Solo per il mio matrimonio… ep03
di
LorenaTh
genere
tradimenti
Dai facciamolo subito, che prima lo facciamo e prima mi tolgo il pensiero. Gli dissi con aria corrucciata.
Ah ok come vuoi, mi rispose. Iniziò a slacciare cintura e bottoni dei pantaloni di velluto facendoli poi scivolare sul pavimento.
Rimasi sbigottita: Gli slip celesti che indossava sotto erano incapaci di contenere il suo gigantesco pene già completamente eretto, il quale posto in diagonale, aderiva alla pancia fuoriuscendo per almeno la metà della sua lunghezza dalle mutande.
Fabio prese gli slip ai lati e li tirò giù.
La sua spaventosa mazza, senza più costrizioni, scese come un’ascia di fronte a me oscillando per qualche istante.
Osservavo Fabio mentre continuava a spogliarsi e ad ogni suo movimento il suo enorme pene dondolava vistosamente a destra e a manca in maniera oscena.
Tutto bene? Mi domandò sorridente vedendomi impietrita.
Sssi, balbettai…
Ripensavo a come aveva avuto inizio questa assurda situazione ma ricordai a me stessa che lo stavo facendo per un buon motivo; il mio matrimonio.
Mi chiamo Lorena, ho 38 anni e sono sposata con Daniele da 15. Ho conosciuto mio marito quando ero ancora una bambina, avevo appena 15 anni e per me lui è stato il solo e unico uomo.
11 anni fa abbiamo avuto Simone, nostro figlio.
Da ormai un anno avevo perso il lavoro e la nostra situazione economica era via via peggiorata fino a diventare insostenibile.
Ci amavamo ancora come quando ci eravamo conosciuti ma la tensione dovuta ai problemi economici era ormai palpabile.
Fui molto sorpresa e felice quando Fabio, il mio vecchio datore di lavoro, mi chiamò nuovamente per un colloquio.
Senza farla troppo lunga, mi propose il mio vecchio lavoro, a condizione di concedergli un rapporto sessuale.
Inutile dire che uscì dall'ufficio infuriata e schifata, rifiutando categoricamente la proposta ma non ne feci mai parola con Daniele.
Passarono giorni, poi mesi e il rapporto con mio marito stava peggiorando continuamente.
La notte mi capitava spesso di ripensare alla proposta di Fabio, finché un giorno lo chiamai per discutere e trovammo un accordo: non mi sarei mai concessa a lui, ma in cambio del mio vecchio posto di lavoro avrei dovuto intrattenerlo con un "massaggio particolare".
Mi era ben chiaro cosa intendesse per "massaggio particolare" ma pensai che tra questo e la rovina del mio matrimonio, si trattava probabilmente del male minore e così da lì a poco mi ritrovai nello studio di casa di Fabio.
Mi vergognavo tremendamente e quella vista mi aveva fortemente turbata ma tentai di rimanere impassibile.
Fabio salì dapprima sul lettino d'acciaio posto proprio al centro dello studio e poi si sdraiò a pancia sopra.
Lui era un uomo dell’età di mio marito, alto e magro ben curato e affascinante.
Mi avvicinai a lui e poggiai le mie mani sulle spalle iniziando un massaggio impacciato.
Guarda c'è la crema corpo sul cesto qui a fianco, mi disse.
Presi il tubetto di crema con una mano e lo schiaccia facendo fuoriuscire il denso liquido in una mano, poi iniziai a sfregare le mani l'una sull'altra mantecando per bene.
Iniziai a spalmare la crema sul suo corpo integralmente depilato per l'occasione, partendo dalle spalle per poi scendere sul petto e poi sui fianchi, stando sempre attenta a non toccare la sua mazza, che adagiata sulla pancia, superava abbondantemente l'ombelico in lunghezza.
Le mie mani scivolano sul corpo di Fabio alternativamente premendo con decisione e quando arrivai sulla zona vicino alla pancia capitava che quel movimento innescasse involontariamente delle oscillazioni da un lato e dall'altro del pene, il quale di tanto in tanto urtava accidentalmente una delle mie mani.
Non volli tirarla troppo per le lunghe così senza dire una parola mi feci forza e afferrai il suo enorme pene e sollevandolo in verticale.
Era bollente, duro come il granito e potevo sentire letteralmente l'eccitazione di Fabio pulsare.
Mentre continuavo a ripetermi che lo stavo facendo per salvare il mio matrimonio, iniziai lentamente a muovere su e giù la mano, corrucciando la pelle rugosa del grosso fallo nella risalita e stendendola fino a far flettere la gigantesca cappella nella discesa.
Su e giù su e giù su e giù, quel movimento lento e perpetuo era quasi ipnotico e via via aumentai il ritmo che divenne sempre più veloce.
La mia piccola mano tentava di stringere più che poteva quel membro spesso come una lattina di coca e mentre lo stavo scrollando quasi con violenza, vidi i suoi testicoli grossi come albicocche, sobbalzare all'interno del gigantesco sacco scrotale appeso tra le gambe.
Avvicinai alle sue palle giganti l'altra mano e le sollevai delicatamente con il palmo sentendone il peso impressionante.
Iniziai a muovere le dita, sollevando alternativamente i testicoli e Fabio emise un mugolio di piacere.
Più tentavo di rimanere impassibile a quella situazione e più la mia attenzione era catturata dalle dimensioni impressionanti di quell’arnese:
Il confronto con Daniele era impietoso.
Sapevo che i 14, 15cm di mio marito non erano certo misure da superdotato, ma questo sembrava il doppio.
Era così grosso, nodoso, duro, potente e virile che sembrava quasi irreale, ne ero quasi ipnotizzata e mentre con una mano lo scuotevo energicamente e con l'altra massaggiava delicatamente gli enormi testicoli, vidi una gocciolina uscire dalla sommità del cazzo gigante che attratta dalla forza di gravità si allungó verso il basso fino a fermarsi a mezz'aria.
Rimasi affacciata da quella gocciolina sostenuta solo da un sottilissimo filo di liquido seminale simile al filo di una ragnatela, che nonostante gli scossoni violenti, non ne voleva sapere di staccarsi rimanendo miracolosamente appesa.
Involontariamente passai la lingua da sul labbro superiore, poi di colpo il sottile filo di strappò e la gocciolina precipitò.
Appoggiai il pene sul ventre di Fabio e presi nuovamente la crema.
Come prima raccolsi il tubetto di crema con una mano e lo schiaccia facendo fuoriuscire il denso liquido nell'altra. Nuovamente sfregai le mani l'una sull'altra mantecando per bene il prodotto.
Accarezzai il cazzo con entrambe le mani, cospargendo con attenzione la crema finché non fu completamente lucido e poi afferrai nuovamente il fallo, questa volta con entrambe le mani e riniziai a scuoterlo.
Come prima, Fabio emise un mugolio.
Le mie mani, una sopra l'altra, continuavano freneticamente a menare l’enorme pene, ruotando i polsi in direzioni opposte quando scendevano e riportandole nella posizione iniziale quando risalivano.
Continuavo a ripetermi che lo facevo solo per la mia famiglia, ma mi resi conto che ne ero attratta come una falena da una luce.
Fabio iniziò a grugnire e dalla cima del glande cominciò a sgorgare del liquido seminale che scese giù lungo il dorso del fallo per poi posarsi delicatamente sulle mie mani.
Sta venendo, pensai… ma questo era solo l'inizio.
Fabio grugnii più volte fino ad esplodere in versi di godimento.
Aumentai ancor più la velocità e sentii il pene a contrarsi più volte e ad ogni contrazione corrispose un violento schizzo di sperma che finiva a distanza inimmaginabile.
I getti si susseguirono uno dietro l'altro, tanti che ne persi il conto.
La stanza fu inondata dall'odore acre e pungente dello sperma che, finito sul pavimento, formava vere e proprie pozzanghere.
Ancora una volta il confronto con mio marito era impietoso e le sue poche gocce non potevano reggere con il quel fiume in piena.
Quando gli schizzi finirono, iniziai a rallentare piano piano il ritmo fino a fermarmi completamente.
Delicatamente poggiai entrambi i pollici sul dorso del pene e permetti con forza risalendo lentamente dalla base fino alla sommità come stessi strizzando un gigantesco tubetto di maionese.
Dalla cima sgorgò un ultimo rivolo di sperma bianco e densissimo che finì sulle mie mani.
Che bella sborrata! Sei davvero brava a massaggiare i cazzi. Disse compiaciuto.
Mollai di colpo il cazzone di Fabio che franó pesantemente sulla sua pancia.
Tenevo le mani come fossero le zampette di un TRex e feci l'espressione più disgustata che potessi fare mentre dalle mie dita gocciolava lo sperma: Dove posso andarmi a lavare? Gli chiesi.
Vai di là in quel bagno, rispose indicando una porta.
Mi diressi in bagno e chiusi la porta dietro di me e proseguii fino ad arrivare davanti ad un lavandino color avorio.
Sopra il lavandino notai la mia immagine riflessa da una grossa specchiera con cornice dorata e la osservai per qualche istante, poi aprii il rubinetto dell'acqua che iniziò a sgorgare rumorosamente.
Chiusi le palpebre, feci un lungo sospiro e portai la mano davanti al viso.
Infila in bocca il dito indice ricoperto di sperma ancora caldo ed iniziai a succhiare.
Assaporavo come un sommelier ogni sfaccettatura di quel gusto acre ed intenso di sesso..
Succhiai tutte le altre dita, una dopo l'altra leccando accuratamente la mano così da rimuovere ogni singolo residuo di quel nettare gustoso.
Feci scivolare l’altra mano tra i pantaloni, scansai le mutandine ed infilai due dita dentro la figa fradicia dagli umori ed iniziai a massaggiare il clitoride con movimenti circolari.
Eccitata come non mai, immaginavo l’enorme cazzo di Fabio che mi penetrava con violenza e dopo pochi istanti esplosi in un devastante orgasmo.
Ansimavo ed ero spossata per l'intensità dell’orgasmo.
Feci un lungo respiro e tentai di ricompormi evitando di guardare la mia stessa immagine riflessa per la vergogna.
Andai in direzione della porta ma esitai ancora qualche istante, poi mi feci forza e afferrai la maniglia e aprii.
Fabio era ancora lì, completamente nudo seduto sul lettino d’acciaio che mi osservava sorridente.
Ancora una volta il mio sguardo si posò involontariamente li tra le sue gambe.
Il suo colossale cazzo si era afflosciato e penzolava come una proboscide.
“Allora ci vediamo domani al lavoro” mi disse
Io abbassai lo sguardo verso il pavimento.
“Si” risposi mentre mi dirigevo velocemente verso la porta d’uscita.
Presi la maniglia della porta e quando fui sul punto di aprire Fabio mi chiamò:
“Lorena?”
Mi voltai verso di lui.
Fabio afferrò il suo cazzone, iniziò lentamente a scappellarlo e mi sorrise maliziosamente: “Hai qualcosa vicino la bocca” mi disse.
Aprii la porta e uscii velocemente chiudendola dietro di me.
Passai una mano vicino alla bocca: Sperma.
Ero nel panico più completo: “Lui lo sà….”
Ah ok come vuoi, mi rispose. Iniziò a slacciare cintura e bottoni dei pantaloni di velluto facendoli poi scivolare sul pavimento.
Rimasi sbigottita: Gli slip celesti che indossava sotto erano incapaci di contenere il suo gigantesco pene già completamente eretto, il quale posto in diagonale, aderiva alla pancia fuoriuscendo per almeno la metà della sua lunghezza dalle mutande.
Fabio prese gli slip ai lati e li tirò giù.
La sua spaventosa mazza, senza più costrizioni, scese come un’ascia di fronte a me oscillando per qualche istante.
Osservavo Fabio mentre continuava a spogliarsi e ad ogni suo movimento il suo enorme pene dondolava vistosamente a destra e a manca in maniera oscena.
Tutto bene? Mi domandò sorridente vedendomi impietrita.
Sssi, balbettai…
Ripensavo a come aveva avuto inizio questa assurda situazione ma ricordai a me stessa che lo stavo facendo per un buon motivo; il mio matrimonio.
Mi chiamo Lorena, ho 38 anni e sono sposata con Daniele da 15. Ho conosciuto mio marito quando ero ancora una bambina, avevo appena 15 anni e per me lui è stato il solo e unico uomo.
11 anni fa abbiamo avuto Simone, nostro figlio.
Da ormai un anno avevo perso il lavoro e la nostra situazione economica era via via peggiorata fino a diventare insostenibile.
Ci amavamo ancora come quando ci eravamo conosciuti ma la tensione dovuta ai problemi economici era ormai palpabile.
Fui molto sorpresa e felice quando Fabio, il mio vecchio datore di lavoro, mi chiamò nuovamente per un colloquio.
Senza farla troppo lunga, mi propose il mio vecchio lavoro, a condizione di concedergli un rapporto sessuale.
Inutile dire che uscì dall'ufficio infuriata e schifata, rifiutando categoricamente la proposta ma non ne feci mai parola con Daniele.
Passarono giorni, poi mesi e il rapporto con mio marito stava peggiorando continuamente.
La notte mi capitava spesso di ripensare alla proposta di Fabio, finché un giorno lo chiamai per discutere e trovammo un accordo: non mi sarei mai concessa a lui, ma in cambio del mio vecchio posto di lavoro avrei dovuto intrattenerlo con un "massaggio particolare".
Mi era ben chiaro cosa intendesse per "massaggio particolare" ma pensai che tra questo e la rovina del mio matrimonio, si trattava probabilmente del male minore e così da lì a poco mi ritrovai nello studio di casa di Fabio.
Mi vergognavo tremendamente e quella vista mi aveva fortemente turbata ma tentai di rimanere impassibile.
Fabio salì dapprima sul lettino d'acciaio posto proprio al centro dello studio e poi si sdraiò a pancia sopra.
Lui era un uomo dell’età di mio marito, alto e magro ben curato e affascinante.
Mi avvicinai a lui e poggiai le mie mani sulle spalle iniziando un massaggio impacciato.
Guarda c'è la crema corpo sul cesto qui a fianco, mi disse.
Presi il tubetto di crema con una mano e lo schiaccia facendo fuoriuscire il denso liquido in una mano, poi iniziai a sfregare le mani l'una sull'altra mantecando per bene.
Iniziai a spalmare la crema sul suo corpo integralmente depilato per l'occasione, partendo dalle spalle per poi scendere sul petto e poi sui fianchi, stando sempre attenta a non toccare la sua mazza, che adagiata sulla pancia, superava abbondantemente l'ombelico in lunghezza.
Le mie mani scivolano sul corpo di Fabio alternativamente premendo con decisione e quando arrivai sulla zona vicino alla pancia capitava che quel movimento innescasse involontariamente delle oscillazioni da un lato e dall'altro del pene, il quale di tanto in tanto urtava accidentalmente una delle mie mani.
Non volli tirarla troppo per le lunghe così senza dire una parola mi feci forza e afferrai il suo enorme pene e sollevandolo in verticale.
Era bollente, duro come il granito e potevo sentire letteralmente l'eccitazione di Fabio pulsare.
Mentre continuavo a ripetermi che lo stavo facendo per salvare il mio matrimonio, iniziai lentamente a muovere su e giù la mano, corrucciando la pelle rugosa del grosso fallo nella risalita e stendendola fino a far flettere la gigantesca cappella nella discesa.
Su e giù su e giù su e giù, quel movimento lento e perpetuo era quasi ipnotico e via via aumentai il ritmo che divenne sempre più veloce.
La mia piccola mano tentava di stringere più che poteva quel membro spesso come una lattina di coca e mentre lo stavo scrollando quasi con violenza, vidi i suoi testicoli grossi come albicocche, sobbalzare all'interno del gigantesco sacco scrotale appeso tra le gambe.
Avvicinai alle sue palle giganti l'altra mano e le sollevai delicatamente con il palmo sentendone il peso impressionante.
Iniziai a muovere le dita, sollevando alternativamente i testicoli e Fabio emise un mugolio di piacere.
Più tentavo di rimanere impassibile a quella situazione e più la mia attenzione era catturata dalle dimensioni impressionanti di quell’arnese:
Il confronto con Daniele era impietoso.
Sapevo che i 14, 15cm di mio marito non erano certo misure da superdotato, ma questo sembrava il doppio.
Era così grosso, nodoso, duro, potente e virile che sembrava quasi irreale, ne ero quasi ipnotizzata e mentre con una mano lo scuotevo energicamente e con l'altra massaggiava delicatamente gli enormi testicoli, vidi una gocciolina uscire dalla sommità del cazzo gigante che attratta dalla forza di gravità si allungó verso il basso fino a fermarsi a mezz'aria.
Rimasi affacciata da quella gocciolina sostenuta solo da un sottilissimo filo di liquido seminale simile al filo di una ragnatela, che nonostante gli scossoni violenti, non ne voleva sapere di staccarsi rimanendo miracolosamente appesa.
Involontariamente passai la lingua da sul labbro superiore, poi di colpo il sottile filo di strappò e la gocciolina precipitò.
Appoggiai il pene sul ventre di Fabio e presi nuovamente la crema.
Come prima raccolsi il tubetto di crema con una mano e lo schiaccia facendo fuoriuscire il denso liquido nell'altra. Nuovamente sfregai le mani l'una sull'altra mantecando per bene il prodotto.
Accarezzai il cazzo con entrambe le mani, cospargendo con attenzione la crema finché non fu completamente lucido e poi afferrai nuovamente il fallo, questa volta con entrambe le mani e riniziai a scuoterlo.
Come prima, Fabio emise un mugolio.
Le mie mani, una sopra l'altra, continuavano freneticamente a menare l’enorme pene, ruotando i polsi in direzioni opposte quando scendevano e riportandole nella posizione iniziale quando risalivano.
Continuavo a ripetermi che lo facevo solo per la mia famiglia, ma mi resi conto che ne ero attratta come una falena da una luce.
Fabio iniziò a grugnire e dalla cima del glande cominciò a sgorgare del liquido seminale che scese giù lungo il dorso del fallo per poi posarsi delicatamente sulle mie mani.
Sta venendo, pensai… ma questo era solo l'inizio.
Fabio grugnii più volte fino ad esplodere in versi di godimento.
Aumentai ancor più la velocità e sentii il pene a contrarsi più volte e ad ogni contrazione corrispose un violento schizzo di sperma che finiva a distanza inimmaginabile.
I getti si susseguirono uno dietro l'altro, tanti che ne persi il conto.
La stanza fu inondata dall'odore acre e pungente dello sperma che, finito sul pavimento, formava vere e proprie pozzanghere.
Ancora una volta il confronto con mio marito era impietoso e le sue poche gocce non potevano reggere con il quel fiume in piena.
Quando gli schizzi finirono, iniziai a rallentare piano piano il ritmo fino a fermarmi completamente.
Delicatamente poggiai entrambi i pollici sul dorso del pene e permetti con forza risalendo lentamente dalla base fino alla sommità come stessi strizzando un gigantesco tubetto di maionese.
Dalla cima sgorgò un ultimo rivolo di sperma bianco e densissimo che finì sulle mie mani.
Che bella sborrata! Sei davvero brava a massaggiare i cazzi. Disse compiaciuto.
Mollai di colpo il cazzone di Fabio che franó pesantemente sulla sua pancia.
Tenevo le mani come fossero le zampette di un TRex e feci l'espressione più disgustata che potessi fare mentre dalle mie dita gocciolava lo sperma: Dove posso andarmi a lavare? Gli chiesi.
Vai di là in quel bagno, rispose indicando una porta.
Mi diressi in bagno e chiusi la porta dietro di me e proseguii fino ad arrivare davanti ad un lavandino color avorio.
Sopra il lavandino notai la mia immagine riflessa da una grossa specchiera con cornice dorata e la osservai per qualche istante, poi aprii il rubinetto dell'acqua che iniziò a sgorgare rumorosamente.
Chiusi le palpebre, feci un lungo sospiro e portai la mano davanti al viso.
Infila in bocca il dito indice ricoperto di sperma ancora caldo ed iniziai a succhiare.
Assaporavo come un sommelier ogni sfaccettatura di quel gusto acre ed intenso di sesso..
Succhiai tutte le altre dita, una dopo l'altra leccando accuratamente la mano così da rimuovere ogni singolo residuo di quel nettare gustoso.
Feci scivolare l’altra mano tra i pantaloni, scansai le mutandine ed infilai due dita dentro la figa fradicia dagli umori ed iniziai a massaggiare il clitoride con movimenti circolari.
Eccitata come non mai, immaginavo l’enorme cazzo di Fabio che mi penetrava con violenza e dopo pochi istanti esplosi in un devastante orgasmo.
Ansimavo ed ero spossata per l'intensità dell’orgasmo.
Feci un lungo respiro e tentai di ricompormi evitando di guardare la mia stessa immagine riflessa per la vergogna.
Andai in direzione della porta ma esitai ancora qualche istante, poi mi feci forza e afferrai la maniglia e aprii.
Fabio era ancora lì, completamente nudo seduto sul lettino d’acciaio che mi osservava sorridente.
Ancora una volta il mio sguardo si posò involontariamente li tra le sue gambe.
Il suo colossale cazzo si era afflosciato e penzolava come una proboscide.
“Allora ci vediamo domani al lavoro” mi disse
Io abbassai lo sguardo verso il pavimento.
“Si” risposi mentre mi dirigevo velocemente verso la porta d’uscita.
Presi la maniglia della porta e quando fui sul punto di aprire Fabio mi chiamò:
“Lorena?”
Mi voltai verso di lui.
Fabio afferrò il suo cazzone, iniziò lentamente a scappellarlo e mi sorrise maliziosamente: “Hai qualcosa vicino la bocca” mi disse.
Aprii la porta e uscii velocemente chiudendola dietro di me.
Passai una mano vicino alla bocca: Sperma.
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