Ti pago per far godere mia moglie… ma prima parliamone

di
genere
corna

Warning Questo racconto non comprende nessuna scena di sesso. È la conversazione fra un giovane escort per donne e un marito che si rivolge a lui affinché la moglie arrivi ad avere il primo orgasmo. Ma prima vuole conoscere tanti particolari.


“Ho una brutta notizia e una bella” disse dopo un ora buona di penetrazione.
Feci un cenno di assenso per risparmiare il fiato.
“Devo seguire mio marito a Londra per due settimane, ma…” fece una pausa, “ti ho trovato un’altra cliente, un amica. Le ho dato delle buone referenze”
“Grazie badrona” risposi ironicamente
“Solo che… prima devi incontrare il marito”
Dovevo aver assunto una faccia preoccupata perché si affettò ad aggiungere. “Non in quel senso: ti vuole solo conoscere prima”
“Un colloquio di assunzione insomma!” Aggiunsi un po’ sarcastico.
“Si ci tiene molto… e il tuo tempo sarà comunque compensato. Sei libero oggi? Lui sarà al Gallia nel pomeriggio. Stanza , anzi suite 300. Niente cognomi per ora. Bussa e entra”.
Dovevo avere l’aria un po’ sconsolata perché prese a masturbarmi “per farti riprendere il sorriso”, come disse eccitandosi a sua volta col cuscino fra le gambe.
Ero libero (mi ero tenuto diverse ore di riposo prima della cliente della sera). Nei grandi alberghi se sei ben vestito, nessuno ti chiede nulla e così salii deciso al terzo piano. Bussai e mi aprì una sorta di segretario. “Sono atteso”, mi limitai a dire. Il segretario andò nella stanza vicino, fece un cenno di assenso e uscì dall’appartamento che era tre volte più grande di casa mia.
Il marito era perfettamente nella parte dell’industriale di successo degli anni ’80. Solo l’accento veneto gli avrebbe conferito dopo qualcosa di vero. Non si alzò, non mi strinse la mano: mi guardava e basta.
Mi sedetti sul divano davanti alla poltrona. Quando finii di sprofondare nei cuscini dissi solo: “Mi voleva vedere…” .
“Mia moglie… ha 35 anni, è una bella donna. Vuole vedere le sue foto?” Stavo per dire che non ce n’era bisogno. Dopotutto ero io il candidato da selezionare, ma lui si alzò e mi porse delle foto in bianco e nero che ritraevano il suo corpo, compresa la figa bene aperta e il sedere e il seno. Si sedette di fianco a me passandomi le foto una a una (avevano un formato grande ed erano ben stampate) come si fa per le foto dei viaggi o dei figli. Solo che questa volta era sua moglie che lui mi offriva in visione.
“Mia moglie non ha mai avuto un orgasmo, nemmeno… da sola. Finora non era stato un problema ma oggi se ne parla ovunque, le sue amiche si confidano i successi e gli insuccessi. Quella canzone di Mina poi “l’importante è finire’ … è stata devastante. Per farla felice e anche, lo devo ammettere per evitare che le succeda con un uomo che potrebbe rovinare il nostro matrimonio o comunque… diciamolo: la mia immagine, ho accettato l’idea anzi le ho proposto di provare con uno come lei”.
Si accorse di essere stato un po’ scortese e si corresse. “Intendo dire con un giovane bello, esperto ma privo di altri interessi, mi capisce?”
Lo rassicurai. “Una parte dei mariti delle mie clienti è al corrente della cosa e io preferisco quando è così. Qualcuno vuole essere presente….”
Si riscosse alzandosi dal divano. “No no, non sono un voyeur. Certo voglio che Elena non mi nasconda nulla ma non voglio i particolari”. Dalla forza della sua reazione capii che avevo toccato un tasto bollente.
“Solo voglio essere anche io a scegliere. Lei è il primo con cui parlo”.
Lo interruppi “Scusi ma Elena non entra nel processo di … selezione?”
“Si certo una sua amica le ha parlato di lei e credo che quello che ha saputo sia stato sufficiente a convincerla: Ma io vorrei conoscere l’uomo che…” stava cercando le parole, lo aiutai.
“Che scoperà sua moglie, forse facendola godere per la prima volta”.
“Si esatto. So quanto chiede. È molto, ma va bene. Vorrei capire… come sarebbe”.
Non sembrava per nulla colpito dalla mia frase brutale. Decisi quindi di continuare su questo tono.
“Ci incontreremo in un bar o in un luogo dove lei non possa essere conosciuta. Berremo qualcosa di forte ma non troppo. Andremo a casa mia preferibilmente o dove lei vuole. Ci baceremo facendo scorrere le mani tastando le curve dei nostri corpi. Molto lentamente la spoglierò e mi farò spogliare. Forse vorrà prendere in mano o in bocca il sesso che la renderà completamente donna. Posso continuare?”
“Certo” si agitò sulla poltrona e indovinai perché: la descrizione gli stava provocando una scomoda erezione.
“Spogliata, inizierò a baciarla e a sfiorarle il sesso con le dita, poi la mia bocca scenderà pian piano fino al clitoride che inizierò a leccare e succhiare. Pochi uomini lo vogliono e comunque lo sanno fare. Spesso basta questo ma non credo che questo sarà il caso”.
“Perché?” .
“Vede la situazione che si è creata è la peggiore. Il tutto rischia di assomigliare a una procedura… medica. Più imbarazzante e spiacevole che erotica. Sarebbe stato meglio se io non avessi saputo di questa difficoltà e soprattutto che lei non sapesse che io sapevo. Anche questa preselezione, per quanto comprensibile”, mi affrettai a dire, “non crea esattamente una situazione molto sensuale”.
“In effetti capisco. Sarebbe stato meglio il classico… bagnino”, ammise il marito.
“Si il bagnino era l’ideale o l’amico di famiglia ancora meglio. E’ così che la maggior parte delle donne risolvono il problema. Ma capisco bene le sue remore”, risposi e continuai. “Come penso di uscirne? Vede io non mi faccio pagare per scopare. Io mi faccio pagare perché essere a disposizione di più donne significa non avere una vita propria, non posso frequentare l’università, mi è difficile avere amici, una ragazza poi.. è escluso. A 25 anni quando credo smetterò, i miei coetanei saranno laureati e avranno un lavoro. Io dovrò ripartire da zero Per questo ho bisogno di soldi. Non per scopare che mi piace e molto. Questo è il mio ‘segreto’ “
“Ma scusi, che segreto è… il sesso piace a tutti”.
“Non è vero. A me non interessa essere ammirato, essere considerato il migliore, avere qualcosa di cui vantarmi con me stesso o con gli altri. Non mi interessa nemmeno conquistare. A me piace il sesso e per farlo bene è necessario portare la donna a un certo livello di eccitazione. Le faccio un esempio: io adoro il sesso anale. Con tutte le donne - anche se mi pagano - faccio una scommessa. Se avranno in quelle due ore che stanno con me avranno tre orgasmi mi daranno il culo”.
“E succede?”, rispose di getto aggiungendo “No Elena non accetterà mai. Più volte anche io….” E lasciò immaginare il resto.
“Succede, succede. Qualche volta fingono il terzo orgasmo. In questo caso, viste le premesse, non credo che succederà ma è importante per farle capire che io ho voglia di lei, ogni parte di lei. Per questo con Elena sarò esigente anche se sono pagato per farla venire le chiederò molti atti tesi a far godere me. Per fortuna alla mia età una due o tre eiaculazioni non tolgono né la capacità di… continuare, né la voglia di farlo ma danno l’idea dell’eccitazione e del desiderio”.
“E se a Elena tutto questo non piacesse?”
“Bisogna trovare il momento giusto per interrompere. Sono deciso nel sesso ma non ho la stoffa del violentatore. Cambiando argomento, ecco le mie analisi del sangue più recenti”
Le guardò con poca attenzione
“Lei e sua moglie usate qualche metodo anticoncezionale?”
“Quella cosa che le donne si mettono dentro… non so come si chiami”
“Lo Iud. Se Elena permetterà ne faremo a meno. Ho tutto il controllo sufficiente per non eiaculare dentro. Lo Iud va bene per rapporti molto standardizzati, la crema necessaria ha un sapore pessimo e impedisce tante cose, il cunnlingus, una penetrazione decisa e cambi di posizione, per non parlare delle dita, rischiano di spostarlo. Insomma se a letto ci si vuole divertire è il peggio. Molto meglio il preservativo”..
“Elena mi racconta che una volta, prima di me, si era rotto e aveva passato settimane di angoscia”.
“Capisco vedremo come fare. In effetti pensandoci questa situazione così programmata può essere di aiuto. Ho una idea! La trasformeremo in una deflorazione rituale”.
Il marito fece un salto sulla sedia: “Ma cosa dice!”
Proseguii entusiasta: “Un role playing. Elena verrà a casa mia vestita il più possibile come una ragazza. Mi porterà dei dischi addirittura e salirà le scale sapendo che sarà sverginata. Io mi comporterò come fanno i maschi in questi casi, con dolcezza ma anche con decisione. Ci sta se Elena dirà di no all’inizio ma poi riuscirò a blandirla, a convincerla e ad eccitarla. Vede in questo modo tutta la ‘clinicità’ ineliminabile della situazione viene trasformata in un rito dove al centro c’è qualcosa di sicuro e concreto… molto concreto come la mia voglia di ‘farmela’. Non la reazione orgasmica imprevedibile che lei, Elena e tutti si attendono. Si faremo così. Lei si comporterà come un fratello maggiore, che la prepara per la deflorazione, la aiuterà a scegliere delle biancheria adatta…”
“Io?!”
“Si certo visto che si è voluto inserire almeno sia parte della soluzione. Sceglierete o ordinerete insieme mutandine e reggiseno virginali ma sexy, sottili e di pizzo ad esempio. Dalle foto che ho visto direi che non stonerebbero affatto. Una gonna (non dei pantaloni!) corta ma non troppo e una maglietta, anzi no, una camicetta con dei bottoni. Insomma gli abiti che sceglierebbe una ragazza che va a casa di un ragazzo e teme o spera che… succederà. E’ necessario che lei sia complice”.
“E lei?” mi indicò col dito
“La mia parte è la più semplice. Il mio ruolo è quello di un ragazzo che vuole scopare e basta, sapendo che la donna è vergine ci metterà un po’ più di pazienza e cautela ma… nemmeno troppa. Insomma al 90% devo essere quello che sono”
“Ma il fatto che lei è pagato? A proposito: questo per il suo disturbo oggi” e mi tese una busta.
“Passerà in secondo piano, come passerà in secondo piano l’obiettivo - orgasmo. È questo il bello. Mi pagherà lei dopo, lasciandomi una busta qua o dove vuole lei”.
“Immagino che per rendere realistica la scena nessuno dei due potrà usare nulla. Non la metterà incinta, vero?”
“No, ho un ottimo controllo, questo deve essere reso chiaro a Elena. Sembrerò un ragazzo infoioato e inesperto ma… non lo sono affatto. Inesperto intendo”
“E se Elena nella passione glielo chiedesse?”
“E lei, commendatore, che mi paga quindi è lei che decide. Se è no, sarà no. Nessun rischio”
“Sicuramente no. Per il resto non so che dire, certo… è folle, ma ha dei vantaggi. Quindi a questo punto niente incontro al bar”.
“No non sarebbe nello spirito della storia. Elena mi telefonerà, lei presente, come se ci conoscessimo da tempo e io le chiederò di venirmi a trovare. Non quel giorno stesso ma l’indomani. Così avrete la sera e la mattina per ambientare la storia”.
“Quanto durerà?”
“Tre quarti d’ora per arrivare al punto, mezz’ora di sesso vero e poi… non si può sbattere via di casa una ragazza che hai appena sverginato quindi… diciamo un paio d’ore, forse qualcosa di più”.
“Quanto chiede?”
“Il solito: 200 mila. Il role playing è gratis perché come ho detto la mia è la parte più facile”
Mi allungò una seconda busta, “meglio che la paghi ora. Ma funzionerà?”
“L’orgasmo dice? Non è detto ,ma così c’è qualche possibilità, altrimenti sarebbe stato impossibile”.
“E poi?”
“Io sono pagato da lei Commendatore”, agitai la busta, ,”se Elena vorrà rivedermi sarà lei a darmi la sua autorizzazione. Anzi potrebbe avvenire a casa sua. Magari con lei presente in un’altra stanza”, aggiunsi perché avevo indovinato che questo era il suo desiderio.. “berremo qualcosa tutti insieme poi io inizierò a corteggiare Elena davanti a lei e poi lei elegantemente ci lascerà soli. Certo, in un secondo incontro le probabilità aumentano” Mi alzai per uscire, “mi creda non lo dico per fare marketing, non ne ho bisogno”.

La telefonata arrivò l’indomani.

scritto il
2024-09-04
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