Camerini - storia vera
di
LeoneMarcello
genere
esibizionismo
Devo andare ad acquistarmi dei jeans.
Sono le 19:30 si chiude alle 20:00. Prendo il modello e subito scorgo una bella signora quarantenne che sta scegliendo un abito da sera;noto i suoi bellissimi occhi e le forme mature ancora molto piacenti.
Andiamo verso i camerini, vi é uno specchio al di fuori e dentro agli stessi.
La solita tenda che se la tiri da una parte scopre dall'altra:ognuno entra nel proprio.
Mi provo i jeans, troppo stretti me li abbasso e come spesso capita mi si abbassano i boxer, alzo lo sguardo che rimabalza tra gli specchi;specchi che mi fanno vedere il sorriso di lei che guarda compiacente.
La guardo, lei con un bel reggiseno di pizzo bianco, una quarta abbondante e dei collant color pelle che non mi facevano capire se coprissero o meno degli slip.
Mi copro piú per pudicizia che per convinzione:la osservo e noto che l'abito le sta largo.
“Mi prende, per cortesia una taglia piú piccola?“
Non me lo faccio ripetere, esco scalzo con i jeans aperti, prendo la taglia piú larga per me e piú stretta per lei.
La commessa, sui 30 anni, con gonna scura, camicia bianca mi accompagna ai camerini perché ormai quasi ora di chiusura.
Allungo il vestito, lo indossa.
"Le consiglio di togliersi il reggiseno" dice la commessa.
"Mi aiuti, per cortesia? “
Le slaccio il reggiseno, se lo sfila.
L'abito rosso le segna il seno facendo vedere i contorni dei capezzoli.
"Provi a togliersi i collant si vedono dove terminano, l'aiuto io"
"Non serve", le gote si arrossano ma, con poca convinzione, fa un gesto per tenere il vestito abbassato. Ci guardiamo ma lo volevamo entrambi.
Abbassa i collant, si vede un bellissimo pube con una peluria ben curata: ogni dubbio precedente fugato.
Le grandi labbra avvolgevano un clitoride ancora timidamente protetto per poi permettere la vista di un sesso che sicuramente non lesinava attenzioni.
"Fantastica, anch'io non le uso quasi mai" Il viso era a livello del suo sesso mentre parlava.
"Vede? “
Si alza la gonna, mostra dei collant neri che tendono coperto e chiuso il suo sesso.
La signora emette un respiro piú intenso guardando il sesso della ragazza e volgendo lo sguardo prima verso i miei occhi e poi verso i jeans che essendo aperti avevano pemesso alla mia cappella di far capolino dai boxer.
La commessa si toglie i collant.
"Vede? Alla fine si sta meglio"
"Il vestito le sta a pennello"
"Ha ragione, lo prendo"
“Avvicinati ed aiutami“
L'abito scende.
La commessa seduta sulla panca del camerino prende il sedere di lei e comincia a leccare il sesso.
Lei me lo prende deciso e lo fa puntare alla sua rosellina.
La commessa si toglie la camicia mostrando una timida terza con l'areola dei capezzoli appena segnati; il suo sesso rimane nascosto dalle sue gambe ancora chiuse.
Immerge la lingua, affondo il mio.
"Si prega di venire alle casse"
Arrivo... il frutto del piacere va a ricoprire anche l'abito.
La commessa lo prende e me lo fa puntare nel suo sesso: entro deciso per consentire di raccogliere le ultime gocce.
"Si prega di venire..."
Sono le 19:30 si chiude alle 20:00. Prendo il modello e subito scorgo una bella signora quarantenne che sta scegliendo un abito da sera;noto i suoi bellissimi occhi e le forme mature ancora molto piacenti.
Andiamo verso i camerini, vi é uno specchio al di fuori e dentro agli stessi.
La solita tenda che se la tiri da una parte scopre dall'altra:ognuno entra nel proprio.
Mi provo i jeans, troppo stretti me li abbasso e come spesso capita mi si abbassano i boxer, alzo lo sguardo che rimabalza tra gli specchi;specchi che mi fanno vedere il sorriso di lei che guarda compiacente.
La guardo, lei con un bel reggiseno di pizzo bianco, una quarta abbondante e dei collant color pelle che non mi facevano capire se coprissero o meno degli slip.
Mi copro piú per pudicizia che per convinzione:la osservo e noto che l'abito le sta largo.
“Mi prende, per cortesia una taglia piú piccola?“
Non me lo faccio ripetere, esco scalzo con i jeans aperti, prendo la taglia piú larga per me e piú stretta per lei.
La commessa, sui 30 anni, con gonna scura, camicia bianca mi accompagna ai camerini perché ormai quasi ora di chiusura.
Allungo il vestito, lo indossa.
"Le consiglio di togliersi il reggiseno" dice la commessa.
"Mi aiuti, per cortesia? “
Le slaccio il reggiseno, se lo sfila.
L'abito rosso le segna il seno facendo vedere i contorni dei capezzoli.
"Provi a togliersi i collant si vedono dove terminano, l'aiuto io"
"Non serve", le gote si arrossano ma, con poca convinzione, fa un gesto per tenere il vestito abbassato. Ci guardiamo ma lo volevamo entrambi.
Abbassa i collant, si vede un bellissimo pube con una peluria ben curata: ogni dubbio precedente fugato.
Le grandi labbra avvolgevano un clitoride ancora timidamente protetto per poi permettere la vista di un sesso che sicuramente non lesinava attenzioni.
"Fantastica, anch'io non le uso quasi mai" Il viso era a livello del suo sesso mentre parlava.
"Vede? “
Si alza la gonna, mostra dei collant neri che tendono coperto e chiuso il suo sesso.
La signora emette un respiro piú intenso guardando il sesso della ragazza e volgendo lo sguardo prima verso i miei occhi e poi verso i jeans che essendo aperti avevano pemesso alla mia cappella di far capolino dai boxer.
La commessa si toglie i collant.
"Vede? Alla fine si sta meglio"
"Il vestito le sta a pennello"
"Ha ragione, lo prendo"
“Avvicinati ed aiutami“
L'abito scende.
La commessa seduta sulla panca del camerino prende il sedere di lei e comincia a leccare il sesso.
Lei me lo prende deciso e lo fa puntare alla sua rosellina.
La commessa si toglie la camicia mostrando una timida terza con l'areola dei capezzoli appena segnati; il suo sesso rimane nascosto dalle sue gambe ancora chiuse.
Immerge la lingua, affondo il mio.
"Si prega di venire alle casse"
Arrivo... il frutto del piacere va a ricoprire anche l'abito.
La commessa lo prende e me lo fa puntare nel suo sesso: entro deciso per consentire di raccogliere le ultime gocce.
"Si prega di venire..."
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