Maria

di
genere
saffico

Suona il campanello e mi alzo per aprire la porta a Maria, la studentessa universitaria che tutti i martedì seguo per circa due ore di ripetizioni di storia dell’arte.
Conosco Maria da diverso tempo, da quando io, appena sposata mi trasferii nel quartiere. Lei, ai tempi poco più che quindicenne si divertiva con gli amici davanti casa, salutandomi da quella panchina ogni sera mentre rincasavo. Negli anni era molto cresciuta, sbocciando lentamente come un fiore di una bellezza rara, e mostrandosi oggi piena di energie e positività.
Maria ha un fisico tonico e slanciato, con una chioma bionda che spesso raccoglie in una coda. Ha un viso morbido, occhi chiari e labbra carnose spesso sorridenti. La guardo con molto orgoglio, quasi fosse mio il merito di aver cresciuto una ragazza così bella, quando in realtà la mia è solo una sana invidia verso una giovinezza tanto potente e spensierata e una bellezza così travolgente. Indossa spesso vestiti comodi che non danno valore alle sue gambe slanciate e toniche, valorizzando però dei glutei alti e rotondi che lasciano trasparire tutta la loro tonicità.
Maria entra e tra un abbraccio e un bacio chiede subito informazioni sul vestito che indosso: “ti vedessero i miei amici morirebbero” scherza.
Ci dirigiamo in studio pronti per una full immersion universitaria mentre un profumo floreale apre le mie narici riempiendomi i polmoni.
Sono una donna appena quarantenne, una donna che ama la sua famiglia, ciò che ha costruito nel tempo, ma con un velo di nostalgia verso quella fase della vita in cui i pensieri erano leggeri, le giornate da riempire sapevano di vita mista a spensieratezza, sprazzi di pazzia e istinto vero.
Mi reputo piacente, amo curare la mente tanto quanto il mio fisico, motivo per il quale le mie gambe sode sono doloranti 7 giorni su 7 a causa del costante allenamento. Ho un fisico asciutto, un seno morbido, non troppo prosperoso. Da un po’ di tempo mi capita di pensare alla Maria di oggi, come donna, in modo esplicito e conturbante. Quando questo succede un senso di colpa mi pervade, forse dovuto al fatto che la conosco da anni, forse a causa del senso di responsabilità che incatena i miei pensieri alla mia famiglia. Ciò non accade oggi, mentre sento il suo sguardo su di me camminandole davanti verso il mio studio.
Guardo il foglio bianco mentre Maria descrive la Venere di Botticelli.
I miei occhi sono fissi li…. Mentre io viaggio, in una camera d’albergo proprio dopo aver sentito il rumore della chiusura elettronica della porta dietro Maria.
Si appoggia alla parete guardandomi con quegli occhi provocanti, in attesa della mia bocca che in pochi secondi la raggiunge. Sento le sue labbra calde e carnose comprimersi contro le mie, la sua lingua avvolgermi mentre esploriamo questa nuova sensazione. In una maratona i bottoni del mio vestito saltano, uno ad uno, fino alla vita… sfilo le braccia una alla volta lasciandolo cadere a terra e guardo Maria sfiorare il pizzo nero del mio reggiseno. La spingo verso il letto baciandola, lei indietreggia un passo alla volta fino a cadere di schiena sul materasso ricoperto da un lenzuolo bianco intonso. Le sfilo la maglia scoprendo il suo seno nudo… ammiro i suoi capezzoli rosa e pronunciati, mentre muovo una mano su di loro ne prendo uno tra le dita. Lo pizzico mordendole nel frattempo un labbro. La mia bocca raggiunge la mano, bagno con la lingua il suo seno succhiandolo e mentre lo faccio sento le sue mani sulla schiena, in un attimo slaccia il mio reggiseno lasciando che il mio petto scivoli nudo sulla sua pancia piatta e calda. È una montagna russa di emozioni, a tratti realizzo quanto sta succedendo, per poi tornare nell’’oblio della mia voglia incontrollata del momento. Abbasso i suoi pantaloni scoprendo un intimo bianco che in pochi secondi lei stessa sfila, ma mentre sto per aprire le sue cosce si abbassa, infilandosi sotto di me. Rimango a cavalcioni mentre la guardo sdraiarsi con la faccia tra le mie gambe. Tiro la poca stoffa di un intimo semitrasparente per lasciare spazio alla bocca di Maria che in quel momento sento prepotentemente tra le cosce… la sua lingua mi pervade aprendo le mie labbra dal basso verso l’alto, cercando il mio clitoride ormai gonfio e impaziente. Mi spremo nella sua bocca, mi sento risucchiata dalla sua lingua che si muove avida e con un ritmo costante. Tengo le mani sulla sua testa guidandone i movimenti, poi piego il busto indietro cercando il suo corpo. Con una mano la invito ad aprire le gambe per farmi posto, poi trovo le sue grandi labbra e la mia mano scivola tra di loro… la sento completamente liscia, come tutto il suo corpo, bagnare la mia mano in un istante mentre le mie dita chiedono di entrare. Medio e anulare si fanno strada e la sento stringere mentre piano la penetro fino in fondo.
Rimango dentro, per un istante, intenta a godere della sua lingua che non accenna a volersi fermare, poi piego le dita iniziando a muoverle dolcemente dentro di lei. Roteano ritmicamente seguendo l’intensità dei gemiti di Maria che si fanno più affannati. Sento la mano bagnarsi e non posso resistere ancora… così mi giro, senza perdere il contatto, portando la testa tra le gambe di Maria.
Ora siamo sdraiate, entrambe sul fianco, in un fantastico 69 che sognavo da diverso tempo nei miei momenti più intimi…
La giostra delle mie emozioni si muove vorticosamente mentre respiro quell’odore di sesso tra le gambe di Maria. Ingoio la sua voglia mentre la mia faccia non smette di bagnarsi tra le sue labbra .
Sento che anche lei mi tocca adesso… è più sfrontata, cerca e senza fatica riesce ad entrare con tre dita mentre in un sussulto apro meglio le gambe attorno a lei. Affonda e si muove tra le mie labbra ormai aperte e grondanti. La sua lingua solletica il mio clitoride, sono in balia delle sue voglie, mentre dentro sento un calore crescere ad ogni movimento delle sue dita. Tengo strette le labbra attorno alla sua mano mentre lei spinge… anche io mi muovo dentro ma la voglia di gemere mi fa staccare un momento la bocca da lei.
La guardo, muove il bacino sempre più bagnata, mi vuole… esco guardando le mie dita gocciolanti, le lecco fino all’ultima goccia sentendo scendere in gola il suo sapore dolce.
Guardo il suo bellissimo culo e le sue cosce sode e prendendole con forza tra le mani le apro davanti a me… La bagno dietro, prima con la lingua, poi con un dito premendo piano per entrare.
Torno a muovere la lingua sul suo clitoride mentre spingo un dito… adesso è lei a sussultare, sento che protrae il bacino verso la mia mano per sentirmi meglio… così, rimanendo dentro mi muovo, gioco, apro e riapro il suo bel culetto sentendola sempre più vogliosa.
Sento che questa magnifica giostra ci sta portando su, sempre più su… la vertigine si fa sentire, e mentre godo il tutto rende i miei sensi più confusi, come ad unirsi in una unica sensazione… mi lascio trasportare dai gemiti di Maria, ampiamente soffocati dalle mie gambe serrate sul suo volto… la sento stringermi forte, ancora più forte, in un orgasmo che si libera nella mia bocca come un fiume dolce che mi bagna completamente la lingua… ne ingoio una parte, il resto scivola fuori dalla bocca gocciolando sul mio petto. Mi guardo estasiata da tutto ciò, i miei capezzoli sono duri e bagnati, immagino la mia faccia sfatta mentre guardo Maria che si distende sul letto ormai sciolta in una espressione soddisfatta.
In un flash alzo lo sguardo… crolla rapidamente quella stanza d’albergo e noto Maria che mi fissa mordendo il tappo della sua penna, come in attesa di un mio commento…

“Sei stata bravissima” dico.

Mi alzo scoprendomi bagnata e con una scusa mi allontano dallo studio.
Sento ancora i suoi occhi addosso mentre esco dalla stanza, così mi volto… sostenere quello sguardo con il mio non è mai stato così bello come oggi.


@aidaracconta
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scritto il
2025-02-06
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