Io e mamma sottomettiamo mia sorella CH.2

di
genere
incesti

Violenza e abusi nella vita reale sono ripudiati.

Quello che era successo la notte prima era un ricordo misto a confusione che non riuscivo a mettere a fuoco.
Avevo sempre desiderato mia madre, ma vederla esprimere la sua natura bestiale mi aveva sconvolto.
Appena potevo mi chiudevo nel bagno in lunghe sessioni di masturbazione, ma quando incrociavo mia madre per casa rimanevo pietrificato.
Lei sembrava essere completamente indifferente e anzi aveva una vitalità rinvigorita.
Girava in casa praticamente nuda, reggiseno e mutande, non di più, tanto che anche mia sorella inizio a chiedere spiegazioni, ma mia madre le rispondeva con arroganza
Ad un certo punto mia sorella si lamentò come al solito: "mamma la vuoi smettere di girare per casa così davanti a tuo figlio?".
Nostra madre la prese per il collo e la bloccò contro il muro, e guardandola fissa negli occhi con uno sguardo di dominio e un sorrisetto sulle labbra le disse: "io sono libera in questa casa di comportarmi come mi pare".
La stringeva e mi sorella la guardava sottomessa, io ero li e osservavo in silenzio.
"Sono una donna e sono libera di sentirmi fieramente troia in casa mia, e da oggi in poi visto che fai tante storie le regole sono cambiate, da oggi ti è proibito stare in casa con vestiti, al massimo ti concedo l'intimo".
Detto questo le strappò la maglietta di dosso, e sfilandole i pantaloni con forza mentre la teneva bloccata le rideva in faccia.
Mia sorella ripeteva soltanto: "sei pazza fermati".
Quando le tolse le scarpe e le calze mia sorella sussultò quando i suoi piedini nudi toccarono il pavimento, si sentiva in completa balia di nostra madre.
Era praticamente nuda e vederla così mi fece davvero eccitare ma soprattutto mi eccitava vedere mia madre dominarla.
Le sue tette erano grosse e sode, non come quelle di nostra madre ma quasi.
Il suo culo rotondo diventò rosso quando nostra madre la sculacciò forte dicendo: "da oggi in poi in questa casa cambia musica".

Quando mia sorella ad un certo punto iniziò ad abituarsi ai nuovi comportamenti di mia madre, sembrava quasi aver preso gusto nel vivere la sua routine senza vestiti.
Si muoveva per casa più libera e a volte sembrava quasi sculettare quando camminava davanti a noi.
Nostra madre la guardava, anche lei in intimo, e commentava "brava troia".
Piano piano i commenti si fecero sempre più spinti: "ti piace camminare con le mutande nella figa?".
Mia sorella le rispondeva: "si mamma mia piace".
Io mi sborravo sempre di più pensando a quello che succedeva.
Ad ognuno piaceva la situazione che si era creata.
Mia madre dominava mia sorella e lei era sempre più accondiscendente.

Un giorno però, superò ogni aspettativa.
Mi chiamò e mi chiese una mano per prendere una pentola da un ripiano più alto.
Al che mi diressi a prendere la scala ma immediatamente lei mi afferò per il polso: "fermo, se mi sollevi facciamo prima".
Lei era come al solito ormai in mutande e prendendola in braccio da dietro per sollevarla mi ritrovai il suo culo in faccia.
Era chiaro che non stesse facendo nulla per evitare che spingesse sulla faccia, anzi, sembrava che ci volesse mettere più tempo di quello necessario.
Dopo tutto quello che avevo sopportato questo per me era davvero troppo, avevo ormai il suo culo aperto sulla mia faccia e la mutandina che le copriva faceva uscire le labbra della figa da fuori.
Credo di essere impazzito quando ho visto l'alone umido che la troia aveva fatto scolare sulle mutande.
Persi completamente il controllo e iniziai a leccare e succhiare la figa della donna che una volta era mia madre ma adesso per me era solo una cagna da possedere.
Lei inizio a godere rumorosamente e quando la misi giù per stare più comodi lei mi saltò su e iniziò a baciarmi con desiderio leccandomi e succhiandomi la lingua.
Un attimo dopo mi prese per il collo, e sorridendomi mi disse: "devi essere impazzito a voler fare certe cose alla donna che ti ha messo al mondo".
Dopo questo quando ancora mi teneva per il collo mi diede uno schiaffo forte che mi fece barcollare e in un attimo andò via e mi lasciò solo li.
Rimasi a pensare alcuni minuti e la rabbia prendeva il sopravvento.
Si stava chiaramente prendendo gioco di me e io ero la sua preda.
Avevo leccato la figa di quella cagna e avevo bevuto i sui umori, non riuscivo a pensare ad altro, ero come drogato.
La cercai per tutta la casa quando sentii la doccia scorrere.
In un giorno qualunque sarei andato allo spioncino della porta per spiarla e vedere il suo corpo nudo.
Non avevo intenzione di fare lo stesso, mi avvicinai alla porta e la aprì di scatto.

woodstuff90@proton.me
scritto il
2023-10-12
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