Antonella, sogno adolescenziale
di
PensieriLiberi
genere
etero
Lo so, è un racconto ricorrente, ma mi è successo veramente e quindi ci tengo a raccontare anche la mia esperienza. Perché sono passati più di 10 anni, eppure quando ripenso a quell’avventura, sento ancora il cuore scoppiare. Avevo da poco compiuto 18 anni, quando realizzai la più grande fantasia che un adolescente possa avere nella sua mente, ossia andare a letto con una 40enne (in realtà anche di più, mi pare 44, per l’esattezza). Sinceramente, se ripenso alle circostanze che mi hanno portato a questo non ne vado chissà quanto fiero, non si comporterebbe così una persona di sani principi, ma tanto non lo sono. E' successo perché volevo che succedesse, e ancora oggi mi eccita particolarmente ripensarci.
Filippo era il mio migliore amico, sono cresciuto con lui: anni e anni di calci al pallone, inseguendo il sogno di diventare calciatori. Sogno mai realizzato, ma in compenso se ne è avverato un altro... Ricordo ancora distintamente quando tutto cambiò nella mia testa. Andavo sempre a casa sua dopo scuola, e forse è proprio vero che il desiderio scaturisce da ciò che vedi ogni giorno. Non avevo mai pensato a sua mamma, Antonella, in maniera diversa dalla signora tanto gentile che ci preparava la merenda, il caffè e tante altre piccole accortezze. Quel pomeriggio avevamo appena finito un torneo di preparazione al campionato, quando la vidi davanti a me, sdraiata su un fianco sul prato. Mi accorsi solo in quell'esatto istante che aveva un gran bel culo: indossava dei pantaloni estivi molto, ma molto aderenti, che permettevano di apprezzare al meglio le sue forme. Era una donna prosperosa Antonella, con tutte le forme al posto giusto. Insomma, la visione di quel culo cambiò radicalmente il mio modo di guardarla, e di rapportarmi a lei. Ricordo che quel giorno, tornato a casa, mi masturbai subito pensando a lei, perché provavo un'incredibile eccitazione. La mamma del mio miglior amico, chi mai ci avrebbe minimamente pensato! Quella sera stessa contattai Filippo per chiedergli cosa avrebbe fatto, mi disse che era stanco della partita e non aveva voglia di uscire, e mi chiese di andare da lui a vedere il posticipo della Serie A. Non potevo sperare di meglio, era la scusa giusta per rivederla. Da quella sera ne seguirono molte altre, sempre più di frequente, in cui non perdevo occasione di andare a casa sua, sempre e solo con un unico obiettivo, gustarmi la visione della mamma per potermi masturbare con più gusto la sera al mio ritorno.
Passarono tanti mesi, forse anche più di un anno, prima che qualcosa cambiasse. Non avevo proprio il coraggio di tentare un approccio, era la mamma di Filippo! La signora che mi veniva a prendere a scuola alle elementari quando i miei genitori non potevano. Che figura ci avrei fatto? Ma più andavo da loro e più erano le occasioni in cui mi capitava di vedere Antonella in abiti succinti. Addirittura mi capitò di vederla in mutande e reggiseno, mentre andava sulla cyclette. Non potevo crederci, ed era così difficile per me resistere. Mi chiedevo sempre se lo facesse per provocarmi o semplicemente perché mi considerava come uno di famiglia. Erano sempre presenti anche il figlio ed il marito, quindi davo per scontato che fosse la seconda ipotesi. Cercavo anche di andare a casa loro quando ero sicuro che fosse da sola, con futili motivi: un foglio da stampare, un gioco della Play da restituire, qualsiasi scusa era buona. E lei era sempre gentilissima, parlavamo tanto del più e del meno ogni volta che capitava.
Finché mi decisi finalmente a fare qualcosa, non potevo più andare avanti così. O smettevo di pensare a lei, o passavo all'azione. Così un giorno andai in bagno e trovai il cellulare di Filippo, probabilmente lo aveva dimenticato lì. Mi chiusi dentro e, sbirciando nella rubrica, mi segnai il numero della mamma. Non vedevo l’ora che fosse il giorno dopo, quando sapevo che sarebbe stata sola: le mandai così un messaggio verso metà mattinata, molto infantile, ma mi serviva un modo per rompere il ghiaccio.
“Scusa, mi sono trovato il tuo numero memorizzato in rubrica, ma non so chi sei”. Lo visualizzò subito e mi rispose: “Sono Antonella, la mamma di Filippo. Dalla foto del profilo dovresti essere Giacomo. Scusa, ma perché hai il mio numero?”
E ora che le rispondo? - pensai - Vado a braccio! “Non lo so perché, ma sono contento di averlo fatto, almeno possiamo sentirci, è così interessante parlare con te!”
Non mi rispose a quel messaggio, e a quel punto non sapevo cosa aspettarmi quando ci saremmo rivisti. Tra me e me mi chiedevo: chissà come avrà reagito, se le avrà fatto piacere o se la cosa l’avrà lasciata totalmente indifferente.
Qualche giorno dopo Filippo mi consegnò il loro PC, perché aveva bisogno di installare l'antivirus e altri programmi: era poco avvezzo con l’informatica, e come spesso succedeva, chiese il mio aiuto. Non potevo lasciarmi scappare l’occasione di cercare ovunque materiale che potesse ricondurmi a lei. Trovai subito alcune foto delle vacanze, dove potei ammirare Antonella in costume... mmm che voglia di slacciarle quel costume per poter gustarmi i suoi seni rigogliosi.
Ma il vero infarto mi venne quando trovai un video di una festa tra amici, dove lei probabilmente, in preda ai fumi dell'alcool, faceva uno spogliarello ironico, ma per me estremamente eccitante. Era rimasta in mutande e reggiseno, ahimè niente spogliarello completo, ma tanto mi bastò per perdere completamente la testa. Rividi quel video tante di quelle volte, da conoscere ogni suo frame a memoria. Fu il colpo finale alle mie inibizioni, non potevo più trattenermi.
Per restituire il PC aspettai il giorno in cui sapevo che non ci sarebbero stati né Filippo né il papà. Arrivai a casa loro, e il piano funzionò fin da subito alla perfezione: Antonella era da sola! Mi fece salire, e iniziò a ringraziarmi subito per il lavoro svolto. Mentre le mostravo tutte le nuove funzionalità del PC, mi chiese se poteva pagarmi per questo favore. Mi girai verso di lei: aveva un vestito molto leggero che, essendo seduta li al mio fianco, era salito ben sopra il ginocchio... che cosce irresistibili! Approfittai della vicinanza per sbirciare anche nella sua scollatura, e rischiai di perdere il controllo anche solo intravedendo il solco tra i suoi seni prosperosi. A quel punto decisi di rischiare il tutto per tutto, ben consapevole dell'azzardo che stavo compiendo. Feci partire il video del suo spogliarello, e mettendole una mano sulla coscia le dissi: “per te e Filippo questo e altro, non ci ho impiegato tanto, però se insisti, potresti ripagarmi terminando quello che si vede nel video”, con la chiara allusione di restare nuda di fronte a me.
Lei si irrigidì, si alzò di scatto allontanandosi da me, e iniziò a dire “che vergogna, che vergogna” per poi rimproverarmi pesantemente. “Sei il miglior amico di Filippo, che stai dicendo, sei pazzo?! Ecco perché sei sempre qui, anche quando lui non c’è, ora capisco tante cose!”
Avevo due possibilità: o chiederle scusa e scappare, o andare all in. Optai per la seconda chance, pensando "quel che succede, succede". Mi alzai, andai verso di lei, le presi le mani, e chiedendole scusa per il mio comportamento le dissi che da tempo ormai non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma che era la sua sensualità a provocare in me tutto questo. A quel punto provai a baciarla, ma lei prontamente si scansò, cercando di sfuggire alla mia presa. Per tutta risposta la avvicinai ancora di più a me, stringendola forte, dicendole di non preoccuparsi, di lasciarsi andare, che sapevo che lo voleva anche lei. Antonella continuava a scuotere la testa, cercando di divincolarsi, ma lo vedevo che lo faceva sempre con meno convinzione. Iniziai così a baciarla sul collo, e finalmente si rilassò e prese lei l’iniziativa, sollevandomi la testa, e avvicinando le mie labbra alle sue. Ci abbandonammo al destino, e dopo un lungo bacio appassionato, si spogliò davanti a me, proprio come avevo sempre sperato che terminasse quel video: eccoli i suoi meravigliosi seni finalmente liberi alla mia vista, e che sorpresa scoprire la sua fighetta completamente rasata. Ci spostammo in camera sua, dove mi spogliai anche io: penso che fino a quel giorno non avessi mai avuto il cazzo così in tiro. Una volta sdraiati sul letto ricordo di avergliela leccata a lungo: lei si contorceva dal piacere, ansimava forte, mi tirava i capelli. Poi mi implorò di metterglielo dentro, era fantastico quello che stava capitando. Entrai dentro di lei, mi sembrava di vivere un sogno, invece era tutto vero. Avevo il mio cazzo dentro di lei, spingevo con più foga possibile, volevo fare bella figura, volevo farla godere tanto. Pensavo che sarei stato soggiogato dall'ansia da prestazione, e invece, incredibilmente, quella nostra prima volta durai tantissimo.
La nostra relazione andò avanti per qualche mese, fino a quando ahimè il senso di colpa di entrambi verso Filippo non ci distrusse e decidemmo di smettere. Ancora oggi la considero l’avventura più trasgressiva della mia vita.
Filippo era il mio migliore amico, sono cresciuto con lui: anni e anni di calci al pallone, inseguendo il sogno di diventare calciatori. Sogno mai realizzato, ma in compenso se ne è avverato un altro... Ricordo ancora distintamente quando tutto cambiò nella mia testa. Andavo sempre a casa sua dopo scuola, e forse è proprio vero che il desiderio scaturisce da ciò che vedi ogni giorno. Non avevo mai pensato a sua mamma, Antonella, in maniera diversa dalla signora tanto gentile che ci preparava la merenda, il caffè e tante altre piccole accortezze. Quel pomeriggio avevamo appena finito un torneo di preparazione al campionato, quando la vidi davanti a me, sdraiata su un fianco sul prato. Mi accorsi solo in quell'esatto istante che aveva un gran bel culo: indossava dei pantaloni estivi molto, ma molto aderenti, che permettevano di apprezzare al meglio le sue forme. Era una donna prosperosa Antonella, con tutte le forme al posto giusto. Insomma, la visione di quel culo cambiò radicalmente il mio modo di guardarla, e di rapportarmi a lei. Ricordo che quel giorno, tornato a casa, mi masturbai subito pensando a lei, perché provavo un'incredibile eccitazione. La mamma del mio miglior amico, chi mai ci avrebbe minimamente pensato! Quella sera stessa contattai Filippo per chiedergli cosa avrebbe fatto, mi disse che era stanco della partita e non aveva voglia di uscire, e mi chiese di andare da lui a vedere il posticipo della Serie A. Non potevo sperare di meglio, era la scusa giusta per rivederla. Da quella sera ne seguirono molte altre, sempre più di frequente, in cui non perdevo occasione di andare a casa sua, sempre e solo con un unico obiettivo, gustarmi la visione della mamma per potermi masturbare con più gusto la sera al mio ritorno.
Passarono tanti mesi, forse anche più di un anno, prima che qualcosa cambiasse. Non avevo proprio il coraggio di tentare un approccio, era la mamma di Filippo! La signora che mi veniva a prendere a scuola alle elementari quando i miei genitori non potevano. Che figura ci avrei fatto? Ma più andavo da loro e più erano le occasioni in cui mi capitava di vedere Antonella in abiti succinti. Addirittura mi capitò di vederla in mutande e reggiseno, mentre andava sulla cyclette. Non potevo crederci, ed era così difficile per me resistere. Mi chiedevo sempre se lo facesse per provocarmi o semplicemente perché mi considerava come uno di famiglia. Erano sempre presenti anche il figlio ed il marito, quindi davo per scontato che fosse la seconda ipotesi. Cercavo anche di andare a casa loro quando ero sicuro che fosse da sola, con futili motivi: un foglio da stampare, un gioco della Play da restituire, qualsiasi scusa era buona. E lei era sempre gentilissima, parlavamo tanto del più e del meno ogni volta che capitava.
Finché mi decisi finalmente a fare qualcosa, non potevo più andare avanti così. O smettevo di pensare a lei, o passavo all'azione. Così un giorno andai in bagno e trovai il cellulare di Filippo, probabilmente lo aveva dimenticato lì. Mi chiusi dentro e, sbirciando nella rubrica, mi segnai il numero della mamma. Non vedevo l’ora che fosse il giorno dopo, quando sapevo che sarebbe stata sola: le mandai così un messaggio verso metà mattinata, molto infantile, ma mi serviva un modo per rompere il ghiaccio.
“Scusa, mi sono trovato il tuo numero memorizzato in rubrica, ma non so chi sei”. Lo visualizzò subito e mi rispose: “Sono Antonella, la mamma di Filippo. Dalla foto del profilo dovresti essere Giacomo. Scusa, ma perché hai il mio numero?”
E ora che le rispondo? - pensai - Vado a braccio! “Non lo so perché, ma sono contento di averlo fatto, almeno possiamo sentirci, è così interessante parlare con te!”
Non mi rispose a quel messaggio, e a quel punto non sapevo cosa aspettarmi quando ci saremmo rivisti. Tra me e me mi chiedevo: chissà come avrà reagito, se le avrà fatto piacere o se la cosa l’avrà lasciata totalmente indifferente.
Qualche giorno dopo Filippo mi consegnò il loro PC, perché aveva bisogno di installare l'antivirus e altri programmi: era poco avvezzo con l’informatica, e come spesso succedeva, chiese il mio aiuto. Non potevo lasciarmi scappare l’occasione di cercare ovunque materiale che potesse ricondurmi a lei. Trovai subito alcune foto delle vacanze, dove potei ammirare Antonella in costume... mmm che voglia di slacciarle quel costume per poter gustarmi i suoi seni rigogliosi.
Ma il vero infarto mi venne quando trovai un video di una festa tra amici, dove lei probabilmente, in preda ai fumi dell'alcool, faceva uno spogliarello ironico, ma per me estremamente eccitante. Era rimasta in mutande e reggiseno, ahimè niente spogliarello completo, ma tanto mi bastò per perdere completamente la testa. Rividi quel video tante di quelle volte, da conoscere ogni suo frame a memoria. Fu il colpo finale alle mie inibizioni, non potevo più trattenermi.
Per restituire il PC aspettai il giorno in cui sapevo che non ci sarebbero stati né Filippo né il papà. Arrivai a casa loro, e il piano funzionò fin da subito alla perfezione: Antonella era da sola! Mi fece salire, e iniziò a ringraziarmi subito per il lavoro svolto. Mentre le mostravo tutte le nuove funzionalità del PC, mi chiese se poteva pagarmi per questo favore. Mi girai verso di lei: aveva un vestito molto leggero che, essendo seduta li al mio fianco, era salito ben sopra il ginocchio... che cosce irresistibili! Approfittai della vicinanza per sbirciare anche nella sua scollatura, e rischiai di perdere il controllo anche solo intravedendo il solco tra i suoi seni prosperosi. A quel punto decisi di rischiare il tutto per tutto, ben consapevole dell'azzardo che stavo compiendo. Feci partire il video del suo spogliarello, e mettendole una mano sulla coscia le dissi: “per te e Filippo questo e altro, non ci ho impiegato tanto, però se insisti, potresti ripagarmi terminando quello che si vede nel video”, con la chiara allusione di restare nuda di fronte a me.
Lei si irrigidì, si alzò di scatto allontanandosi da me, e iniziò a dire “che vergogna, che vergogna” per poi rimproverarmi pesantemente. “Sei il miglior amico di Filippo, che stai dicendo, sei pazzo?! Ecco perché sei sempre qui, anche quando lui non c’è, ora capisco tante cose!”
Avevo due possibilità: o chiederle scusa e scappare, o andare all in. Optai per la seconda chance, pensando "quel che succede, succede". Mi alzai, andai verso di lei, le presi le mani, e chiedendole scusa per il mio comportamento le dissi che da tempo ormai non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma che era la sua sensualità a provocare in me tutto questo. A quel punto provai a baciarla, ma lei prontamente si scansò, cercando di sfuggire alla mia presa. Per tutta risposta la avvicinai ancora di più a me, stringendola forte, dicendole di non preoccuparsi, di lasciarsi andare, che sapevo che lo voleva anche lei. Antonella continuava a scuotere la testa, cercando di divincolarsi, ma lo vedevo che lo faceva sempre con meno convinzione. Iniziai così a baciarla sul collo, e finalmente si rilassò e prese lei l’iniziativa, sollevandomi la testa, e avvicinando le mie labbra alle sue. Ci abbandonammo al destino, e dopo un lungo bacio appassionato, si spogliò davanti a me, proprio come avevo sempre sperato che terminasse quel video: eccoli i suoi meravigliosi seni finalmente liberi alla mia vista, e che sorpresa scoprire la sua fighetta completamente rasata. Ci spostammo in camera sua, dove mi spogliai anche io: penso che fino a quel giorno non avessi mai avuto il cazzo così in tiro. Una volta sdraiati sul letto ricordo di avergliela leccata a lungo: lei si contorceva dal piacere, ansimava forte, mi tirava i capelli. Poi mi implorò di metterglielo dentro, era fantastico quello che stava capitando. Entrai dentro di lei, mi sembrava di vivere un sogno, invece era tutto vero. Avevo il mio cazzo dentro di lei, spingevo con più foga possibile, volevo fare bella figura, volevo farla godere tanto. Pensavo che sarei stato soggiogato dall'ansia da prestazione, e invece, incredibilmente, quella nostra prima volta durai tantissimo.
La nostra relazione andò avanti per qualche mese, fino a quando ahimè il senso di colpa di entrambi verso Filippo non ci distrusse e decidemmo di smettere. Ancora oggi la considero l’avventura più trasgressiva della mia vita.
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