Di nuovo tua parte 5.a, il dolore e l'umiliazione

di
genere
dominazione

In quel momento la radiolina che spia i rumori provenienti dalla cameretta della piccola si accende. La teniamo sempre vicina per abitudine, come quasi tutti i bimbi una volta addormentati non si sveglia nemmeno dentro uno stadio gremito, ma a volte i sogni la fanno borbottare. Mio marito senza dire una parola si lancia a controllare, e noi ragazze rimaniamo sole. Spero tanto che Valeria non ci abbia preso troppo gusto e mi giri la faccia dall'altra parte. Invece per fortuna si inginocchia di fronte a me e mi raddrizza il viso dolcemente tenendomi le mani sulle guance.
- mi sono fatta prendere un po' troppo forse...mi perdoni?
- sì...certo. Ma dove hai trovato tutta quella forza? Brucia ancora come l'inferno!
- anni e anni di tennis, so tirare un bel dritto
- ho notato... - riesco a sorriderle, anche se la parte colpita è indolenzita come dopo l'anestesia del dentista.
- amo, sai che sei bellissima? Quando sei arrivata ti giuro che mi sono immaginata a morderti i capezzoli! E sai quanto io non sia lesbica.
La sua risata mi contagia, e apprezzo le carezze con cui mi comunica la sua vicinanza, e forse tenta di lenire il dolore che mi ha causato. Si accorge di una lacrima solitaria che mi scende su uno zigomo.
- e adesso che fai?
- sai che sono una frignona e mi commuovo con i film più cretini...e adoro piccoli gesti come questo.
- sei sempre la mia cucciola - e si sporge in avanti per baciarmi la fronte, ma il rumore di passi in arrivo la fa rialzare incrociando le braccia.
- tutto a posto, sarà stato un sogno. Sono rimasto a controllare per un po', dorme pesantissima - mi mette una mano sulla testa afferrandomi la coda di capelli - è stata brava?
- non ha emesso un fiato e non si è mossa di un millimetro.
- sì, devo dire che ha preso molto seriamente il suo ruolo.
- e adesso? Immagino che tu non ti diverta solo con così poco, giusto?
- certo che no - mi invita a sollevarmi strattonandomi per la coda, con Valeria che mi sovrasta dell'altezza dei tacchi e mi fissa dall'alto in basso - ma non penso che tu voglia vedere scene di sesso. Vogliamo scendere? Di sotto posso sbizzarrirmi un po'. O possiamo, se vuoi provare. Sarebbe interessante se tu volessi...
- oh no. Davvero, grazie ma preferisco guardare un po' e basta, se non è un problema.
- non lo è.
- allora fai finta che io non ci sia e divertiti.
Sempre tenendomi per la coda mi spinge verso la scala che conduce alla tavernetta, e appena ci arriviamo guardo d'istinto il tavolo su cui ho passato la notte precedente.
- immagino che vorrai vederla frustata. Amo molto dilungarmi in questo passatempo.
- è la cosa più dolorosa che le fai?
- sicuramente le fa male, ma non credo sia la cosa peggiore. Di solito mescolo dolore e piacere quando la frusto, le fa sopportare meglio il trattamento.
- interessante. Quindi prova anche piacere?
- non fino in fondo. Ma adesso è arrivata a...venire con le frustate nel posto giusto.
- davvero? Una vera porcella allora. Non che non me l'aspettassi.
Sentirli parlare di me così mi fa eccitare, e non so cosa sperare. Ero preparata a farmi vedere soffrire, non ad essere esposta mentre godo, soprattutto per delle torture.
- così questo è il tuo regno.
- più o meno sì. Ho intenzione di aggiungere altre cose con il tempo, ma già così posso variare abbastanza e non farla abituare troppo.
Mio marito mi libera i polsi e mi fissa a braccia larghe sollevate, poi mi lega le caviglie facendomi allargare le gambe al punto che devo tenermi in un equilibrio molto precario sulla punta delle dita dei piedi. Valeria osserva avvicinandosi.
- già questa posizione è una tortura in sé - ridacchia la mia amica passandomi due dita sulle costole esposte dalla trazione - e dopo un po' inizierà a stancarsi le gambe, perdere l'equilibrio...no?
- soprattutto se applico qualche pena accessoria. Ma oggi resterò sul semplice. Sicura di non voler provare a frustarla un po'?
- magari un'altra volta. A te va di farmela vedere?
Senza rispondere va all'armadietto chiuso a chiave e afferra un gatto a nove code con un'impugnatura inequivocabilmente fallica.
- questo è molto versatile e non segna tanto la pelle, per cui con la mano giusta si può andare avanti anche per ore.
Inizia a colpirmi sulla schiena e sul culo, e Valeria osserva inespressiva in piedi davanti a me il mio corpo inarcarsi verso di lei ad ogni colpo, per quanto mi consentono di muovermi le corde che mi tengono.
- ah ecco - esclama quando i sospiri iniziano ad essere accompagnati da smorfie e gemiti via via più intensi - ora le stai facendo male.
- non è ancora nulla - le risponde aumentando il ritmo e la forza delle scudisciate, colpendomi in successione così rapida da non permettere al dolore di smorzarsi.
- no, basta - supplico con la schiena in fiamme appena si ferma, ma un colpo tirato dal basso all'alto mi colpisce fra le gambe dove fa più male. È forte e inaspettato, e sento le gambe smettere di sostenermi, restando appesa per i polsi mentre cerco di riprendere fiato. Socchiudo gli occhi e la vedo seguire attentamente il mio annullamento, ormai certa che non chiederà pietà per me.
- è con questi che arriva a provare orgasmi?
- sì, ma prima deve patire ancora molto.
Hai tutta la mia attenzione.
Al primo seguono altri colpi all'inguine che si abbattono causalmente sulla zona, e alla fine del trattamento ho la testa reclinata in avanti ed il fiato corto, il corpo lucido per il sudore che mi bagna copiosamente e la gola secca.
- davvero brava. E anche tu.
- ora le diamo un po' da bere, non voglio disidratarla.
- giusto. Sembra stanca, la fai riposare ogni tanto?
- di solito durante le pause mi faccio dare piacere. Quello è il suo riposo. Stasera no.
- guarda che se ne senti il bisogno non mi formalizzo...
- non c'è problema. magari dopo.
Valeria si avvicina per guardarmi da vicino, e mi sfiora la schiena con una mano, saggiando i solchi lasciati dalle scudisciate.
- ci mettono tanto a sparire?
- domattina sarà come nuova, o quasi. Se voglio lasciare segni più duraturi uso altro.
- per esempio?
- canna di bambù, oppure altre fruste.
Tremo al pensiero della canna. L'ultima volta che l'ha usata non ho potuto sedermi per due giorni, che per fortuna erano nel weekend. In ufficio avrei avuto grossi problemi a stare al mio posto di lavoro.
- ora vorrei trasformare le sue belle tette in qualcosa di grottesco.
- sono molto belle, così appesa poi le mette in mostra quasi sfacciatamente - e poi rivolgendosi a me rincara la dose, afferrandomi il mento e sollevandolo nel palmo della mano - un po' ti piace sempre metterle in mostra, lo so.
- e vedersele deformate oltre che doloroso é umiliante per lei. Ora guarda.
Mi libera le caviglie, poi alla base di ciascun seno stringe parecchi giri di corda che poi lega agli anelli che mi tengono i polsi, e tirando mi obbliga nuovamente a tornare in punta di piedi, digrignando i denti per il nuovo dolore. Le mie tette sono in pochissimo tempo due palle rossastre
sormontare da areole enormi, su cui é ben deciso a calare con precisione il gatto a nove code che ha ripreso in mano.
- sono sempre state uno dei suoi punti di forza seduttiva. Più di una volta sono stato tentato di mandare sue foto all'amante con cui mi ha tradito.
- vorresti fargli vedere cosa passa lei per causa sua?
- si, ma sono sicuro che invece di soffrire per quello che lei passa a causa sua finirebbe per masturbarsi.
- non carino.
- quello che succede quando la dai a un idiota. Vero troia?
Vedo Valeria accigliarsi per l'offesa, ma non sono nella posizione di poter protestare. La frusta non risparmia le mie povere tette, e le lacrime che finora avevo trattenuto scorrono come i miei lamenti, ma non mi azzardo a chiedergli di fermarsi. Il trattamento mi é molto meno sopportabile per la mancanza di piacere provato,
- ora rispondi, puttana?
- sono stata una troia e merito questa punizione.
- brava - esclamano all'unisono Valeria e mio marito, che mi afferra i seni con entrambe le mani.
- mi dà molta soddisfazione anche questo.
La pressione delle sue mani aumenta. Dimentico la presenza di Valeria e cerco di allungarmi verso di lui per un bacio che in questo momento mi rassicurerebbe, ma lui si ritrae.
- le troie si usano senza baci ipocriti, o dovrai frustarti da sola
scritto il
2024-10-31
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