Quel maledetto bagno turco…ep05

di
genere
voyeur

… Entrammo in camera e chiusi la porta dentro di me.
Ero ricolmo di rabbia sul punto di esplodere: “Scusa? Ma perché non mi hai detto che eravate andati nel bagno turco?” Le chiesi irritato.
“Non mi sono ricordata” Rispose.
Chiaramente si trattava di una scusa la quale non fece altro che accrescere la rabbia alimentata dalla gelosia:
“Non ti sei ricordata quello che hai fatto ieri? Hai l'Alzheimer per caso? Ti dovrai far curare se non ti ricordi quello che hai fatto ieri!”
Lei non rispose e questo fece sì che la mia rabbia crebbe ancora.
Continuai ad incalzare: “Era nudo?”
Ancora una volta non rispose.
A quel punto non riuscii più a trattenere la rabbia che esplose come un vulcano e le urlai: “ERA NUDO?”
“SI E’ STATO TUTTO IL TEMPO CON IL CAZZO DI FUORI! ALLORA? QUAL’E’ IL PROBLEMA?” Gridò.
“IL PROBLEMA? NO NESSUNO, MA QUANDO TI SI AVVICINA E TI PORGE L’ACQUA FRESCA, INVECE DI SORRIDERGLI, PRENDILO IN BOCCA E FAGLI UN BEL POMPINO!” Strillai.
“VA BENE, LO FARO’” Urlò ed uscì dalla porta sbattendola violentemente dietro di sé.
Mi buttai di pancia sul letto. Ansimavo e il mio viso era paonazzo.
“Che troia”.
Ero così arrabbiato che avrei potuto fare una pazzia. Non avevo mai litigato così con Lorena.
Maledivo il giorno in cui decidemmo di fare quella stupida vacanza in Trentino…

…ma partiamo dal principio:

Mi chiamo Daniele ed ho 45 anni e sono il marito di Lorena.
Quell’estate decidemmo di passare quattro giorni in Trentino, in compagnia di una coppia di vecchi amici, Matteo e Sara.
Conoscevo Matteo da trent’anni, ancor prima di conoscere mia moglie.
Definirci amici era riduttivo, eravamo quasi fratelli, ma con il passar del tempo però, a causa della famiglia, del lavoro e degli impegni, ci vedevamo ormai molto di rado, massimo un paio di volte l’anno, nelle quali amavamo ricordare i bei tempi passati.
Quell’anno però, quasi inaspettatamente, ci proposero di passare quattro giorni in Trentino e noi accettammo con entusiasmo.
Ero molto felice di passare una vacanza con loro.
Nonostante eravamo amici da così tanto tempo, non avevamo mai trascorso fino ad allora le ferie insieme, ma quando fummo prossimi al giorno della partenza, Sara la compagna di Matteo, fu purtroppo costretta a rinunciarvi per badare alla madre anziana che si ammalò proprio in quei giorni.
Nonostante questo però Matteo, su consiglio della compagna, non rinunciò alle agognate ferie e si unì comunque a noi per trascorrere quei giorni in nostra compagnia.
Ero perplesso, non è che mi dispiacesse la presenza di Matteo, ma averlo come terzo incomodo mi dava una sensazione strana.

Giorno 1
Arrivati in albergo una volta sistemate le nostre cose, decidemmo di partire subito per godere dei paesaggi meravigliosi che offriva quella fantastica regione.
Visitammo magnifici boschi e vedemmo una stupenda cascata, poi trascorsa la giornata e ormai provati dalla fatica delle escursioni, decidemmo di tornare in albergo per concederci un po' di relax usufruendo del bagno turco compreso nel prezzo del pacchetto da noi acquistato.
Una volta adeguatamente preparati scendemmo verso la spa, ma una volta arrivati davanti alla porta del bagno turco fummo sorpresi dal cartello affisso:
“Vietato entrare con il costume da bagno.”
“Io non entro!” disse Lorena.
“Dai non fare la bambina Lorena! Ti metterai un asciugamano, qual è il problema?” gli risposi.
Ci recammo negli spogliatoi adiacenti al locale relax e una volta pronti ci ritrovammo di nuovo davanti alla porta del bagno turco e senza indugio afferrai la maniglia ed aprì.
Fummo investiti da una nube densa di vapore caldo.
All'interno la coltre di calda nebbia fitta era rotta solamente da una flebile luce rossa.
Il locale era contornato da banchetti di pietra che seguivano il perimetro della piccola sala di una trentina di metri quadri.
Io e mia moglie ci sedemmo nel sediolo adiacente alla porta d'ingresso mentre Matteo attraversò la sala e si sedette proprio di fronte a noi.
Restammo in silenzio e nessuno dei tre aveva notato che alla nostra destra, tra la penombra della piccola sala, si trovava un'altra coppia.
Ci accorgemmo con grande stupore che i due erano completamente nudi.
Lei, una donna sulla sessantina, aveva un fisico asciutto, abbastanza alta con due piccole tettine dai capezzoli turgidi e la figa completamente depilata.
Lui, probabilmente della stessa età, era anch’egli magro, molto alto, con il busto particolarmente eretto e tra le gambe sfoggiava un discreto manganello.
Entrambi avevano capelli castani chiari, probabilmente una coppia di tedeschi.
Il silenzio della sala era quasi assordante, finché il tizio non si mise in piedi e iniziò a camminare beatamente verso il lato opposto della stanza in direzione di una bacinella con il suo cazzo floscio che ciondolava ad ogni passo.
Questa cosa mi diede un certo fastidio.
Ero molto geloso di mia moglie.
Sono stato l’unico uomo di Lorena e lei non aveva mai visto fino a quel momento un altro uomo nudo a parte me e nostro figlio Simone.
Arrivato davanti alla bacinella, di cui ignoravo l’utilità, il tizio prese con una specie di tazza e la riempì con l'acqua che era all’interno, per poi tornare indietro versandola sul sedile probabilmente troppo caldo.
Trascorremmo lì cinque minuti poi i due tedeschi ci salutarono, indossano i loro asciugamani e uscirono dal bagno turco.
Rimasti solo noi tre nella sala e finalmente l'imbarazzo si sciolse.
Iniziammo a chiacchierare.
Matteo e Lorena sembravano piuttosto complici.
Lui scherzava con lei facendogli delle battute, qualche volta anche equivoche, mentre lei sembrava accettare di buon grado quella corte mai troppo sfacciata ricambiandolo con sorrisi e altrettante battute.
Non dico che questo comportamento di Lorena e Matteo mi preoccupava ma comunque mi infastidiva ma tentai di rimanere imperturbabile.
Il caldo e l’umidità della sala era quasi insopportabile e dopo poco Matteo si alzò in piedi e si diresse verso la bacinella dell'acqua ma a metà tragitto il suo asciugamano si sciolse finendo a terra lasciandolo completamente nudo davanti a noi.
Rimasi impietrito: Non avevo mai visto Matteo nudo e mai avevo sospettato fino a quel momento che possedesse un affare del genere tra le gambe; il suo pene pur essendo completamente rilassato era probabilmente lungo quanto fosse il mio da eretto ed era decisamente più spesso.
Matteo si chinò lentamente e senza alcuna fretta raccolse l’asciugamano e se lo legò nuovamente intorno alla vita, con nonchalance, come fosse la cosa più normale del mondo.
Mi voltai verso Lorena chiedendomi se avesse visto la scena, ma lei in quel momento stava accarezzando la sua spalla, scrollandosi le goccioline di sudore di dosso.
Se avevo sopportato con fatica la nudità dei tedeschi, sentii in quel caso l'ansia crescere.
La gelosia si stava impossessando di me e mi chiedevo se Lorena aveva visto la grossa mazza di Matteo oppure no.
Nella testa mi rimbombava questa domanda ed ogni minuto che passava la mia inquietudine cresceva.
Una volta usciti dal bagno turco tornammo alle nostre camere per rinfrescarci e quando fui finalmente solo con mia moglie le chiesi: “Ma hai visto Matteo?”
“Cosa?” mi rispose ma con aria davvero poco incuriosita.
“Prima, nel bagno turco, gli è scivolato l’asciugamano. E rimasto con l’affare di fuori” dissi.
“No, non ci ho fatto caso”
Incredulo e non soddisfatto della risposta di Lorena insistetti:
“Come non ci hai fatto caso? E’ successo proprio davanti a noi, non potevi non vederlo! Ha un affare enorme la davanti!”
“Non l’ho visto!” Rispose infastidita dalla mia insistenza.
Non riuscii a comprendere se quella fosse la verità oppure no e quel dubbio continuò a rimbombare nella mia testa tutta la notte non facendomi chiudere occhio.

Giorno 2
La giornata fu nuovamente all'insegna della scoperta dei paesaggi di quella splendida regione; passeggiate tra parchi naturali, fiumi dall’acqua cristallina e splendidi laghi.
Matteo continuava la sua sottile opera di seduzione verso mia moglie, con battute, risate e complimenti più o meno velati, ma io non ero minimamente preoccupato di questo, semmai ero preoccupato da una eventuale richiesta di andare nuovamente nel bagno turco che puntualmente arrivò a fine giornata.
Non feci nemmeno in tempo a declinare l’invito che Lorena accettò con un inaspettato entusiasmo.
Come il giorno prima ci preparammo e poi ci ritrovammo davanti alla porta del locale.
Afferrai la maniglia ed aprii.
Fummo nuovamente investiti dalla nube di vapore bollente e come ci fossimo dati appuntamento, i due tedeschi erano lì dentro, sempre al loro solito posto.
Io e Lorena ci sedemmo come il giorno precedente vicino all'entrata e Matteo traversò il piccolo locale verso il sediolo di fronte come da copione.
Quello che non avevo previsto però era che una volta che Matteo fu nei pressi del suo sediolo, sciolse l'asciugamano che aveva legato in vita, lo adagiò sulla panca per poi sedersi di fronte a noi completamente nudo come fosse la cosa più normale del mondo.
Rimasi a dir poco esterrefatto, non riuscivo a credere a quello che stava succedendo.
Matteo se ne stava seduto sul sediolo in maniera scomposta, con gambe ben divaricate di fronte a mia moglie, esibendo senza alcuna vergogna il suo cazzone floscio che penzolava oscenamente oltre il banchetto.
Quello che però di più mi stupiva era l’atteggiamento di Lorena che non sembrava minimamente turbata da quella vista, ma anzi i due chiacchieravano e scherzavano come fossero seduti in un bar davanti ad una tazzina di caffè.
Io al contrario non ci vedevo più dalla rabbia. Ero geloso.
Non potevo sopportare quella continua e sottile opera di seduzione che Matteo metteva in atto con battute a doppio senso e complimenti più o meno velati a mia moglie ed ora esibendosi in quel modo davanti a Lorena, sminuendo la mia virilità.
Non potevo certo competere contro quella spaventosa mazza che avrebbe messo in ridicolo perfino un pornodivo.
Avrei voluto dirgli di coprirsi, ma con i tedeschi anch’essi nudi lì di fianco, in quel particolare locale in cui la nudità non solo era ammessa ma era consigliata, sarebbe stato decisamente fuori luogo.

Passò qualche minuto e i due tedeschi si alzarono, ci salutarono e se ne andarono.
Appena usciti Matteo si alzò e si diresse verso la bacinella d’acqua.
Ad ogni suo passo il suo cazzone a penzoloni oscillava da un lato a dall’altro vergognosamente come fosse un batacchio.
“Un pò di acqua fresca?”
“Si grazie” rispose Lorena.
Matteo raccolse l’acqua della bacinella e si avvicinò a noi porgendo il recipiente a mia moglie che lo ringraziò esibendo un sorriso smagliante per niente imbarazzata dall’avere l'enorme pene del mio migliore amico a mezzo metro dal suo viso.
Ora che lo vedevo vicino faceva letteralmente paura. Era ben più lungo il suo da rilassato che il mio da eretto, ma soprattutto era tozzo, spesso, nodoso, pieno di gigantesche vene che sembravano sul punto di esplodere.
Mia moglie versò l’acqua fresca sul suo sedile voltando le spalle a Matteo e fu proprio in quel momento che notai il cazzo di Matteo cambiare lentamente forma; la pelle piano piano si distese, centimetro dopo centimetro e la sua gigantesca cappella iniziò a fare capolino dalla pelle spessa e rugosa.
“Non ci credo! Sta avendo un erezione di fronte a mia moglie!” Pensai
Lorena lo ringraziò nuovamente con un sorriso e gli restituì il recipiente vuoto che Matteo che riportò a posto.
Il suo cazzone colossale, ormai quasi completamente eretto, non era più a penzoloni tra le gambe come poco prima, ma proteso in avanti parallelo al terreno e le sue dimensioni erano praticamente raddoppiate.
Ad ogni passo il suo enorme pene falciava l’aria a destra e a sinistra come una mazza da baseball.
Tornato al suo posto, raccolse il suo asciugamano e si mise a sedere.
Da seduto, la sua gigantesca cappella viola, ormai gonfia e grande come una pesca, puntava decisa verso l’alto in preda all’evidente eccitazione, mentre a penzolare oltre il sediolo era il grosso sacco scrotale contenente una coppia di testicoli grandi come albicocche.
Resosi finalmente conto che non era più il caso di stare di fronte a mia moglie con quell’arnese da quadrupede in tiro, Matteo si coprì nuovamente con il suo asciugamano, anche se la sagoma del suo enorme pene coricato sulla coscia era ancora ben visibile sotto ad esso..

I due continuarono a parlare tranquillamente come nulla fosse.
Non ci vedevo più dalla rabbia e per soffocarla me ne stavo muto ed imbronciato tentando di far capire ai due, senza successo per altro, che quella era una situazione che non potevo sopportare.
Finalmente arrivò il momento di uscire da quel maledetto bagno turco e rientrammo nelle nostre camere per rinfrescarsi prima della cena.
Una volta solo con mia moglie, mantenendo la calma e tentando di fingere un’apparente indifferenza le dissi:: “Oggi glielo hai visto?”
“Per forza” rispose seccamente continuando a fare quello in cui era indaffarata.
“Potevi dirgli di coprirsi!” le dissi.
“Perché?” Rispose interrogata
Conoscendo la timidezza di Lorena quella risposta mi colse davvero di sorpresa per quello che per me era davvero un’ovvietà: “Bè, non ti da fastidio che se ne stia con quell’affare di fuori davanti a te?”
Si girò verso di me un attimo e guardandomi, fece una leggera smorfia con la bocca mentre con la testa fece un cenno di negazione: “No! In quel locale no.”
Non credevo alle mie orecchie.
Tentavo in tutti i modi di mantenere la calma: “In che senso in quel locale no? Che differenza c’è se sta nudo davanti a te in un bagno turco, in spiaggia oppure in una sala da pranzo?”
Lorena sentendosi sotto attacco cominciò ad irritarsi: “La differenza è che lì è normale stare nudi e poi ci sono anche i tedeschi nudi cosa cambia?”
A quel punto feci davvero fatica a trattenere la mia rabbia, ma ribattei: “Cambia che magari mi da fastidio che un mio amico stia davanti a mia moglie con il suo cazzone mezzo in tiro, non credi?”
Lorena sbotto chiudendo il discorso: “A me non da fastidio, se a te ne dà diglielo tu!” …


Giorno 3
Mattina solite escursioni, a pranzo in una malga a mangiare a crepapelle ed il pomeriggio piegato in due dai dolori sul letto.
Il dolore era lancinante, dovuto ad una delle mie solite coliche di quando esageravo con il mangiare.
Piatto cadorino, cacciagione, capriolo, patate, dolce e Dio sa cos’altro mi ero ingozzato in quel pranzo ed ora in preda a dolori lancinanti ero costretto a sorbirmi pure la predica di Lorena, la quale voleva sfruttare quel pomeriggio per comprare i souvenir da riportare agli amici.
Non ce la facevo.
Il dolore era troppo forte e quel pomeriggio Lorena sarebbe andata a fare compere sola con Matteo.
Non ne ero affatto contento ma in quelle condizioni non avrei mai potuto seguirli, ma comunque mi dicevo: “Ma a piedi tra i negozi, cosa mai possono fare?

Passarono ore e dopo aver ingurgitato farmaci come fossero caramelle, il dolore sparì per incanto.
Si era ormai fatta sera, ma ancora di Lorena e Matteo nessuna traccia.
L'ansia tornò a salire dentro me e dovetti aspettare ancora un bel pò finchè finalmente i due tornarono con delle sacchette piene di quelle stupide chincaglierie da regalare.
Avevo paura di sapere dove fossero stati tutto il pomeriggio, temendo che potessero aver passato da soli del tempo nel bagno turco e attesi fin quando non rimasi con Lorena solo in camera e le chiesi: “Ma dove siete stati tutto questo tempo?”
Lorena cominciò a descrivere i pittoreschi negozi in cui erano andati, di cui non me ne fregava assolutamente nulla e con mio grande sollievo non menzionò in alcun modo bagni turchi, spa o roba del genere, tranquillizzandomi.
Fu una notte serena quella…

Giorno 4

Gita ai laghi in alta quota, pranzo alla malga, questa volta senza esagerare e poi arrivò il rientro in albergo, dove purtroppo arrivò la solita proposta di Matteo: “Bagno turco?”
“No guarda, non e ho voglia” risposi prontamente
Si rivolse allora a mia moglie: “Tu però vieni? E’ tradizione ormai, ci siamo andati tutti i giorni non vorrai mancare proprio all’ultimo!”.
Il mio sangue si gelò di colpo.
Non stavo credendo a quello che avevo appena sentito.
Nemmeno io seppi come riuscii a trattenere la rabbia ed aspettai paziente di rientrare in camera per rimanere solo con Lorena…

… Entrammo in camera e chiusi la porta dentro di me.
Ero ricolmo di rabbia sul punto di esplodere: “Scusa? Ma perché non mi hai detto che eravate andati nel bagno turco?” Le chiesi irritato.
“Non mi sono ricordata” Rispose.
Chiaramente si trattava di una scusa la quale non fece altro che accrescere la rabbia alimentata dalla gelosia:
“Non ti sei ricordata quello che hai fatto ieri? Hai l'Alzheimer per caso? Ti dovrai far curare se non ti ricordi quello che hai fatto ieri!”
Lei non rispose e questo fece sì che la mia rabbia crebbe ancora.
Continuai ad incalzare: “Era nudo?”
Ancora una volta non rispose.
A quel punto non riuscii più a trattenere la rabbia che esplose come un vulcano e le urlai: “ERA NUDO?”
“SI E’ STATO TUTTO IL TEMPO CON IL CAZZO DI FUORI! ALLORA? QUAL’E’ IL PROBLEMA?” Gridò.
“IL PROBLEMA? NO NESSUNO, MA QUANDO TI SI AVVICINA E TI PORGE L’ACQUA FRESCA, INVECE DI SORRIDERGLI, PRENDILO IN BOCCA E FAGLI UN BEL POMPINO!” Strillai.
“VA BENE, LO FARO’” Urlò ed uscì dalla porta sbattendola violentemente dietro di sé.
Mi buttai di pancia sul letto. Ansimavo e il mio viso era paonazzo.
“Che troia”.
Ero così arrabbiato che avrei potuto fare una pazzia. Non avevo mai litigato così con Lorena.
Maledivo il giorno in cui decidemmo di fare quella stupida vacanza in Trentino…

Che troia! Che Puttana! Continuavo a ripetere.
Stavo con la faccia affondata nel cuscino a maledirli entrambi.
Steso sul letto immaginavo Matteo con il suo cazzone in tiro mentre lei al suo fianco lo osservava lussuriosa…
“No! Non è da lei! Non lo farebbe mai!” tentavo di ripetermi.
Nella testa rimbombavano le ultime parole che ci eravamo gridati e mi chiedevo se ne fosse stata capace: “fino a tre giorni fa no, ma oggi? Dopo quello che è successo? Dopo essersi così arrabbiata?” Non ne sono così sicuro.”
Ancora una volta mi apparivano in mente immagini lussuriose dei due in quel luogo:
Lui con il suo cazzone duro e le in ginocchio tra le sue gambe che glielo succhia avidamente e si fa sborrare in bocca.

“No! Non me ne frega un cazzo! Andassero a fare in culo!”
Mi giravo e rigiravo nel letto ma nella mia testa continuavano ad apparire immagini pornografiche dei due; lui sdraiato e lei a smorzacandela, lei a 90 e lui che la cavalcava da dietro con furia tenendola per i capelli, lei che guaiva come una cagna mentre veniva sodomizzata e lui che la riempiva di sperma in ogni orifizio.
“No! Non ce la faccio più! Se devo essere cornuto almeno lo devo sapere!” Mi dissi.
Mi preparai velocemente e mi precipitai giù alla spa, ma arrivato davanti alla porta esitai:
“Tra qualche secondo la mia vita può essere stravolta.” Pensai.
Divorzio, affidamento del figlio, mantenimento e mille altri cavoli potevano concretizzarsi dopo quello che stavo per vedere… ma non potevo più aspettare oltre.
Afferrai la maniglia della porta e l’aprii di scatto venendo ancora una volta investito dalla nube di vapore bollente.
Non riuscivo a vedere nulla, poi udii una voce familiare: “Ciao! Com’è tutto bene? Dovrai mangiare meno se non vuoi farti venire una colica ogni giorno!”
Quando riuscii nuovamente a vedere, scorsi Matteo di fronte a me, al suo solito posto e con indosso il suo asciugamano.
Al mio fianco c’era Lorena che mi stava sorridendo.

Di colpo tutta la mia ansia, frustrazione, insicurezza e gelosia svanirono: “Come posso essere stato così stupido? Come ho fatto a dubitare di Lorena?” Pensai
Ora finalmente ero tranquillo e con la sensazione di chi si era tolto un peso dallo stomaco.
Sorrisi ad entrambi e mi sedei di fianco a mia moglie.
Passammo una piacevole serata ed il giorno seguente tornammo a casa.
Ero felice di non dover tornare più nel bagno turco ma quel giorno mi resi conto di quanto amavo mia moglie, di quanto ero fortunato a stare con lei e che non avrei mai più dovuto dubitare della sua fedeltà…


scritto il
2024-09-06
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