La storia si ripete
di
Emsword24
genere
tradimenti
26/05/2024
ORE 17:30
Natalia accavalla le gambe e si sistema il vestito di jeans, mentre svogliatamente gira il cucchiaino nella tazzina del caffè.
Annuisce di tanto in tanto alle parole Sofia e Antonio, sua cugina e il marito di questa, seduti di fronte a lei, noncuranti del totale disinteresse dall’altra parte riguardo a come il loro figlio, di appena un anno, storpi le prime parole pronunciate; disinteresse totalmente assente in Francesco, fidanzato con Natalia da tre anni, fin troppo entusiasta nel commentare quel tenero quadretto familiare.
La vita di Francesco e Natalia aveva preso una piega tanto ordinaria quanto pressante, almeno per lei.
Si erano laureati insieme, avevano trovato lavoro nello stesso ospedale, erano andati a vivere insieme, condividevano anche il gruppo di amici; non c’era quasi mai un attimo in cui fossero separati insomma e il prossimo passo, inevitabile apparentemente, sembrava essere un figlio, un matrimonio, un qualcosa di ufficiale, di sancito, senza la prospettiva di un ritorno sui propri passi.
A Francesco brillavano gli occhi quando si cominciava a parlare di famiglia e figli, non che non succedesse la stessa cosa a Natalia, ma negli ultimi tempi qualcosa aveva cominciato a cambiare, un vuoto nello stomaco le si apriva al toccare di quelli argomenti, uno strano timore, un’incontrollabile paura mista a disagio.
Francesco va alla cassa a pagare, torna al tavolo con Antonio a prometterli che la volta successiva avrebbe pensato lui ad offrire, magari avrebbero trovato il tempo anche per un pranzo.
In quella calda domenica di inizio giugno avevano fissato un caffè pomeridiano, rifugiandosi nel bar di un centro commerciale a metà strada tra le loro case, sperando di trovare un riparo dalla tremenda afa di quel giorno.
Natalia non fa in tempo ad alzarsi dal tavolo che si ritrova spinta all’indietro e quasi perde l’equilibrio, con Francesco pronto a tenerla da un braccio.
Gli occhi marroni di lei incontrano così quelli verdi di Matteo, già pronto a scusarsi prima ancora di averla riconosciuta.
Non l’aveva vista perché distratto da Isabella, affianco a lui, che gli stava mostrando un’immagine sul telefono.
“Ehi…”
Si salutano entrambi, non riuscendo a nascondere un imbarazzo palpabile.
“Vi conoscete?” Chiede sospettoso Francesco.
Silenzio. Pochi secondi lunghi come mesi, alla ricerca di una risposta sensata da dire, la faccia tosta di Matteo interviene con prontezza.
“Ormai è da un po’ di anni che non ci vediamo. Saranno almeno 5 anni?”
Natalia sgrana gli occhi, supera quel momento di impasse e segue la trama tracciata dall’altro.
“Anche qualcosa di più mi sa -si gira verso il suo compagno, indicando Matteo con la mano - lui è l’ex di Giulia, stavamo nella stessa comitiva al liceo.”
Matteo e Francesco si stringono la mano, la conversazione finisce presto, Matteo saluta dicendosi felice di quell’incontro, Natalia fa in tempo a lanciare un’immotivata occhiata storta ad Isabella.
Ognuno va per la sua strada, persi nei propri pensieri.
09/04/2024
ORE 12:00
Vociare ovunque. Nel corridoio un via vai di medici, infermieri, persone di ogni tipo. Matteo gira pagina del libro che tiene sulle gambe, in attesa da mezz’ora che la porta della stanza di fronte a lui si apra e ne esca qualcuno a pronunciare il suo cognome.
Si sarebbe risparmiato volentieri quella visita medica, ma da mesi avevano cominciato a manifestarglisi degli sfoghi sulla faccia e si era visto costretto a prenotare una visita dermatologica nel primo ospedale pubblico disponibile e così eccolo qui.
Come da copione la porta si apre, alla paziente appena visitata fa seguito una giovane dottoressa che chiama il suo cognome.
Gli occhi marroni di lei incontrano quelli verdi di lui, entrambi increduli e sorpresi.
“Natalia?”
“Matteo?”
Sorridono imbarazzati, balbettano, non sanno bene cosa dire, nel mentre lei lo fa accomodare in ufficio.
Non si vedono dai tempi del liceo, lui era stato per un anno con un’amica di Natalia, lei le aveva fatto da spalla su cui piangere
quando poi si erano lasciati, si era dovuta sorbire tutta la cronistoria dei dubbi, dei sospetti tradimenti, aveva solo dovuto omettere la notte in cui Matteo l’aveva riaccompagnata a casa dopo una festa e lo avevano fatto da ubriachi sul sedile posteriore della sua punto, ma tanto non aveva significato nulla, quindi perché dirlo?
Si siedono ai due lati della scrivania, riassumono brevemente le loro vite, l’essenziale, i momenti salienti, Natalia parla della sua relazione, dei loro progetti, vorrebbe essere più radiosa mentre lo fa.
“Sei felice?”
Glielo chiede guardandola negli occhi, la trafigge, vorrebbe sciogliersi tra le pareti e sparire, almeno eviterebbe di arrossire imbarazzata, decide di tagliare corto.
“Allora, come mai se qui?”
Matteo le parla dello sfogo che gli viene sul visto; quel giorno lo ha risparmiato, ma si manifesta comunque sempre più frequentemente; Natalia gli controlla prima il viso, poi lo fa sdraiare sul letto e gli fa togliere la camicia per vedere se anche sul torace e sulla schiena gli si formino dei segni simili.
Fortunatamente per entrambi non dura molto, tanto la visita quanto il silenzio e la diagnosi aiuta ad andare oltre l’imbarazzo.
Prima di uscire Matteo le chiede se ha tempo di andare a prendere un caffè al bar al piano terra dell’ospedale. Natalia vorrebbe, dice, ma non può, anche se per quella mattina ha finito i pazienti previsti.
Matteo esce così, si salutano baciandosi sulle guance, promettendosi di rimandare il caffè a un’altra occasione.
A metà strada tra l’ingresso dell’ospedale e l’auto decide di fare dietrofront, entra nel bar, prende due caffè e risale in direzione dell’ufficio appena lasciato, il corridoio ora è vuoto, colpisce la porta tre volte col pugno, dietro la porta Natalia alza lo sguardo, chiede chi sia mentre si avvia verso la porta.
“Scusa se ti rompo ancora, ma ho pensato di portarti il caffè qui…”
Natalia sorride, vorrebbe essere meno radiosa.
Dieci minuti dopo Matteo si alza dalla scrivania per andare di nuovo verso la porta, Natalia si alza per accompagnarlo, i due si fermano a parlare sull’uscio.
Dodici minuti dopo Natalia richiude la porta, Matteo le afferra la gonna con entrambe le mani e gliela solleva, Natalia traffica con la cintura dei pantaloni di lui.
Tredici minuti dopo il camice di Natalia giace abbandonato al centro della stanza, lei anche giace, ma sulla scrivania, le gambe abbandonate sulle spalle di Matteo, che le tiene la bocca tappata e la scopa furiosamente, attenti a fare meno rumore possibile.
Venti minuti dopo Matteo sale in auto, in mente quanto successo, forse è stato tutto un sogno, pensa, ignorando, però, che Natalia è ancora ferma, in piedi davanti alla finestra dell’ufficio, con la mano sulla bocca, sconvolta, incapace di dire o fare nulla.
26/05/2024
ORE 11:00
No, non lo ama.
Si, può fare a meno di lui.
È ora di crescere, di dare un senso a quel “loro”. Ma a quale “loro” si riferisce?
Lo stava pensando pochi minuti prima, dopo che Francesco era uscito per andare a lavoro in tempo per il turno di mattina, dopo che si era provata quel vestito di jeans blu che aveva deciso di indossare per l’uscita con la cugina ed il marito di quel pomeriggio.
Ad un tratto, poi, il citofono aveva suonato.
Natalia compare dal nulla, sbattuta addosso alla finestra del salone, la bocca spalancata accoglie quella di Matteo, le sbottona il vestito con un unico gesto.
Lui si inginocchia, le affonda la faccia tra le chiappe, gliela lecca come se fosse nato per farlo.
Il resto del mondo scompare.
Si, lo ama.
No, non riesce a resistergli.
26/05/2024
ORE 23:00
Il parco della Caffarella sarebbe un luogo tetro di notte, se non fosse per l’orda di conigli che al calar del sole si sentono ancora più liberi di uscire e di far diventare quell’oceano verde il loro oceano verde.
Delle tante auto parcheggiate su via Latina, un’opel bordeaux era l’unica con dentro il guidatore, fermo, altrettanto silenzioso, perso nell’osservare i piccoli animaletti dalle grandi orecchie correre in ogni direzione.
Lo sportello del passeggero si apre all’improvviso, entra Natalia visibilmente agitata.
“Sei impazzita che mi dici di vederci qui, a quest’ora?!”
Lei guarda fissa di fronte, attenta a non incontrare gli occhi di Matteo.
“Chi era quella troia?”
Matteo è incredulo, Natalia cede e si gira a guardarlo, poi ripete.
“Chi era quella troia del centro commerciale?”
“Mi hai fatto venire a quest’ora qui per questa stronzata?”
“Matteo rispondi!”
“È una mia amica…”
Natalia ride.
“Ho capito, ti scopi pure lei.”
“Primo: la conosco da anni, è come una sorella. Secondo: è fidanzata.”
“Non mi sembra che questo ti abbia mai fermato.”
“Non sono tutte troie come te, sai…”
Neanche gli da il tempo di finire la frase, Natalia lo sta già picchiando, colpisce ogni centimetro di lui che riesce a raggiungere con i suoi colpi.
In un attimo lei si mette a cavalcioni su di lui.
In un attimo lui le sbottona completamente il vestito di jeans, per la seconda volta in quella giornata, ritrovandosi davanti la faccia l’enorme quinta di seno della sua amante e prendendo a succhiarla come un neonato affamato.
In un attimo sono di nuovo quei due diciottenni ubriachi e pieni di foga, pieni di fame di divorare i propri corpi, nello stesso punto dove era successo tutto dieci prima.
In un attimo la storia si ripete.
ORE 17:30
Natalia accavalla le gambe e si sistema il vestito di jeans, mentre svogliatamente gira il cucchiaino nella tazzina del caffè.
Annuisce di tanto in tanto alle parole Sofia e Antonio, sua cugina e il marito di questa, seduti di fronte a lei, noncuranti del totale disinteresse dall’altra parte riguardo a come il loro figlio, di appena un anno, storpi le prime parole pronunciate; disinteresse totalmente assente in Francesco, fidanzato con Natalia da tre anni, fin troppo entusiasta nel commentare quel tenero quadretto familiare.
La vita di Francesco e Natalia aveva preso una piega tanto ordinaria quanto pressante, almeno per lei.
Si erano laureati insieme, avevano trovato lavoro nello stesso ospedale, erano andati a vivere insieme, condividevano anche il gruppo di amici; non c’era quasi mai un attimo in cui fossero separati insomma e il prossimo passo, inevitabile apparentemente, sembrava essere un figlio, un matrimonio, un qualcosa di ufficiale, di sancito, senza la prospettiva di un ritorno sui propri passi.
A Francesco brillavano gli occhi quando si cominciava a parlare di famiglia e figli, non che non succedesse la stessa cosa a Natalia, ma negli ultimi tempi qualcosa aveva cominciato a cambiare, un vuoto nello stomaco le si apriva al toccare di quelli argomenti, uno strano timore, un’incontrollabile paura mista a disagio.
Francesco va alla cassa a pagare, torna al tavolo con Antonio a prometterli che la volta successiva avrebbe pensato lui ad offrire, magari avrebbero trovato il tempo anche per un pranzo.
In quella calda domenica di inizio giugno avevano fissato un caffè pomeridiano, rifugiandosi nel bar di un centro commerciale a metà strada tra le loro case, sperando di trovare un riparo dalla tremenda afa di quel giorno.
Natalia non fa in tempo ad alzarsi dal tavolo che si ritrova spinta all’indietro e quasi perde l’equilibrio, con Francesco pronto a tenerla da un braccio.
Gli occhi marroni di lei incontrano così quelli verdi di Matteo, già pronto a scusarsi prima ancora di averla riconosciuta.
Non l’aveva vista perché distratto da Isabella, affianco a lui, che gli stava mostrando un’immagine sul telefono.
“Ehi…”
Si salutano entrambi, non riuscendo a nascondere un imbarazzo palpabile.
“Vi conoscete?” Chiede sospettoso Francesco.
Silenzio. Pochi secondi lunghi come mesi, alla ricerca di una risposta sensata da dire, la faccia tosta di Matteo interviene con prontezza.
“Ormai è da un po’ di anni che non ci vediamo. Saranno almeno 5 anni?”
Natalia sgrana gli occhi, supera quel momento di impasse e segue la trama tracciata dall’altro.
“Anche qualcosa di più mi sa -si gira verso il suo compagno, indicando Matteo con la mano - lui è l’ex di Giulia, stavamo nella stessa comitiva al liceo.”
Matteo e Francesco si stringono la mano, la conversazione finisce presto, Matteo saluta dicendosi felice di quell’incontro, Natalia fa in tempo a lanciare un’immotivata occhiata storta ad Isabella.
Ognuno va per la sua strada, persi nei propri pensieri.
09/04/2024
ORE 12:00
Vociare ovunque. Nel corridoio un via vai di medici, infermieri, persone di ogni tipo. Matteo gira pagina del libro che tiene sulle gambe, in attesa da mezz’ora che la porta della stanza di fronte a lui si apra e ne esca qualcuno a pronunciare il suo cognome.
Si sarebbe risparmiato volentieri quella visita medica, ma da mesi avevano cominciato a manifestarglisi degli sfoghi sulla faccia e si era visto costretto a prenotare una visita dermatologica nel primo ospedale pubblico disponibile e così eccolo qui.
Come da copione la porta si apre, alla paziente appena visitata fa seguito una giovane dottoressa che chiama il suo cognome.
Gli occhi marroni di lei incontrano quelli verdi di lui, entrambi increduli e sorpresi.
“Natalia?”
“Matteo?”
Sorridono imbarazzati, balbettano, non sanno bene cosa dire, nel mentre lei lo fa accomodare in ufficio.
Non si vedono dai tempi del liceo, lui era stato per un anno con un’amica di Natalia, lei le aveva fatto da spalla su cui piangere
quando poi si erano lasciati, si era dovuta sorbire tutta la cronistoria dei dubbi, dei sospetti tradimenti, aveva solo dovuto omettere la notte in cui Matteo l’aveva riaccompagnata a casa dopo una festa e lo avevano fatto da ubriachi sul sedile posteriore della sua punto, ma tanto non aveva significato nulla, quindi perché dirlo?
Si siedono ai due lati della scrivania, riassumono brevemente le loro vite, l’essenziale, i momenti salienti, Natalia parla della sua relazione, dei loro progetti, vorrebbe essere più radiosa mentre lo fa.
“Sei felice?”
Glielo chiede guardandola negli occhi, la trafigge, vorrebbe sciogliersi tra le pareti e sparire, almeno eviterebbe di arrossire imbarazzata, decide di tagliare corto.
“Allora, come mai se qui?”
Matteo le parla dello sfogo che gli viene sul visto; quel giorno lo ha risparmiato, ma si manifesta comunque sempre più frequentemente; Natalia gli controlla prima il viso, poi lo fa sdraiare sul letto e gli fa togliere la camicia per vedere se anche sul torace e sulla schiena gli si formino dei segni simili.
Fortunatamente per entrambi non dura molto, tanto la visita quanto il silenzio e la diagnosi aiuta ad andare oltre l’imbarazzo.
Prima di uscire Matteo le chiede se ha tempo di andare a prendere un caffè al bar al piano terra dell’ospedale. Natalia vorrebbe, dice, ma non può, anche se per quella mattina ha finito i pazienti previsti.
Matteo esce così, si salutano baciandosi sulle guance, promettendosi di rimandare il caffè a un’altra occasione.
A metà strada tra l’ingresso dell’ospedale e l’auto decide di fare dietrofront, entra nel bar, prende due caffè e risale in direzione dell’ufficio appena lasciato, il corridoio ora è vuoto, colpisce la porta tre volte col pugno, dietro la porta Natalia alza lo sguardo, chiede chi sia mentre si avvia verso la porta.
“Scusa se ti rompo ancora, ma ho pensato di portarti il caffè qui…”
Natalia sorride, vorrebbe essere meno radiosa.
Dieci minuti dopo Matteo si alza dalla scrivania per andare di nuovo verso la porta, Natalia si alza per accompagnarlo, i due si fermano a parlare sull’uscio.
Dodici minuti dopo Natalia richiude la porta, Matteo le afferra la gonna con entrambe le mani e gliela solleva, Natalia traffica con la cintura dei pantaloni di lui.
Tredici minuti dopo il camice di Natalia giace abbandonato al centro della stanza, lei anche giace, ma sulla scrivania, le gambe abbandonate sulle spalle di Matteo, che le tiene la bocca tappata e la scopa furiosamente, attenti a fare meno rumore possibile.
Venti minuti dopo Matteo sale in auto, in mente quanto successo, forse è stato tutto un sogno, pensa, ignorando, però, che Natalia è ancora ferma, in piedi davanti alla finestra dell’ufficio, con la mano sulla bocca, sconvolta, incapace di dire o fare nulla.
26/05/2024
ORE 11:00
No, non lo ama.
Si, può fare a meno di lui.
È ora di crescere, di dare un senso a quel “loro”. Ma a quale “loro” si riferisce?
Lo stava pensando pochi minuti prima, dopo che Francesco era uscito per andare a lavoro in tempo per il turno di mattina, dopo che si era provata quel vestito di jeans blu che aveva deciso di indossare per l’uscita con la cugina ed il marito di quel pomeriggio.
Ad un tratto, poi, il citofono aveva suonato.
Natalia compare dal nulla, sbattuta addosso alla finestra del salone, la bocca spalancata accoglie quella di Matteo, le sbottona il vestito con un unico gesto.
Lui si inginocchia, le affonda la faccia tra le chiappe, gliela lecca come se fosse nato per farlo.
Il resto del mondo scompare.
Si, lo ama.
No, non riesce a resistergli.
26/05/2024
ORE 23:00
Il parco della Caffarella sarebbe un luogo tetro di notte, se non fosse per l’orda di conigli che al calar del sole si sentono ancora più liberi di uscire e di far diventare quell’oceano verde il loro oceano verde.
Delle tante auto parcheggiate su via Latina, un’opel bordeaux era l’unica con dentro il guidatore, fermo, altrettanto silenzioso, perso nell’osservare i piccoli animaletti dalle grandi orecchie correre in ogni direzione.
Lo sportello del passeggero si apre all’improvviso, entra Natalia visibilmente agitata.
“Sei impazzita che mi dici di vederci qui, a quest’ora?!”
Lei guarda fissa di fronte, attenta a non incontrare gli occhi di Matteo.
“Chi era quella troia?”
Matteo è incredulo, Natalia cede e si gira a guardarlo, poi ripete.
“Chi era quella troia del centro commerciale?”
“Mi hai fatto venire a quest’ora qui per questa stronzata?”
“Matteo rispondi!”
“È una mia amica…”
Natalia ride.
“Ho capito, ti scopi pure lei.”
“Primo: la conosco da anni, è come una sorella. Secondo: è fidanzata.”
“Non mi sembra che questo ti abbia mai fermato.”
“Non sono tutte troie come te, sai…”
Neanche gli da il tempo di finire la frase, Natalia lo sta già picchiando, colpisce ogni centimetro di lui che riesce a raggiungere con i suoi colpi.
In un attimo lei si mette a cavalcioni su di lui.
In un attimo lui le sbottona completamente il vestito di jeans, per la seconda volta in quella giornata, ritrovandosi davanti la faccia l’enorme quinta di seno della sua amante e prendendo a succhiarla come un neonato affamato.
In un attimo sono di nuovo quei due diciottenni ubriachi e pieni di foga, pieni di fame di divorare i propri corpi, nello stesso punto dove era successo tutto dieci prima.
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