Io e mamma sottomettiamo mia sorella CH.1

di
genere
incesti

Violenza e abusi nella vita reale sono ripudiati.

Era ormai quasi un ora che aspettavo che mia madre uscisse dal bagno, era entrata per farsi una doccia e io non vedevo l'ora che uscisse per fiondarmi sul suo intimo usato.
Ero sul divano nel corridoio annoiato e eccitato che non sapevo cosa fare.
A volte riuscivo a spiare dalla serratura e intravedere qualcosa ma non questa volta.
Questa volta potevo solo limitarmi a immaginare il sapone scendere sulle sua grandi tette sode, scendere fin giù la sua pancia, e scorrere l'interno coscia.
Era una donna molto bella, lunghi capelli neri, una donna che mascherava completamente gli anni che aveva, molto giovanile anche per tutto lo sport che faceva, due labbra carnose... un grosso culo sodo...
Aveva due piedi da regina, curati e puliti, vederla quando metteva i tacchi mi ipnotizzava.

Continuavo ad aspettare massaggiandomi svogliatamente il cazzo, senza accorgermi che mia sorella passava dal corridoio.
Notando disgustata la mia mano sui pantaloni espresse il suo fastidio "smettila sempre con quella mano".
Io in tutta sincerità me ne fregai poco, anche e soprattutto perchè dopo poco mia madre uscì dal bagno, coperta da un telo bianco intorno al corpo, la pelle ancora umida e i lunghi capelli raccolti.
Il cazzo non nascondo che mi diventò di marmo, anche perchè il telo che la copriva non riusciva a mantenere le sue tette bagnate che sembravano voler scappare fuori.
Sin da che avevo memoria mia madre aveva avuto un rapporto preferenziale con me.
Nei confronti di mia sorella usava una rudezza che con me non aveva.
Io aspettai pochi minuti e entrai nel bagno, chiusi la porta e iniziai a cercare quello che aspettavo da troppo tempo.
Le mutande e il reggiseno erano li, li presi e mentre sentivo l'odore forte mi iniziai a segare.
A volte le mutande di mia madre avevano un odore più forte del solito, io ero abbastanza grande per capire perchè.
Questa era una di quelle volte, e proprio come le altre, leccando le mutandine il sapore era meraviglioso, le mutandine erano piene degli umori della sua figa.
La troia stava ovulando, aveva così tanta voglia di cazzo che colava dalla figa.
Inutile dire che dopo pochi minuti a leccare il suo sapore presi il reggiseno e ci sborrai sopra forte.
Questo errore mi sarebbe costato caro, mi ero lasciato trasportare e dovevo cercare di pulire come potevo il disastro che avevo combinato...
Nonostante questo, ero venuto un sacco ma era come se avessi ancora voglia...

La giornata continuò tranquillamente, avevo pulito il reggiseno come potevo ma una macchia era rimasta, non visibile con attenzione ma per un occhio attento... non mi rimaneva che sperare, il danno era fatto
Nella serata mia sorella come al solito usciva, e anche quella sera rimasi solo con mamma.
Nella notte senti dei rumori davvero impercettibili provenire dalla sua camera, tant'è che all'inizio pensai a qualche suono prodotto dal vento.
Avvicinandomi dal corridoio iniziai a capire...
Erano piccoli gemiti di godimento e il suo respiro affannoso, affacciandomi capii subito cosa stava succedendo.
La vacca si stava masturbando forte, era talmente eccitata che non si fermava un attimo.
Quello che vidi però mi lasciò completamente stordito.
Mentre si masturbava con un grosso vibratore, alla sua bocca portava il reggiseno, lo stesso su cui la mattina avevo eruttato tutta la mia sborra.
Mamma stava leccando tutta la sborra dal reggiseno e la sua figa era talmente bagnata che ogni volta che il vibratore ci sbatteva sopra emetteva dei suoni bagnati.
Le sue tette sudate erano torturate dall'alta mano e i capezzoli tirati forte, i suoi piedi di femmina ricurvi dal godimento.
Ad un certo punto la vidi rallentare e fermarsi per qualche secondo.
Ero così perso in quella visione che non mi resi conto che a un certo punto gli occhi di lei erano fermi su di me.
Mentre il mio sguardo era perso nella visione di quella cagna in calore che si contorceva dal piacere, il suo sguardo incrociava il mio.
Ovviamente il mondo mi crollò addosso... lei mi fissava e quegli attimi di gelo tra di noi parvero durare un'infinità
Ad un certo punto, la sua faccia di ghiaccio, iniziò a mutare, inarcando il labbro mi accenno un sorrisino.
Molto lentamente la mano ricominciò a muoversi, l'odore di donna nell'aria era fortissimo.
Lentamente, senza distogliere lo sguardo dal mio incominciò a leccare il reggiseno più forte che poteva e tirando fuori la lingua dava lunghe leccate verticali sulla chiazza di sborra.
Tutto questo tempo non ho potuto fare altro che rimanere immobile fino a che lei non emise un gemito più forte e dopo uno spasmo incontrollato squirtò una forte gettata che arrivò in parte anche sul pavimento.
Io silenziosamente mi allontanai e non feci altro che pensare a quello che avevo visto tutta la notte.

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scritto il
2023-09-29
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