Sotto Incantesimo

di
genere
gay

Nel mondo delle fate e dei maghetti ci sono dei nani dotati di grandi verghe che imperversano nel folto dei boschi sempre in cerca di culetti giovani da sfondare. Due ragazzi già adolescenti che vi si erano inoltrati a caccia di lamponi selvatici ne uscirono con una tale vergogna addosso che non riuscirono a confidare a nessuno cosa gli era capitato. Le loro fidanzatine non si capacitavano di come restavano mute e pigre dentro i loro slip quelle canne che per avanti si issavano tanto gagliarde e capaci di ramazzarle di nascosto dai loro genitori. I due infelici che erano stati sverginati e marchiati per sempre dai malefici abitanti della foresta vicino a casa, vi tornarono da temerari e furono di nuovo inculati da una tale moltitudine di creature cazzute e animose che sbucavano al loro passaggio una dopo l'altra da dietro ogni albero fornite di strumenti micidiali di dimensioni doppie o triple rispetto alle normali dotazioni maschili in uso in quel villaggio, tanto che il loro culo ne rimaneva segnato e deturpato e spalancato per giorni e settimane. Gli era piaciuto e pur consapevoli della sofferenza a cui sarebbero andati incontro vi fecero ancora ritorno e si immolarono a subire ancora quegli immondi assalti assistiti dal ghigno di un corteo di streghe maligne che li sbeffeggiavano e li rifinivano poi coi manici delle loro scope aumentando il dolore e lo strazio che avevano appena patito. Una volta ristabiliti si sentirono attratti a ripetere di nuovo una esperienza così tremenda da cui uscivano sempre seminudi, stravolti e contaminati da fetide secrezioni. I loro sederi rimasero incinti e cominciarono ad ingrossarsi. Dopo un solo mese di gravidanza misero alla luce dei nanetti che appena nati inalberavano degli uccelli già fecondi di fervido e putrido sperma. La loro vita diventò un incubo fino a quando un mago molto potente non li liberò dall'incantesimo in cui erano rimasti intrappolati a condizione che ogniqualvolta avessero udito risuonare nei dintorni l'inconfondibile richiamo del suo piffero si precipitassero a porsi al suo servizio in ginocchio a culo innalzato e a mutande calate per saziare le sue voglie. Li cercava una volta al mese circa e li ripuliva per bene. Non c'era verso di liberarsi dalle sue malie che continuarono per anni senza che loro, rimasti scapoli, riuscissero a trovare via di scampo. Vano fu ogni tentativo di liberarsi di lui e di sottrarsi, fatti adulti, al loro triste destino di vittime perpetue del suo bellissimo grandioso irresistibile cazzo.
scritto il
2025-02-01
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