Prostituzione... decadenza ed esaltazione

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interviste

Si dice sia l’arte più antica.
E’ stata celebrata in tante opere.
Spesso è stata al centro di scandali.
Sovente diventa una dipendenza e causa di rotture di famiglie.
Oggi è talmente un’abitudine che non fa più notizia.

Tanti politici l’hanno osteggiata.
Altri l’hanno esaltata.

DeAndrè ha detto che c’è chi l’amore lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione, Bocca di rosa né l’uno, né l’altra, lei lo faceva per passione.
E credo sia qui la discriminante chiave. La libertà di scelta. Sta tutto qui.

Ma se fino a 10 anni fa si parlava tanto del mondo del porno e sempre meno della prostituzione, perché non era più l’unica fonte di sesso nella sua versione taboo, ormai da qualche anno è in un qualche modo ritornata alla ribalta sottoforma di varie piattaforme, tra le quali OF è la più famosa.
Perché anche se non vogliamo ammetterlo, OF è semplicemente una piattaforma legata a una prostituzione digitalizzata.
E a voler essere ancora più schietti, se la prostituzione di per sé non è reato, lo sono il favoreggiamento e lo sfruttamento.
E non so voi, ma OF, mi sembra un favoreggiamento bello e buono. E per quanto mi riguarda lo chiuderei domani.

Ora non voglio fare il moralista, ma trovo folle che da un lato il politicamente corretto metta tanti limiti sulle parole da usare nei diversi contesti, e non si preoccupi invece di capire perché la prostituzione sia ancora così presente al giorno d’oggi, nonostante le nostre società si definiscano civilizzate.
Perché per quanto mi riguarda, se il primo segno di civiltà di una società è la capacità di occuparsi di un ammalato perché guarisca, non capisco perché non siamo in grado di fare in modo che questo riguardi anche la possibilità di uomini e donne di avere un’entrata economica, senza dover usare il proprio corpo in modalità che coinvolgano la loro sfera sessuale.

Sono discorsi profondi lo so, ma se penso a questo sito, raramente si vedono racconti che coinvolgono prostitute o gigolò.
I racconti, infatti, in genere coinvolgono le fantasie nei più disparati contesti e situazioni. Oppure sono persone che vogliono descrivere eventi reali, scegliendo di condividerlo qui come mezzo di eccitazione personale e/o altrui.
Ma la prostituzione non è mai una di queste fantasie, o raramente.
Perché la fantasia vorrebbe che dietro a un qualcosa a sfondo sessuale, non ci sia uno scambio di denaro, perché altrimenti il concetto di base della spontaneità verrebbe a cadere.
E’ la spontaneità dell’eros e del sesso, a rendere il tutto così bello, perché l’altra persona (o le altre persone…) sceglie di stare con noi in quel determinato momento, senza che siano i soldi a determinare quella scelta. E quanto quel momento sia speciale dipende da tante variabili.
Non so voi, ma io ritengo che la prostituzione sia la rassegnazione o la scorciatoia, di chi ricerca l’eccitazione fisica e il piacere fisico in un modo molto rapido e banale, risolvendo il tutto usando dei soldi per raggiungere il proprio obiettivo senza fare fatica.
E quel qualcuno vede nella persona che ha davanti solo un pezzo di carne, come se fosse dal macellaio, e non una persona con una sua psicologia, emozioni e sensazioni.

E ripeto non sto condannando, è di nuovo una questione di scelta, che finché rimane entro dei confini di mutuo rispetto, può comunque starci. Diventa uno scambio economico come qualsiasi transazione.
Io dal mio canto trovo ripugnante l’idea di pagare qualcuno/a per delle prestazioni sessuali. Credo che avrei uno schifo addosso che mi impedirebbe il fatto base di essere in grado di eccitarmi.

Concludo dicendo, che quello che le nostre società perbeniste dovrebbero cercare di fare, sarebbe quello di cercare di ridiscutere il significato di sessualità e di affettività.

Abbiamo delle dissonanze troppo forti, degli estremi nella quotidianità che rasentano la follia.
Da un lato gridiamo la libertà totale dei diritti, il femminismo estremo come la libertà massima della donna di poter fare quello che vuole del proprio corpo.
E dall’altro, questa libertà, porta al fatto di ricavare soldi dal mostrarsi nuda su di uno schermo a degli sconosciuti eccitati, che potrebbero essere i loro padri, fratelli, figli.
Questa a parer mio è una libertà malata.

Da un lato la nostra società che si professa cristiana e piena di valori, si domanda come sia possibile la crisi della famiglia e la denatalità galoppante.
Dall’altro non passa giorno senza che non si verifichino casi di femminicidio, a conferma del fatto che sul piano dell’affettività c’è una crisi talmente profonda, che dovremo interrogarci su come le nostre e la nostra società stia crescendo gli uomini e le donne del domani.

Perché poi all’atto pratico, fuori dalle nostre case, nelle piazze ci professiamo cristiani senza sapere nemmeno cosa voglia dire veramente questa cosa. Mentre poi dentro le mura delle nostre case, le botte alle nostre compagne/compagni non mancano. Oppure sempre dietro quelle mura, ci chiudiamo in camera o in bagno a guardare quei corpi nudi sullo schermo del PC o del telefono, mentre nell’altra stanza ci sono i nostri partner con i nostri figli, ai quali però diciamo che i ragazzi e le ragazze che si mostrano su quei siti sono dei/delle poco di buono.

Che strano, e pensare che per me i poco di buono sono coloro che pagano per guardare.

Insomma volevo essere più diplomatico, ma poi la vena polemica ha preso il sopravvento.

Ma sapete, oggi mi sono sentito dare dell’ingenuo perché mi ostinavo a dire che un uomo che va a prostitute dovrebbe vergognarsi. Mi è stato detto che è il mestiere più vecchio del mondo, e che se alla donna va bene allora non ci sono problemi.
Se la realtà è questa, spero di restare ingenuo ancora a lungo. Lo spero veramente. Perché in caso contrario, non riuscirei più a guardarmi allo specchio la mattina.
scritto il
2024-04-07
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