Giacomo e il retrobottega
di
Carbolatente
genere
gay
Ammetto che in questi giorni vuoi per la noia, per il caldo, ma soprattutto per la voglia, mi sono iscritto di nuovo su grindr, dopo 2 anni.
Ho sempre avuto un rapporto strano con quest’app, perché dopo tanti anni sono giunto alla conclusione di essere un bsx per caso. Sono attratto dai ragazzi twink tra i 20 e i 30anni. E fin qui nulla di strano, se non fosse per il fatto che con i ragazzi oltre i baci e pompini ricevuti, non sono mai andato. C’è poco da fare, il culo dei ragazzi non mi smuove le stesse cose che mi smuovono le ragazze.
Inevitabilmente quando mettevo in chiaro queste cose, la platea a cui si poteva rivolgere il mio profilo di ragazzo nella norma veniva giovo forza ridotta, visto che non sono mai spiccato per il mio fascino.
Fatta questa doverosa premessa, vuoi anche un po’ triste, ma necessaria per inquadrare il contesto, tra i vari ragazzi con i quali mi è capitato di scrivermi in questi giorni, ce n’è uno che mi ha riportato alla mente Giacomo.
Chi è Giacomo vi chiederete.
Giacomo, volendo usare un termine poco carino, ma che rende bene l’idea, è stato il mio pompamico fisso che ho avuto per 2 anni, conosciuto proprio su grindr.
All’epoca era un ragazzo di 22 anni, studente di psicologia. Bel tipo, rosso di capelli, belle labbra, sguardo furbetto, alto 170 e dal fisico snello.
Si, insomma, il prototipo del twink che mi ha sempre fatto sangue.
Quel giorno, stavo camminando per il centro tra una commissione e l’altra.
Ad un certo punto, mi arriva la notifica dall’app, di un messaggio da questo ragazzo, che mi colpisce subito per essere molto carino. Mi scrive dicendo che è da solo nel negozio dove lavora e che di lì a 5 minuti avrebbe chiuso. Infatti, erano le 18.55. Se fossi passato da lui avremmo potuto divertirci, una volta chiuso il negozio.
La classica situazione dove all’eccitazione di fare una cosa quasi in pubblico, si viene a contrapporre l’ansia del venire scoperti, con le potenziali conseguenze che possono derivarne.
In quei momenti o si sceglie il rischio o si lascia stare e non si risponde.
Per il mio carattere non ho mai fatto nulla di avventato, perché su quelle app il rischio è sempre dietro l’angolo, per cui ci sono sempre andato con i piedi di piombo.
Però quel giorno il fatto che il luogo dell’incontro fosse un negozio, e lui così giovane, mi spinse a fare uno strappo alla regola.
Gli risposi direttamente chiedendogli la posizione e che lo avrei raggiunto a breve. L’app me lo dava a 300m di distanza.
Tempo 2 min ero da lui, con il classico battito accelerato per l’ansia, accompagnato a quel principio di durello che ti fa capire che il disagio non è così tanto da non permettere di eccitarti.
Entro in negozio e mi accoglie con un sorriso che definire radioso è dire poco.
Immaginate un 22 enne, molto carino, con una barbetta incolta che vi accoglie in un negozio e che subito dopo va alla porta chiudendola a chiave e dicendo: “Così stiamo tranquilli e non ci disturba nessuno”.
L’erezione in un secondo arrivò al massimo.
Lui se ne accorse, e nel tornare dietro al bancone per sistemare le ultime cose, con nonchalance appoggiò la mano sopra al pacco dicendo: ”Tra poco mi prendo cura di lui”.
Ora non so voi, ma le classiche situazioni da film porno e/o racconti stereotipati, a me non sono mai capitate. Ad oggi quella è stata la prima e ultima volta.
Per cui dire che ero eccitato, è un eufemismo.
Passammo qualche minuto a parlare del più e del meno per conoscerci, cosa che gradii molto.
E fu dopo questa fase che lui mi spiazzò, in senso positivo, quando per rispondere alla mia provocazione se era sua abitudine invitare degli sconosciuti in negozio dopo l’orario di chiusura, mi rispose: “A dire il vero di solito passavo il mio ex…. Ma oggi avevo voglia e quindi ti ho scritto”.
Se prima la tensione sessuale nell’aria era a cento, in un secondo passò a mille.
Nel dire questo, uscì da dietro il bancone, mi prese per mano e mi portò nel retro bottega, per non dare nell’occhio alla gente che passava per strada.
Nemmeno il tempo di essere fuori vista, che subito mi fu addosso desideroso di un bacio.
Se io ero eccitato il ragazzo lo era ancora di più.
Lingue subito a contatto, baci voraci, rapidi e dal fiato corto.
Mani che di stare ferme non ne volevano sapere.
Il fatto di sovrastarlo di 10cm buoni rendeva per me la situazione ancora più bella, per un ovvio gioco di dominazione che era solo all’inizio.
Ma fu quando gli baciai da prima il collo, e poi l’orecchio passandogli dentro la lingua, che lui cedette e si ritrovò in ginocchio.
In un attimo i pantaloni della mia tuta erano stati abbassati e lui mi stava baciando l’erezione da sopra i boxer.
Lo vedevo riempirsi le narici dell’odore di cazzo.
Ma poi giunse il momento, tirò giù i boxer e si ritrovò davanti la mia prepotente erezione.
Cosa degna di nota, è che nei messaggi in app non ci eravamo scambiati foto hot; quindi, lo sguardo che mi restituì lui, fu impagabile. E la frase che ne seguì mi eccita ancora oggi mentre la sto scrivendo: “Cazzo se è grosso, finalmente posso fare pratica su un bel cazzone”.
Devo essere onesto, la prima volta feci una magra figura. Durai penso 2 minuti a farla grande.
Avevo qualche giorno di astinenza alla spalle e la situazione venutasi a creare mi portò a capitolare in breve tempo.
Lui si ritrovò coperto per bene di schizzi e la cosa lo divertì (per fortuna aveva tolto la maglietta), ma dall’altro lato subito provocò dicendo: “ Spero non durerai sempre così poco…”.
Lo tranquillizzai dicendo che era tutto merito suo, anche per accrescere il suo ego.
Nei 2 anni successivi la frequenza media con cui ci vedemmo fu di 2/3 volte al mese.
Certe volte mi chiedeva di stare una settimana senza toccarmi perché voleva ritrovarsi la bocca bella piena alla fine.
Altre volte, nelle quali era particolarmente su di giri iniziava baciandomi i piedi e risalendo con i baci lungo le gambe.
Ma il mio più grande merito fu quello di fargli fare la pratica che tanto desiderava, insegnandogli con calma come mettere in pratica un gola profonda degno di nota.
Ricordo ancora una delle prime volte, quando io seduto su una sedia e lui in ginocchio tra le mie gambe, gli suggerii di provare a prenderlo in gola stando alla mia sinistra. Questo perché il mio cazzo curva verso sinistra.
Già solo con questo trucchetto riuscì ad andare oltre la metà, mentre di solito fino a quel momento non riusciva ad andare molto oltre la cappella. Si tirò su tutto soddisfatto, con uno sguardo di eccitazione che mi rese super orgoglioso. Un attimo dopo la mia mano lo stava di nuovo guidando giù ad accogliere di nuovo il cazzo sempre più in profondità. Quella volta Giacomo mi concesse per la prima volta di venirgli in bocca. Non perse nemmeno una goccia. Da quel momento in poi non si stanco mai della mia sborra.
Non mi innamorai di lui, perché non c’era affetto. Ma ammetto che sentirsi desiderati e idolatrati, in quei due anni fu una sensazione molto appagante e a tratti rischiò di diventare quasi una dipendenza. Per fortuna alcuni momenti di pausa per le ferie estive/invernali aiutarono sempre a tenere il giusto distacco.
Qualche volta ci vedemmo da me quando aveva voglia di farmi più pompini uno dietro l'altro, ma la maggior parte delle volte fu da lui in negozio a fine turno.
Purtroppo, tutto finì quando Giacomo dovette partire per l’Erasmus e al suo ritorno si fidanzò.
Ora non credo mi ricapiterà più nulla del genere, ma è stato bello condividere con voi quest’esperienza di vita.
Ho sempre avuto un rapporto strano con quest’app, perché dopo tanti anni sono giunto alla conclusione di essere un bsx per caso. Sono attratto dai ragazzi twink tra i 20 e i 30anni. E fin qui nulla di strano, se non fosse per il fatto che con i ragazzi oltre i baci e pompini ricevuti, non sono mai andato. C’è poco da fare, il culo dei ragazzi non mi smuove le stesse cose che mi smuovono le ragazze.
Inevitabilmente quando mettevo in chiaro queste cose, la platea a cui si poteva rivolgere il mio profilo di ragazzo nella norma veniva giovo forza ridotta, visto che non sono mai spiccato per il mio fascino.
Fatta questa doverosa premessa, vuoi anche un po’ triste, ma necessaria per inquadrare il contesto, tra i vari ragazzi con i quali mi è capitato di scrivermi in questi giorni, ce n’è uno che mi ha riportato alla mente Giacomo.
Chi è Giacomo vi chiederete.
Giacomo, volendo usare un termine poco carino, ma che rende bene l’idea, è stato il mio pompamico fisso che ho avuto per 2 anni, conosciuto proprio su grindr.
All’epoca era un ragazzo di 22 anni, studente di psicologia. Bel tipo, rosso di capelli, belle labbra, sguardo furbetto, alto 170 e dal fisico snello.
Si, insomma, il prototipo del twink che mi ha sempre fatto sangue.
Quel giorno, stavo camminando per il centro tra una commissione e l’altra.
Ad un certo punto, mi arriva la notifica dall’app, di un messaggio da questo ragazzo, che mi colpisce subito per essere molto carino. Mi scrive dicendo che è da solo nel negozio dove lavora e che di lì a 5 minuti avrebbe chiuso. Infatti, erano le 18.55. Se fossi passato da lui avremmo potuto divertirci, una volta chiuso il negozio.
La classica situazione dove all’eccitazione di fare una cosa quasi in pubblico, si viene a contrapporre l’ansia del venire scoperti, con le potenziali conseguenze che possono derivarne.
In quei momenti o si sceglie il rischio o si lascia stare e non si risponde.
Per il mio carattere non ho mai fatto nulla di avventato, perché su quelle app il rischio è sempre dietro l’angolo, per cui ci sono sempre andato con i piedi di piombo.
Però quel giorno il fatto che il luogo dell’incontro fosse un negozio, e lui così giovane, mi spinse a fare uno strappo alla regola.
Gli risposi direttamente chiedendogli la posizione e che lo avrei raggiunto a breve. L’app me lo dava a 300m di distanza.
Tempo 2 min ero da lui, con il classico battito accelerato per l’ansia, accompagnato a quel principio di durello che ti fa capire che il disagio non è così tanto da non permettere di eccitarti.
Entro in negozio e mi accoglie con un sorriso che definire radioso è dire poco.
Immaginate un 22 enne, molto carino, con una barbetta incolta che vi accoglie in un negozio e che subito dopo va alla porta chiudendola a chiave e dicendo: “Così stiamo tranquilli e non ci disturba nessuno”.
L’erezione in un secondo arrivò al massimo.
Lui se ne accorse, e nel tornare dietro al bancone per sistemare le ultime cose, con nonchalance appoggiò la mano sopra al pacco dicendo: ”Tra poco mi prendo cura di lui”.
Ora non so voi, ma le classiche situazioni da film porno e/o racconti stereotipati, a me non sono mai capitate. Ad oggi quella è stata la prima e ultima volta.
Per cui dire che ero eccitato, è un eufemismo.
Passammo qualche minuto a parlare del più e del meno per conoscerci, cosa che gradii molto.
E fu dopo questa fase che lui mi spiazzò, in senso positivo, quando per rispondere alla mia provocazione se era sua abitudine invitare degli sconosciuti in negozio dopo l’orario di chiusura, mi rispose: “A dire il vero di solito passavo il mio ex…. Ma oggi avevo voglia e quindi ti ho scritto”.
Se prima la tensione sessuale nell’aria era a cento, in un secondo passò a mille.
Nel dire questo, uscì da dietro il bancone, mi prese per mano e mi portò nel retro bottega, per non dare nell’occhio alla gente che passava per strada.
Nemmeno il tempo di essere fuori vista, che subito mi fu addosso desideroso di un bacio.
Se io ero eccitato il ragazzo lo era ancora di più.
Lingue subito a contatto, baci voraci, rapidi e dal fiato corto.
Mani che di stare ferme non ne volevano sapere.
Il fatto di sovrastarlo di 10cm buoni rendeva per me la situazione ancora più bella, per un ovvio gioco di dominazione che era solo all’inizio.
Ma fu quando gli baciai da prima il collo, e poi l’orecchio passandogli dentro la lingua, che lui cedette e si ritrovò in ginocchio.
In un attimo i pantaloni della mia tuta erano stati abbassati e lui mi stava baciando l’erezione da sopra i boxer.
Lo vedevo riempirsi le narici dell’odore di cazzo.
Ma poi giunse il momento, tirò giù i boxer e si ritrovò davanti la mia prepotente erezione.
Cosa degna di nota, è che nei messaggi in app non ci eravamo scambiati foto hot; quindi, lo sguardo che mi restituì lui, fu impagabile. E la frase che ne seguì mi eccita ancora oggi mentre la sto scrivendo: “Cazzo se è grosso, finalmente posso fare pratica su un bel cazzone”.
Devo essere onesto, la prima volta feci una magra figura. Durai penso 2 minuti a farla grande.
Avevo qualche giorno di astinenza alla spalle e la situazione venutasi a creare mi portò a capitolare in breve tempo.
Lui si ritrovò coperto per bene di schizzi e la cosa lo divertì (per fortuna aveva tolto la maglietta), ma dall’altro lato subito provocò dicendo: “ Spero non durerai sempre così poco…”.
Lo tranquillizzai dicendo che era tutto merito suo, anche per accrescere il suo ego.
Nei 2 anni successivi la frequenza media con cui ci vedemmo fu di 2/3 volte al mese.
Certe volte mi chiedeva di stare una settimana senza toccarmi perché voleva ritrovarsi la bocca bella piena alla fine.
Altre volte, nelle quali era particolarmente su di giri iniziava baciandomi i piedi e risalendo con i baci lungo le gambe.
Ma il mio più grande merito fu quello di fargli fare la pratica che tanto desiderava, insegnandogli con calma come mettere in pratica un gola profonda degno di nota.
Ricordo ancora una delle prime volte, quando io seduto su una sedia e lui in ginocchio tra le mie gambe, gli suggerii di provare a prenderlo in gola stando alla mia sinistra. Questo perché il mio cazzo curva verso sinistra.
Già solo con questo trucchetto riuscì ad andare oltre la metà, mentre di solito fino a quel momento non riusciva ad andare molto oltre la cappella. Si tirò su tutto soddisfatto, con uno sguardo di eccitazione che mi rese super orgoglioso. Un attimo dopo la mia mano lo stava di nuovo guidando giù ad accogliere di nuovo il cazzo sempre più in profondità. Quella volta Giacomo mi concesse per la prima volta di venirgli in bocca. Non perse nemmeno una goccia. Da quel momento in poi non si stanco mai della mia sborra.
Non mi innamorai di lui, perché non c’era affetto. Ma ammetto che sentirsi desiderati e idolatrati, in quei due anni fu una sensazione molto appagante e a tratti rischiò di diventare quasi una dipendenza. Per fortuna alcuni momenti di pausa per le ferie estive/invernali aiutarono sempre a tenere il giusto distacco.
Qualche volta ci vedemmo da me quando aveva voglia di farmi più pompini uno dietro l'altro, ma la maggior parte delle volte fu da lui in negozio a fine turno.
Purtroppo, tutto finì quando Giacomo dovette partire per l’Erasmus e al suo ritorno si fidanzò.
Ora non credo mi ricapiterà più nulla del genere, ma è stato bello condividere con voi quest’esperienza di vita.
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