Gianna offerta ai Serbi
di
sexydurex
genere
dominazione
Papà si era rivolto a Goran, uno dei camionisti che mi aveva scopato in autogrill.
Era deciso a coinvolgere sia Serena che la mamma. Mia sorella, perché si era fissato che voleva ridurre anche lei, oltre me, in uno stato di totale sottomissione. La mamma perché voleva campo libero in ogni momento; già diverse volte avevamo dovuto rinviare i nostri incontri, per non destare sospetti nella mamma, coinvolgerla, avrebbe significato avermi sotto tiro h24.
Zio Menotti era su di giri per questa idea, mentre Omar era diffidente che Serena avrebbe mai accettato, ma era ben contento se ci fossero riusciti.
Avevamo creato una chat whatsapp, “La puttana ed i suoi padroni”, ed Omar aveva iniziato a girarci foto di Serena sempre più audaci.
Goran aveva accettato di essere coinvolto nel piano; lui insieme con tre suoi colleghi, avrebbero inscenato una finta aggressione, durante la quale si sarebbero divertiti a costringere Serena e la mamma, insieme con me, a fare sesso con i propri familiari.
In cambio, Goran non aveva voluto soldi, bensì due intere notti con me, da condividere con i suoi tre amici, la prima, precedente all’aggressione, la seconda a piano concluso.
Quel tardo pomeriggio, papà e lo zio vennero a trovarmi e, naturalmente, vollero la loro parte di sesso.
Ero nuda, inginocchiata sul pavimento, la testa reclinata all’indietro; papà era alla mia sinistra e lo zio alla mia destra, si smanettarono per sborrare, quasi in contemporanea sul mio volto.
Mi fotografarono con la faccia piena di sperma e la misero sulla chat
Papà mi accompagnò in aperta campagna, dove Goran ed i suoi tre colleghi, tutti slavi, mi stavano aspettando.
Indossavo una micro gonna, verde acceso, elasticizzata ed un top in pizzo bianco, senza reggiseno, tanto che i capezzoli, già turgidi, erano ben visibili; non indossavo intimo e sentivo la brezza rinfrescarmi la figa, ai piedi calzavo l’immancabile tacco 12.
Arrivammo al luogo stabilito, una casa isolata in aperta campagna, con un giardino antistante. Papà dette un colpo di clacson ed uscì Goran. Lo riconobbi subito; ricordai il suo culo sporco di merda che dovetti leccare. Guardai papà e scesi dalla vettura, sapevo che, scendendo, la gonna si sarebbe ritratta e non feci nulla per evitare di mostrarmi in quella veste così porca ed eccitante.
Goran si avvicinò, mi abbracciò e mi infilò la lingua in bocca ed un dito nel culo.
Gemetti, pregustando quel che mi aspettava.
Goran andò a salutare papà, parlarono un po’ tra loro, poi vidi mio padre salutarmi, rientrare in macchina ed andare via.
Goran mi prese per mano e mi accompagnò in casa.
Dentro c’erano i suoi tre amici, già tutti nudi.
Si presentarono: Jakov, Pavle e Zeljko. Erano tutti e tre con il cazzo in tiro ed invece della mano, mi costrinsero a stringere le loro verghe.
Quindi Goran si avvicinò, prese il lembo della minigonna, e con una forza che non avevo mai riscontrato, la strappò, lasciandomi con la figa ed il culo scoperto. Mi domandai come avrei fatto ad andarmene senza gonna, ma non finì lì. Prese il bordo superiore del top e lo strappò, lasciandomi con il seno nudo. Sfiorò i capezzoli, li prese e li tirò con forza. Gemetti ed iniziai a bagnarmi tra le gambe.
Mi fecero entrare in una camera da letto, con un letto molto grande, a due piazze abbondanti.
Mi sedetti sul bordo del materasso iniziando a spompinarli a turno. L’inizio fu tranquillo; Goran mi prese la testa tra le mani e mi infilò la lingua in bocca, mi fece sdraiare, mi aprì le cosce e mi penetrò nella figa. Iniziai a gemere sentendo il suo cazzo vigoroso entrare, finché Pavle si avvicinò e mi tappò la bocca, infilandomi il suo cazzo. Zeljko me lo mise in mano mentre Jakov filmava.
Si alternarono nelle posizioni; provai sensazioni diverse per ogni cazzo che mi trapanò la figa. Goran si distese sul materasso e volle che gli andassi a cavalcioni; mi feci scopare in quella posizione e Jakov non perse tempo e si prese il mio culo. Con quella meravigliosa doppia, iniziai ad ululare dal piacere, in tempo prima che Zeljko e Pavlev si alternassero nella mia bocca.
Mi fecero mettere carponi sul letto e mentre uno mi inculava, l’altro me lo metteva in bocca, alternandosi sino a godere, tutti e quattro nella mia bocca.
Avevo in bocca il sapore di quattro sborrate diverse. Sapevo che la notte sarebbe stata ancora lunga e non mi illusi fosse finita.
Mi lasciarono qualche minuto sola in camera da letto.
Tornarono e Goran mi disse:
“Adesso fai vedere ai miei amici, come sei brava a leccare il culo”
Si mise carponi sul letto ed allargò le natiche con le mani. Mi affrettai ad andargli dietro, mi piegai ed iniziai a leccarlo per bene. Per fortuna era pulito, diversamente dalla precedente volta; lo imitarono Zeljko e Jakov, mentre Pavlev non era in camera.
Ci raggiunse dopo qualche minuto, senza dire una parola si mise anche lui carponi e qui trovai la sorpresa, sotto le risate di tutti gli altri.
Pavlev aveva appena finito di cagare, non si era per nulla pulito e mi toccò farlo con la lingua. Trovai copiose tracce di merda, che leccai, infilai la lingua nell’ano e lo pulii a fondo.
Avevo un disgustoso sapore in bocca e mi lasciarono andare in bagno a sciacquarmi la bocca.
Mi raggiunsero nel bagno, mi presero per i capelli e mi ordinarono di inginocchiarmi. Mi dissero di aprire la bocca e si misero a pisciare sul viso ed in bocca, terminarono di farlo nel water, mi afferrarono e mi spinsero la testa nel cesso, obbligandomi a leccare, mentre da dietro mi inculavano.
Il water era sporco di piscio, ma anche di merda e fui obbligata a leccare sino a pulire ogni traccia.
Tutti e quattro, intanto, si alternarono nel mio culo, affondando con forza le proprie verghe.
Smisero solo quando ebbi leccato a fondo, facendo splendere il water.
Mi fecero alzare e mi dissero di tornare in camera da letto.
Così feci. Li aspettai e per provocarli, mi misi carponi sul materasso. Entrarono in camera e mi riempirono di insulti volgari, vedendomi già pronta. Goran si avvicinò, mi prese le chiappe, le allargò e disse che adesso mi avrebbero rotto il culo. Mi inculò senza problemi, quindi Zeljko si mise a cavalcioni sulla mia schiena ed anche lui infilò il cazzo nel culo, facendomi una meravigliosa doppia anale.
Impazzivo nel sentirmi così piena, adoravo la doppia anale. Urlavo e gemevo interrotta solo dai cazzi degli altri due, che si alternarono nella mia bocca.
Continuarono per almeno un’ora ad utilizzare i miei buchi, tutti e quattro; chi non aveva il cazzo nella mia figa o nel mio culo, si faceva leccare dalla mia lingua o segare dalle mie mani.
Terminarono tutti, sborrandomi addosso, sul viso, tra i capelli, in bocca e così mi lasciarono riposare, piena di sperma.
Stava albeggiando, quando aprii gli occhi. Mi ero addormentata senza nemmeno pulirmi; lo sperma si era seccato sulla mia pelle e tra i miei capelli, e stavo dormendo in mezzo a Pavlev e Jakov; cercai di destarmi senza fare rumore e sentivo Goran e Zeljko parlare tra loro, in serbo, in cucina. Pavlev si svegliò, mi guardò e sorrise in modo sornione. Mi fece stendere supina, e mi schiacciò la faccia mettendomi il culo in bocca ed incitandomi a leccargli l’ano. Jakov si svegliò e vedendo quella scena, iniziò a menarsi il cazzo ed in camera sopraggiunsero anche gli altri due. Pavlev sentiva la mia lingua leccargli il culo e lasciò andare un peto lungo e rumoroso che mi investì in bocca ed in faccia; non avevo la possibilità di sottrarmi a quella ennesima umiliazione, bloccata com’ero dalla forza dell’uomo.
Continuai a leccarlo, sopprimendo il conato di vomito per la puzza che mi entrò nel naso ed in bocca.
Si sollevò quel tanto necessario, per spostarsi ed infilarmi il cazzo in bocca. Si mise a sborrare come una fontana e mi chiesi come fosse possibile ne avesse ancora così tanta, nonostante la sera precedente avesse già copiosamente eiaculato. Comunque, ovviamente, lo ingoiai. Mi alzai dal letto, e mi diressi verso il bagno, sperando mi potessi sciacquare. Invece c’era Jakov, seduto sul water e stava cagando.
Goran mi prese per i capelli e mi spinse carponi; mi ordinò di strisciare, a quattro zampe, verso l’amico e di leccargli il cazzo mentre cagava.
Mi avvicinai davanti a lui, Jakov prese il cazzo in mano e me lo infilò in bocca. Sentii la cacca cadere nel water nel momento stesso in cui iniziò a pisciarmi in gola. Terminò di pisciare, si sollevò un po’ per mettermi le palle in bocca, mentre continuava a cagare. Mi disse di avvicinare la lingua al buco del culo e così feci; sentii il sapore della merda; un altro stronzo uscì dal suo culo, ritrassi subito la lingua, ma ne sentii comunque il sapore. Ero disgustata.
Aveva finito di cagare, si alzò, si girò e mi porse il culo da pulirgli. Passai la lingua, trovai residui di merda che dovetti leccare ed ingoiare, gli feci un bidet completo e, con mio iniziale sollievo tirò lo scarico; la cagata era stata abbondante, e sulle pareti del cesso c’erano evidenti tracce di merda. Prese lo scopino e lo utilizzò, con mia iniziale sorpresa, per pulire il water; con lo scopino sporco di merda, mi ordinò di aprire la bocca e me lo infilò facendomelo leccare.
Goran, Zeljko e Pavlev pisciarono nel bidet, otturando il tappo e creando, perciò, una vasta pozza di piscio.
Jakov mi prese per i capelli e mi trascinò verso il bidet, forzandomi ed infilandomi la testa nella pozza di piscio.
Mi sollevò la testa, grondavo piscio. Mi fece girare ed immergere i capelli nella pozza.
Ero ridotta ad una latrina, alla mercé di ogni loro capriccio; ormai non c’era più nulla di erotico, ma solo degrado ed umiliazioni.
Mi fecero rimanere in ginocchio, con la testa reclinata all’indietro, pronta a subire le loro sborrate in faccia.
Con il viso pieno di sperma, i capelli bagnati di piscio e con la bocca piena di sapori nauseabondi, mi ordinarono di tornare in camera da letto e mettermi carponi sul materasso. Eseguii l’ordine, ignara di quel che, ancora, mi avrebbero fatto subire.
Goran si avvicinò con due vibratori, li unì e me li infilò nel culo; urlai per l’iniziale dolore, ma le pareti dell’ano si adattarono presto alla doppia presenza; Goran prese altri due vibratori e me li infilò delicatamente, insieme nella figa. Ero piena, ma non contento, dette l’impulso per farli vibrare. Strabuzzai gli occhi, ero in pieno, continuo orgasmo. Ululavo per il piacere.
Sentii bussare alla porta. Papà e zio Menotti erano venuti a riprendermi. Mi videro e sorrisero per come ero stato umiliata. Non resistettero, si guardarono, si slacciarono i pantaloni, si avvicinarono segandosi il cazzo, me li porsero per farseli leccare ed esplosero in due incredibili sborrate che riversarono, anche loro, sul mio volto.
Goran spense i vibratori, li sfilò e mi accasciai sul letto; erano state una serata ed un inizio di mattinata molto impegnative. Papà mi disse di vestirmi, ma c’era un problema; la mini ed il top erano stati strappati la sera prima, non avevo nulla per coprirmi.
Papà si rese conto che non potevo uscire, in pieno giorno, completamente nuda. Convinse Goran, che invece insisteva perché tornassi senza nulla indosso, a darmi una T-shirt e così montai in macchina con le scarpe tacco12 ai piedi ed una T-shirt da camionista che a mala pena mi copriva i fianchi, tutto questo per coinvolgere Serena nei nostri giochi…
Se vuoi conoscere la storia di Gianna, lascio il link
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Era deciso a coinvolgere sia Serena che la mamma. Mia sorella, perché si era fissato che voleva ridurre anche lei, oltre me, in uno stato di totale sottomissione. La mamma perché voleva campo libero in ogni momento; già diverse volte avevamo dovuto rinviare i nostri incontri, per non destare sospetti nella mamma, coinvolgerla, avrebbe significato avermi sotto tiro h24.
Zio Menotti era su di giri per questa idea, mentre Omar era diffidente che Serena avrebbe mai accettato, ma era ben contento se ci fossero riusciti.
Avevamo creato una chat whatsapp, “La puttana ed i suoi padroni”, ed Omar aveva iniziato a girarci foto di Serena sempre più audaci.
Goran aveva accettato di essere coinvolto nel piano; lui insieme con tre suoi colleghi, avrebbero inscenato una finta aggressione, durante la quale si sarebbero divertiti a costringere Serena e la mamma, insieme con me, a fare sesso con i propri familiari.
In cambio, Goran non aveva voluto soldi, bensì due intere notti con me, da condividere con i suoi tre amici, la prima, precedente all’aggressione, la seconda a piano concluso.
Quel tardo pomeriggio, papà e lo zio vennero a trovarmi e, naturalmente, vollero la loro parte di sesso.
Ero nuda, inginocchiata sul pavimento, la testa reclinata all’indietro; papà era alla mia sinistra e lo zio alla mia destra, si smanettarono per sborrare, quasi in contemporanea sul mio volto.
Mi fotografarono con la faccia piena di sperma e la misero sulla chat
Papà mi accompagnò in aperta campagna, dove Goran ed i suoi tre colleghi, tutti slavi, mi stavano aspettando.
Indossavo una micro gonna, verde acceso, elasticizzata ed un top in pizzo bianco, senza reggiseno, tanto che i capezzoli, già turgidi, erano ben visibili; non indossavo intimo e sentivo la brezza rinfrescarmi la figa, ai piedi calzavo l’immancabile tacco 12.
Arrivammo al luogo stabilito, una casa isolata in aperta campagna, con un giardino antistante. Papà dette un colpo di clacson ed uscì Goran. Lo riconobbi subito; ricordai il suo culo sporco di merda che dovetti leccare. Guardai papà e scesi dalla vettura, sapevo che, scendendo, la gonna si sarebbe ritratta e non feci nulla per evitare di mostrarmi in quella veste così porca ed eccitante.
Goran si avvicinò, mi abbracciò e mi infilò la lingua in bocca ed un dito nel culo.
Gemetti, pregustando quel che mi aspettava.
Goran andò a salutare papà, parlarono un po’ tra loro, poi vidi mio padre salutarmi, rientrare in macchina ed andare via.
Goran mi prese per mano e mi accompagnò in casa.
Dentro c’erano i suoi tre amici, già tutti nudi.
Si presentarono: Jakov, Pavle e Zeljko. Erano tutti e tre con il cazzo in tiro ed invece della mano, mi costrinsero a stringere le loro verghe.
Quindi Goran si avvicinò, prese il lembo della minigonna, e con una forza che non avevo mai riscontrato, la strappò, lasciandomi con la figa ed il culo scoperto. Mi domandai come avrei fatto ad andarmene senza gonna, ma non finì lì. Prese il bordo superiore del top e lo strappò, lasciandomi con il seno nudo. Sfiorò i capezzoli, li prese e li tirò con forza. Gemetti ed iniziai a bagnarmi tra le gambe.
Mi fecero entrare in una camera da letto, con un letto molto grande, a due piazze abbondanti.
Mi sedetti sul bordo del materasso iniziando a spompinarli a turno. L’inizio fu tranquillo; Goran mi prese la testa tra le mani e mi infilò la lingua in bocca, mi fece sdraiare, mi aprì le cosce e mi penetrò nella figa. Iniziai a gemere sentendo il suo cazzo vigoroso entrare, finché Pavle si avvicinò e mi tappò la bocca, infilandomi il suo cazzo. Zeljko me lo mise in mano mentre Jakov filmava.
Si alternarono nelle posizioni; provai sensazioni diverse per ogni cazzo che mi trapanò la figa. Goran si distese sul materasso e volle che gli andassi a cavalcioni; mi feci scopare in quella posizione e Jakov non perse tempo e si prese il mio culo. Con quella meravigliosa doppia, iniziai ad ululare dal piacere, in tempo prima che Zeljko e Pavlev si alternassero nella mia bocca.
Mi fecero mettere carponi sul letto e mentre uno mi inculava, l’altro me lo metteva in bocca, alternandosi sino a godere, tutti e quattro nella mia bocca.
Avevo in bocca il sapore di quattro sborrate diverse. Sapevo che la notte sarebbe stata ancora lunga e non mi illusi fosse finita.
Mi lasciarono qualche minuto sola in camera da letto.
Tornarono e Goran mi disse:
“Adesso fai vedere ai miei amici, come sei brava a leccare il culo”
Si mise carponi sul letto ed allargò le natiche con le mani. Mi affrettai ad andargli dietro, mi piegai ed iniziai a leccarlo per bene. Per fortuna era pulito, diversamente dalla precedente volta; lo imitarono Zeljko e Jakov, mentre Pavlev non era in camera.
Ci raggiunse dopo qualche minuto, senza dire una parola si mise anche lui carponi e qui trovai la sorpresa, sotto le risate di tutti gli altri.
Pavlev aveva appena finito di cagare, non si era per nulla pulito e mi toccò farlo con la lingua. Trovai copiose tracce di merda, che leccai, infilai la lingua nell’ano e lo pulii a fondo.
Avevo un disgustoso sapore in bocca e mi lasciarono andare in bagno a sciacquarmi la bocca.
Mi raggiunsero nel bagno, mi presero per i capelli e mi ordinarono di inginocchiarmi. Mi dissero di aprire la bocca e si misero a pisciare sul viso ed in bocca, terminarono di farlo nel water, mi afferrarono e mi spinsero la testa nel cesso, obbligandomi a leccare, mentre da dietro mi inculavano.
Il water era sporco di piscio, ma anche di merda e fui obbligata a leccare sino a pulire ogni traccia.
Tutti e quattro, intanto, si alternarono nel mio culo, affondando con forza le proprie verghe.
Smisero solo quando ebbi leccato a fondo, facendo splendere il water.
Mi fecero alzare e mi dissero di tornare in camera da letto.
Così feci. Li aspettai e per provocarli, mi misi carponi sul materasso. Entrarono in camera e mi riempirono di insulti volgari, vedendomi già pronta. Goran si avvicinò, mi prese le chiappe, le allargò e disse che adesso mi avrebbero rotto il culo. Mi inculò senza problemi, quindi Zeljko si mise a cavalcioni sulla mia schiena ed anche lui infilò il cazzo nel culo, facendomi una meravigliosa doppia anale.
Impazzivo nel sentirmi così piena, adoravo la doppia anale. Urlavo e gemevo interrotta solo dai cazzi degli altri due, che si alternarono nella mia bocca.
Continuarono per almeno un’ora ad utilizzare i miei buchi, tutti e quattro; chi non aveva il cazzo nella mia figa o nel mio culo, si faceva leccare dalla mia lingua o segare dalle mie mani.
Terminarono tutti, sborrandomi addosso, sul viso, tra i capelli, in bocca e così mi lasciarono riposare, piena di sperma.
Stava albeggiando, quando aprii gli occhi. Mi ero addormentata senza nemmeno pulirmi; lo sperma si era seccato sulla mia pelle e tra i miei capelli, e stavo dormendo in mezzo a Pavlev e Jakov; cercai di destarmi senza fare rumore e sentivo Goran e Zeljko parlare tra loro, in serbo, in cucina. Pavlev si svegliò, mi guardò e sorrise in modo sornione. Mi fece stendere supina, e mi schiacciò la faccia mettendomi il culo in bocca ed incitandomi a leccargli l’ano. Jakov si svegliò e vedendo quella scena, iniziò a menarsi il cazzo ed in camera sopraggiunsero anche gli altri due. Pavlev sentiva la mia lingua leccargli il culo e lasciò andare un peto lungo e rumoroso che mi investì in bocca ed in faccia; non avevo la possibilità di sottrarmi a quella ennesima umiliazione, bloccata com’ero dalla forza dell’uomo.
Continuai a leccarlo, sopprimendo il conato di vomito per la puzza che mi entrò nel naso ed in bocca.
Si sollevò quel tanto necessario, per spostarsi ed infilarmi il cazzo in bocca. Si mise a sborrare come una fontana e mi chiesi come fosse possibile ne avesse ancora così tanta, nonostante la sera precedente avesse già copiosamente eiaculato. Comunque, ovviamente, lo ingoiai. Mi alzai dal letto, e mi diressi verso il bagno, sperando mi potessi sciacquare. Invece c’era Jakov, seduto sul water e stava cagando.
Goran mi prese per i capelli e mi spinse carponi; mi ordinò di strisciare, a quattro zampe, verso l’amico e di leccargli il cazzo mentre cagava.
Mi avvicinai davanti a lui, Jakov prese il cazzo in mano e me lo infilò in bocca. Sentii la cacca cadere nel water nel momento stesso in cui iniziò a pisciarmi in gola. Terminò di pisciare, si sollevò un po’ per mettermi le palle in bocca, mentre continuava a cagare. Mi disse di avvicinare la lingua al buco del culo e così feci; sentii il sapore della merda; un altro stronzo uscì dal suo culo, ritrassi subito la lingua, ma ne sentii comunque il sapore. Ero disgustata.
Aveva finito di cagare, si alzò, si girò e mi porse il culo da pulirgli. Passai la lingua, trovai residui di merda che dovetti leccare ed ingoiare, gli feci un bidet completo e, con mio iniziale sollievo tirò lo scarico; la cagata era stata abbondante, e sulle pareti del cesso c’erano evidenti tracce di merda. Prese lo scopino e lo utilizzò, con mia iniziale sorpresa, per pulire il water; con lo scopino sporco di merda, mi ordinò di aprire la bocca e me lo infilò facendomelo leccare.
Goran, Zeljko e Pavlev pisciarono nel bidet, otturando il tappo e creando, perciò, una vasta pozza di piscio.
Jakov mi prese per i capelli e mi trascinò verso il bidet, forzandomi ed infilandomi la testa nella pozza di piscio.
Mi sollevò la testa, grondavo piscio. Mi fece girare ed immergere i capelli nella pozza.
Ero ridotta ad una latrina, alla mercé di ogni loro capriccio; ormai non c’era più nulla di erotico, ma solo degrado ed umiliazioni.
Mi fecero rimanere in ginocchio, con la testa reclinata all’indietro, pronta a subire le loro sborrate in faccia.
Con il viso pieno di sperma, i capelli bagnati di piscio e con la bocca piena di sapori nauseabondi, mi ordinarono di tornare in camera da letto e mettermi carponi sul materasso. Eseguii l’ordine, ignara di quel che, ancora, mi avrebbero fatto subire.
Goran si avvicinò con due vibratori, li unì e me li infilò nel culo; urlai per l’iniziale dolore, ma le pareti dell’ano si adattarono presto alla doppia presenza; Goran prese altri due vibratori e me li infilò delicatamente, insieme nella figa. Ero piena, ma non contento, dette l’impulso per farli vibrare. Strabuzzai gli occhi, ero in pieno, continuo orgasmo. Ululavo per il piacere.
Sentii bussare alla porta. Papà e zio Menotti erano venuti a riprendermi. Mi videro e sorrisero per come ero stato umiliata. Non resistettero, si guardarono, si slacciarono i pantaloni, si avvicinarono segandosi il cazzo, me li porsero per farseli leccare ed esplosero in due incredibili sborrate che riversarono, anche loro, sul mio volto.
Goran spense i vibratori, li sfilò e mi accasciai sul letto; erano state una serata ed un inizio di mattinata molto impegnative. Papà mi disse di vestirmi, ma c’era un problema; la mini ed il top erano stati strappati la sera prima, non avevo nulla per coprirmi.
Papà si rese conto che non potevo uscire, in pieno giorno, completamente nuda. Convinse Goran, che invece insisteva perché tornassi senza nulla indosso, a darmi una T-shirt e così montai in macchina con le scarpe tacco12 ai piedi ed una T-shirt da camionista che a mala pena mi copriva i fianchi, tutto questo per coinvolgere Serena nei nostri giochi…
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