Alta Educazione

Il direttore di un collegio inglese riservato ai rampolli ancora acerbi ma già in barbe delle famiglie più blasonate del regno ogni sera era solito aggirarsi nelle camerate dei suoi piccioncini per augurare loro la buona notte, nudi sull'attenti, prima di infilarsi sotto le coperte. Fra i tanti richiamava a sé con un semplice cenno della mano quello che più gli pareva degno del privilegio di accomodarsi in camera sua. Lo sceglieva bello di culo e in tanta soggezione da non esimersi a soddisfare le sue voglie. All'indomani ciascuno di questi bellissimi giovanotti andava fiero di restare esonerato dal compito di ripulire le latrine. Quell'arcigno direttore che a letto si scioglieva da tutte le tensioni della giornata era solito governare i suoi “ragazzi” a colpi di cazzo mirati dritti in natica. Prima uno e poi l'altro li faceva fuori tutti, abituandoli alle sue attenzioni. Era talmente porco che qualche volta pretendeva di intrattenersi anche con i professori della scuola, i quali non senza imbarazzo si arrendevano ai suoi abbordaggi, perché timorosi di perdere altrimenti il posto. Al mattino appena alzato quel despota, una volta cacciato fuori a pedate e a vagare nudo nei corridoi l'amichetto o l'amico che gli era servito di conforto, si faceva consegnare la lista di tutti quelli che a causa dei loro comportamenti scorretti meritavano di ricevere una lavata di capo. Li convocava di persona in presidenza e si compiaceva di zebrare il loro vergognosissimo sedere con una canna di palude che teneva sempre in serbo per impartire splendide lezioni di rispetto e di disciplina. Anche il figlio del re in carica e futuro sovrano subiva gli stessi trattamenti e veniva anzi malmenato peggio degli altri. Nessuno trovava scampo dall'offrire il culetto a minchia e a frusta e tutti si trascinavano dietro per il resto della vita il ricordo delle atroci umiliazioni che nel corso della loro educazione scolastica avevano patito, primo fra tutti colui che sarebbe stato pomposamente incoronato re.