Montagna Calda 2

di
genere
incesti

Il viaggio verso il Gran Paradiso dovrebbe durare circa due ore. Il nostro dura tre. Non che io sia un guidatore lento, anzi, con la Porsche Cayenne di Arianna sotto al culo schiacciare è un puro piacere così come fregarsene dei limiti di velocità. Il problema, diciamo così, è l’insaziabile voglia di cazzo della mia ospite.
Dopo nemmeno un’ora di viaggio mi chiede una pausa.
“Cerco un bar?” chiedo.
“No tesoro cerca un bosco” sorride arrapata.
Nemmeno il tempo di trovare una stradina sterrata che promette bene e già si sta calando il pantacollant. Sotto ha un perizoma azzurro da ragazzina che non nasconde quasi nulla.
Cerco di guardare la strada perché il terreno è accidentato e non vorrei fare danni.
Poche centinaia di metri e la strada si ferma a bordo fiume. L’aria è fresca nonostante il sole alto e già questo ci invoglia a fare un po’ di “allenamento”.
Spengo il motore, scendo e in tipo dieci secondi (o meno) mi sono già levato tutto. Nudo come mamma mi ha fatto con la mia banana dura a sfiorare il venticello.
Arianna intanto si è già messa comoda sul sedile posteriore. Tutta nuda, col reggiseno buttato sui poggiatesta. Sembra molto pratica, non deve essere la prima volta che tromba in macchina. Del resto anche io ho fatto le mie belle esperienze quindi non la voglio certo giudicare. No, no voglio solo fotterla.
Si sdraia con la testa contro la portiera chiusa, io scivolo su di lei dalla parte opposta, sportellò spalancato con parte delle gambe esposte. FLOP!
La sua fica è già così umida che l’uccello le entra dentro come un biscotto nel cappuccino.
“Oddio sembra sempre più grosso”.
“Sono giovane, sto ancora crescendo” rido io e spingo.
La risposta alla mia irruenza si fa subito sentire con una serie di belati della vacca che si agita, si dimena e con le mani sul mio culo mi tira a se forse sperando che la apra in due.
Cambio di posizione. Mi siedo. Arianna allarga bene le gambe e mi zompa sopra. Mi sbatte le tette in faccia (lo gradisco). Mi si aggrappa al collo e inizia a cavalcare “o si, il mio cavalluccio, o si, op op” ride beata mentre fa su e giù a tutta forza.
Ho già capito da certi suoi discorsi che è una fanatica di fit, palestra e cazzate simili il che va tutto a mio vantaggio. Una splendida milfona ultra quarantenne elastica, allenata e sempre vogliosa.
Sembra sul serio che mi stia consumando il cazzo a forza di cavalcarmi su e giù con tanta foga. Perdo il conto del numero delle volte che ha urlato “vengo”.
Sinceramente penso di aver iniziato nel modo migliore a guadagnarmi questa sua generosa ospitalità.

Lo chalet è bellissimo. 2000 e passa metri sul mare, quattro stanze (grande cucina, salotto, due camere da letto e un bel bagno con la doccia). Tutto arredato nel tipico legno locale che fa tanto folk a parte il bagno che invece è modernissimo e di ultima generazione. Fuori una grande veranda stile western si affaccia dritta su un laghetto che ha l’acqua così pura che sembra quasi bianca. Già mi immagino a rilassarmi su una sdraio con un libro in mano davanti a questo panorama da paura. Con l’occhio scorgo che di fianco alla casa c’è persino una vasca yacuzzi. Appena la scorgo subito penso a quanto sarà bello farsi una chiavata lì dentro.
L’altra cosa molto bella è che per raggiungere lo chalet abbiamo percorso quasi un chilometro di una strada privata che sembra portare solo qui. Questo significa assoluta solitudine, assoluta libertà di fottere, urlare, godere come meglio ci pare dentro e anche fuori casa. Fantastico!
A dimostrami che non sono solo fantasie mie appena scesi dalla macchina Arianna si spoglia completamente poi si infila un paio di zoccoli di legno con sopra il disegno di un San Bernardo e piega con discrezione vestiti e intimo. “Il bello della baita è poter praticare il nudismo in piena libertà” mi dice.
“Splendido”.
“Certo quando cala il sole qualcosa ce lo dobbiamo infilare perché qui l’aria è un po’ frizzante”.
“Quindi non basta che ti infili questo” domando mostrandole il cazzo duro dopo che velocissimo mi sono calato pantaloni e mutande.
“Oooo splendore -ride- dai vieni che ti mostro la nostra camera da letto” dice indicando anche a me delle zoccole di legno accoppiate vicino all’ingresso. Da quanto ho capito in casa si indossano solo quelli.

Naturalmente vedere la camera da letto significa che ci facciamo una bella pecorina sul bel lettone di legno con Arianna a braccia tese, culo dritto e pronta a essere montata con tutte le mie forze. La penetro di prepotenza, la afferro ai fianchi e pompo a tutto spiano fissando il suo piccolo culetto sodo. La accarezzo un po’ sui glutei, sempr senza perdere il ritmo poi mi viene la bella idea di ciucciarmi un dito, riempirlo di saliva e piano piano iniziare a infilarglielo nel buchino del culo. “Oi…”.
“Male?”.
“Un po’ di fastidio…” mugola la mia cagna più concentrata sul cazzo che ha fra le gambe che continua quasi in automatico a fare il suo dovere.
Spingo il dito più a fondo.
“Ummm”.
“Sei vergine dietro?”.
“Di certo non mi hanno mai messo un cazzo grosso come il tuo” mugola.
“Hai un culo favoloso” dico infilandolo più a fondo.
“Orch… ummm… siii” inizia a piacerle.
“Col tuo attrezzo mi sfondi amore”.
“Secondo me piano piano ci passa” minimizzo poi tolgo il dito e con una non poco facile contorsione le metto la lingua nel buchino.
E così veniamo assieme. Cazzone in fica, lingua in culo e sborra a iosa a riempirle l’utero.
scritto il
2024-08-08
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