Come sono diventata la puttana della squadra di basket 3 (ultimo)

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Capitolo conclusivo della saga, prima o poi doveva arrivare. Tornammo dalle vacanze estive verso metà agosto, avevamo passato tre settimane io e mio figlio in Sardegna in un villaggio turistico, dove vidi per la prima volta Giacomo interessato alle ragazzine in villeggiatura, tutti i pomeriggi e tutte le sere le passava nel villaggio con la compagnia di ragazzi e ragazze appena conosciuti. Io ne ho approfittato per rilassarmi un po' dopo la stagione cestistica appena passata. I primi giorni andarono alla grande relax totale... Poi cominciarono i primi approcci degli uomini, che vedendo una bella donna tutta sola non perdevano occasione di provarci... Il capo animatore è stato molto insistente e spudorato, e come è risaputo, tutte cadono prima o poi nella sua rete, ed io non feci eccezione. Una sera che mio figlio era in discoteca con gli amici, mi invitò ad andare nella sua camera a bere qualcosa... Si a bere qualcosa come no ahaha... Me lo ritrovai di fronte tutto bello abbronzato con solo un asciugamano avvolto in vita appena uscito dalla doccia... Mi dice che non mi aspettava così presto (bugiardo), ma visto che ero arrivata giusto in tempo potevo cominciare a giocare un po'...e si sfilò l'asciugamano, facendomi vedere l arnese a penzoloni... Mi inginocchiai a succhiarlo senza fare un minimo di resistenza, e sembrò molto apprezzare visto che venne quasi subito... Mi disse che mai nessuna era riuscita a farlo venire così presto...e che avrebbe voluto il secondo turno. Passammo molte serate così e quasi tutti i giorni cercava di scoparmi nella sua camera o dove poteva... Portò anche amici, ai quali regalavo momenti indimenticabili... Ma le vacanze si sa finiscono e bisogna tornare alla realtà... Appena tornati in città, mi arrivò il messaggio di Simone il capitano della squadra di basket, che richiedeva i miei servigi per un occasione importante. Arrivai al palazzetto che erano le 22, accostai la macchina e mi diressi all'entrata dove mi stava aspettando Massimo, che mi scortò verso lo sgabuzzino dove tengono i palloni. Mi disse che era un serata importante per la squadra e di prepararmi con gli indumenti che mi avevano messo a disposizione. Entrai e in un angolo vidi una scatola con la scritta "porno mascotte" l'aprii e dentro c'erano i vestiti o per meglio dire i non vestiti. Un micro perizoma nero che non copriva niente anzi con le perline davanti che mi stuzzicavano la figa tenedomela costantemente bagnata, un paio di autoreggenti nere, con la riga dietro da vera puttana, un paio di décolleté laccate nere, con tacco a spillo e suola rossa (devo dire che quelle scarpe erano fantastiche), un tubino tutto microforato che sia adattava perfettamente alle mie forme e che mi teneva scoperta quasi tutta la schiena...un plug anale con all'estremità una coda di volpe foltissima che mi fece un po' sorridere, una maschera per il viso nera in pelle che voleva ricordare una volpina o una gattina, che lasciava scoperta solo la bocca e faceva intravedere i miei occhi azzurri ed i lunghi capelli neri. Ed infine lasciai per ultimo un collare nero con una lunga cinghia in metallo. Uscii dallo spogliatoio e vidi Massimo che rimase senza parole, io calata nel mio ruolo gli porsi il guinzaglio che prese con un po' di titubanza. Dopo quell'attimo di smarrimento tornò nella sua parte e mi disse che le volpi e non stanno a due zampe, e mi fece mettere a quattro zampe dirigendomi verso gli spogliatoi. Entrai dentro sorridendo maliziosamentee mi guardai intorno, c'erano proprio tutti poi davanti a me mi crollò il mondo addosso. Il sorriso non era più malizioso ma solo una paresi facciale, seduto su una seggiola davanti a me c'era mio figlio Giacomo, da qualche mese aveva compiuto 16 anni insieme ad altri due ragazzi della primavera. Ero immobile a quattro zampe davanti a mio figlio e tutta la squadra di basket che se la ridevano con gusto sapendo tutti che Giacomo era mio figlio... Probabilmente lui era ignaro visto che mi guardava con occhi sognanti, lui come i suoi giovani colleghi della primavera. Prese la parola il capitano Simone, spiegò che per i meriti avuti la scorsa stagione, loro tre erano stati scelti per fare il passo in prima squadra, e che per loro avevano organizzato questa prova o come lo chiamava lui regalo di benvenuto. Spiegò loro che io ero la loro puttana (della squadra) e che si sfogavano con me ogni volta che ne avessero avuto voglia. Con le parole: "prego ragazzi approfittatene come volete" stavo per sprofondare definitivamente nel baratro senza ritorno. Stavo per scopare con mio figlio ed i suoi amici non ancora diciottenni, ero shockata. Loro si alzarono ridendo e dandosi il cinque, mio figlio che disse agli altri che bella puttana che ero e poi "dai sfondiamo la cagna". Non l'avevo mai sentito parlare in questo modo era sempre stato gentile, mai una parola fuori posto. E adesso era lì ad insultarmi da maschio alpha con i sui amici mentre si calava i pantaloncini e le mutande. Mi ritrovai davanti agli occhi il cazzo di mio figlio non ancora in completa erezione ma comunque di notevoli dimensioni per la sua età. Mi disse dai troietta ingoialo e fammelo diventare duro che vogliamo divertirci, e con un po' di titubanza aprii la bocca tirando fuori la lingua umida di saliva pronta ad accogliere quel pisello che ho portato in pancia per nove mesi. Non pensai ed ingoiai quel cazzo che si faceva sempre più grosso nella mia bocca, lo leccavo e lo pompavo come sapevo fare, mentre segavo, facendo diventare duri gli altri due cazzi. Mentre succhiavo lo guardavo negli occhi... Chissà se gli passava per la mente che quella che stava scopando poteva essere sua madre... Ma i pensieri piano piano si misero da parte per cominciare a godere... Uno dei due ragazzi si mise dietro di me scostando la coda da volpe e lo mise tutto nella mia figa facendomi, con le sue stantuffate, ingoiare ancora di più il cazzo di Giacomo. Adesso con la lingua riuscivo a leccargli le palle mentre lo avevo tutto nella mia gola. "Guardata sta troia che gola profonda" disse mio figlio agli altri, riesce a lecceccarmi le palle nonostante l'abbia tutto in gola, intanto il terzo si fece davanti per prendere anche lui la sua dose di saliva, così alternavo i due cazzi sempre più duri. Mio figlio si staccò dalla mia bocca e mi girò intorno carezzandomi la schiena nuda. Quel tocco delicato mi fece eccitare ancora di più... Arrivò fino al mio culo, dove prese in mano la coda da volpe e comincio a carezzare anche lei...disse che ero un splendida volpina, mentre ero uno spiedino vivente con i suoi due amici, poi d'improvviso strinse la coda, strappandomela letteralmente dal culo, mi fece molto male ma l'urlo di lamento venne attutito dal cazzo in gola del suo compagno.poi dopo un sonoro ceffone sul culo mi si avvicino all'orecchio dicendomi che da gattina mi sarei dovuta trasformare in cagna, così dicendo mi sovrastò con le sue gambe piazzandosi sopra di me puntando il cazzo verso il buco del culo e scivolandoci dentro con forza facendomi avvampare e rimanere senza respiro per un attimo... Poi all'unisono tutti e tre mi pomparono selvaggiamente con mio figlio che tirava il guinzaglio strozzandomi come se fossero le briglie di un cavallo... non stavo capendo più niente. Godevo, godevo come una cagna in calore, ero piena di tre ragazzini poco più che adolescenti, di cui uno era mio figlio, e godevo probabilmente come non avevo mai goduto in vita mia... Gli altri ragazzi della squadra si stavano segando mentre mi riprendevano con i loro cellulari. Avrei avuto un reportage dettagliato della scopata più perversa della mia vita. Intanto i tre ragazzi a turno ruotavano i mie buchi come fosse una rotazione in un azione del basket... Mi ritrovavo cazzi in bocca che erano stati nelle mie viscere, li pompavo, li segavo, li insalivavo, facendo godere quei giovani maiali. Venni, venni molte volte in quel frangente, mi sentivo piena, in preda ad un eccitazione che ad ogni affondo nella figa o nel culo mi creava un fremito di puro piacere. Ad uno ad uno capitolarono, chi dentro di me chi in faccia, anche alcuni giocatori si svuotarono nella mia bocca facendomi bere un infinità di sborra. Mi colava tutta lungo i bordi delle labbra. I ragazzini furono soddisfatti dopo essere venuti e stavano andando a farsi una doccia, quando vennero bloccati dal loro capitano... Aspettate non avete ancora finito, la nostra cagna ha anche la funzione di latrina, potete pisciargli addosso, in bocca, nella figa o nel culo, dove volete. Si illuminarono in volto con una misto di felicità e sadismo nei miei confronti... Cominciò uno dei due amici di mio figlio, che mi fece aprire la bocca facendomi ingoiare tutto il piscio possibile, che dopo tutta la stagione passata, ero diventata molto esperta nel bere il più possibile. Il secondo mi fece alzare posizionandomi contro la parete dello spogliatoio e stava per infilarmelo nel culo quando mio figlio lo blocco e disse no il culo è mio, allora spostò la mira e me lo infilò davanti inondandomi l'utero del liquido caldo... Quel getto mi fece venire nuovamente facendomi tremare tutta e faticando a reggermi in piedi. Quando ebbe finito si avvicinò mio figlio che disse agli altri, "sta troia è venuta solo con un getto di piscio"... Poi prendendomi per i capelli, mi disse all'orecchio.."dai godi anche con il culo puttana", e me lo mise dentro, e anche se mezzo moscio entrò tranquillamente. Dopo essere stata scopata così furiosamente avevo un cratere al posto del buco, e si lascio andare in una pisciata infinita, che mi travolse l'intestino ed il cervello all'unisono, sentivo il calore di mio figlio invadermi le viscere e piano piano crollai nell'ultimo orgasmo della serata, non mi accorsi nemmeno che Simone si era avvicinato e piano piano mi tolse la maschera, rivelando la mia identità a mio figlio. Lui rimase sconvolto appena mi riconobbe e mi disse "mamma ma che cazzo fai?", ed io gli risposi, godo amore, godo come non ho mai goduto in vita mia, TI AMO, AMORE MIO. Lui mi aspettò fuori dalla palestra e tornammo a casa insieme. Era molto premuroso, completamente diverso da quando non sapeva ancora chi fossi. Gli spiegai la situazione e che nessuno mi aveva obbligato a fare niente, lui sembrò capire, ma ormai il danno era fatto e non si poteva tornare indietro.... Ma questa è un altra storia
scritto il
2024-07-23
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