Il premio
di
Briciola 86
genere
orge
Un premio è un oggetto senza vita, ma ha la forza di farti sentire viva.
Ero lì seduta sul divano, accanto al mio compagno a guardare “La notte degli Oscar, uno dopo l’altro attori, registi, sceneggiatori e addetti del cinema ricevevano l’ambita statuetta per i loro meriti cinematografici.
Quasi tutti baciavano la piccola icona in metallo con l’enfasi di baciare un’amante la prima volta che si riesce a portarla a letto.
Orgogliosi, felici e potenti, si, perché vincere un premio ti fa sentire forte, ti fa sentire il migliore, hai privilegiato su tutti, hai vinto e tutti si inchinano al tuo talento, tutto questo ti fa sentire Vivo?
Si, certo, come potresti dire il contrario!
Hai vinto, tutti ti invidiano. Quella sera nessuno potrà dirti di “no”, uomo o donna che tu sia, la notte è tua, goditela, perché non sarà facile che si ripeta.
Ma se il premio avesse un’anima? Se fosse un essere senziente?
Cosa proverebbe a ritrovarsi tra le mani del migliore? a lasciarsi possedere dal più bravo?
Ma un premio, in quanto tale, non può scegliere il suo vincitore, altri scelgono per lui, altri decidono chi lo merita, chi lo può alzare agli onori della platea.
In alcuni sport oltre alla bravura conta anche la fortuna, il caso, le variabili naturali e umane.
Ma nel poker la posta viene davvero vinta dal più bravo? O vince chi ha più coraggio, chi rischia di più?
Scusate sto uscendo fuori dai miei pensieri, ritorniamo al premio senziente, vivo e presente.
Sono considerata una bella donna, bruna, pelle scura, labbra carnose, seno sodo (grazie a qualche ritocco estetico), insomma una donna che molti uomini desiderano portarsi a letto. Ma sono anche una donna dal carattere forte e autoritario, sono io che decido con chi fare sesso, dove, come e quando. Sono io la cacciatrice, la dominatrice, la donna Alfa, gli uomini si sottomettono al mio piacere, prendo quello che voglio da loro, e solo se sodisfatta regalo il mio corpo e le mie carezze al loro maschio orgoglio di cacciatori ignari di non esserlo stato.
Al tavolo, tre maschi scelti con cura si sfidano, senza togliermi gli occhi di dosso, ho promesso le mie attenzioni e il mio corpo al vincitore, e adesso sono pronti ad uccidere per vincere, convinti di conquistare grazie alle loro capacità il Premio.
Ma il loro orgoglio di maschi, impedisce loro di vedere “oltre”, loro vedono solo il mio corpo che seducente si muove fra di loro, vedono solo la preda, il premio. Non vedono che sono stati scelti, selezionati fra tanti, e che chiunque di loro vinca, non importa, io vincerò in ogni caso, io avrò le sue carezze, la sua lingua, il suo seme, a lui resterà solo l’illusoria emozione di essere stato il migliore, il vincente in una sfida in cui tutti loro sono dei perdenti.
Ma non ho previsto la complicità e l’unione del branco, gli animali quando si trovano di fronte una preda troppo grande per loro, si uniscono nella caccia rinunciando all’esclusiva e condividendo la preda con gli altri membri del branco.
E questi tre esemplari di maschio che ho scelto, non sono da meno, intimoriti dalla mia bellezza autoritaria che anche se ho cercato di tenere a freno, traspira dalla mia pelle come il sudore in una notte d’estate. Insicuri di poter soddisfare i miei desideri e di perdere così il loro premio, mettono da parte il loro orgoglio di maschi e si uniscono per sbranare la loro preda un pezzo ciascuno, mettendo in pratica la regola del “meglio poco che niente”.
Devo ammettere che non avevo previsto questa svolta nella serata, ma non mi dispiace affatto essere “preda” di questi affamati maschi, che lasciate le carte sul tavolo, spostano la loro sfida sul mio corpo, cercando ognuno di superare l’altro nel darmi quel piacere che voglio e desidero. Cosi mi ritrovo tra le loro ingorde mani che si impadroniscono del mio corpo, eccitando i miei sensi e la mia sessualità.
Mi lascio guidare dal mio istinto di femmina e chinandomi prendo in bocca il primo dei cazzi che mi offrono, tiro indietro la pelle mettendo a nudo la lucida punta e inizio a godermi la delicatezza della lucida pelle della cappella, mentre gli altri tirano fuori i loro peni eretti ed eccitati, passo dall’uno all’altro succhiandoli e leccandoli assaporando i diversi sapori e aspirando i diversi profumi dei loro sessi, a volte leccandoli insieme e miscelando le loro prime gocce di piacere che si presentano sulle loro cappelle per umidificarle regalandomi il loro aspro sapore.
Mi lascio sollevare e adagiare sul tavolo dove ancora le carte dell’ultima mano attendono di essere scoperte, ma adesso non importa più chi aveva le carte migliori, adesso conta solo il mio piacere, il mio godimento, il mio orgasmo.
Mani calde e forti si impadroniscono del mio seno, palpandolo e stuzzicando i capezzoli, uno di loro sposta le mie mutandine per leccare le labbra gonfie ed eccitate della mia fica, mentre labbra umide succhiano un capezzolo e mani ingordo percorrono il mio corpo senza sosta.
Chiudo gli occhi e mi gusto la sensazione di essere posseduta nella mia intimità mentre il profumo pungente dei membri eccitati colpisce le mie narici, giro il viso verso la direzione di quel odore e mi ritrovo un cazzo tra le labbra. Senza pensarci la mia lingua lo avvolge e le mie labbra si serrano su di lui tenendolo dentro di me, succhio ed aspiro con desiderio e voglia sempre più forti, mentre sento, per qualche attimo il vuoto nella mia fica, riempito subito da un altro pene più grosso del primo che dilata e scava nel mio utero, e nello stesso tempo riconosco il mio sapore nel cazzo che adesso stringo tra le labbra. La mia mano si impadronisce del terzo pene che si aggira al mio fianco, masturbandolo fino a quando lo sento entrare dentro di me sostituendo il proprietario di quello che mi stava scopando.
Mi stanno eccitando, la mia fica inizia a gocciolare succo, mentre cambiano ancora una volta posizione, adesso qualcuno mi ha sfilato le mutandine e qualcun altro mi ha sganciato il reggiseno liberando le mie tette che sono preda di una lingua vorace e umida.
Il mio sesso è bagnato di saliva e di umori vaginali, una lingua calda e curiosa si fa strada fra le mie intime labbra insinuandosi fra di loro, e un dito cerca di entrare nel mio ano palpitante, un sussulto e uno spasmo indicano all’uomo di aver trovato un punto sensibile del mio corpo. Amo sentirmi scavare dentro il culo, amo sentire un grosso cazzo riempirmi di caldo seme, l’unione di questi tre sta facendo il suo effetto, sento il mio orgasmo crescere in profondità, e quando il secondo dito supera l’ingresso del mio grinzoso buco, sono al culmine del piacere, ma come se il branco avesse sentito il profumo della resa, smettono di dedicarsi al mio corpo, mi sento prendere da mani forti e tenaci e mi ritrovo con le tette sul tavolo e con un cazzo in bocca mentre un altro bussa all’ingresso del mio didietro. Ormai sono fuori controllo, voglio solo godere, nient’altro è importante, rilasso i muscoli del retto e il cazzo scivola dentro di me con facilità occupando tutto lo spazio disponibile, stringo il culo per sentirlo pulsare dentro di me, lui inizia a muoversi all’inizio lentamente, poi sempre più velocemente, poi esce dal mio culo palpitante e mi offre il cazzo lucido da succhiare, mentre un’altra presenza occupa il suo posto. Sento la differenza del membro che mi possiede e sento il ritmo diverso dall’altro, lui si muove lentamente quasi sgusciando fuori dal mio corpo, per poi spingere velocemente fino a sentire lo scroto sbattere contro il mio inguine, mi scopa fino a quasi il suo culmine, poi si dà il cambio con l’altro esemplare del branco, lui è diverso dagli altri oltre a spingersi dentro di me con studiati movimenti si muove lateralmente raggiungendo punti agli altri inaccessibili ed accendendo stimoli mai attivati prima.
Il mio orgasmo è diventato incontenibile, lo sento premere contro le pareti che ho alzato per trattenerlo e difenderlo dagli assalti di questi maschi, ma so che prima o poi crolleranno e con loro il mio autocontrollo, so che mi scioglierò e volerò in alto sopra il mondo, sopra le emozioni, sopra le sensazioni, sopra il mio stesso corpo.
Cerco di resistere ancora un po' ai loro assalti, ma gli animali sentono la debolezza della preda e loro hanno sentito le mie difese sgretolarsi ed eccitati da questa sensazione intensificano gli assalti al mio corpo. Si alternano uno all’altro scopandomi alternativamente nel culo e nella fica, mentre uno di loro occupa la mia bocca per impedirmi di urlare e nello stesso tempo per lubrificare i loro cazzi, che scivolano senza attrito nei miei buchi ormai dilatati e fradici.
Un profondo respiro e lascio libero il mio piacere, libero di scagliare le sue scariche elettriche al mio cervello, libero di annegare il membro dentro il mio corpo, libero di farmi sussultare e di annebbiarmi i pensieri, libero di portarmi nella dimensione dove il mio corpo non è più il mio, dove le sensazioni dettano il ritmo del respiro, dove la sublimazione del piacere diventa estasi.
Non so per quanto tempo sono rimasta al di là, ma quando la mia mente riprende il controllo del mio corpo, sono in ginocchio circondata da tre animali infoiati che reclamano il loro premio. Sono stati bravi devo ammetterlo, anche se nessuno dei tre, da solo, sarebbe riuscito a portarmi sulla vetta del piacere.
Sono li fra di loro che mi gusto un pene caldo e vischioso quando sento una mano sulla nuca, guidare il mio movimento. Tutto era andato bene perché questo stronzo sta rovinando tutto?
Lascio scivolare fuori dalla mia bocca il turgido pene, “Togli quella mano o ti stacco il cazzo con un morso!!” sibilo minacciosa.
L’uomo preso di sorpresa mi guarda stupito, ma il mio sguardo è molto, molto serio, allontana la mano e mi lascia libera nei movimenti.
Gli uomini sono convinti che quando una donna si inginocchia di fronte a loro, sia un segno di sottomissione, sia un riconoscimento al loro maschio potere.
Ma non è cosi, in quella posizione, in quel tipo di rapporto è la donna che ha il controllo, è la donna che sente l’orgasmo premere nelle sue palle e sarà sempre la donna a decidere se farlo godere o lasciarlo in bilico.
E adesso Lui saprà cosa si prova a forzare una donna, stringo i denti sulla sua cappella facendolo indietreggiare spaventato, e mi giro verso un altro membro che lucido bussa sulla mia guancia. Il suo proprietario non ripete l’errore e mi lascia guidare il ritmo e le pulsazioni, e lo premio succhiandolo fino all’orgasmo e ingioiando tutto il suo piacere senza perderne una goccia e solo quando lo sento ridursi tra le mie labbra passo all’ultimo che aspetta paziente il suo turno. L’esempio del primo ha dato i suoi frutti e mi posso godere il suo grosso pene mentre batte sulle mie tonsille, poi una stretta alle palle e scarica tutto il suo seme direttamente nella mia gola, mentre il “coglione” che non ha saputo capire il potere di una donna, deve accontentarsi di masturbarsi e venirmi sul seno. Credo che non rifarà più lo stesso errore, con nessuna altra donna!
Ero lì seduta sul divano, accanto al mio compagno a guardare “La notte degli Oscar, uno dopo l’altro attori, registi, sceneggiatori e addetti del cinema ricevevano l’ambita statuetta per i loro meriti cinematografici.
Quasi tutti baciavano la piccola icona in metallo con l’enfasi di baciare un’amante la prima volta che si riesce a portarla a letto.
Orgogliosi, felici e potenti, si, perché vincere un premio ti fa sentire forte, ti fa sentire il migliore, hai privilegiato su tutti, hai vinto e tutti si inchinano al tuo talento, tutto questo ti fa sentire Vivo?
Si, certo, come potresti dire il contrario!
Hai vinto, tutti ti invidiano. Quella sera nessuno potrà dirti di “no”, uomo o donna che tu sia, la notte è tua, goditela, perché non sarà facile che si ripeta.
Ma se il premio avesse un’anima? Se fosse un essere senziente?
Cosa proverebbe a ritrovarsi tra le mani del migliore? a lasciarsi possedere dal più bravo?
Ma un premio, in quanto tale, non può scegliere il suo vincitore, altri scelgono per lui, altri decidono chi lo merita, chi lo può alzare agli onori della platea.
In alcuni sport oltre alla bravura conta anche la fortuna, il caso, le variabili naturali e umane.
Ma nel poker la posta viene davvero vinta dal più bravo? O vince chi ha più coraggio, chi rischia di più?
Scusate sto uscendo fuori dai miei pensieri, ritorniamo al premio senziente, vivo e presente.
Sono considerata una bella donna, bruna, pelle scura, labbra carnose, seno sodo (grazie a qualche ritocco estetico), insomma una donna che molti uomini desiderano portarsi a letto. Ma sono anche una donna dal carattere forte e autoritario, sono io che decido con chi fare sesso, dove, come e quando. Sono io la cacciatrice, la dominatrice, la donna Alfa, gli uomini si sottomettono al mio piacere, prendo quello che voglio da loro, e solo se sodisfatta regalo il mio corpo e le mie carezze al loro maschio orgoglio di cacciatori ignari di non esserlo stato.
Al tavolo, tre maschi scelti con cura si sfidano, senza togliermi gli occhi di dosso, ho promesso le mie attenzioni e il mio corpo al vincitore, e adesso sono pronti ad uccidere per vincere, convinti di conquistare grazie alle loro capacità il Premio.
Ma il loro orgoglio di maschi, impedisce loro di vedere “oltre”, loro vedono solo il mio corpo che seducente si muove fra di loro, vedono solo la preda, il premio. Non vedono che sono stati scelti, selezionati fra tanti, e che chiunque di loro vinca, non importa, io vincerò in ogni caso, io avrò le sue carezze, la sua lingua, il suo seme, a lui resterà solo l’illusoria emozione di essere stato il migliore, il vincente in una sfida in cui tutti loro sono dei perdenti.
Ma non ho previsto la complicità e l’unione del branco, gli animali quando si trovano di fronte una preda troppo grande per loro, si uniscono nella caccia rinunciando all’esclusiva e condividendo la preda con gli altri membri del branco.
E questi tre esemplari di maschio che ho scelto, non sono da meno, intimoriti dalla mia bellezza autoritaria che anche se ho cercato di tenere a freno, traspira dalla mia pelle come il sudore in una notte d’estate. Insicuri di poter soddisfare i miei desideri e di perdere così il loro premio, mettono da parte il loro orgoglio di maschi e si uniscono per sbranare la loro preda un pezzo ciascuno, mettendo in pratica la regola del “meglio poco che niente”.
Devo ammettere che non avevo previsto questa svolta nella serata, ma non mi dispiace affatto essere “preda” di questi affamati maschi, che lasciate le carte sul tavolo, spostano la loro sfida sul mio corpo, cercando ognuno di superare l’altro nel darmi quel piacere che voglio e desidero. Cosi mi ritrovo tra le loro ingorde mani che si impadroniscono del mio corpo, eccitando i miei sensi e la mia sessualità.
Mi lascio guidare dal mio istinto di femmina e chinandomi prendo in bocca il primo dei cazzi che mi offrono, tiro indietro la pelle mettendo a nudo la lucida punta e inizio a godermi la delicatezza della lucida pelle della cappella, mentre gli altri tirano fuori i loro peni eretti ed eccitati, passo dall’uno all’altro succhiandoli e leccandoli assaporando i diversi sapori e aspirando i diversi profumi dei loro sessi, a volte leccandoli insieme e miscelando le loro prime gocce di piacere che si presentano sulle loro cappelle per umidificarle regalandomi il loro aspro sapore.
Mi lascio sollevare e adagiare sul tavolo dove ancora le carte dell’ultima mano attendono di essere scoperte, ma adesso non importa più chi aveva le carte migliori, adesso conta solo il mio piacere, il mio godimento, il mio orgasmo.
Mani calde e forti si impadroniscono del mio seno, palpandolo e stuzzicando i capezzoli, uno di loro sposta le mie mutandine per leccare le labbra gonfie ed eccitate della mia fica, mentre labbra umide succhiano un capezzolo e mani ingordo percorrono il mio corpo senza sosta.
Chiudo gli occhi e mi gusto la sensazione di essere posseduta nella mia intimità mentre il profumo pungente dei membri eccitati colpisce le mie narici, giro il viso verso la direzione di quel odore e mi ritrovo un cazzo tra le labbra. Senza pensarci la mia lingua lo avvolge e le mie labbra si serrano su di lui tenendolo dentro di me, succhio ed aspiro con desiderio e voglia sempre più forti, mentre sento, per qualche attimo il vuoto nella mia fica, riempito subito da un altro pene più grosso del primo che dilata e scava nel mio utero, e nello stesso tempo riconosco il mio sapore nel cazzo che adesso stringo tra le labbra. La mia mano si impadronisce del terzo pene che si aggira al mio fianco, masturbandolo fino a quando lo sento entrare dentro di me sostituendo il proprietario di quello che mi stava scopando.
Mi stanno eccitando, la mia fica inizia a gocciolare succo, mentre cambiano ancora una volta posizione, adesso qualcuno mi ha sfilato le mutandine e qualcun altro mi ha sganciato il reggiseno liberando le mie tette che sono preda di una lingua vorace e umida.
Il mio sesso è bagnato di saliva e di umori vaginali, una lingua calda e curiosa si fa strada fra le mie intime labbra insinuandosi fra di loro, e un dito cerca di entrare nel mio ano palpitante, un sussulto e uno spasmo indicano all’uomo di aver trovato un punto sensibile del mio corpo. Amo sentirmi scavare dentro il culo, amo sentire un grosso cazzo riempirmi di caldo seme, l’unione di questi tre sta facendo il suo effetto, sento il mio orgasmo crescere in profondità, e quando il secondo dito supera l’ingresso del mio grinzoso buco, sono al culmine del piacere, ma come se il branco avesse sentito il profumo della resa, smettono di dedicarsi al mio corpo, mi sento prendere da mani forti e tenaci e mi ritrovo con le tette sul tavolo e con un cazzo in bocca mentre un altro bussa all’ingresso del mio didietro. Ormai sono fuori controllo, voglio solo godere, nient’altro è importante, rilasso i muscoli del retto e il cazzo scivola dentro di me con facilità occupando tutto lo spazio disponibile, stringo il culo per sentirlo pulsare dentro di me, lui inizia a muoversi all’inizio lentamente, poi sempre più velocemente, poi esce dal mio culo palpitante e mi offre il cazzo lucido da succhiare, mentre un’altra presenza occupa il suo posto. Sento la differenza del membro che mi possiede e sento il ritmo diverso dall’altro, lui si muove lentamente quasi sgusciando fuori dal mio corpo, per poi spingere velocemente fino a sentire lo scroto sbattere contro il mio inguine, mi scopa fino a quasi il suo culmine, poi si dà il cambio con l’altro esemplare del branco, lui è diverso dagli altri oltre a spingersi dentro di me con studiati movimenti si muove lateralmente raggiungendo punti agli altri inaccessibili ed accendendo stimoli mai attivati prima.
Il mio orgasmo è diventato incontenibile, lo sento premere contro le pareti che ho alzato per trattenerlo e difenderlo dagli assalti di questi maschi, ma so che prima o poi crolleranno e con loro il mio autocontrollo, so che mi scioglierò e volerò in alto sopra il mondo, sopra le emozioni, sopra le sensazioni, sopra il mio stesso corpo.
Cerco di resistere ancora un po' ai loro assalti, ma gli animali sentono la debolezza della preda e loro hanno sentito le mie difese sgretolarsi ed eccitati da questa sensazione intensificano gli assalti al mio corpo. Si alternano uno all’altro scopandomi alternativamente nel culo e nella fica, mentre uno di loro occupa la mia bocca per impedirmi di urlare e nello stesso tempo per lubrificare i loro cazzi, che scivolano senza attrito nei miei buchi ormai dilatati e fradici.
Un profondo respiro e lascio libero il mio piacere, libero di scagliare le sue scariche elettriche al mio cervello, libero di annegare il membro dentro il mio corpo, libero di farmi sussultare e di annebbiarmi i pensieri, libero di portarmi nella dimensione dove il mio corpo non è più il mio, dove le sensazioni dettano il ritmo del respiro, dove la sublimazione del piacere diventa estasi.
Non so per quanto tempo sono rimasta al di là, ma quando la mia mente riprende il controllo del mio corpo, sono in ginocchio circondata da tre animali infoiati che reclamano il loro premio. Sono stati bravi devo ammetterlo, anche se nessuno dei tre, da solo, sarebbe riuscito a portarmi sulla vetta del piacere.
Sono li fra di loro che mi gusto un pene caldo e vischioso quando sento una mano sulla nuca, guidare il mio movimento. Tutto era andato bene perché questo stronzo sta rovinando tutto?
Lascio scivolare fuori dalla mia bocca il turgido pene, “Togli quella mano o ti stacco il cazzo con un morso!!” sibilo minacciosa.
L’uomo preso di sorpresa mi guarda stupito, ma il mio sguardo è molto, molto serio, allontana la mano e mi lascia libera nei movimenti.
Gli uomini sono convinti che quando una donna si inginocchia di fronte a loro, sia un segno di sottomissione, sia un riconoscimento al loro maschio potere.
Ma non è cosi, in quella posizione, in quel tipo di rapporto è la donna che ha il controllo, è la donna che sente l’orgasmo premere nelle sue palle e sarà sempre la donna a decidere se farlo godere o lasciarlo in bilico.
E adesso Lui saprà cosa si prova a forzare una donna, stringo i denti sulla sua cappella facendolo indietreggiare spaventato, e mi giro verso un altro membro che lucido bussa sulla mia guancia. Il suo proprietario non ripete l’errore e mi lascia guidare il ritmo e le pulsazioni, e lo premio succhiandolo fino all’orgasmo e ingioiando tutto il suo piacere senza perderne una goccia e solo quando lo sento ridursi tra le mie labbra passo all’ultimo che aspetta paziente il suo turno. L’esempio del primo ha dato i suoi frutti e mi posso godere il suo grosso pene mentre batte sulle mie tonsille, poi una stretta alle palle e scarica tutto il suo seme direttamente nella mia gola, mentre il “coglione” che non ha saputo capire il potere di una donna, deve accontentarsi di masturbarsi e venirmi sul seno. Credo che non rifarà più lo stesso errore, con nessuna altra donna!
1
voti
voti
valutazione
6
6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
7 anni dopo...racconto sucessivo
Una sola notte
Commenti dei lettori al racconto erotico