserita nel rapporto con la piena approvazione di Anna, fonte ispiratrice, protagonista, vittima, e padrona del suo piacere.
Quella mattina Anna si sveglia e come tutte le mattine cerca il cazzo di Marco per la prima colazione, iniziare la giornata con una bella bevuta e per lei indispensabile, sentire quell’aspro sapore in bocca, la fa sentire viva. Ma quella mattina e sola nel letto, uno strano timore pervade la sua pelle, e un folle pensiero nasce improvviso nella sua mente, se n’è andato!!! Il panico le fa battere forte il cuore, poi vede i suoi vestiti sulla poltroncina ai piedi del letto e nota la luce che proviene dal bagno annesso alla sua camera da letto, e un sospiro di sollievo la rinfranca e la calma.
Si alza, e raggiunge il suo amante che la invita nella vasca, dove l’acqua profumata con i suoi cristalli preferiti l'avvolge nella sua schiuma, e il suo amante nelle sue braccia dove si accoccola come una bambina che si stringe al proprio padre, sicura di essere amata e protetta. Marco le carezza i grigi capelli con delicatezza, e raccoglie un suo seno nella coppa della sua mano senza nessuna stretta famelica, ma con solo una leggera e tenera pressione. Anna con la schiena sul suo petto vibra per questo tenero abbraccio, ma in un rapporto dominante/sottomessa è sempre la donna che ha il potere, è lei che crea le condizioni affinché, lui possa esprimere la sua depravazione.

E Anna ha perfettamente recepito questo simbiotico rapporto, e sa come scatenare la libido del suo giovane amante, le bastano un paio di movimenti contro il cazzo che preme sulla sua schiena, per eccitarlo e scatenarne la libido. Marco le strizza le tette con forza facendola tremare, le lecca il viso come un cane affettuoso e poi si alza in piedi, offrendole la sua calda dose di sesso mattutino direttamente dalla fonte. Anna coglie al volo l’invito, e ingoia il cazzo di Marco che finisce la sua estensione tra le sue labbra, succhia e lecca con estrema goduria, mentre lui la guarda dall’alto e gode della sua sottomissione apparente. Anna sente che la sua dose mattutina di sperma sta per riempirle la bocca, si prepara a ingoiare, ma la quantità di questa mattina è di molto superiore delle altre volte, e il caldo nettare le scivola dalle labbra, ma lei prontamente lo raccoglie tra le mani, e poi lecca le sue dita con movimenti della lingua e con quell’espressione sul viso di donna sodisfatta di essersi guadagnata quell’abbondante dose di sperma.
Marco eccitato da questa seducente immagine di lei che raccoglie con la lingua ogni piccolo rivolo che le scorre tra le dita. Non riesce a trattenersi.
“Anna io…”
“Lo so…” risponde lei, con le labbra aperte e le mani accanto al viso, in attesa.
Marco si lascia andare e dal suo cazzo zampilla una sorgente dorata che Anna accoglie come un dolce premio tra le labbra aperte, beve il caldo liquido gemendo di goduria.
Ovviamente, Marco non sa che questo è uno dei desideri più caldi e intimi che ha sognato per moltissimi anni e centinaia di pompini, di riceverlo dal marito, che non ha mai saputo cogliere e capire la donna che aveva sposato.
La calda urina le riempie la bocca, cola sul mento e sui seni, i capezzoli al contatto con il calore si rizzano curiosi, Anna gode senza neanche toccarsi, beve la tiepida bevanda del suo amante, ringraziando dentro di lei, la figlia per averlo prima sposato e poi lasciato. Lei è come suo padre, una vita di monotono sesso, senza emozioni, senza passione, come fosse un dovere. Ma Anna, no, lei ha sempre coltivato certe depravazioni, certe fantasie, e adesso che ha tra le mani e tra le cosce un amante che ogni giorno che passa supera con lei quei limiti imposti dal comune senso della decenza, dandole quella felicità che nessuno le ha dato prima, non ha nessuna intenzione di privarsene.

UN REGALO INASPETTATO

Marco è andato al lavoro e Anna rimasta da sola, sbrigate le piccole incombenze di casa, esce a fare la spesa e incontra una sua amica con cui si è sempre confidata addirittura in gioventù si sono anche scambiate qualche bacio e qualche intima carezza.
Cosi davanti un caldo caffè e una morbida briosce, Anna si lascia andare alle confidenze. Quando una donna è felice e sodisfatta sente il bisogno di condividere questa gioia con le amiche più care, mentre l’uomo non parla mai con gli altri uomini della donna che lo rende felice, ma di quella che non lo fa.
Torna a casa, dopo aver acquistato una nuova sottoveste, prepara la cena per se e il suo amante e si mette a letto per riposarsi, vuole essere fresca e in forma per la notte che arriva, ha in mente alcuni giochi da provare.
Marco lavora senza distrazioni e finisce prima del previsto il suo lavoro, quindi ritorna a casa con un largo anticipo, Anna si è appisolata con indosso la nuova lingerie e dorme serena. Marco ammira il sottile corpo disteso e rilassato sullo sfondo del copriletto, la sua pelle bianca, il suo viso sereno, i suoi piccoli piedi curati come ogni altra parte del suo corpo. Anna si è presa cura di sé stessa, e i risultati sono evidenti. La sua pelle è morbida e liscia, un po' cedevole sull’addome, le tette sono sempre state piccole e adesso tendono ad andare giù, ma Marco sempre apprezzare questa rilassatezza che gli permette di prenderne, quasi totalmente in bocca una intera. Il viso porta tutti i segni del tempo incisi e scavati attorno agli occhi e sotto il mento, ma gli anni ci sono e non si può mentire al tempo, ma Anna sa bene che ad un uomo interessano poco questi dettagli, almeno quando è a letto, gli interessa un culo sodo, una fica succosa e una bocca accogliente, ed Anna possiede tutte tre queste doti.
Marco si spoglia senza svegliarla e poi si china sul suo corpo, Anna non ha messo le mutandine, non sarebbero state su per molto, ma Marco vuole altro per il momento. Si china sui suoi piccoli piedi ornati di rosso cremisi, ne prende uno tra le mani, lo accarezza, lo guarda con attenzione, e lo bacia con delicatezza. Anna si desta dal suo torpore, ma la sensazione è cosi bella che non si muove di un centimetro e morbidamente si affida al suo amante.
Lui bacia ogni centimetro di quel piccolo piede, ne succhia ogni dito, passa la lingua sulla sua pelle, risalendo dalla caviglia al ginocchio, dal ginocchio alla coscia e dalla coscia al culo.
Anna è già un lago, ma continua ad essere passiva, morbida creta da plasmare, e Marco la plasma al suo piacere, la guida tenendola per mano. La sua lingua è adesso nell’incavo fra le sue natiche, lecca e segna con una scia liquida il tragitto, bacia e lecca il suo ano, tende con le mani la pelle del suo grembo, per far apparire le rosee e delicate labbra che hanno al loro apice quel piccolo bottoncino nervoso cha adora stringere tra le labbra per assaporarne il dolce nettare di cui e ricoperto.
Anna geme e ansima, ormai totalmente sveglia e totalmente sua, Marco la gira supina e si dedica alle sue tette con un’attenzione, quasi maniacale, le bacia, ne aspira quanta più è possibile in bocca e poi lecca e stuzzica quei piccoli capezzoli scuri, facendoli diventare duri e ritti.
Anna lo guarda con quei suoi occhi marroni scuri, che luccicano per il piacere e la felicità di trovarsi tra le sue mani, Il loro bacio è affamato e ingordo, come sempre quando iniziano a fare sesso, lottano per il possesso della lingua dell’altro, si mordono le labbra, si leccano e si succhiano con avidità. La mano di Marco trova l’ingresso della sua femminilità e senza chiedere permesso si insinua dentro di lei, prima con uno, poi con due e infine con tre dita, dandole un primo orgasmo. Marco è in piedi accanto al suo letto, ad Anna basta alzare il torace e il membro di lui viene accolto dalle sue labbra che lo bramano e lo desiderano. Succhia con tenacia per tirar fuori da quel muscolo le prime gocce di liquido preparatorio, e allarga le gambe in un chiaro invito, che Lui non lascia inascoltato. Il respiro di Anna si ferma nello spazio e nel tempo quando la possessione è completa, e riparte solo quando la danza del piacere scandisce il proprio ritmo, si adegua alla sua spinte, gli va incontro, lo accoglie e lo stringe con i muscoli pelvici, e cosparge di liquidi il canale vaginale per facilitargli il movimento.
Poi prende il controllo, e a cavalcioni su di lui, gli mostra come quel suo membro pulsante si fa spazio dentro di lei, girandosi di 360 gradi senza lasciarlo uscire dalla sua vagina. Marco si gode lo spettacolo del suo culo che va su e giù e del suo cazzo che scompare totalmente dentro la calda carne di questa donna che l’ha stregato con la sua mente ancor prima che con il suo corpo.
Poi Anna gli restituisce il suo potere e carponi si lascia possedere, resistendo alle sue spinte sempre più forti e scomposte, e quando sente che il culmine sta per arrivare, con un abile movimento rotatorio accoglie in bocca il primo caldo schizzo, seguito dagli altri in un singulto ritmico che ha imparato a sincronizzare con la sua gola, per deglutire senza che una sola goccia vada sprecata.
La cena può anche aspettare, prima devono saziare la fame di sesso poi quella di cibo.

La mattina successiva mentre sta succhiando il cazzo di Marco prima che si alzi per andare in bagno, cosi come faceva con il marito che mandava sempre al lavoro con la mente piene di lei e le palle vuote.
“Stasera non tornare tardi…” gli sussurra dopo aver bevuto l’ultima goccia,
“Voglio presentarti una mia amica…












scritto il
2023-08-24
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