Da bruco a farfalla… ep08

di
genere
corna

....Poggiò la lingua alla base ed iniziò la lenta risalita verso la sommità.
Una contrazione dovuta alla forte eccitazione provocò la fuoriuscita di una gocciolina di liquido seminale, che attratta dalla forza di gravità, iniziò a scendere lentamente formando un rivolo viscoso che terminò quando si adagiò dolcemente sulla lingua che procedeva in direzione opposta.
Lorena con maestria raccolse il liquido denso e lo trascinò all’interno della bocca.
La gocciolina staccandosi dal pene formò un sottilissimo filo trasparente simile ad una ragnatela.
Chiuse un attimo gli occhi, inclinò la testa leggermente in dietro e deglutì, assaporando come un sommelier ogni singola sfumatura di quel gusto acre ed intenso di sesso.
Riaprì gli occhi e sorridendo maliziosamente leccò dolcemente la sommità.
Chiuse nuovamente gli occhi, spalancò più che poteva la bocca e ci infilò dentro la gigantesca cappella.
Seduto lì accanto a loro, osservavo mia moglie in ginocchio tra le sue gambe succhiare avidamente quell'enorme cazzo…

Come fossimo giunti a quel punto io ancora non ero in grado di spiegarlo: Mi chiamo Daniele, ho 45 anni e sono sposato con Lorena da ormai 20 anni.
Il nostro è stato sempre un rapporto tranquillo, sincero, normale, non saprei dire quando tutto iniziò; la prima cosa che mancò fù il sesso.
Le prime volte si giustificò con le scuse più banali, mal di testa, stanchezza e menate varie, poi con il passare del tempo non si sprecava nemmeno di inventarle, semplicemente non si faceva; dopo iniziarono i litigi, le urla, i pianti, le notti insonni e per ultimi i silenzi, silenzi assordanti che duravano giorni e giorni.
L'unica cosa a non mancare mai era l'amore, sì perché nonostante tutto io e Lorena ci amavamo.
Noi ci amavamo come quando eravamo ragazzini, così ad un certo punto esasperati dalla situazione decidemmo di andare da un sessuologo per risolvere i nostri problemi.

Persona distinta, sulla cinquantina, sorridente e cordiale, con un'aria molto professionale, si diceva fosse un luminare nel suo campo.
Aveva una voce calda, profonda, rassicurante, a volte facevamo incontri tutti e tre insieme, ma il più delle volte l'incontro era solo tra loro due; raramente il dottore voleva parlare da solo con me e fu in uno di questi incontri che un giorno mi disse: “Daniele, la situazione di sua moglie è complessa.”
Il dottore iniziò a parlare descrivendo la patologia di cui era affetta Lorena con termini per me incomprensibili.
Non capivo una singola parola di quello che mi stava dicendo ed ad un certo punto lo interruppi dicendo: “Dottore, cosa possiamo fare al riguardo?”
“Daniele, sua moglie è in un periodo di trasformazione.”
Fece un lungo respiro e poi continuò: “Lei deve immaginare Lorena come chiusa in una crisalide. Sua moglie sta subendo una metamorfosi.”
Fece un altro lungo respiro: “Possiamo aiutare Lorena ad uscire dalla crisalide e trasformarsi in una splendida farfalla… ma Daniele… Lorena non sarà mai più il bruco di una volta.”
Bruchi, farfalle, crisalidi, confuso ancora non capivo una sola parola di quello che mi diceva e allora gli chiesi: “Cosa posso fare? Farei qualsiasi cosa per mia moglie!”
Il dottore sollevò le sopracciglia, fece una leggera smorfia, poi guardandomi fisso negli occhi mi disse con la sua voce calma e profonda: “Daniele, lei dovrà compiere un vero e proprio atto d'amore.”

...Un vero atto d’amore… Con quella frase non immaginavo davvero quello che avrei dovuto fare, mi sarei aspettato di tutto, ma questo.... questo no, questo non me lo aspettavo davvero.
Seguirono giorni molto difficili, ansia, depressione, notti insonni e pianti; si piansi molto in quei giorni, ma con il passare del tempo però la percezione del mondo intorno a me sì alterò, mi sembrava che stessi vivendo la vita di un'altra persona, un incubo e questa sensazione pian piano trasformò il mio dolore in apatia.
Le emozioni si affievolirono ogni giorno di più, non sentivo più nulla, che fosse paura, dolore, gioia o rabbia, vivevo ormai in una bolla impenetrable.

Ricordo il giorno in cui glielo proposi, gli parlai come se la cosa non mi riguardasse, come se gli stessi proponendo di fare un giro con la macchina: Ma tra tutte le persone del mondo, perché proprio lui? Mi chiedevo.
Era la cosa che mi faceva più male, ma probabilmente già ne conoscevo la risposta; tutto era iniziato in quel maledetto bagno turco…

Mia moglie quel giorno cucinó l'intero pomeriggio, poi si chiuse in bagno per ore.
Lorena era un tipo da felpa, jeans e scarpe da ginnastica, mai vistosa, mai appariscente, ma quando usci da bagno ebbi un accidenti; aveva indossato un vestitino nero aderente, cortissimo, sorretto da due bretelline che lasciavano le spalle nude.
Un reggiseno a balconcino le sollevava e strizzava le tettone, tanto da formare un lunghissimo solco divisorio di una trentina di centimetri ben visibile dalla profondissima scollatura.
Lo smalto rosso fuoco le adornava le mani e i piccoli piedi curati ai quali calzava un paio di sandali neri dai plateau anteriori altissimi e dai tacchi a spillo vertiginosi che slanciavano il fisico burroso di Lorena.
I sexy sandali erano assicurati da dei laccetti che si issavano sulle caviglie incrociandosi più volte tra di loro.
Il rossetto, anch'esso rosso fuoco, le adornava le labbra e sotto i soliti piccoli occhiali da vista con lenti rettangolari, la matita nera ed il mascara contornavano ed allungavano visivamente il taglio dei suoi stupendi occhi verdi smeraldo.
Il suo outfit era impreziosito da un bracciale al polso, da grossi orecchini a forma di cerchio e da anellini alle dita dei piedi, mentre una finissima catenina d’oro appesa al collo scivolava sul suo prorompente décolleté terminando con un piccolo ciondolo.
Rimasi lì impietrito mentre la stavo osservando silenzioso e stupito.
Lei, che era sempre stata attenta a non attirare mai l’attenzione su di sé, in quest’occasione era incredibilmente provocante, al limite della volgarità.
Guardavo mia moglie e non la riconoscevo, sembrava una puttana.
Rimasi in silenzio ad aspettare seduto sul divano finché non sentii suonare il campanello.
Andai ad aprire la porta ed eccolo lì, Matteo, quello che credevo fosse il mio migliore amico.
Lui mi saltò, mentre io contraccambiai solo facendo una smorfia con la bocca.
“Ciaoo!” Lo salutó invece mia moglie facendogli un sorriso smagliante, poi si diresse verso di lui.
Procedeva ad ampie falcate mettendo un piede davanti all'altro e muovendo vistosamente i fianchi come non l’avevo mai vista fare prima d'ora.
Nella sala riecheggiavano i tonfi sordi dei tacchi vertiginosi mentre gli enormi seni di Lorena sobbalzavano vistosamente quasi volessero uscire dalla scollatura ad ogni passo.

Dopo quei convenevoli, seguì la cena; le portate furono così tante e variegate che sarebbero state degne di un matrimonio, ma io non avevo ne fame ne sete e non toccai nulla, poi si andò dritti in sala a guardare un film, o almeno fu quello che disse Lorena, anche se tutti e tre eravamo ben consci di cosa sarebbe successo di lì a poco…

La luce era spenta e la piccola sala era illuminata solo dal flebile bagliore tremolante emesso dallo schermo.
Avevo lo sguardo fisso davanti a me, ma con la coda dell’occhio mi accorsi che Lorena fece scivolare dolcemente la mano sulla gamba di Matteo e lentamente si avvicinò al linguine finché non si fermò proprio sopra al pacco.
Mia moglie strinse leggermente la presa, delimitando in larghezza la sagoma di quello che stava cercando, poi iniziò a far scivolare la mano lentamente verso il basso… giù… più giù… sempre più giù, fino in fondo per poi risalire verso l’alto… sù…più sù… sempre più sù, fino alla cima per poi cambiare ancora direzione in un lento movimento perpetuo.
Speravo con tutto cuore che l’emozione tirasse un brutto scherzo a Matteo ma fu una speranza vana, dopo nemmeno una paio di minuti la sagoma del suo enorme pene eretto era ben visibile sotto i pantaloni.
Continuavo a guardare in avanti verso la tv fingendo un finto disinteresse, ma mi accorsi che per loro due era come se non ci fossi stato, ero diventato trasparente, nessuno dei due mi guardava e tantomeno mi parlava, ero completamente ignorato, un fantasma.
Lorena sganciò il bottone dei pantaloni di Matteo e poi iniziò a far scivolare lentamente la zip, centimetro dopo centimetro fin quando arrivò completamente in fondo; infilò una mano all’interno e tirò fuori quello che stava cercando: “Che bel cazzone!” Gli sussurrò nell’orecchio con un filo di voce.
Come dargli torto? Matteo aveva un cazzo davvero impressionante; enorme, lungo quasi il doppio del mio ma soprattutto grosso, spesso, nodoso, nerboruto, non ero stupito che Lorena ne fosse attratta.
La piccola mano di Lorena scivolava verso il basso tirando la pelle rugosa di quel membro spesso come lattina di coca fino a far flettere la gigantesca cappella viola per poi risalire verso l’alto corrucciandola verso la sommità.

Questo era un incubo.
Ero lì mentre mia moglie stava facendo una sega al mio migliore amico ed io ancora non riuscivo a crederci: Perché devo sopportare tutto questo? Mi chiedevo.
Lorena scivolò in ginocchio tra le sue gambe e avvicinò le labbra al cazzo e iniziò dolcemente a baciarlo partendo punta e scendendo giù… sempre più giù…centimetro dopo centimetro… per tutta la lunghezza di quella mazza spaventosa fin quando non arrivò ai suoi enormi testicoli.
Cominciò a leccargli le palle, sollevandole con la punta della lingua alternatamente, poi poggiò la lingua alla base ed iniziò la lenta risalita verso la sommità.
Una contrazione dovuta alla forte eccitazione provocò la fuoriuscita di una gocciolina di liquido seminale, che attratta dalla forza di gravità, iniziò a scendere lentamente formando un rivolo viscoso e terminò solamente quando si adagiò dolcemente sulla lingua che procedeva in direzione opposta.
Lorena con maestria, raccolse il liquido denso e lo trascinò all’interno della bocca, il quale staccandosi dal pene formò un sottilissimo filo trasparente simile ad una ragnatela.
Chiuse un attimo gli occhi, inclinò la testa leggermente in dietro e deglutì, assaporando come un sommelier, ogni singola sfumatura di quel gusto acre ed intenso di sesso.
Riaprì gli occhi e sorridendo maliziosamente, leccò dolcemente la sommità.
Chiuse nuovamente gli occhi, spalancò più che poteva la bocca e ci infilò dentro la gigantesca cappella iniziando a muovere su e giù il capo…
Guardavo mia moglie succhiare avidamente il cazzone del mio migliore amico ed io ero lì di fianco a loro, inerme ed impotente e nonostante l’apatia che si era impossessata di me, avevo il cuore straziato.
Avrei pianto a dirotto se solo avessi avuto altre lacrime da versare.

“Mettiamo un pò di musica?” Disse mia moglie.
Lorena iniziò ad armeggiare con il telecomando, aprii un youtube mentre Matteo ne approfittò per spogliarsi completamente...

Dalle casse, le note della canzone cominciarono a riecheggiare nella sala e dal subwoofer il basso potente dettava il tempo della musica, mentre una sottile ed angelica voce riempiva dolcemente l’aria:

🎶Baby, I wanna touch you
I wanna breathe into your will
See, I gotta hunt you
I gotta bring you to my hell
Baby, I wanna fuck you
I wanna feel you in my bones
Boy, I'm gonna love you
I'm gonna tear into your soul🎶

Quattro note appena mi erano bastate per riconoscere la bellissima voce di Meg Myers in quella canzone che parlava di desiderio e di sesso “Desire” e che non lasciava alcun dubbio su quali fossero le intenzioni di Lorena di quella sera…

Matteo si sdraiò sul nostro ampio divano con il capo opposto a dove mi trovavo io mentre Lorena gattonava come una pantera famelica su di lui; il corto vestitino nero si sollevò al di sopra i glutei esponendo alla vista le parti intime nude: “Nemmeno le mutande ha messo, la puttana!” Pensai
Avanzò finché non gli fù proprio sopra al cazzo e poi calò dolcemente sopra ad esso poggiando la vagina sul dorso del cazzo gigante.

🎶Desire, I'm hungry
And I hope you feed me
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?🎶

Guardai le grosse labbra carnose della figa aprirsi come le ali d'una farfalla mentre scivolavano avanti ed indietro sul dorso del membro formando ad ogni passaggio una scia umida sempre più evidente.
Lorena stava giocando con lui mentre Matteo si contorceva, mugolava, respirava affannosamente in preda ad una tremenda eccitazione, desiderando più di ogni altra cosa di poterla penetrare.

🎶Honey, I wanna break you
I wanna throw you to the hounds
Yeah, I gotta hurt you
I gotta hear it from your mouth
Boy, I wanna taste you
I wanna skin you with my tongue
I'm gonna kill you
I'm gonna lay you in the ground🎶

Tutto questo per me non aveva alcun senso e soprattutto non aveva alcun senso dover assistere a quella scena.
Nemmeno la mia recente apatia mi rese immune al dolore provocato da quella vista e nonostante ciò, inaspettatamente, il mio pene si sollevò, iniziando a premere forte sotto i pantaloni..
“E’ una eccitazione perversa” pensai, mentre guardavo mia moglie che stava facendo la troia con il mio ex migliore amico.
Lorena incrociò le braccia prendendo il tubino nero alla base e lo fece scivolare dalla testa togliendoselo e rimanendo con il reggiseno a balconcino che si sfilò appena un’attimo dopo, rimanendo nuda con indosso solo le sue scarpe sexy.
Gli enormi seni di mia moglie balzarono fuori in tutta imponenza.
“Mamma mia che tettone!” Disse Matteo mentre Lorena si chinò su di lui sovrastando il viso dell’amante con le gigantesche mammelle.

🎶Desire, I'm hungry
And I hope you feed me
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?🎶

“Spero che soffochi almeno!” Pensai.
Matteo strinse le tettone sulla propria faccia ed iniziò a leccarle e succhiare i capezzoli turgidi, mentre Lorena spostò con una mano il cazzone diell’amante mettendolo in verticale tra le sue natiche, continuando a simulare il coito.
Ancora una volta, a causa dell’eccitazione estrema, una contrazione provocò la fuoriuscita di liquido seminale dal grosso fallo, la quale scivolò giù lentamente per tutta la lunghezza del cazzo oltrepassando i grossi testicoli e precipitando infine sul divano.
Guardai la macchia circolare del liquido allargarsi a vista d’occhio sul tessuto rosso del divano; sentii la puzza pungente dello sperma ed immaginai che la gora sarebbe rimasta lì, per sempre, indelebile, a ricordarmi quel giorno maledetto.

🎶I wanna feel you, I want it all
I wanna feel you, I want it all🎶

Lorena afferrò il cazzone di Matteo e lo guidò al centro della sua vagina calando lentamente su di esso.
Le sue labbra si allargarono a dismisura avvolgendo la gigantesca cappella viola dell’enorme cazzo e facendolo sprofondare all’interno…. più giù… sempre più giù… lentamente… centimetro dopo centimetro… sempre più giù, finché non scomparve all’interno della figa completamente deformata di mia moglie.
Lorena drizzò la schiena, fece un lungo sospiro rimanendo immobile per qualche istante.
Lentamente iniziò a muovere il bacino; su e giù, su e giù, su e giu…
Vedevo le labbra carnose della vagina tirare ed allungarsi sfregando sul fallo mentre usciva e ribaltarsi e finire all'interno quando il cazzo affondava con forza per rientrare.
Ahaa… ahaa… ahhaaaaa… Mia moglie iniziò a gemere come una cagna mentre i suoi umori fuoriuscivano abbondantemente lubrificando il pene e bagnando i peli pubici e i grossi testicoli dell’amante.
La mia anima era dilaniata per ciò che stavo vedendo, ma provavo anche del dolore fisico provocato dal cazzo che stava scalpitando dentro le mutande.
Qualsiasi cosa io potessi fare in quel momento, per loro due sarei rimasto invisibile, così feci scivolare giù la zip dei pantaloni, tirai fuori il cazzo ed iniziai lentamente a masturbarmi mentre guardavo il culo all’aria di mia moglie sobbalzare vistosamente mentre le palle giganti di Matteo si schiantavano con forza su di esso provocando degli schiocchi sordi.. chak… chak.. chak…

🎶How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?🎶

Matteo era un vero stallone, scopò Lorena per un tempo che mi sembrò interminabile, senza tregua, ad un ritmo incessante, cambiando posizione di tanto in tanto, finché alla fine non si sedette proprio vicino a me, mentre mia moglie gli salì a cavalcioni abbracciandolo al collo: “Vienimi dentro!” Gli sussurrò nell’orecchio.
Chak.chak.chak.chak… Il ritmo del coito divenne ancora più sostenuto, sempre più veloce, finché i due non iniziarono a gridare all’unisono in preda alla lussuria: “ahaa ahaaa AHHAAAA!”
All’interno del gigantesco sacco scrotale, vidi le grosse palle contrarsi e sollevarsi una, due… dieci volte mentre Matteo stava scaricando il suo sperma all’interno della figa di mia moglie.
“ahaaaa” Lorena si abbandonò ad un ultimo gemito prima di affondare il viso sulla spalla dell’amante stremata.

“E’ finita" pensai finalmente, mentre ancora avevo il mio cazzo duro in mano.

I due rimasero abbracciati ancora per qualche istante, esausti, poi Lorena sollevò il capo rimanendo ad occhi chiusi; drizzò la schiena e sollevò lentamente il sedere inspirando profondamente, facendo fuoriuscire il gigantesco fallo…. centimetro dopo centimetro… sempre più sù…. fin quasi ad arrivare in cima, poi si fermò per qualche istante, buttò fuori l’aria che aveva appena ispirato e tornò ad abbassarsi.
Lentamente il cazzo tornò ad affondare nella vagina, più giù… sempre più in profondità…. centimetro dopo centimetro…, finché non fù nuovamente tutto all’interno..
“Ahaaa” gemette nuovamente mia moglie con un filo di voce, appena prima di inspirare ancora una volta e riniziare la lentissima risalita…. centimetro dopo centimetro…. sempre più su…. più su…. più sù…e come un istante fà, appena prima di sfilare completamente lo spesso membro, si fermò e buttò nuovamente fuori l’aria.
Aprii i suoi meravigliosi occhi verdi, piano piano e poi si voltò verso di me.
Mi persi nei suo favoloso sguardo sotto gli occhiali da vista con le piccole lenti rettangolari, mentre lei avvicinò il suo viso al mio.
Vidi le sue labbra rosse incurvarsi verso me e appena prima che sfiorassero le mie mi sussurrò: “Ti amo!”

Fu un bacio stupendo, lunghissimo meraviglioso.
Iniziai a sborrare; gli schizzi si susseguono uno dietro l’altro, copiosamente finendo sul pavimento…
Lorena si protese verso me, mi abbracciò mentre continuava a baciarmi ossessivamente.
Il gigantesco cazzo finalmente fuoriuscì totalmente, franando pesantemente sul ventre di Matteo.
Dalla vagina di Lorena si riversò un’ondata impressionante di sperma, bianco, densissimo le colò tra le gambe, finendo sul divano e sul pavimento formando delle pozzanghere.

Mentre mia moglie continuava a baciarmi, aprii un’attimo gli occhi; osservai le goccioline di sperma che ancora le si staccavano dalle grosse labbra, poi il mio sguardo fù catturato da Matteo; ci guardava, estraneo, solo, distaccato, senza che noi ci curassimo minimamente di lui, come fosse trasparente, un fantasma e finalmente capii: Mia moglie era passata dall’essere il bruco di una volta all’essere una stupenda farfalla.
Lorena era cambiata per sempre, ma era rimasta sempre lei, non importava se il suo corpo era stato posseduto da un altro uomo, non importava se in futuro ce ne fossero stati altri, lei avrebbe amato solo me e sarebbe stata per sempre solo mia...
scritto il
2025-02-21
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