Samuel dall'istituto a ... Cap.: I Samuel
di
Andrea10F09
genere
etero
In istituto
Cap.: I Samuel
Aprile 1974. Fisico in cambiamento, … lì, spesso faceva male, poiché non stava aderente all’addome … e allora una mano furtiva lo sistemava con la punta verso l’ombelico. … umido, … i pochi peli biondi, che iniziavano a far corona, sovente, erano impiastricciati di liquidi vischiosi. Al mattino, al suono della campanella, le mutandine venivano ricoperte in fretta dai pantaloni, per nascondere macchie vistose, mentre di sera allo spegnere delle luci nella grande camerata iniziava il concerto composto di sospiri, cigolii, brusii eseguito da suonatori di età diverse. C’era chi conosceva e aveva esperienza e chi, come Samuele ancora imberbe, no. Si vergognava. … e allora si vestiva in fretta tenendosi il lenzuolo sopra il pube per non far vedere le mutandine bagnate, … di essere incontinente. Erano le sue prime polluzioni, ma lui non lo sapeva.
Aveva allentato l’impegno scolastico. La mente era sempre altrove e il suo pisellino non stava mai al suo posto, anzi puntava in avanti, verso l’alto, facendolo arrossire per versamenti di liquidi appiccicosi individuabili dalle tracce più scure sul tessuto dei pantaloni. Aveva perso l’appetito. In biblioteca cercava testi particolari. In doccia indirizzava da subito l’acqua là, sino ad osservare lunghi spruzzi opalescenti volare, dopo spasmi piacevoli, senza farsi scoprire dall’assistente. Cercava il morbido fresco sentire dell’erba, quando in pantaloncini andava su per la collina e, trovato un nascondiglio tranquillo ed appartato, si sdraiava per godere del sole e per toccarsi. Non frequentava più la compagnia e il gioco del calcio post pranzo, poiché preferiva star solo nella palestra. Là, si sentiva importante soprattutto quando volteggiava alle parallele o alle corde. Volteggi, … salti, … capriole, … spaccate, … allungamenti e contrazioni. Il fisico si rivelava e si manifestava in tutta la sua iniziale splendida esplosione: era come un bocciolo di rosa all’aurora, coperto di fresca rugiada, turgido e colmo di delicate fragranze e, come questo, disposto ad aprirsi al tepore del primo mattino per lasciarsi svestire dei sepali, … sommergere, … schiudere, per gioire e assaporare il calore degli incantevoli, magici, caldi raggi solari.
Era solo, ma qualcuno, accortosi della sua fase di inizio pubertà, lo controllava e seguiva.
Ora il ragazzo in pantaloncini volteggiava, saltava sulle mani, da una stanga all’altra o tenendosi per le cavità poplitee si inarcava per lanciarsi in nuovi esercizi ginnici. Viveva l’età dell’incoscienza. Era agile, elastico, dinamico. Cercava di farsi notare in esercizi che altri non avrebbero eseguito e poi, dopo quello svago, si scopriva piacevolmente bagnato … e allora correva alle docce. I suoi occhi neri, penetranti non sembravano quelli di un ragazzino che esplora curioso la vita con l’ingenuità disarmante dell’età, ma quelli di un giovane dopo un violento orgasmo. Appariva ancora più giovane dei suoi quindici anni e per questo più seducente, … più desiderabile.
Quando la natura decide di regalare ad un ragazzino la bellezza, questa esce fuori per trasformare un piccolo ingenuo bambino in un giovane creato per l’amore e che ad esso si donerebbe senza esitazioni, condotto e guidato dall’istinto. Aveva un fisico tonico, ma acerbo, seducente, incantevole, … bello. Chiunque, trovandosi ad osservarlo di nascosto in quei momenti, lo avrebbe desiderato per toccarlo, sentirlo, baciarlo, unirsi a lui. Esiste al mondo una droga o un paradiso più bello, più naturale del bacio ad un adolescente. Non solo non fa male, ma ha anche il potere di elevare l’anima ed il corpo, fin quasi a rendere immortali. Esiste una grazia o una gioia più pronta ed immediata del conoscere un ragazzino? È questo il paradiso, è già qui su questa terra, a portata di mano, non ne servono altri, non c’è alcun bisogno di cercarlo altrove o in altri mondi. È la sensazione che si proverebbe, non è forse un dono di Dio per arricchire i sensi e l’anima? Ma ecco che, ora, all’unico fortunato, al quale è concesso di ammirarlo, egli mostra in tutta evidenza sui pantaloncini il frutto di un versamento, appena avuto
“Samuel!” Alle sue spalle il tipo sconosciuto, guardando quel fisico appeso alle parallele, … sfiorandolo e premendogli l’interno cosce e il pube, gli provocò brividi e contrazioni ai glutei. Pastrocchiò con la polluzione. “Uhmmmmmmmm, … che rugiada!” Il ragazzino, posto il fisico sopra le aste, sorpreso, distinguendo e riconoscendo la persona, lasciava che quelle mani stessero ferme sulle sue giunture inguinali, … sui suoi succhi, mentre l’uomo gli sorrideva, attirato dalla creatura più bella che un uomo potesse incontrare: un … il corpo di un adolescente, … un capolavoro della natura che nessun scultore o pittore sarebbe riuscito ad eguagliare.
“Oh … professore! Mi …”
“Sei bellissimo! … continua, … estenditi in spaccata! … bravo! Avresti potuto essere un modello per il Canova o per Michelangelo. … e mentre l’osservava con desiderio, le mani dell’adulto vagavano e stringevano i glutei del ragazzino per attirarlo verso il suo odorato, e lui … Se qualcuno, in quel momento esatto, avesse avuto la fortuna di osservare l’andare incontro o il tendersi del pube del piccolo verso l’adulto, avrebbe ritenuto che il destino, mai e poi mai, avrebbe riservato a quell’uomo altre gioie e sensazioni più forti di quelle provate in quell’attimo. “Uhhmmmmmmmmmm, … che profumo!” … e lì, dove il professore appoggiava il naso, si stava inalberando, … ergendo. “Sei forte, … pulsi, e, da come vedo e percepisco, ardi e fremi perché qualcuno ti contempli, … ti consigli e spieghi del perché ti bagni, … e che ti palpeggi.”
Continuava a non disdegnare quelle mani che lentamente lo eccitavano, … gli piaceva sentirle muoversi e scivolare sui pantaloncini arrivando sino a stringerlo.
“Mhhhhhhhh!”
Nella notte si bagnò. Il giorno successivo tornò in palestra con il pensiero di quelle mani, … ansia, … trepidazione, … desiderio. Poco dopo la porta si schiuse, … un filo di luce lasciò intravedere una figura. Era lui, … le sue mani.
“Sapevo di trovarti. Volevo rivederti e osservarti nelle tue evoluzioni, … tensioni, … contrazioni o allungamenti, … nei tuoi salti o spaccate ginniche sulle travi o alle corde, … o qui …, davanti a me, sulle parallele …, come ieri.” L’adolescente ascoltava e, dopo un po’ di esitazione e timore, eseguì eccitato quello che gli era stato richiesto, contento e felice di avere uno spettatore tutto per lui. “Sfilati i pantaloni e anche la camiciola! … In questo tipo di ginnastica dovresti avere una divisa adatta a facilitare gli esercizi, … dai, … che, guardandoti, potrò rendermi conto di quello che dovrò procurarti, perché tu possa migliorare nella disciplina ginnica della quale sei appassionato e nella quale eccelli. Potresti essere l’orgoglio dell’Istituto, ma dovresti migliorare anche nelle materie in cui sei insufficiente. Se vuoi … ti posso accompagnare nel recupero, … ma devi venire nel mio studio. Stai certo che recupererai, poiché sono severo e scrupoloso, e poi, con te, utilizzerò modi e metodiche esclusive ed insolite che, comunque so che gradirai. Allora, … -accarezzandolo nelle aree coperte, eccitandolo e infiammandolo, per strappargli una risposta affermativa- dai scendi e spogliati. Non turbarti e poi so che ti attrae farti guardare, … esaminare, … controllare per essere palpeggiato, … accarezzato, … lambito.”
Samuel, titubante e più imbarazzato di prima, volgendo il dorso al docente, si sfilò gli indumenti richiesti, mostrando delle mutandine lise, sdrucite e … che avevano bisogno di essere lavate e candeggiate.
“Via tutto … e scalzo!” Anche quella parte del corpo, come l’altra, era perfetta e senza alcun difetto, bella e provocante, viva ed ammaliatrice, leggiadra e pura. Era una calamita. Un po’ spettinato, il suo aspetto richiamava un po’ alla negligenza e alla noncuranza, però riconduceva meravigliosamente ad una sensualità gitana, vibrante, animalesca, selvatica, ritratto di una creatura figlia della concupiscenza, ma ricca di celestiali virtù, come angelo, … come figlio del diavolo. Visto in quella postura pareva un giovanissimo cerbiatto che ti si addossa con occhi supplichevoli di una tenerezza, … un cucciolo che ti gira attorno e salta per avere una coccola. Tutte sensazioni che agli occhi di chiunque lo spiasse, penetravano come una lama appuntita nella carne lasciando un brivido sulla pelle, come il ghiaccio sul collo che, sciogliendosi, ti lascia bagnato ed infreddolito. Ma queste vivide e laceranti sensazioni potevano essere avvertite e decifrate, soltanto da chi ha innato dentro quell’erotismo dirompente e trascinante, che porta a guardare un essere, in questo caso un ragazzo, con gli occhi della magia e del desiderio. Desiderio che non proviene dal peccato come vorrebbero farci credere, ma dal candore dell’innocenza che si manifesta da tutti i pori. Tutta questa autentica forza della natura, può offrirla solo la giovinezza che fiorisce, l’adolescenza che rapisce e trasporta con sé in mondi inesplorati e che non è mai sinonimo di volgarità ma sempre espressione di felicità, gioia, eden. Cosa c’è di più bello su questa terra e forse anche in cielo, dell’ammirare un giovane corpo d’adolescente che è arte, armonia, bellezza, piacere? È l’essenza stessa della vita, il vero motivo per cui vale la pena vivere. Poi il ragazzino girò la testa per avere il via a riprendere i suoi allenamenti, rimanendo immobile sotto lo sguardo avvinto e rapito dell’adulto.
“Professore? …”
“Ahhhh … siiiiiii!” – destatosi dalla trance in cui si trovava - “Vai alle parallele!” … e prima che il ragazzo si lanciasse sulle stanghe gli spalmò un po’ di polvere bianca sulle cavità poplitee, sull’interno cosce e su altre parti del corpo, toccandolo ancora.
Samuel si issò ansimante e teso sulle sbarre con il professore davanti che lo guardava e … con una mano che scivolava su e giù provocandogli ansimi e lacrime sempre più abbondanti. Ansava e godeva finché spasmi un po’ più forti impiastricciarono la mano del docente.
“Mi scusi, … non …”
“E’ primavera questa!” – annusandosi la mano – “E’ la stagione dell’innocenza che si sveste e si mostra. Bisogna saperla riconoscere, condividere, cogliere e vivere. Non arrossire, … è normale. Succede a tutti … quando il pescatore …” … e intanto cospargeva e sparpagliava quel nettare giovanile anche sul culetto che tanto prima ammirò.
Meraviglioso quel momento per entrambi: uno preso dal piacere della contemplazione verso il fisico di un bambino appena schiusosi all’adolescenza e l’altro dal godimento di gustare delle mani estranee sul suo corpo.
“Ti aspetto domani dopo l’allenamento. Portati i compiti. La doccia la farai da me e per l’abbigliamento non angosciarti: te lo fornirò io.”
Cap.: I Samuel
Aprile 1974. Fisico in cambiamento, … lì, spesso faceva male, poiché non stava aderente all’addome … e allora una mano furtiva lo sistemava con la punta verso l’ombelico. … umido, … i pochi peli biondi, che iniziavano a far corona, sovente, erano impiastricciati di liquidi vischiosi. Al mattino, al suono della campanella, le mutandine venivano ricoperte in fretta dai pantaloni, per nascondere macchie vistose, mentre di sera allo spegnere delle luci nella grande camerata iniziava il concerto composto di sospiri, cigolii, brusii eseguito da suonatori di età diverse. C’era chi conosceva e aveva esperienza e chi, come Samuele ancora imberbe, no. Si vergognava. … e allora si vestiva in fretta tenendosi il lenzuolo sopra il pube per non far vedere le mutandine bagnate, … di essere incontinente. Erano le sue prime polluzioni, ma lui non lo sapeva.
Aveva allentato l’impegno scolastico. La mente era sempre altrove e il suo pisellino non stava mai al suo posto, anzi puntava in avanti, verso l’alto, facendolo arrossire per versamenti di liquidi appiccicosi individuabili dalle tracce più scure sul tessuto dei pantaloni. Aveva perso l’appetito. In biblioteca cercava testi particolari. In doccia indirizzava da subito l’acqua là, sino ad osservare lunghi spruzzi opalescenti volare, dopo spasmi piacevoli, senza farsi scoprire dall’assistente. Cercava il morbido fresco sentire dell’erba, quando in pantaloncini andava su per la collina e, trovato un nascondiglio tranquillo ed appartato, si sdraiava per godere del sole e per toccarsi. Non frequentava più la compagnia e il gioco del calcio post pranzo, poiché preferiva star solo nella palestra. Là, si sentiva importante soprattutto quando volteggiava alle parallele o alle corde. Volteggi, … salti, … capriole, … spaccate, … allungamenti e contrazioni. Il fisico si rivelava e si manifestava in tutta la sua iniziale splendida esplosione: era come un bocciolo di rosa all’aurora, coperto di fresca rugiada, turgido e colmo di delicate fragranze e, come questo, disposto ad aprirsi al tepore del primo mattino per lasciarsi svestire dei sepali, … sommergere, … schiudere, per gioire e assaporare il calore degli incantevoli, magici, caldi raggi solari.
Era solo, ma qualcuno, accortosi della sua fase di inizio pubertà, lo controllava e seguiva.
Ora il ragazzo in pantaloncini volteggiava, saltava sulle mani, da una stanga all’altra o tenendosi per le cavità poplitee si inarcava per lanciarsi in nuovi esercizi ginnici. Viveva l’età dell’incoscienza. Era agile, elastico, dinamico. Cercava di farsi notare in esercizi che altri non avrebbero eseguito e poi, dopo quello svago, si scopriva piacevolmente bagnato … e allora correva alle docce. I suoi occhi neri, penetranti non sembravano quelli di un ragazzino che esplora curioso la vita con l’ingenuità disarmante dell’età, ma quelli di un giovane dopo un violento orgasmo. Appariva ancora più giovane dei suoi quindici anni e per questo più seducente, … più desiderabile.
Quando la natura decide di regalare ad un ragazzino la bellezza, questa esce fuori per trasformare un piccolo ingenuo bambino in un giovane creato per l’amore e che ad esso si donerebbe senza esitazioni, condotto e guidato dall’istinto. Aveva un fisico tonico, ma acerbo, seducente, incantevole, … bello. Chiunque, trovandosi ad osservarlo di nascosto in quei momenti, lo avrebbe desiderato per toccarlo, sentirlo, baciarlo, unirsi a lui. Esiste al mondo una droga o un paradiso più bello, più naturale del bacio ad un adolescente. Non solo non fa male, ma ha anche il potere di elevare l’anima ed il corpo, fin quasi a rendere immortali. Esiste una grazia o una gioia più pronta ed immediata del conoscere un ragazzino? È questo il paradiso, è già qui su questa terra, a portata di mano, non ne servono altri, non c’è alcun bisogno di cercarlo altrove o in altri mondi. È la sensazione che si proverebbe, non è forse un dono di Dio per arricchire i sensi e l’anima? Ma ecco che, ora, all’unico fortunato, al quale è concesso di ammirarlo, egli mostra in tutta evidenza sui pantaloncini il frutto di un versamento, appena avuto
“Samuel!” Alle sue spalle il tipo sconosciuto, guardando quel fisico appeso alle parallele, … sfiorandolo e premendogli l’interno cosce e il pube, gli provocò brividi e contrazioni ai glutei. Pastrocchiò con la polluzione. “Uhmmmmmmmm, … che rugiada!” Il ragazzino, posto il fisico sopra le aste, sorpreso, distinguendo e riconoscendo la persona, lasciava che quelle mani stessero ferme sulle sue giunture inguinali, … sui suoi succhi, mentre l’uomo gli sorrideva, attirato dalla creatura più bella che un uomo potesse incontrare: un … il corpo di un adolescente, … un capolavoro della natura che nessun scultore o pittore sarebbe riuscito ad eguagliare.
“Oh … professore! Mi …”
“Sei bellissimo! … continua, … estenditi in spaccata! … bravo! Avresti potuto essere un modello per il Canova o per Michelangelo. … e mentre l’osservava con desiderio, le mani dell’adulto vagavano e stringevano i glutei del ragazzino per attirarlo verso il suo odorato, e lui … Se qualcuno, in quel momento esatto, avesse avuto la fortuna di osservare l’andare incontro o il tendersi del pube del piccolo verso l’adulto, avrebbe ritenuto che il destino, mai e poi mai, avrebbe riservato a quell’uomo altre gioie e sensazioni più forti di quelle provate in quell’attimo. “Uhhmmmmmmmmmm, … che profumo!” … e lì, dove il professore appoggiava il naso, si stava inalberando, … ergendo. “Sei forte, … pulsi, e, da come vedo e percepisco, ardi e fremi perché qualcuno ti contempli, … ti consigli e spieghi del perché ti bagni, … e che ti palpeggi.”
Continuava a non disdegnare quelle mani che lentamente lo eccitavano, … gli piaceva sentirle muoversi e scivolare sui pantaloncini arrivando sino a stringerlo.
“Mhhhhhhhh!”
Nella notte si bagnò. Il giorno successivo tornò in palestra con il pensiero di quelle mani, … ansia, … trepidazione, … desiderio. Poco dopo la porta si schiuse, … un filo di luce lasciò intravedere una figura. Era lui, … le sue mani.
“Sapevo di trovarti. Volevo rivederti e osservarti nelle tue evoluzioni, … tensioni, … contrazioni o allungamenti, … nei tuoi salti o spaccate ginniche sulle travi o alle corde, … o qui …, davanti a me, sulle parallele …, come ieri.” L’adolescente ascoltava e, dopo un po’ di esitazione e timore, eseguì eccitato quello che gli era stato richiesto, contento e felice di avere uno spettatore tutto per lui. “Sfilati i pantaloni e anche la camiciola! … In questo tipo di ginnastica dovresti avere una divisa adatta a facilitare gli esercizi, … dai, … che, guardandoti, potrò rendermi conto di quello che dovrò procurarti, perché tu possa migliorare nella disciplina ginnica della quale sei appassionato e nella quale eccelli. Potresti essere l’orgoglio dell’Istituto, ma dovresti migliorare anche nelle materie in cui sei insufficiente. Se vuoi … ti posso accompagnare nel recupero, … ma devi venire nel mio studio. Stai certo che recupererai, poiché sono severo e scrupoloso, e poi, con te, utilizzerò modi e metodiche esclusive ed insolite che, comunque so che gradirai. Allora, … -accarezzandolo nelle aree coperte, eccitandolo e infiammandolo, per strappargli una risposta affermativa- dai scendi e spogliati. Non turbarti e poi so che ti attrae farti guardare, … esaminare, … controllare per essere palpeggiato, … accarezzato, … lambito.”
Samuel, titubante e più imbarazzato di prima, volgendo il dorso al docente, si sfilò gli indumenti richiesti, mostrando delle mutandine lise, sdrucite e … che avevano bisogno di essere lavate e candeggiate.
“Via tutto … e scalzo!” Anche quella parte del corpo, come l’altra, era perfetta e senza alcun difetto, bella e provocante, viva ed ammaliatrice, leggiadra e pura. Era una calamita. Un po’ spettinato, il suo aspetto richiamava un po’ alla negligenza e alla noncuranza, però riconduceva meravigliosamente ad una sensualità gitana, vibrante, animalesca, selvatica, ritratto di una creatura figlia della concupiscenza, ma ricca di celestiali virtù, come angelo, … come figlio del diavolo. Visto in quella postura pareva un giovanissimo cerbiatto che ti si addossa con occhi supplichevoli di una tenerezza, … un cucciolo che ti gira attorno e salta per avere una coccola. Tutte sensazioni che agli occhi di chiunque lo spiasse, penetravano come una lama appuntita nella carne lasciando un brivido sulla pelle, come il ghiaccio sul collo che, sciogliendosi, ti lascia bagnato ed infreddolito. Ma queste vivide e laceranti sensazioni potevano essere avvertite e decifrate, soltanto da chi ha innato dentro quell’erotismo dirompente e trascinante, che porta a guardare un essere, in questo caso un ragazzo, con gli occhi della magia e del desiderio. Desiderio che non proviene dal peccato come vorrebbero farci credere, ma dal candore dell’innocenza che si manifesta da tutti i pori. Tutta questa autentica forza della natura, può offrirla solo la giovinezza che fiorisce, l’adolescenza che rapisce e trasporta con sé in mondi inesplorati e che non è mai sinonimo di volgarità ma sempre espressione di felicità, gioia, eden. Cosa c’è di più bello su questa terra e forse anche in cielo, dell’ammirare un giovane corpo d’adolescente che è arte, armonia, bellezza, piacere? È l’essenza stessa della vita, il vero motivo per cui vale la pena vivere. Poi il ragazzino girò la testa per avere il via a riprendere i suoi allenamenti, rimanendo immobile sotto lo sguardo avvinto e rapito dell’adulto.
“Professore? …”
“Ahhhh … siiiiiii!” – destatosi dalla trance in cui si trovava - “Vai alle parallele!” … e prima che il ragazzo si lanciasse sulle stanghe gli spalmò un po’ di polvere bianca sulle cavità poplitee, sull’interno cosce e su altre parti del corpo, toccandolo ancora.
Samuel si issò ansimante e teso sulle sbarre con il professore davanti che lo guardava e … con una mano che scivolava su e giù provocandogli ansimi e lacrime sempre più abbondanti. Ansava e godeva finché spasmi un po’ più forti impiastricciarono la mano del docente.
“Mi scusi, … non …”
“E’ primavera questa!” – annusandosi la mano – “E’ la stagione dell’innocenza che si sveste e si mostra. Bisogna saperla riconoscere, condividere, cogliere e vivere. Non arrossire, … è normale. Succede a tutti … quando il pescatore …” … e intanto cospargeva e sparpagliava quel nettare giovanile anche sul culetto che tanto prima ammirò.
Meraviglioso quel momento per entrambi: uno preso dal piacere della contemplazione verso il fisico di un bambino appena schiusosi all’adolescenza e l’altro dal godimento di gustare delle mani estranee sul suo corpo.
“Ti aspetto domani dopo l’allenamento. Portati i compiti. La doccia la farai da me e per l’abbigliamento non angosciarti: te lo fornirò io.”
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