Gianna puttana in famiglia - VII episodio (i cugini)
di
sexydurex
genere
dominazione
Mi alzai e chiesi di potermi sciacquare.
Per prima cosa mi lavai i denti e mi sciacquai la bocca con il collutorio.
Mi feci una doccia e mi asciugai i capelli.
Ero finalmente pulita e profumata.
Certo, mi bastava rigurgitare per sentire i sapori immondi nella gola, ma ripresi forza ed energia.
Uscii dal bagno e trovai, sul letto, un leggings bianco, sottile e molto stretto.
Lo indossai senza intimo, ero, praticamente nuda.
Zio Bruno era seduto sul divano e mi invitò a cavalcarlo. Mi palpò il culo e mi baciò
“Anche io voglio farmi leccare il culo sporco di merda”, mi disse
“Zio, caga e te lo lecco per bene”, risposi sorridendo ed ammiccando.
“Io resto qui, stanotte”, disse lo zio Bruno, eccitatissimo dalla mia risposta.
Gli altri zii mi salutarono, ciascuno, con un prolungato bacio in bocca, mentre papà scese, con la promessa di risalire dopo poco.
Restai a casa con lo zio, abbracciati sul divano; gli massaggiavo il cazzo, tenendo la testa sul suo petto.
Ogni tanto mi abbassavo per prenderlo in bocca e leccarlo. Lo zio gradiva molto quel trattamento.
Papà tornò dopo poco tempo, con in mano delle prugne secche
“Mangia queste, Bruno, sono lassative”
Lo zio le mangiò e dopo una decina di minuti, gli venne da cagare.
Si chiuse in bagno, mentre io andai in camera da letto ad aspettarlo.
Si sentirono rumori dal bagno, lo zio stava cagando e scorreggiando.
Sentii tirare lo scarico e lo zio Bruno comparve sulla soglia della camera, completamente nudo.
Mi raggiunse nel letto, e si mise carponi, abbassandosi con la testa e tirando su il culo. Gli andai dietro, gli allargai le chiappe. Il culo gli puzzava di merda.
Lo leccai, gli infilai la lingua nell’ano.
Lo sentii gemere
“Ti piace?”, gli chiesi
“Cazzo Gianna, quanto sei porca”
Lo sentii eccitarsi. Allungai una mano e lo segai, mentre continuavo a leccargli il culo completamente sporco di cacca.
Sborrò sulla mia mano e si affrettò a vestirsi e ad andare via, quasi vergognandosi per quel che mi aveva visto fare.
Rimasi nel letto e sorrisi di quella reazione dello zio.
Papà mi raggiunse, suggerendomi di andarmi a lavare la bocca
“Cazzo, papà, me li consumerò i denti per quante volte me li lavo. Mi devi far leccare meno merda”
“A te piace leccarla?”
“Mi piace vedervi così eccitati”
“Sei tu che ci ecciti così tanto”
“Lo so, perciò mi piace”.
Mi lavai i denti e tornai in camera da letto.
Ne approfittai per spompinare papà.
Mentre lo leccavo, mi disse che l’indomani sarebbero venuti a casa i miei cugini.
“Vuoi farmi davvero essere la puttana della famiglia”
“Si, ti scoperai tutti i maschi della famiglia, diretti ed acquisiti”
Mi sborrò in bocca e mi salutò con la buona notte.
Dormii poco.
Avevo quattro cugini maschi: Emanuele, il figlio di zio Nicola e Zia Concetta; Giampiero, il figlio di zio Bruno, Moris, il figlio di Zio Piero e quel cesso di Gianluca, il marito di mia cugina Angela, anche lei figlia di zio Piero.
Non mi dispiaceva l’idea di scoparmi Giampiero, Moris ed Emanuele; soprattutto Giampiero ed Emanuele erano dei gran bei ragazzi, ma l’idea di andare a letto con Gianluca mi ripugnava.
È vero che in quegli ultimi mesi avevo fatto sesso con uomini improponibili, ma Gianluca, oltre ad essere brutto e grezzo, mi è sempre stato antipatico e l’ho snobbato per la sua ignoranza e per la sua arroganza.
Il giorno dopo andai a lavorare, pensando a ciò che mi avrebbe riservato la serata.
Quando tornai a casa, vi trovai papà con lo zio Menotti.
Mi feci una doccia ed indossai quel che mi era stato ordinato: autoreggenti, reggicalze, tacco a spillo.
L’uniforme della puttana.
Mi ordinarono di rimanere così e li raggiunsi. Ero seduta sul divano, gambe oscenamente aperte e loro che alternavano i propri cazzi nella mia bocca.
Suonò il citofono.
Andai in bagno ed attesi che salissero.
Li sentii entrare e dopo circa un minuto uscii dal bagno ed andai in salotto.
Mi videro e rimasero senza parole
“siete arrivati? Non ho fatto in tempo a vestirmi, spero non vi dispiaccia”.
Fu proprio Gianluca il primo a parlare
“Per non farti sentire a disagio, mi spoglio anche io”, e così si denudò completamente.
Non era un bel vedere da vestito, ancora peggio, completamente nudo.
Si avvicinò, mi prese per le braccia, mi fece girare verso la parete, mi prese dai fianchi, leccò due dita e me le passò sulla figa e mi penetrò senza alcuna delicatezza
“ma sei un animale”, disse Moris
“questa è una troia e le troie vogliono solo essere scopate; vero che sei una troia?i”, mi chiese Gianluca.
Voltai lo sguardo ed incrociai quello di papà
“si”, risposi, “sono una gran troia”.
Affondò il cazzo ed iniziò a sbattermi con violenza; mi fece urlare di dolore e di piacere, finché lo sfilò mi obbligò ad inginocchiarmi e me lo mise in bocca; lo spompinai davanti a tutti e lo lasciai sborrare nella mia bocca.
Gli altri tre cugini si erano spogliati; erano seduti sul divano, mi misi carponi e li raggiunsi gattonando, con lo sguardo più lussurioso e malizioso che potessi sfoggiare.
Andai verso Emanuele, seduto al centro, gli misi le mani sulle ginocchia e inghiottii la sua verga. La inumidii per bene, e con le mani segavo Moris e Giampiero.
Sfilai il cazzo di Emanuele lentamente dalla bocca, e mi alzai per cavalcarlo.
Mi feci scopare dal cazzo di mio cugino Emanuele, mi piegai per aprire il culo ed invitai Moris e sodomizzarmi.
Urlai fin quando Giampiero mi occupò la bocca con il proprio cazzo.
Sborrarono insieme, riempendomi e facendomi impazzire.
Gianluca si stava segando, cercando di riprendere vigore, quando lo zio Menotti si avvicinò e gli disse qualcosa nell’orecchio.
“Davvero?”, rispose Gianluca
Sapevo cosa gli avesse detto lo zio.
Colavo sperma dalla figa e dal culo, ed ero in ginocchio sul pavimento, quando Gianluca disse agli altri cugini
“Pisciamole in bocca”.
Ci fu un boato di approvazione e sorpresa.
Moris fu il primo, iniziò a pisciarmi in faccia, seguito subito dopo da Gianluca.
Emanuele ci mise un po’ di tempo, ma iniziò anche lui a schizzare piscio su di me.
Giampiero fu l’ultimo; si mise a pisciare quando gli altri tre stavano per finire. Ne ingoiai molta, il resto mi bagnò il viso, i capelli e tutto il corpo.
Erano sorpresi, eccitati, felici. Volevano continuare e continuammo.
Mi tolsi scarpe, autoreggenti e reggicalze e andai in bagno per farmi una doccia.
Mi attesero tutti, compreso papà e lo zio.
Uscii dalla doccia eccitatissima.
Andai in camera ed indossai un micro abito bianco, cortissimo; scarpe rosse con tacco14.
Li raggiunsi e ci fu un brusio. Spensi la luce, tenendo accesa solo la lampada con luce soffusa. Iniziai a ballare. Papà era seduto sul divano, nudo, con il cazzo duro in mano; mi avvicinai, alzai il vestito, lo cavalcai e mi feci scopare da lui, davanti a tutti.
Ci baciammo, con un bacio passionale, lo sentivo pulsare nella mia figa, mi voltai verso loro e dissi
“vi supplico, qualcuno mi inculi”
A quelle parole, Gianluca non resistette, si avvicinò alle mie spalle, mi bloccò dai fianchi e mentre avevo il cazzo di papà nella figa, mi penetrò nel culo.
Iniziai una meravigliosa doppia e non mi ero accorta che lo zio Menotti stava parlando al telefono ed aveva aperto la porta.
Entrarono gli zii, Nicola, Bruno e Piero
“Qui vi state divertendo”, disse zio Piero, rivolto al genero.
Piero si spogliò, mi si avvicinò, ficcandomi il cazzo in bocca
“L’avete scopata infilandole la testa nel cesso?”, disse lo zio mentre si faceva spompinare
“Cosa?”, chiese Moris
“Facciamo vedere di cosa sei capace?”, mi chiese lo zio Piero, prendendomi per i capelli.
Annuii con la testa.
Mi sfilai da quei tre cazzi e mi misi carponi sul pavimento.
Moris mi prese dai fianchi e mi inculò, mentre Gianluca, ormai all’apice del piacere, me lo infilò in bocca e furono sufficienti un paio di lappate, per farlo sgorgare nella mia bocca.
“Prendetela nel culo, insieme”, suggerì lo zio Menotti a Moris ed Emanuele.
Così fecero, facendomi ululare dal piacere, gemiti sopiti solo dallo zio Bruno che mi infilò il cazzo in bocca.
Con la coda dell’occhio vidi papà dare delle prugne a Gianluca, capii subito l’intento.
Continuarono a scoparmi in ogni modo; mi presero a sandwich, in tre e quattro insieme, chi in bocca, chi nel culo, chi nella figa e chi con una semplice sega.
Li sentii pulsare dentro di me, gemere ed insultarmi in ogni maniera.
Gianluca andò in bagno a cagare.
Dopo alcuni minuti lo raggiungemmo. Ero in ginocchio quando si alzò dal cesso.
Si girò, mi avvicinai, gli allargai le chiappe ed iniziai a leccargli il culo sporco di merda.
Sentii qualcuno prendermi per i fianchi e scoparmi, spostandomi i capelli per osservare bene come leccassi quel culo sporco.
Quando pulii per bene il culo di Gianluca, sentii una mano afferrarmi per i capelli e spingermi verso il water. C’erano schizzi di merda ovunque.
Mi infilarono la testa nel cesso, obbligandomi a leccarne le pareti; si alternarono ad incularmi ed a scoparmi, finché mi fecero riemergere e, stando sempre in ginocchio, mi sborrarono in faccia.
Avevo il viso completamente piena di sperma e papà prese il telefono e mi fotografò.
Tutti e nove mi pisciarono in testa, facendomi fare una doccia dorata che non avrei mai più dimenticato.
Andarono via, dandomi appuntamento per la domenica, per il battesimo di mio nipote.
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Per prima cosa mi lavai i denti e mi sciacquai la bocca con il collutorio.
Mi feci una doccia e mi asciugai i capelli.
Ero finalmente pulita e profumata.
Certo, mi bastava rigurgitare per sentire i sapori immondi nella gola, ma ripresi forza ed energia.
Uscii dal bagno e trovai, sul letto, un leggings bianco, sottile e molto stretto.
Lo indossai senza intimo, ero, praticamente nuda.
Zio Bruno era seduto sul divano e mi invitò a cavalcarlo. Mi palpò il culo e mi baciò
“Anche io voglio farmi leccare il culo sporco di merda”, mi disse
“Zio, caga e te lo lecco per bene”, risposi sorridendo ed ammiccando.
“Io resto qui, stanotte”, disse lo zio Bruno, eccitatissimo dalla mia risposta.
Gli altri zii mi salutarono, ciascuno, con un prolungato bacio in bocca, mentre papà scese, con la promessa di risalire dopo poco.
Restai a casa con lo zio, abbracciati sul divano; gli massaggiavo il cazzo, tenendo la testa sul suo petto.
Ogni tanto mi abbassavo per prenderlo in bocca e leccarlo. Lo zio gradiva molto quel trattamento.
Papà tornò dopo poco tempo, con in mano delle prugne secche
“Mangia queste, Bruno, sono lassative”
Lo zio le mangiò e dopo una decina di minuti, gli venne da cagare.
Si chiuse in bagno, mentre io andai in camera da letto ad aspettarlo.
Si sentirono rumori dal bagno, lo zio stava cagando e scorreggiando.
Sentii tirare lo scarico e lo zio Bruno comparve sulla soglia della camera, completamente nudo.
Mi raggiunse nel letto, e si mise carponi, abbassandosi con la testa e tirando su il culo. Gli andai dietro, gli allargai le chiappe. Il culo gli puzzava di merda.
Lo leccai, gli infilai la lingua nell’ano.
Lo sentii gemere
“Ti piace?”, gli chiesi
“Cazzo Gianna, quanto sei porca”
Lo sentii eccitarsi. Allungai una mano e lo segai, mentre continuavo a leccargli il culo completamente sporco di cacca.
Sborrò sulla mia mano e si affrettò a vestirsi e ad andare via, quasi vergognandosi per quel che mi aveva visto fare.
Rimasi nel letto e sorrisi di quella reazione dello zio.
Papà mi raggiunse, suggerendomi di andarmi a lavare la bocca
“Cazzo, papà, me li consumerò i denti per quante volte me li lavo. Mi devi far leccare meno merda”
“A te piace leccarla?”
“Mi piace vedervi così eccitati”
“Sei tu che ci ecciti così tanto”
“Lo so, perciò mi piace”.
Mi lavai i denti e tornai in camera da letto.
Ne approfittai per spompinare papà.
Mentre lo leccavo, mi disse che l’indomani sarebbero venuti a casa i miei cugini.
“Vuoi farmi davvero essere la puttana della famiglia”
“Si, ti scoperai tutti i maschi della famiglia, diretti ed acquisiti”
Mi sborrò in bocca e mi salutò con la buona notte.
Dormii poco.
Avevo quattro cugini maschi: Emanuele, il figlio di zio Nicola e Zia Concetta; Giampiero, il figlio di zio Bruno, Moris, il figlio di Zio Piero e quel cesso di Gianluca, il marito di mia cugina Angela, anche lei figlia di zio Piero.
Non mi dispiaceva l’idea di scoparmi Giampiero, Moris ed Emanuele; soprattutto Giampiero ed Emanuele erano dei gran bei ragazzi, ma l’idea di andare a letto con Gianluca mi ripugnava.
È vero che in quegli ultimi mesi avevo fatto sesso con uomini improponibili, ma Gianluca, oltre ad essere brutto e grezzo, mi è sempre stato antipatico e l’ho snobbato per la sua ignoranza e per la sua arroganza.
Il giorno dopo andai a lavorare, pensando a ciò che mi avrebbe riservato la serata.
Quando tornai a casa, vi trovai papà con lo zio Menotti.
Mi feci una doccia ed indossai quel che mi era stato ordinato: autoreggenti, reggicalze, tacco a spillo.
L’uniforme della puttana.
Mi ordinarono di rimanere così e li raggiunsi. Ero seduta sul divano, gambe oscenamente aperte e loro che alternavano i propri cazzi nella mia bocca.
Suonò il citofono.
Andai in bagno ed attesi che salissero.
Li sentii entrare e dopo circa un minuto uscii dal bagno ed andai in salotto.
Mi videro e rimasero senza parole
“siete arrivati? Non ho fatto in tempo a vestirmi, spero non vi dispiaccia”.
Fu proprio Gianluca il primo a parlare
“Per non farti sentire a disagio, mi spoglio anche io”, e così si denudò completamente.
Non era un bel vedere da vestito, ancora peggio, completamente nudo.
Si avvicinò, mi prese per le braccia, mi fece girare verso la parete, mi prese dai fianchi, leccò due dita e me le passò sulla figa e mi penetrò senza alcuna delicatezza
“ma sei un animale”, disse Moris
“questa è una troia e le troie vogliono solo essere scopate; vero che sei una troia?i”, mi chiese Gianluca.
Voltai lo sguardo ed incrociai quello di papà
“si”, risposi, “sono una gran troia”.
Affondò il cazzo ed iniziò a sbattermi con violenza; mi fece urlare di dolore e di piacere, finché lo sfilò mi obbligò ad inginocchiarmi e me lo mise in bocca; lo spompinai davanti a tutti e lo lasciai sborrare nella mia bocca.
Gli altri tre cugini si erano spogliati; erano seduti sul divano, mi misi carponi e li raggiunsi gattonando, con lo sguardo più lussurioso e malizioso che potessi sfoggiare.
Andai verso Emanuele, seduto al centro, gli misi le mani sulle ginocchia e inghiottii la sua verga. La inumidii per bene, e con le mani segavo Moris e Giampiero.
Sfilai il cazzo di Emanuele lentamente dalla bocca, e mi alzai per cavalcarlo.
Mi feci scopare dal cazzo di mio cugino Emanuele, mi piegai per aprire il culo ed invitai Moris e sodomizzarmi.
Urlai fin quando Giampiero mi occupò la bocca con il proprio cazzo.
Sborrarono insieme, riempendomi e facendomi impazzire.
Gianluca si stava segando, cercando di riprendere vigore, quando lo zio Menotti si avvicinò e gli disse qualcosa nell’orecchio.
“Davvero?”, rispose Gianluca
Sapevo cosa gli avesse detto lo zio.
Colavo sperma dalla figa e dal culo, ed ero in ginocchio sul pavimento, quando Gianluca disse agli altri cugini
“Pisciamole in bocca”.
Ci fu un boato di approvazione e sorpresa.
Moris fu il primo, iniziò a pisciarmi in faccia, seguito subito dopo da Gianluca.
Emanuele ci mise un po’ di tempo, ma iniziò anche lui a schizzare piscio su di me.
Giampiero fu l’ultimo; si mise a pisciare quando gli altri tre stavano per finire. Ne ingoiai molta, il resto mi bagnò il viso, i capelli e tutto il corpo.
Erano sorpresi, eccitati, felici. Volevano continuare e continuammo.
Mi tolsi scarpe, autoreggenti e reggicalze e andai in bagno per farmi una doccia.
Mi attesero tutti, compreso papà e lo zio.
Uscii dalla doccia eccitatissima.
Andai in camera ed indossai un micro abito bianco, cortissimo; scarpe rosse con tacco14.
Li raggiunsi e ci fu un brusio. Spensi la luce, tenendo accesa solo la lampada con luce soffusa. Iniziai a ballare. Papà era seduto sul divano, nudo, con il cazzo duro in mano; mi avvicinai, alzai il vestito, lo cavalcai e mi feci scopare da lui, davanti a tutti.
Ci baciammo, con un bacio passionale, lo sentivo pulsare nella mia figa, mi voltai verso loro e dissi
“vi supplico, qualcuno mi inculi”
A quelle parole, Gianluca non resistette, si avvicinò alle mie spalle, mi bloccò dai fianchi e mentre avevo il cazzo di papà nella figa, mi penetrò nel culo.
Iniziai una meravigliosa doppia e non mi ero accorta che lo zio Menotti stava parlando al telefono ed aveva aperto la porta.
Entrarono gli zii, Nicola, Bruno e Piero
“Qui vi state divertendo”, disse zio Piero, rivolto al genero.
Piero si spogliò, mi si avvicinò, ficcandomi il cazzo in bocca
“L’avete scopata infilandole la testa nel cesso?”, disse lo zio mentre si faceva spompinare
“Cosa?”, chiese Moris
“Facciamo vedere di cosa sei capace?”, mi chiese lo zio Piero, prendendomi per i capelli.
Annuii con la testa.
Mi sfilai da quei tre cazzi e mi misi carponi sul pavimento.
Moris mi prese dai fianchi e mi inculò, mentre Gianluca, ormai all’apice del piacere, me lo infilò in bocca e furono sufficienti un paio di lappate, per farlo sgorgare nella mia bocca.
“Prendetela nel culo, insieme”, suggerì lo zio Menotti a Moris ed Emanuele.
Così fecero, facendomi ululare dal piacere, gemiti sopiti solo dallo zio Bruno che mi infilò il cazzo in bocca.
Con la coda dell’occhio vidi papà dare delle prugne a Gianluca, capii subito l’intento.
Continuarono a scoparmi in ogni modo; mi presero a sandwich, in tre e quattro insieme, chi in bocca, chi nel culo, chi nella figa e chi con una semplice sega.
Li sentii pulsare dentro di me, gemere ed insultarmi in ogni maniera.
Gianluca andò in bagno a cagare.
Dopo alcuni minuti lo raggiungemmo. Ero in ginocchio quando si alzò dal cesso.
Si girò, mi avvicinai, gli allargai le chiappe ed iniziai a leccargli il culo sporco di merda.
Sentii qualcuno prendermi per i fianchi e scoparmi, spostandomi i capelli per osservare bene come leccassi quel culo sporco.
Quando pulii per bene il culo di Gianluca, sentii una mano afferrarmi per i capelli e spingermi verso il water. C’erano schizzi di merda ovunque.
Mi infilarono la testa nel cesso, obbligandomi a leccarne le pareti; si alternarono ad incularmi ed a scoparmi, finché mi fecero riemergere e, stando sempre in ginocchio, mi sborrarono in faccia.
Avevo il viso completamente piena di sperma e papà prese il telefono e mi fotografò.
Tutti e nove mi pisciarono in testa, facendomi fare una doccia dorata che non avrei mai più dimenticato.
Andarono via, dandomi appuntamento per la domenica, per il battesimo di mio nipote.
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