Le metamorfosi. Quando diventai una vacca (corretto)

di
genere
zoofilia

Se Kafka era stato trasformato in uno scarafaggio, io ero stata trasformata in una mucca, una bella vacca marrone dal pelo lucido e il musetto simpatico. Gli scarafaggi si possono chiudere in casa, ma le mucche hanno bisogno di aria aperta, così fui costretta a trasferirmi in una fattoria.
Quando arrivai, avevo le mammelle gonfie e doloranti, che penzolavano oscenamente dal mio corpo. Il fattore se ne accorse e subito mi munse. Fu una sensazione bellissima: mi sentivo un oggetto da spremere, non potevo ribellarmi e la sensazione delle mammelle munte che si svuotano era paradisiaca.
Dopo una rapida visita medica, appurarono che ero una vacca da riproduzione per la mia elevata fertilità e agirono subito di conseguenza. Mi sottoposero a bombardamenti ormonali settimanali che mi fecero diventare molto grassa, rendendomi la più bella e formosa tra le vacche. mi iniettavano lo sperma di toro nella vagina ad ogni ovulazione, mentre mi masturbavano. Avrebbero potuto farmi chiavare da un toro, ma molto sperma sarebbe andato perduto. Meglio così, perché non avevo perso interesse per gli umani e adoravo farmi masturbare dal veterinario. Nel tempo libero venivo munta, aggiungendo piacere al piacere. Ormai non volevo più tornare umana, volevo essere una vacca per sempre ed essere continuamente stimolata, per servire con il mio corpo l’umanità godendo.
Un giorno mi accorsi che la pancia era cresciuta e si muoveva. Il veterinario disse che erano due gemelli. Avete idea quanto siano grandi due vitelli? Il mio ventre era enorme, non riuscivo più a camminare, per brucare l’erba mi sdraiavo a terra. Tutto ciò non mi dispiaceva: mi sembrava di essere nata per essere ingravidata. Essere incinta inoltre era sexy perché avevo una strana perversione: tutte le volte che i cuccioli si agitavano mi eccitavo. Che la gravidanza fosse così vistosa da risultare una disabilità poi mi eccitava, così mi masturbavo tutto il giorno.
Fu un parto doloroso e mi portarono subito via i vitelli, perché il mio latte era prezioso in commercio. Il parto produsse molto latte, così mi allattarono a lungo, fino a farmi male. Era una sensazione fantastica però. Essere una grassa grossa vacca incinta da mungere era il mio sogno proibito. Non fece in tempo a sgonfiarsi l’addome che ricominciarono a bombardarmi di ormoni. Ormai il mio corpo era completamente sfasciato e lardoso, ma mi piaceva. In meno di un mese fui nuovamente gravida.
Ero certa che avrei partorito altri vitelli quando mi risvegliai umana. Non ne fui molto felice, ma ripresi in mano la mia vita: terminai la gravidanza con un uomo che sapeva apprezzare i ventri grassi e gravidi e poi restai incinta di nuovo. Tutti i giorni mi facevo mungere da mio marito e, chiudendo gli occhi, mi sentivo ancora una vacca.
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2024-06-04
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