Il ritorno di Chiara (II parte)

di
genere
confessioni

Ci alzammo; andai alla cassa per pagare il conto, mentre Chiara cercò con lo sguardo il cameriere; lo vide, sorrise, portò un dito sul petto, mimando il gesto di raccogliere qualcosa dalla sua pelle e se lo portò in bocca, succhiandolo ed ammiccando.
Mi raggiunse ed uscimmo dalla pizzeria.
Entrammo in macchina e disse:
“Tu sei matto, ma io sono ancora più folle ad assecondare i tuoi desideri”
“Che avete fatto?”
“Non stava capendo più nulla; l’ho preso in bocca, l’ho messo tra le tette e mi ha sborrato in faccia e sul petto”
Mi dette un bacio e tornammo a casa mia.

Si spogliò e tornò sotto la doccia; mi spogliai anche io, con l’intenzione di aspettarla a letto.
Entrai in bagno e mi lavai i denti, quindi le due birre prese in pizzeria si fecero sentire e mi misi a pisciare; mentre stavo svuotando la vescica, Chiara aprì le porte del vano doccia e mi disse:
“L’ultimo schizzo tienilo per me”.
Uscì dalla doccia, asciugandosi in fretta, si inginocchiò, aprì la bocca, lo infilai e le schizzai in gola l’ultimo schizzo di piscio.

Andammo a letto.
Mi abbracciò, le accarezzai i capelli
“Mi hai fatto fare qualcosa che non avevo mai fatto; non mi importava che il cameriere potesse pensare fossi una troia; non mi importava nulla; mi interessava solo esaudire la tua richiesta. Mentre vedevo quel cazzo, pensavo al momento in cui te l’avrei raccontato”
“Mi hai sorpreso, non credevo lo facessi. Mi è piaciuto, tutto”
“Voglio fare l’amore, adesso”
Ci baciammo, le andai sopra, presi il cazzo e delicatamente la penetrai. Entrai dolcemente e con altrettanta tenerezza, affondai tutta la verga dentro di lei. Ci baciammo in maniera avida e tenera, mentre stavamo regalando, l’un l’altro, pure energie di amore.
Chiara sentì montare il piacere
“Continua, ti prego, non ti fermare. Ti sento, duro, come piace a me”.
Aumentai il ritmo, mantenendo, comunque, un comportamento dolce, era quello che, in quel momento, volevamo entrambi.
Ci stavamo amando.
Mi sfilai e mi stesi al suo fianco, le chiesi di cavalcarmi.
Chiara aveva altre intenzioni. Mi baciò il petto, scese sino al pube, iniziò a leccarmelo, quindi se lo sistemò tra le tette, facendo, anche a me, una spagnola.
“Così l’hai fatta al cameriere?”, le chiesi
Mi guardò, sorrise
“No, ero in ginocchio”, dicendolo, scese dal letto e si inginocchiò.
Mi alzai, per replicare quel momento.
Chiara prese il cazzo e leccò la cappella, quindi lo avvolse con le proprie tette e lo segò, stringendo il seno intorno.
Alzò lo sguardo e, fissandomi negli occhi, disse:
“Eravamo così, ogni tanto gli leccavo la cappella”
“Cosa pensavi?”
“Ho pensato fossi impazzita, ma l’ho fatto e mi è piaciuto”
Si alzò e mi spinse nuovamente sul letto, mi cavalcò facendosi penetrare. Mi tenne bloccato per i polsi e mi scopò
“Stronzo, mi hai fatto fare la puttana”, mi disse, dandomi un leggero colpo sul petto.
La presi per le chiappe, le allargai e le infilai un dito nel culo, iniziai a penetrarla a fondo con un dito, aggiungendone un altro, ed accelerando il ritmo della scopata.
“Ti è davvero piaciuto farlo?”, le chiesi
“Mi è sembrato strano e quasi irreale, ma se lo vuoi sapere, avevo la figa bagnatissima. Comunque aveva un bel cazzo”. Mi guardò per osservare la mia reazione. Rimasi indifferente ed aggiunse:
“Mi piace di più il tuo”.
Ci baciammo e continuai nella doppia penetrazione con le dita e con il cazzo.
“Continua, siiii, ti voglio, sono la tua troia, sbattimi”.
Chiuse gli occhi e si gustò quel prolungato piacere
“Siiiii, amoreeeee, godoooo, siiii, mmmh, mi piace, siiiiiiiiiii”
Si accasciò lentamente su di me; le accarezzai i capelli, sentendo la figa rilassarsi; la baciai in testa, le sussurrai che mi faceva stare bene ed all’improvviso, disse:
“Posso farti una domanda?”
“Certo”
“Anche a lei chiedi di farsi scopare nei bagni dei locali?”
“Nella fantasia, lo facciamo spesso, ma nella realtà non è mai capitato”
“Ti aspettavi che lo facessi?”
“No”
Sorrise e disse:
“Sono contenta di averlo fatto e di essermi distinta. Non mi dimenticherai”
Si sfilò e si mise carponi sul letto, voltò la testa e mi invitò:
“Inculami”
Mi alzai dalla posizione prona, mi inginocchiai dietro di lei, le inumidii il piccolo buco con gli umori che grondavano dalla figa, la presi per i fianchi e la penetrai nel culo.
Mi piegai per afferrarle le tette, le strinsi i capezzoli, le baciai la schiena e gemetti, sborrandole nel culo.
L’adrenalina si placò.
Ci stendemmo, nudi e sfiniti, abbracciati e ci addormentammo.
Iniziò una lunga e molto segreta relazione. Non ci vedevamo spesso, ci sentivamo quasi ogni giorno, se non per telefono, sempre per messaggi. Quando ci vedevamo, erano quasi sempre belle scopate ed eccitanti giochi ed avevamo trovato un nostro perfetto equilibrio.
Chiara non era più la cugina della mia compagna, ma semplicemente, la mia amante
scritto il
2024-09-04
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