Il piano inclinato - passione incontrollata PARTE 3

di
genere
tradimenti

Francesca sempre supina e con Antonio tra le sue braccia si appisolò, riaprì gli occhi dopo un tempo indefinito. Ma quanto ho dormito? 5 minuti, mezzora? Chi lo sa, aprendo gli occhi vide lo sguardo sorridente di Antonio che la guardava, “tutto bene? Ti sei appisolata e non volevo svegliarti, sei bellissima anche quando dormi” disse Antonio. Si sposto e si mise al suo fianco. “ho un po’ fame ma non mi va di uscire, ti va se mangiamo qualcosa qui da te” disse sempre Antonio. Francesca annui, pensando che però prima era il caso di farsi una doccia. Lo sperma di antnio e lo colava fino alle cosce. Finita la doccia andò in cucina per preparare qualcosa di veloce.

Le parole di Francesca avevano distrutto l’animo di Paolo non riusciva a smettere di piangere ma anche il cazzo non smetteva di rimanere duro. Questo contrasto lo faceva stare ancora più male. Non era stata una buona idea accettare di vedere, non era stata una buona idea lasciare sua moglie da sola con Antonio, ma ormai era tardi. Vide Antonio accasciarsi sulla sua Francesca che lo strinse con affetto, gli parve di vedere che gli sussurrava qualcosa all’orecchio, non era sicuro e non aveva sentito nulla. Rimasero così con Antonio sopra sua moglie per un tempo indefinito, e gli sembrò che sua moglie si fosse addormentata. La battaglia sembrava finita, e la tensione di Paolo stava piano piano scemando ma non di certo la gelosia e la rabbia. Ha detto amore, cazzo lo ama continuava a pensare. Senti che parlottavano di magiare qualcosa, vide sua moglie alzarsi e ed il rumore della doccia le confermò che si stesse lavando. Tornò in camera completamente nuda dicendo ad Antonio che poteva approfittare anche lui del bagno mentre lei preparava qualcosa. Antonio usci velocemente dalla camera e vide che sua moglie si fermò davanti alla cabina armadio guardando verso di lui. Ferma immobile, che significato poteva avere questo gesto?
sparirono entrambi dalla sua vista, sentiva solo il rumore della doccia che dopo pochi minuti cessò. Poi silenzio.

Francesca si lavò velocemente cercando di rimuovere ogni residuo dell’amplesso consumato. Penso che alla fine non aveva rimorsi. Aveva goduto ed aveva condiviso questa scelta con suo marito. Si certo l’aveva chiamato amore e c’era la questione dei vicini, ma ci avrebbe pensato domani. Ritornò in camera completamente nuda invitando Antonio ad approfittare della doccia mentre lei preparava qualcosa da mangiare. In un attimo Antonio usci dalla stanza per infilarsi in bagno, a Francesca venne in mente di fermarsi e guardare verso la porta dalla cabina armadio. Era certa che suo marito la stesse guardando. Non seppe nenahce lei perché fece quel gesto, forse per fargli capire che era tutto ok, per sapere se era tutto ok (come avrebbe potuto dirglielo il suo Paolo), lasciò perdere e mise anche questo pensiero tra le cose per domani.
Sempre nuda, si diresse in cucina pensò che un veloce piatto di pasta al tonno fosse più che sufficiente per rifocillarsi. In pochi minuti la raggiunse Antonio, che l’abbraccio da dietro sussurrandole quanto fosse bella e sensuale, è darebbe ogni cosa per avere una vita così con lei. Si scherni cercando di allontanarlo dicendogli che era quasi pronto. Ad Antonio non interessò molto, la girò e sollevandola di peso la mise seduta sul grande tavolo in cristallo presente in cucina, le allargo le gambe si abbassò ed inizio a leccargli la fica. Francesca gradi molto il trattamento, ma per darsi un contegno (?) provò a dire “ancora? Ma non ti basta mai!”, ma non fece nulla di dissuaderlo. Smise presto di leccargliela, la fece scendere dal tavolo invitandola ad inginocchiarsi, Francesca capì subito che voleva un pompino. Si prodigò con estrema dovizia ed il membro di Antonio già barzotto divenne duro in un attimo. Francesca si senti strattonare per alzarsi ormai si era quasi abituata ai modi rudi di Antonio, aveva capito che quando l’eccitazione prendeva il sopravvento gli piaceva essere dominante, rude e forte. E’ questo a lei non dispiaceva affatto. Rimane in piedi cercando di capire cosa voleva fare Antonio, l’avrebbe scopata, voleva leccargliela, fargli un ditalino? Spese i fornelli, e se possibile con ancora più rudezza la fece girare di schiena ed appoggiare con il busto sul tavolo di cristallo. Il tavolo era freddo e la sensazione sul su corpo era quasi “dolorosa”, fece per rialzarsi ma Antonio la spinse giù, si avvicino da dietro e gli appoggiò la grossa cappella alla sua fica. Un colpo e fu dentro. Il freddo del tavolo in cristallo ed i “soliti” martellamenti di Antonio la stavano facendo mandare in orbita non risuciendo a provverire nessuna parola se non gemiti e sbuffi. Senti della saliva che gli colava sul sedere e subito il pollice di Antonio che premeva sul suo forellino anale. Pensò di chiedere di non farlo ma tanto non sarebbe servito a nulla, sarebbe andato avanti fare quello che voleva, cerco di rilassarsi e godere del cazzo che la martellava nella fica. Il pollice nel suo sederino stretto però le provocava fastidio, non aveva mai fatto sesso anale con Paolo, ci aveva provato una volta paolo, aveva infilato solo la cappella ma poi un suo urlo lo fece desistere e quasi spaventato si ricordò che le chiese anche scusa. Quanto erano diversi Antonio e Paolo. Antonio non le aveva mai chiesto scusa di nulla, gli aveva provocato dolori lancinanti ma anche degli orgasmi fantastici.
Francesca si destò dai suoi pensieri quando senti paolo defilarsi. Sperò che volesse cambiare posizione, ma non fu così, appoggiò la grossa cappella al suo culo, poi con tutto il peso del suo corpo la blocco, era in trappola. Antonio avanzava piano “respira troia, respira che vedrai che ti piace, ancora un pochetto ed è tutto dentro” sussurrava, A Francesca mancava il fiato, si sentiva lacerare l’ano e se possibile sentiva il cazzo di Antonio ancora più duro. Voleva ribellarsi ma Antonio la teneva ferma. Senti le palle di Antonio sulle sue natiche, “cazzo è arrivato fino in fondo, quel mostro di cazzo è tutto dentro il mio culo” pensò. Con altrettanta lentezza lo estrasse, lo stesso dolore lancinante provocava in Francesca spasmi di dolore. Un attimo prima disflialro tutto ricominciò il percorso inverso, sempre lentamente ma un po’ più veloce di prima. Francesca non gemeva, urlava e piangeva dal dolore, il ritmo ormai era molto simile a quandola scopava nella fica, ma il dolore completamente differente. Ogni spinta di Antonio era accompagnato da un urlo “ahi, hai, hai” Francesca non provava piacere dall’inculata ma un estremo dolore, ma sentire che era completamente bloccata dal peso di Antonio la fece sentire dominata e sentì che stava per bagnarsi. Pensò che fosse proprio una troia. Era anche sollevata che Antonio decise di incularla in cucina lontana dalla cabina armadio, decise che non avrebbe detto nulla a paolo di questo, forse l’avrebbe immaginato ma lei non avrebbe confermato. Era troppo umiliante. L’inculata andò avanti per un tempo indefinito Francesca era sfatta dal dolore, lo pregò: “basta di prego, mi ha distrutto, sto quasi per svenire basta ti prego, sborra, ti prego”. Antonio sempre con maggior foga le disse “ancora un attimo amore, ancora un attimo e ti riempio il culo”, ancora pochi dolorosi colpi e Francesca si sentì inondare le viscere, finalmente era venuto. Stesse in quella posizione parecchi minuti aveva bisogno di riprendersi dal dolore, ebbe modo di riflettere su questa esperienza. Aveva provato dolori lancinanti ma aveva la fica che le pulsava ugualmente, non aveva avuto orgasmi ma la fica pulsava eccome se pulsava. Gli era quindi piaciuto? Non seppe darsi una risposta. Antonio la fece alzare con delicatezza, la prese in braccio e la portò verso la camera. Che tenero e dolce il mio Antonio si trovò a pensare, e subito dopo penso anche a: “come il mio Antonio” casa mi sta succedendo?

Quei momenti di silenzio permisero a Paolo di riflettere nuovamente sul gesto di sua Moglie. Perché si era fermata davanti alla cabina armadio? Voleva dirmi qualcosa? Non seppe darsi una risposta. Poté osservare il letto completamente sfatto. Sembrava un campo di battaglia, le lenzuola erano coperte di chiazze di umori vaginali e sperma, neanche quando erano giovani avevano conciato così il letto.

La cucina purtroppo non era vicino alla camera da letto, ma gli parve di udire delle voci parlottare ma non capi nulla, poi gli sembrò di avvertire dei mugugni sommessi, probabilmente avevano ricominciato? Presto quei mugugni si trasformarono però in urla quasi disumane, ahi, hai, hai. Chiaramente era la voce di sua moglie, sentì che piangeva. Penso di intervenire ma poi si ricordò della mano di prima e desistette. Se non lo ferma perché gli piace. Le urla però erano diverse rispetto a quando era in camera, erano più forti e non singhiozzava come prima, stava piangendo, poi gli venne in mente che forse la stava inculando e penso “cazzo se la incula con quella mazza… rischia veramente di farle male”. Si ritrovò eccitato e si riprese di nuovo il cazzo in mano. “gli sta bene a quella zoccola, così impara a cercare i cazzoni” “basta di prego, mi ha distrutto, sto quasi per svenire basta ti prego, sborra, ti prego” senti urlare Francesca. Qualche minuto ancora e senti un urlo da parte di Antonio. Sicuramente ha sborrato pensò paolo.
Dopo qualche minuto li vide arrivare Antonio teneva in braccio tenermene la sua Francesca. La rabbia lo pervase, “come si permette sto stronzo? Lui la deve solo scopare, la dolcezza è roba mia cazzo” ma si diede dello stupido vedendo che sua moglie non era affatto dispiaciuta della dolcezza che Antonio esprimeva. Che fosse realmente innamorata?

Antonio adagio con cura Francesca sul letto, si mese al suo fianco e la abbracciò. Fu un approccio dolce che Francesca gradì particolarmente, dopo l'inculata feroce sentiva il bisogno di essere coccolata e per un attimo penso di alzarsi ed aprire la porta della cabina armadio, il suo paolo avrebbe saputo come coccolarla, ma Antonio quasi che le leggesse la mente, accarezzo tutto il suo corpo con estrema delicatezza e dolcezza, andò in bagno e tornò con una crema lenitiva che Francesca teneva sulla mensola del bagno. la fece distendere a pancia in giù e sempre con estrema dolcezza inizio a spalmarle la crema intono all’ano. Il fresco della crema le creava un leggero sollievo ma il dolore era ancora tanto. Ogni tanto spingeva leggermente un dito per far entrare un po’ di crema. Questo trattamento la fece rilassare ed il dolore, pur sempre presente, si abbasso di intensità. “Tutto bene amore” chiese Antonio. “Mi ha fatto male stronzo” rispose Francesca. “Solo male” si sincerò Antonio, Francesca realmente pensò che potesse leggergli nella mente ma rispose ancora “stronzo”. “alla fine non abbiamo neanche mangiato” disse ridendo Francesca. “vabbè dai c’è tempo per mangiare, adesso rimaniamo così che mi piace” rispose Antonio. “ma a proposito quando torna tuo marito?” Francesca nel suo piano non aveva mai pensato che potesse ricevere una domanda di questo tipo e quindi non aveva nessuna risposta pronta e gli venne spontaneo rispondere con “domani pomeriggio”. “potrei dormire qui se ti va questa notte.” propose Antonio. “meglio di no, già così i vicini chissà cosa penseranno”.
“certo che deve essere proprio un cretino” pronuncio Antonio
“chi, chiese curiosa Francesca”
“tuo marito e chi se no”
“dai smettila non è un cretino, è una brava persona e mi ama”
“non metto in dubbio che sia una brava persona, ma come si fa a lasciare da sola una bella fica come te?, e mi ha anche ringraziato che ti ho fatto compagnia, se sapesse quanto compagnia ti ho fatto…”
“smettila non è divertente” disse Francesca provando a difendere suo marito, ma forse solo perché era li che ascoltava, effettivamente è stato un coglione più che un cretino pensò.
“sai che volevo scoparti si da quando ero il tuo capo?” “non ci ho mai provato perché non volevo mischiare il lavoro con gli affetti”, “ma poi quando ti ho visto a quel corso, mi son detto questa adesso non è più la mia sottoposta e quindi…”
“Francesca, ti voglio tutta, non voglio solo la tua fica, voglio il tuo corpo, il tuo cervello brillante”
queste parole dette così a freddo senza l’aiuto dalla passione furono un colpo allo stomaco per Francesca “Antonio forse è meglio che vai.” Antonio capì la situazione, si rivestì con lentezza, Francesca lo accompagnò alla porta, sull’uscio Antonio provò a baciarla ma si scosto, per la prima volta riuscì a respingerlo. “Ci sentiamo domani?” “non lo so Antonio, vai che è tardi.”
Francesca chiuse la porta a doppia mandata e subito corse in camera,

Paolo era già uscito dalla cabina armadio ed era li che l’aspettava. Appena entrò l'aggredì verbalmente “gli ha detto che lo ami mentre ti sborrava cazzo! che lo ami” “avevi detto che era me che volevi, me che ami”, “mi hai mentito”. Francesca lo guardava senza sapere cosa dire, alla fine era vero, l’aveva chiamato amore. “ sei una troia ecco cosa sei”, ti piace quando ti insultano “bene allora sei una troia, una puttana che si fa sborrare dai cazzoni”, Paolo era furioso. Francesca con la calma che in realtà non aveva disse “non mi piace che mi insulti, te l’ho detto non sei lui”.
Queste parole non fecero che far inferocire ancor di più Paolo, che in lampo usci di casa sbattendo la porta. Francesca provò a fermarlo ma non ci riusci e tra le lacrime si buttò sul divano. Dopo pochi minuti senti il suono di una notifica del suo cellulare, corse a prenderlo pensando che fosse Paolo, era invece Antonio, lesse ugualmente il messaggio con un po di delusione “ma tuo marito non era mica partito? L’ho visto che usciva dal condominio”. Probabilmente Antonio era ancora nei paraggi quando Paolo usci. Rabbiosa rispose immediatamente al messaggio “vaffanculo, esci dalle nostre vite”. Provo a chiamare suo marito ma non rispose. Si rassegnò sperando che tornasse presto. Andò in bagno si fece un altra doccia cercando di lavare via l’interna mattina, ma risolse ben poco, l’immagine allo specchio era impietosa, aveva segni in ogni parte del corpo, a quelli di sabato scorso se ne aggiunsero altri, il sedere le doleva da matti e sul volto portava i segni della fatica e della preoccupazione.
Passarono diverse ore prima che Paolo tornasse. Appena Francesca senti aprire la porta corse subito verso il suo paolo, nonostante i dolori in tutta la parte del corpo riusci a raggiungerlo in un lampo e a buttarsi tra le sua braccia.
Paolo non reagi all’abbraccio rimanendo freddo. Francesca lo strinse ancora più forte quasi per compensare la sua freddezza.
Paolo questa volta in maniera tranquilla disse “ti ha praticamente violentata, ti fatto male, soffrivi piagnucolando ma non lo hai fermato” “perché gli hai permesso di farti tutto questo”, “ti ha anche inculato!”
“no non mi ha inculato” provò a difendersi
“e le urla di dolore che provenivano dalla cucina a cosa erano dovute?” “e per quale motivo ti ha spalmato la crema lenitiva sul buchetto?”
“ha ragione, scusa mi ha aperto anche il culo” ammise Francesca.
“ti ha aperto il culo” ma come parli Francesca non ti riconosco più.
Un moto di rabbia travolse Francesca. “ti preoccupi di come parlo” si mi ha aperto il culo, la fica, mi ha fatto squirtare con due dita, tutte cose a cui tu non ti sei mai avvicinato”
Paolo accusò il colpo, Francesca si penti subito di quanto detto, lo abbraccio ancora più forte “scusa, scusa, l’ho detto ma non lo pensavo.”
“Dimmi la verità Francesca, lo ami?” “no” rispose con sicurezza Francesca, “come potrei, è un animale”. “io amo te, il tuo modo di essere e come mi fai sentire, amata, coccolata mi fai sentire una principessa io amo te” Le parole di Francesca terminarono bruscamente quasi come si volesse dire altro, paolo sempre in tono calmo chiese “e lui, lui come ti fa sentire?” “non lo so” rispose Francesca, ma paolo insistette “come ti fa sentire?” Francesca fece un profondo respiro “usata, maltratta, troia, dominata nel corpo e nell’animo… mi fa godere come non ho mai goduto, sembra leggermi nei pensieri sa quando accelerare, quando fermasi che sto venendo, è un mostro”. “Lo vuoi vedere ancora?” chiese paolo, “no, e poi ti ha visto uscire da casa, lo sa che eri qui ed hai visto tutto, gli ho detto di uscire dalla nostra vita”, “lo vuoi vedere ancora?” ripropose Paolo, “no te lo detto, gli ho chiesto di uscire dalla nostra vita” “vuoi sentirti usata, maltratta, troia, essere dominata nel corpo e nell’animo?” disse paolo, una fitta raggiunse la fica di Francesca, al pensiero di quelle sensazioni si eccitò un po’, ma rispose “non ne parliamo più, non entrerà più nella nostra vita”
“tu sei venuto?” Paolo si stupi dalla domanda, non sapeva cosa rispondere. Doveva dirgli la verità? Che aveva sborrato come un ragazzino tre volte mentre piangeva a dirotto? La risposta tardò ad arrivare e Francesca non attese nessuna risposta rilanciando “vuoi che ti faccio venire io?” “però non me la sento di scopare ho male dappertutto”, paolo annui, lei si mise in ginocchio slacciandogli i pantaloni e si ritrovò davanti agli occhi il cazzo di suo marito già bello duro. Si dedicò al pompino con devozione e passione, voleva che godesse anche lui, si dedico anche a leccare le palle. Per la prima volta succhiò e leccò le palle di suo marito così come aveva fatto con quelle di Antonio. L’eccitazione in paolo crebbe velocemente, gli afferrò la testa iniziando quasi a scoparle la bocca, poi si blocco e la bloccò venendo nella sua bocca, “ahhh, bevi, bevi la mia sborra troia” urlo all'apice del piacere. Francesca ingoio fino all'ultima goccia, rimise il cazzo nei pantaloni poi si rialzo e disse a suo marito abbracciandolo “ non sei lui, non devi fare come lui. Tu sei il mio paolo ricordatelo”
scritto il
2025-01-13
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