Le chiavate e le inculate del giovane direttore.

di
genere
etero

Ve la racconto come mi fu riferita da una delle donne protagoniste.
Giorgio, giovane terrone 25enne, appena laureato, fu assegnato ad un ufficio al Nord, e dopo appena un mese mandato a dirigere un ufficio distaccato in Brianza, lui novellino ed inesperto.
Aveva una ragazza al paese, e qualche esperienze con una zia acquisita e una cugina, non era un verginello, per cui le chiacchiere che si facevano non lo impressionarono.
Colleghi e colleghe facevano battutine, del tipo che le “mantidi” se lo sarebbero succhiato, e qualche donna diceva che per tenersi buone le zoccole di quell’ufficio, gli mandavano il giovane torello meridionale.
Giorgio non ci fece caso, invidie, pensò, direttore a 25 anni, mica male, e quell’Ufficio era importante, un ottimo spunto per la carriera. Chiaramente lo avevano avvertito, non farsi trascinare a crearsi un harem, che poi i pettegolezzi lo avrebbero sommerso e la sua carriera sarebbe andata a rischio.
Su 50 impiegati e funzionari che c’erano li, le donne erano 35, e la maggior parte sopra i 40/50. Praticamente non c’erano giovani ragazze.
Già il secondo giorno, una delle più anziane una 54enne, la Signora Matelda B.iniziò una buona collaborazione,, spinandogli la strada, visto ch'era inesperto e rischiava di sbagliare.
Molte collaboratrici chiedevano continuamente udienza, ma la Matelda le teneva a bada, conosceva le sue galline, e probabilmente il giovane direttore le faceva sangue.
Nell’esaminare i fascicoli spesso la Matelda mostrava le tette o le cosce, accostandosi in modo abbastanza eccitante a Giorgio, che giovane e voglioso com’era,faceva intravedere erezioni che la Matelda annotava. E una sera senza dir niente a nessuno, rimasero in ufficio.
E li la Matelda, si fece valere, vogliosa e calda, approfittò delle forze di Giorgio, per rifarsi dell’astinenza familiare, il marito era freddo da anni, Non ebbero bisogno di molte parole, la Matelda glielo prese in bocca, quando lo sentì durissimo si fece chiavare sul divano, non era più fertile e sui sentì una lunga sborrata del giovane in figa.
Poi Matelda, sempre attenta a dare del lei al suo giovane direttore, gli disse che quelle cose rimanevano segrete ed occasionali, cosa che fece felice il giovane, ma che ci avrebbero provato anche altre, di stare attento perché alcune erano inaffidabili ed altre pericolose per nevrosi che avevano.
I tentativi di alcune effettivamente esistevano, ma il giovane direttore, memore di quanto gli avevano detto, e smentendo le sue voglie di giovane torello, se ne stava alla larga.
Matelda lo premiò. Si era accorta che il Direttore guardava una donna guardia giurata che faceva servizio in ufficio, ma non era dipendente. Il Direttore la guardava e faceva qualche battuta.
In effetti era ben fatta, nonostante la divisa non le donasse. Questa guardia aveva 27 anni, era già separata dal marito, e aveva una bella ammirazione per il direttore. Matelda la sentì un po, e una sera le disse che il direttore sarebbe tornato in ufficio dopo cena, per delle pratiche urgenti.
C’è da dire che Matelda e la guardia in passato avevano lesbicato un po, per divertimento, per cui la confidenza fra loro era totale.
Si fecero trovare entrambe in ufficio, quando arrivò il direttore, mentre si baciavano in bocca a tette nude, uno spettacolino fatto apposta per eccitarlo. E si eccitò, altrochè. Le sborrate le prese la Matelda, ma la ragazza-guardia si fece chiavate e pompini con Giorgio, ebbero orgasmi a ripetizione.
Con quel trio, Giorgio si sentiva un leone, e non cercava altro, anche se qualche tentazione gli veniva.
Ma il fatto che avessero quel segreto, come aveva calcolato la Matelda, lo teneva al riparo dal pettegolezzo, per cui il Direttore provinciale si congratulò con lui per la serietà dimostrata, anche perché tutti lavoravano volentieri con un direttore giovane e gentile.
Intanto le chiavate serali con le due proseguivano, Matelda rifioriva con il giovane torello, mentre la guardia giurata un po si innamorava, ma in modo contenuto.
Poichè non si poteva tutte le sere il direttore aveva una normale vita sociale con gli amici, passò 1 anno, e si cominciò a pensare a lui come direttore dell’intera provincia, insomma una promozione.
I suoi colleghi invidiosi cominciarono a vedere cosa effettivamente facesse, per cercare di incastrarlo, ma le loro indagini finirono appunto alla guardia giurata amante di Giorgio e Matelda, che lo informò, così riuscì a scornarli.
Passarono dei pomeriggi di sabato e domenica insieme sul letto della casa della guardia, completamente nudi, soddisfacendosi in tutti i modi, era puro sesso, ma comunque cominciavano anche a volersi bene.
Matelda nonostante l’età era resistente, apprezzava anche il rapporto anale, e godeva moltissimo anche a baciarsi e toccarsi con la ragazza. Giorgio godeva di due fighe, che lo coccolavano.
Arrivò la promozione, fu promosso e mandato a Bergamo. Bergamo non è lontana dalla Brianza, per cui i loro rapporti non cessarono.
Un po di lesbismo della guardia giurata, la portò ad impegnarsi con un’altra donna matura di 45 anni, che la faceva godere di lingua in modo magistrale.
Capitò quindi che Giorgio si trovò con 3 fighe nel letto, giocavano si fra di loro, ma non rinunciavano al cazzo, e quello di Giorgio era consistente e durevole.
Ma nella nuova città, Giorgio che ormai era una persona di un certo livello, veniva invitato ad importanti incontri, dove conobbe belle donne, con cu iintrecciò qualche rapporto.
Si diradarono un po i rapporti con il trio brianzolo, del resto, lui era giovane e le donne capirono, ora cercava di mettere su famiglia.
E così fu, Giorgio si fidanzò e poi sposò con una ragazza di una famiglia agiata e di cultura, e , per un periodo non si vide con le donne, che continuarono il loro menage a tre.
Poi tornò come Direttore a Milano ormai aveva 32 anni, ma non si era dimenticato del periodo di sesso folle con le tre donne.
La Matelda ormai 60enne andò a fargli le congratulazioni, si abbracciarono con grande passione, Giorgio le voleva bene.
Approfittando di qualche impegno di lavoro in Brianza, riuscirono a vedersi in 4, e le donne gli fecero lo spettacolino fra loro a cui non era più abituato, e lo vollero ancor come chiavatore,
Ora aveva la famiglia, più difficile mascherare, ma qualche incontro lo facevano ancora.
Ma dopo alcuni anni venne la promozione a Roma, e Giorgio partì.
Appena arrivato nell’Ufficio romano, si accorse che la situazione era la stessa del suo primo incarico, molte donne di media età, poche giovani, pochi maschi.
Certo il suo fascino resisteva, su di lui non c’erano chiacchiere ne pettegolezzi, lo osservavano.
Lu trovò in ufficio una che era in Brianza nel suo ufficio, che a lui piaceva, sposata con un pezzo grosso della politica.
Non tardarono ad andare a pranzo assieme e vedersi di nascosto e finirono a letto.
Oramai Giorgio aveva capito, era un traditore seriale, per cui cominciò a mettere nel mirino le donne che gli piacevano, molte delle quali non aspettavano altro.
Ma non era soddisfatto veramente, e si accorse di essere veramente felice quando Matelda gli disse che le tre amiche sarebbero venute a Roma per salutarlo.
Nonostante una moglie in gamba, e donne calde che aveva, fu un momento di sesso splendido.
In albergo passarono ore e ore a baciarsi, fare spettacolo sexy, e poi a chiavare con Giorgio.
Era destino, che quell’harem gi rimanesse sempre vicino, anche se gli intervalli di tempo diventavano lunghi fra un incontro e l’altro.
Ma sapevano che le loro chiavate erano un tesoro da non perdere, e non si stufarono mai.
scritto il
2025-02-18
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