Il ragazzo del ristorante

di
genere
gay

Avevo deciso di andare ad un ristorante per la cena. Non c'erano molte persone ed io mi sedetti vicino all’uscita in un box. Il cameriere venne, prese la mia ordinazione del beveraggio ed andò via. Dopo alcuni minuti entrò una famiglia e si sedette in un box sul lato opposto rispetto al mio. Sembravano essere mamma, papà e figlio adolescente. I genitori si sedettero con le schiene verso di me ed il ragazzo di fronte a me. Era molto attraente, portava pantaloncini sportivi larghi, t-shirt ed infradito.
Io indossavo un paio di jeans, camicia pullover e sneakers. I miei pantaloni erano molto stretti e notai che il ragazzo aveva una mano sul suo grembo e sembrava stesse guardando il mio inguine. Compresi che il mio uccello era molto visibile. Lui cominciò a strofinarsi l’inguine e prima che me ne rendessi conto aveva un’erezione. I suoi genitori non gli stavano dando retta, lui mise una mano nei pantaloncini e cominciò a lavorarsi l’uccello su e giù. Il mio uccello ora era duro come pietra e cominciai a strofinarlo facendoglielo vedere. Arrivò il mio cibo ed io mangiai, ma tenni le gambe larghe in modo che potesse vedere il mio uccello pulsante.
Il cameriere ritornò a prendere il loro ordine ed il ragazzo smise di farsi una sega mentre loro ordinavano. Appena si allontanò riprese. Mi sembrava che fosse vicino all’orgasmo e non potevo credere che avrebbe sparato proprio lì il suo carico. Lo vidi chiudere gli occhi, vidi le sue gambe tremare e venne. Lo sperma bianco colò attraverso il pantaloncini neri ed era così bello vederlo. Io quasi eiaculai. Non avevo mai visto qualcuno fare qualcosa del genere in un luogo pubblico. La sua mano entrò nel mio campo visivo, un dito raccolse una grossa goccia di sborra e mentre i genitori stavano parlando fra di loro, l'alzò alla sua bocca e lo leccò. Mi rivolse un sorriso enorme e mi fece l'occhiolino. Io risposi al suo ammicco con un pollice alzato, cosa che sembrò farlo molto lieto.
Lui disse ai genitori che aveva bisogno di andare in bagno, si alzò e passò vicino a me con la macchia di sperma visibile. Fui tentato di seguirlo ma decisi di no perché era un grande rischio.
Dopo pochi minuti mi ripassò accanto e lasciò cadere un pezzo di asciugamano di carta sulla mia tavola. Notai che si era pulito e si era seduto come se nulla fosse accaduto. Il cameriere portò il loro cibo e loro cominciarono a mangiare.
Gettai uno sguardo all'asciugamano e notai che c'era qualche cosa di scritto. “Mi chiamo Raul, sono a casa da solo ogni giorno dalle 7,30 fino alle 5,30. Telefono 555 328-2025.”
Lui mi stava guardando mentre leggevo l’appunto e si stava strofinando l’uccello. Non potevo credere che mi avesse lasciato il suo numero.
Aspettai finché non si alzarono per andare via e vidi la protuberanza sul davanti dei suoi pantaloni. Il cazzo era ancora duro.

Per tutta la notte non riuscii a togliermelo dalla mente. Mi masturbai due volte pensando a lui. Mi svegliai circa alle sette con un’erezione. Dibattei tra di me se chiamarlo o no, avrei potuto mettermi nei guai. Il mio uccello era così duro che prima che me ne rendessi conto, stavo componendo il numero. Erano le 8 di mattina e speravo che rispondesse. “Ciao, sono Raul.” “Ciao Raul, sono l'uomo del ristorante di ieri.” “Oh wow, speravo che mi chiamassi. Per favore vieni ora a casa mia se puoi. Sto...” e mi diede l’indirizzo. “Suona il campanello quando arrivi.” “Non è troppo lontano da qui, ci sarò tra poco.”
Arrivai a casa sua, parcheggiai ed andai alla porta che era aperta, ma io suonai il campanello come mi aveva detto. “Entra, svelto!” Gridò dalla sala. Entrai e lo sentii lamentarsi mentre attraversavo l'atrio. Era sdraiato sul suo letto con l’uccello diritto e sparava getti di sperma. Corsi da lui, lo presi in bocca ed ingoiai gli ultimi colpi. Leccai il resto dal suo stomaco, dal torace e dalla faccia. “Oh uomo, non appena hai suonato il campanello io ho sparato il mio carico. Non potevo farne a meno. Era grande. Per favore succhiamelo di nuovo.”
Quel ragazzo era incredibile. Aveva un uccello enorme ed un’energia da non credere. Passammo il resto della mattina succhiando, fottendo e conoscendoci.
Dopo quel primo giorno passammo insieme ogni giorno. Curerò teneramente per sempre la memoria di quel giorno al ristorante.
di
scritto il
2013-06-09
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