Il piano inclinato - pasione incontrollata PARTE 2

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tradimenti

con un po' di imbarazzo, Francesca fece leggere il messaggio a Paolo. "Siamo sempre in tempo a tirarcene indietro se vuoi," disse Francesca, cercando di mantenere un tono calmo, ma dentro di sé sentiva un tumulto di emozioni, tra il senso di colpa e un'emozione profonda e inesplicabile che l'aveva avvolta fin da sabato.

"Da quanto tempo va avanti questa storia? Da quanto siete amanti? Da quanto scopate?" chiese Paolo con lo sguardo serio, la gelosia e la paura di perdere Francesca che lo divoravano, ma anche un'eccitazione che non poteva negare, il cazzo che si induriva al solo pensiero.

Francesca fu sorpresa da queste domande, quasi offesa, e rispose: "Non siamo amanti, ed è successo solo una volta – sabato." Poi abbassò lo sguardo, un velo di vergogna che le copriva il viso. "In realtà, sono mesi che ci vediamo a pranzo tutte le settimane, avevo capito che mi corteggiava, ma era piacevole ricevere le sue attenzioni e non credevo che potesse spingersi così oltre. Forse in realtà… mi ha scopato la testa prima del corpo."

Udendo quelle parole, Paolo avvertì un senso di panico, “Sei innamorata di lui?” chiese, il cuore che gli batteva nelle orecchie.

"No, stupido, io sono innamorata di te, è te che voglio," rispose sicura Francesca, cercando di rassicurarlo con un bacio passionale. Paolo iniziò ad infilare le mani nell'intimità di Francesca, ma lei lo fermò, "Teniamo l'eccitazione per domani; l'attesa la farà crescere ancora di più."

"Vuoi tenerti per lui?" disse Paolo, il tono che tradiva la sua gelosia e l'eccitazione.

Francesca si ricompose senza rispondere, sentendo un mix di tranquillità e tensione per aver accettato di nascondere questo segreto.

Durante la giornata, discussero più volte del loro "piano". Avrebbero preso entrambi un giorno di ferie, e quando Antonio sarebbe arrivato a casa loro, Paolo si sarebbe nascosto nella cabina armadio, vedendo e sentendo tutto. Con un tono divertito, Francesca pensò che sarebbe stato il caso di mettere almeno una sedia; sarebbe stato un lungo spettacolo, sicuramente.

La giornata trascorse quasi normalmente, tranne che per entrambi permase un continuo senso di eccitazione. Francesca si addormentò subito come una bambina, questo "chiarimento" con il marito e questa nuova dimensione era come se avesse normalizzato la questione. Per Paolo, invece, fu un'altra notte di inferno. Mille paure gli tormentavano il sonno: e se fosse innamorata? E se se ne innamora? Forse è il caso di interrompere tutto, ma lei vuole andare avanti, la scontenterei... Questi e altri mille pensieri lo tormentavano. Quasi all'alba riuscì ad addormentarsi.

Francesca si alzò di buon ora, cercando di non svegliare Paolo. Andò in bagno, si fece la doccia e poi tornò in camera. Nel frattempo, Paolo si era svegliato, udì il rumore della doccia e pensò che si stesse preparando per lui. La conferma la ebbe quando uscì dal bagno: il pigiamone aveva lasciato il posto ad un babydoll nero di pizzo che la rendeva molto più sensuale del solito.

"Ti sei preparata per lui," disse Paolo con un tono affermativo, un misto di umiliazione e eccitazione che gli attraversava il corpo.

"Be', non posso mica aspettarlo con il pigiamone," disse Francesca sorridendo. Ed anche lì, Paolo si sentì umiliato ed eccitato allo stesso tempo; per lui il pigiamone andava bene, per Antonio no...

Si stese di nuovo nel letto, Paolo avvertì il buon profumo di Francesca, si avvicinò appoggiando il suo cazzo alle natiche della moglie, accarezzando il corpo liscio e fresco di doccia, aspirando a pieni polmoni il suo profumo inebriante. Francesca lo fermò subito: "Stai buono che fra un po' arriva, abbiamo deciso di aspettare ed aspetteremo." Paolo si ritrasse, pensando che lui non aveva deciso nulla, era stata lei che da ieri aveva deciso di non fare sesso fino a quando non arrivava lui.

Passò un po' di tempo e suonarono al citofono. Francesca saltò da letto come una molla, "Presto, è lui, devi nasconderti nella cabina armadio!" Quasi divertito, Paolo si alzò per entrare nella cabina armadio, notando che la moglie sembrava una scheggia impazzita. Appena dentro, vide che lei si alzò, andò ad aprire la porta per poi correre nel letto, dando le spalle alla porta della camera proprio come aveva chiesto Antonio.

Dopo una manciata di minuti, Francesca sentì aprire la porta, un crampo allo stomaco la pervase, si portò una mano nella sua intimità e si trovò umidiccia. Non si voltò ma sentì una nuova presenza in camera, poi dei rumori di vestiti, probabilmente Antonio si stava spogliando. Avvertì le coperte muoversi e subito il calore del corpo di Antonio che aderiva al suo, facendola mugolare di piacere. Con voce calda, Antonio le sussurrò: "Buongiorno amore, dormito bene?" Francesca girò giusto il viso, baciandolo. Si baciarono per un po', mentre le mani di Antonio esploravano tutto il corpo sinuoso di Francesca.

Il cazzo di Antonio, già duro, premeva contro la schiena di Francesca. Con tono scherzoso, accarezzandolo da dietro, disse: "Accidenti, già in piena forma." Poi si girò verso Antonio, e con tono quasi supplichevole e piagnucolante disse: "Però oggi non mi devi fare male, sei stato troppo violento sabato, ti prego."

Antonio la guardò con sguardo serio, le accarezzò il volto con dolcezza dicendo: "Lo sai anche tu che non sarà così, ti scoperò profondamente, affonderò il mio cazzo in ogni parte, ti farò male e ti lascerò distrutta su questo letto, ma sarai profondamente appagata – anche perché è per questo motivo che mi hai chiamato."

"Ok ma fai piano," rispose Francesca, un misto di desiderio e timore che le attraversava la mente.

Paolo, nascosto nella cabina armadio, vide arrivare Antonio nella camera. Lo vide spogliarsi completamente senza dire una parola, notando subito il suo cazzo barzotto ma effettivamente di buone dimensioni. Notò anche il resto della corporatura; effettivamente era imponente, con un po' di pancetta ma braccia e gambe forti. Decisamente un bel uomo, e non ebbe difficoltà a comprendere i motivi per cui avesse fatto colpo su sua moglie. Lo vide infilarsi nel suo letto e poi sentì sussurrare all'orecchio di sua moglie: "Buongiorno amore, dormito bene?" Come amore? Come si permette di chiamarla amore? La gelosia crebbe a livelli impossibili da sostenere, ma di pari passo si trovò anche il cazzo di marmo. Non aveva notato la sedia in cabina armadio, non c'era mai stata una sedia, pensò che sicuramente ci aveva pensato Francesca. Si sedette cercando di non fare il minimo rumore.

Li vide coccolarsi teneramente, e se ne rattristò; vederli così intimi gli faceva provare rabbia. Doveva essere lui al posto di Antonio, lui doveva godersi quel corpo morbido e profumato, ma poi si rese conto che sua moglie voleva Antonio, voleva le carezze di Antonio sul suo corpo morbido. La vedeva docile e coccolosa che si godeva il momento. Dai movimenti sotto le coperte, probabilmente le mani di Antonio erano già affondate nella sua fica, la vedeva con lo sguardo perso. Vide Antonio scostare le coperte e mettersi in ginocchio vicino a sua moglie supina, sì, le stava facendo un ditalino con due dita. Una mano sul ventre quasi a tenerla ferma e due dita che facevano avanti e indietro nella fica di Francesca, che si contorceva dal piacere. Così in ginocchio, Paolo poté vedere il membro di Antonio in piena erezione. Se prima sembrava di buone dimensioni, adesso era veramente mostruoso; come gli aveva detto sua moglie, era sì leggermente più lungo del suo ma era esageratamente più grosso e soprattutto perfettamente dritto e teso, un vero palo di carne dura e venosa. Gli pervase un senso di invidia profonda per quell'uomo dalla mazza esagerata, quell'uomo che con solo due dita stava mandando in estasi sua moglie. Un uomo di 50 anni che con due dita stava facendo godere una bellissima trentacinquenne.
Si riprese dai suoi pensieri quando vide che Antonio aveva smesso di farle il ditalino per buttarsi a capofitto sulla fica di sua moglie per leccarla. Non cambiò nulla, la sua Francesca godeva come prima (ma sarebbe stata ancora sua, si chiese?), Francesca mugugnava ed ansimava, "Cazzo sì, cazzo sì", "Fammi godere, ti prego" urlava. Poi ad un certo punto Antonio disse: "Abbassa la voce, non vorrai farti sentire dai vicini."

In quello stesso istante, il sangue di Paolo si raggelò: "Cazzo, non avevano pensato ai vicini" pensò. Sicuramente la stanno sentendo, cosa penseranno? "Poi se hanno visto Antonio entrare a casa, penseranno che io sia un cornuto e Francesca una troia." Cercando di rassicurarsi, pensò anche che alla fin fine lui era un cornuto, almeno da sabato era un effettivo cornuto. Si riprese dai suoi pensieri e tornò a guardare lo spettacolo. Antonio era tornato a farle un ditalino. Sempre due dita e sempre una mano sul ventre, le urla di Francesca si fecero sempre più acute, "Sì, cazzo, sì, cazzo, dai che sto venendo, non ti fermare ti prego, haaaaaaa." Paolo vide un forte schizzo provenire dalla fica della moglie, cazzo, l'aveva fatta squirtare. Antonio rallentò piano piano il ritmo, Francesca recuperò il fiato, si godette il suo orgasmo, continuando a sussurrare "Cazzo, cazzo, cazzo."

Francesca si sentì un po' stupida per aver chiesto di far piano; effettivamente, era il suo essere rude che l'aveva fatta godere. Sì, l'aveva lasciata dolorante in ogni dove ma... quanto aveva goduto sabato. Si girò dandogli le spalle nuovamente, le piaceva sentire le grosse mani di Antonio sul suo corpo, che capendo subito, ricominciò ad accarezzarla. Passava senza ordine dalle cosce al ventre fino ad arrivare ai seni liberi, baciandola sul collo e leccandole i lobi degli orecchi. Francesca era in estasi, queste carezze erano piacevoli. Non era rude come sabato (ma sabato non c'era stato alcun preliminare), era dolce ma deciso. Sentì un dito di Antonio che entrava nelle sue mutande e stringeva il clitoride, un mugugno più forte le uscì dalla bocca. Mollò il clitoride per poi passare alla vagina. Infilò due dita strappandole un altro gemito. Vide Antonio alzarsi, pensò che volesse subito scoparla, pensando anche che però era piacevole quello che le stava piacendo e avrebbe voluto che continuasse, ma pensò anche che il suo cazzone era piacevole. Come un fuscello la mise supina, si mise al suo fianco e, scostando appena la stoffa degli slip, infilò prepotentemente due dita nella sua fica, cominciando un avanti e indietro molto piacevole, mise l'altra mano sul suo ventre. Come l'altra volta quando le afferrò il collo mentre la scopava, anche in questa occasione si sentì completamente dominata. Due dita nella sua fica e una grossa mano che faceva una leggera pressione sul suo ventre, cominciò ad ansimare, "Cazzo sì, cazzo sì" erano le uniche parole che le uscivano dalla bocca. Antonio si fermò, sfilando le due dita. "Ecco, adesso mi scopa, ma era così piacevole" pensò Francesca. Invece, vide che si tuffò con la bocca sulla sua fica, anche in questo caso scostando la stoffa degli slip e iniziando a leccare. Più che leccare, quasi gliela stava mangiando. Si ritrovò a pensare che era bravo anche a leccare, cazzo, se era bravo. "Cazzo sì, cazzo sì, fammi godere ti prego" urlò. All'ennesimo urlo, Antonio le disse: "Abbassa la voce, non vorrai farti sentire dai vicini." Francesca si ricordò che nonostante avessero messo a punto tutto il piano, non avevano pensato ai vicini. Sicuramente l'avevano sentita, probabilmente avranno visto entrare Antonio di prima mattina o lo potrebbero vedere quando andrà via. "Cosa penseranno di Paolo?" pensò. Ma ormai la frittata era fatta, ci avrebbe pensato domani insieme a Paolo.

Tornò a concentrarsi sul momento. Antonio smise di leccarla, e pensò che fosse giunto il momento del cazzo. Era bello sentirsi leccata, ma vabbè... nemmeno il tempo di pensarci che invece tornò ad infilare due dita, e sempre come prima, con l'altra mano sul ventre. Si rallegrò, le piaceva troppo questo trattamento. Le dita scorrevano ancora più velocemente ed in profondità, e Francesca era in estasi, ululava ed urlava sentendo che stava montando il suo orgasmo, "Sì, cazzo, sì, cazzo, dai che sto venendo, non ti fermare ti prego, haaaaaaa." Un getto improvviso uscì dalla sua fica, un fuoco la pervase, una sensazione mai provata, un orgasmo diverso ed intenso. Cazzo, Antonio l'aveva fatta squirtare. Si ritrovò con il fiatone, sudata e i capelli arruffati. Antonio rallentò il ritmo fino a fermarsi, la guardò sorridendole, si avvicinò alle labbra dandole un tenero bacio. "Sei bellissima."

Francesca ci mise qualche minuto per riprendersi, vide Antonio in ginocchio lì con il cazzo duro teso, si avventò su quel magnifico cazzo, succhiandolo con un vigore inusitato. Lo leccava, lo segava con due mani, scese fino a leccargli i testicoli. Antonio si mise comodo, seduto sul letto, e Francesca si accucciò tra le sue gambe e continuò con la stessa foga a succhiare e leccare quel magnifico cazzo. Antonio si rialzò in piedi, "Leccami le palle, troia," disse, e Francesca sentì una fitta alla fica, le piaceva troppo essere insultata. Si dedicò con dovizia ai testicoli di Antonio, mentre continuava a segarlo.

Con uno strattone, Antonio la buttò sul letto, sempre come se fosse un fuscello, la mise a pecora. Adesso era veramente arrivato il momento; finalmente l'avrebbe scopata. Così a pecora, Francesca si sentì con violenza abbassare a mezza gamba gli slip, "Cazzo, è un animale, non mi spoglia neanche," e subito dopo la grossa cappella si fece strada tra la sua fichetta. "Cazzo, piano, cazzo, è grosso," urlò Francesca.

Il senso di invidia di Paolo nei confronti di Antonio crebbe a dismisura. Lui non l'aveva mai fatta squirtare, non aveva mai neanche pensato che potesse farlo. Erano proprio diversi, era chiaro perché sua moglie non era riuscita a resistergli. Era ancora sua? Pensò nuovamente. Vide Francesca tuffarsi con una foga mai vista sul cazzo di Antonio. Sembrava venerarlo come fosse uno scettro. Antonio si mise comodo per godersi il pompino, e Francesca, accucciata tra le sue gambe, continuava. Così poteva gustarsi la bella visione di sua moglie a pecora, era veramente eccitante. In quella posizione, il corto babydoll si alzò mettendo in mostra il bellissimo culo, e notò che aveva ancora gli slip, anzi, un perizoma che separava le stupende chiappe. Si era preparata perfettamente per lui, raramente metteva un perizoma per lui. Ancora un senso di inadeguatezza e gelosia lo pervase. Vide sua moglie che leccava le palle con Antonio in piedi che la insultava, trovò la cosa molto umiliante, ma non sembrava che a sua moglie desse molto fastidio, anzi, sembrava quasi apprezzare.

Un forte spintone fece cadere sul letto sua moglie, Antonio la sollevò facilmente mettendola a pecora, vide che gli abbassò appena gli slip per poi affondare subito tutto il cazzo dentro la fica di sua moglie. "Cazzo, piano, cazzo, è grosso" sentì urlare Francesca. Paolo rimase stupito dalla brutalità dell'amplesso. Antonio non rallentò affatto, continuava a pompare con ritmo costante e deciso. "Piano, cazzo, ahi, cazzo, cazzo, piano" piagnucolava Francesca, le lacrime le riempivano il viso. Paolo stava per uscire dal suo nascondiglio, "Adesso basta, le sta facendo del male," disse tra sé e sé, un attimo prima che aprisse la porta della cabina armadio. Paolo però notò che la mano di Francesca era sul fianco di Antonio, quasi a dettargli il ritmo. Ma come era possibile? Piangeva e si lamentava del dolore ma non lo fermava, anzi, con quella mano lo stava incitando. "Ahi, cazzo, ahi, hai, hai, cazzo, cazzo, cazzo, sto venendo, uuuuuuuuu" sentì urlare Francesca. La vide tremare per poi accasciarsi, lasciando il culo esposto. Antonio rallentò fino a fermarsi. Cazzo, era venuta ancora.

Francesca subì l'invasione del grosso cazzo di Antonio, ogni colpo era una coltellata, si sentiva aprire, si lamentava piangendo, "Cazzo, piano, cazzo, è grosso", "Piano, cazzo, ahi, cazzo, cazzo, piano". Antonio non aveva nessuna intenzione di cambiare il ritmo, né lo voleva lei. "Ahi, cazzo, ahi, hai, hai, cazzo, cazzo, cazzo, sto venendo, uuuuuuuuu." Ancora una volta l'orgasmo la colse all'improvviso, si accasciò spossata sul letto, il culo rimase alto, sostenuto ai fianchi dalle grosse mani di Antonio, che dopo aver rallentato il ritmo si fermò con il cazzo piantato sempre nella sua fica. "Che dolce," pensò Francesca, "vuole farmi godere il mio orgasmo," poi sorrise sommessamente, "Dolce..., mi ha spaccato la fica come un animale." Piano piano riprese fiato, Antonio la liberò da quella morsa sfilandosi, si girò e vide il suo cazzone teso come una corda di violino, lucido dei suoi umori. Vide che uscì dalla camera, si distese comoda sul letto attendendo che tornasse. Tornò qualche minuto dopo con un bicchiere d'acqua che le porse. Lo rivide lì, nudo, imponente e con il cazzo tesissimo. Questo mix di dolcezza e fierezza le procurò un'altra fitta alla fica. Sorseggiò un po' d'acqua e poi si accoccolò con il volto sul petto di Antonio, carezzandogli dolcemente il cazzo sempre teso. "Mi hai fatto male però, ho male dappertutto," disse Francesca con voce piagnucolosa.

"Non è quello che volevi? È per questo che mi hai chiamato, troia, e poi sono sicuro che nessuno ti ha mai fatto godere così, vero?" Francesca non rispose, non voleva che il marito sentisse, era chiaro che era così, ma non voleva che si sentisse umiliato. "Allora, troia? Rispondi, hai mai goduto così?" insistette Antonio.

"No, solo tu mi hai fatto godere così tanto," disse con imbarazzo Francesca.

"E perché hai goduto così tanto, troia?" rincarò Antonio.

"Perché sei un animale, hai un cazzo devastante, che mi riempie e mi lacera, sei un bastardo," rispose quasi arrabbiata Francesca. Si era arrabbiata con se stessa. Antonio era un bastardo, ma come pensava di fare con quel suo cazzone largo e venoso, poi si rassegnò e pensò che pensava solo a farla godere. "La tua fica mi appartiene, appartiene al mio cazzo. Te la scoperò quando voglio e dove voglio," disse calmo Antonio. Francesca non seppe che dire, "Ok."

Paolo vide che Antonio aveva rallentato fino a fermarsi, ma non aveva mollato la presa. La teneva stretta per i fianchi, fermo ma con il cazzo ben piantato nella fica di sua moglie. Ebbero modo di riflettere. Effettivamente, era bravo, riusciva a capire perfettamente i tempi, appena arrivava l'orgasmo rallentava per farglielo gustare. Il cazzo gli faceva male da quanto era duro, si slacciò i pantaloni liberandolo e cominciò a segarsi piano. Vide Antonio sfilarsi da sua moglie, con il cazzo tesissimo (non era ancora venuto) e lucido, probabilmente degli umori di sua moglie, uscire dalla camera. Pensò dovesse andare in bagno, ma lo vide tornare con un bicchiere tra le mani che porse a sua moglie. Questo gesto di dolcezza gli fece rabbia, rabbia che aumentò quando vide sua moglie, dopo aver sorseggiato un po' d'acqua, accoccolarsi con il suo viso sul petto di Antonio. Un gesto tenero, quasi da amanti. "Mi hai fatto male però, ho male dappertutto," sentì dire da sua moglie. "Non è quello che volevi? È per questo che mi hai chiamato, troia, e poi sono sicuro che nessuno ti ha mai fatto godere così, vero?" Sua moglie non rispose. "Allora, troia? Rispondi, hai mai goduto così?" urlò Antonio. "No, solo tu mi hai fatto godere così tanto." "E perché hai goduto così tanto, troia?" "Perché sei un animale, hai un cazzo devastante, che mi riempie e mi lacera, sei un bastardo." A quelle parole, Paolo accelerò il ritmo della sega che non aveva mai smesso di farsi, pochi colpi e sborrò come non sborrava da anni. Un getto arrivò fino alla porta della cabina armadio. Si sedette quasi spossato, svuotato. Arrabbiato, inferocito, geloso ed invidioso. Lui aveva sborrato solo guardando, Antonio aveva spaccato la fica di sua moglie ed aveva ancora il cazzo duro. Si ricordò le parole di sua moglie: "Non sei lui", si arrese all'evidenza. Quasi distratto, non si accorse che Antonio aveva ricominciato a scopare Francesca, l'aveva girata su un lato e da dietro la martellava. Con una mano passava da stringerle il collo a strizzarle i capezzoli, mentre con l'altra le stropicciava i capezzoli. Vedeva il volto di Francesca in estasi, biascicava parole senza senso, "Cazzo, cazzo, sì, lo sento tutto, me lo fai sentire tutto, cazzo sì, ahi, hai, cazzo." Antonio non rallentava neanche di un secondo, come un martello pneumatico infilava e sfilava il suo cazzo dalla fica di sua moglie, si ritrovò nuovamente con il cazzo duro. "Dai, dai, dai, dai che mi fai venire, dai che vengo ancora, non ti fermare," "Non mi fermo, non mi fermo, troia, te la spacco questa fica, e non ti preoccupare che non me ne sono dimenticato, ti apro anche il culo, troia ," sentì dire Antonio.

"Siiii, cazzo," la vide tremare, un altro orgasmo era arrivato, e ancora una volta con tempismo perfetto, Antonio si era fermato. Cazzo, sempre ben piantato e mani salde sul suo corpo.

Stettero così per alcuni minuti, dove Antonio fu nuovamente dolce, dandole teneri bacetti sul collo, poi la rigirò alla missionaria e ricominciò dove aveva interrotto. Paolo, per quanto possibile, si stupì della resistenza di Antonio e notò come non scopasse solo con il cazzo, scopava con tutto il corpo. Usava tutto il suo peso per amplificare il piacere di sua moglie. Poi un tuffo al cuore lo devastò. Alla missionaria, le spinte erano sempre lunghe e profonde, Francesca ricominciò in breve tempo a godere rumorosamente, "Ahi, hai, hi, hi", "Mi fai morire, sono in estasi, amore mio, vieni anche tu, dai, sborra, riempimi, siiiii," sentì urlare Francesca, e poi a seguire un urlo di Antonio, "Sì, ti riempio tutta, troia, senti che sborrata, ti allago." A quelle parole, le gambe di Paolo cedettero, "Amore mio, vieni anche tu". Come "amore mio"? Lo amava? Si era innamorata di Antonio? Si ritrovò a piangere, ma non smise di segarsi il cazzo duro.

Antonio fece girare Francesca di spalle, il suo cazzo era tesissimo e lei ben umida, il cazzone scivolò in un lampo dentro la sua fica. Si sentì martellare con il sempre medesimo ritmo, non perdeva un colpo, proprio come un metronomo. Pun, pun, pun, costante e regolare. Le sue mani passavano dallo strizzarle i capezzoli fino a strangolarle leggermente, una mano sul clitoride ed il cazzo ben piantato nella fica. Era completamente dominata, era sua ed era in estasi. "Cazzo, cazzo, sì, lo sento tutto, me lo fai sentire tutto, cazzo sì, ahi, hai, cazzo." "Dai, dai, dai, dai che mi fai venire, dai che vengo ancora, non ti fermare." "Non mi fermo, non mi fermo, troia, te la spacco questa fica, e non ti preoccupare che non me ne sono dimenticato, ti apro anche il culo, troia," le urlò all'orecchio Antonio. A quelle parole, una scarica di adrenalina partì dallo stomaco per arrivare alla sua fica e un altro orgasmo la colse tremante. Violento, potente ed appagante come gli altri. Si godette il suo orgasmo e non appena gli spasmi finirono, Antonio la girò a pancia in su, "Cazzo, ma quanto è bravo a capire i momenti giusti," pensò, e ricominciò a scoparla alla missionaria. Bastò poco per ricominciare a godere, "Mi fai morire, sono in estasi, amore mio, vieni anche tu, dai, sborra, riempimi, siiiii." "Sì, ti riempio tutta, troia, senti che sborrata, ti allago." Nel momento in cui sentì tre potenti schizzi nella sua fica, si ricordò che suo marito era nella cabina armadio. Gli aveva detto "amore mio, vieni anche tu". E adesso? Cosa sarebbe successo? Antonio era lì di fronte a lei che la guardava,tenendole ancora le gambe spalancate, la lasciò dolcemente, anche lui con il fiatone. Gli venne spontaneo allungare le braccia per portarlo a sé. Lo abbracciò teneramente, facendogli appoggiare la testa ai suoi seni. Si allungò verso il suo orecchio e gli sussurrò: "Anche io ti amo. Ti voglio tutta, non solo la tua fica, sei tutta mia, ti amo!"

"E adesso cosa faccio?" pensò sempre con il fiato corto. Decise che ormai la frittata era fatta, ci avrebbe pensato domani insieme alla questione dei vicini.

scritto il
2025-01-10
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