Il papà del mio amico e l domestica

di
genere
feticismo

Vi ho raccontato come sia sbocciata la passione tra il papà del mio amico e la loro domestica, di come abbia assistito al loro rapporto sessuale del tutto inconsapevoli che a casa ci fossi anche io (rimasto a casa del mio amico perché indisposto). Da loro è nato tutto da un’intesa un po’ feticista, visto che dal guardarsi, confrontarsi i piedi nudi, siano passati a una sessione di sesso bella hot e passionale. Una volta finito di strusciarsi i piedi sopra il divano, di tenersi per mano, finite le varie tenerezze e i vari baci, la domestica dice a Vittorio, il papà del mio amico, che fosse bene ricomporsi, che doveva lavorare nonostante la sua presenza. Mentre si rivestono, lei rimettendosi il vestitino e lui la canotta e pantaloncini, io ne approfitto per tornare in camera del mio amico, fingendo di dormire tante volte mi avessero visto: cosa più che probabile. Dopo un’oretta la domestica entra in stanza, sussulta vedendomi sul letto e la sento dirigersi in salotto da vittorio, dicendogli ci fosse un amico di Alessandro a dormire. Vittorio si infila le infradito e viene a svegliarmi, nel frattempo si dicono fra loro quanto sarebbe imbarazzante e problematico se li avessi visti. Vittorio mi sveglia, mi chiede come mai stessi lì, io mi alzo, facendo finta di sgranchirmi, gli dico che abbiamo avuto una festa e non me la sentivo di tornare a casa o di andare in università e lui scherzando mi dice di andare a fare colazione. Mi infilo le infradito di Ale che porta quanto me e andiamo a scaldarci un po’ di latte. Arrivati in cucina vediamo la domestica, lei mi saluta chiedendomi se volessi anche il caffè, nel mentre Vittorio mi dice che un po’ sono cambiato, non vedendomi spesso mi trova cresciuto e più uomo. Nel mentre io ho una voglia di fargli piedino, di provare a ottenere lo stesso approccio che lui ha avuto con la domestica, ma ho davvero paura che lui possa capire di essere stato spiato da me. Dopo la colazione ci spostiamo in salotto, mi dice di andarmi a fare una doccia e lo faccio, dopo una ventina di minuti lo raggiungo in salotto, lo trovo sempre sdraiato con i piedoni sopra il tavolino, al che mi faccio coraggio e poggio anche i miei sullo stesso tavolino. Vittorio guarda i miei piedi e mi fa “ammazza che piedoni che hai”, allora io metto un piede vicino al suo e gli dico “beh Vittò anche tu”. Ho voglia di tenere il piede affianco al suo ma qualche secondo dopo lo sposto, volendo sempre non eccedere. Mi accorgo che la domestica ci guardava un po’ perplessa, molto probabilmente rispetto a Vittorio aveva capito che li avessi visti, quindi agitata ci saluta e dice di dover andare a pulire le camere. Continuo ad ammirare le sue gambe, i suoi piedi nudi, è un uomo bellissimo che da sempre mi ha fa sangue. Vittorio sarà alto 1.80, mediterraneo, occhi neri, capelli mori anche se in parte grigi, labbra carnose, corporatura senza addominali, anche un po’ di pancia ma omogenea, gambe un po’ pelose e piedi perfetti, dita dei piedi perfettamente allineate a scala, alluce bello sexy e dita comunque pulite e maschili. Anche le mani ha molto belle, virili, possenti ma non grandissime, insomma per me è l’uomo perfetto. Ha 46 anni, è molto giovane, so che con la moglie le cose non vanno granché. La domestica invece penso abbia sui 55 anni un pò mascolina, non è alta ma ha delle gambe importanti e non è magrissima, ha anche un bel seno, solo che nell’insieme sembra davvero un po’ mascolina… Più che altro mi auto-convinco di ciò perché spero possano piacere gli uomini a Vittorio, avendo avuto forte attrazione per una donna più virile che femminile. A un certo punto mi infilo le infradito e decido di andare in camera, dove trovo la domestica a pulire. È seduta per terra a pulire la parte sotto della scrivania: quella posizione mi ispira e cerco di sedurla in qualche modo ma mi viene in mente di poggiare un piede affianco a lei chiedendole nel frattempo scusa ma mi serviva prendere dalla scrivania il mio cellulare. Ci metto un po’ di tempo sperando mi guardi il piede ed effettivamente un po’ indugia lo sguardo sul mio 43. Poi mi levo di torno, facendo finta di perdere l’equilibrio pesto con il mio piede le piante dei suoi piedi nudi in quanto era in ginocchio. Le chiedo scusa e lei mi dice di stare tranquillo, le chiedo se le avessi fatto male e lei mi risponde di no. Al che le faccio i complimenti per la sua resistenza e le chiedo di battermi il cinque, lei risponde con simpatia e cerco di incrociare la mia mano alla sua ma la ritrae subito, quasi pentendosene. Difatti mi guarda la mano e mi dice “ah scusami”, mi prende la mano e me la stringe, io a lei, poi ci viene spontaneo allo stesso momento incrociarci proprio le dita delle nostre mani, le dico “grande” e staccandomi torno da Vittorio. Penso tra me e me che sono riuscito ad avere un contatto con lei e non con Vittorio. Sono molto eccitato e mi viene in mente di correre un po’ il rischio, aspettando l’occasione adatta per aver però un contatto con lei di fronte a lui. La domestica torna in salotto e chiede a Vittorio dove poter trovare la scala, visto che in sgabuzzino non ci fosse più. Lui fa per alzarsi, dicendole intanto di andargliela a prendere in balcone, visto che la aveva spostata lui prima di partire per cambiare la lampadina del faro fuori. Lei gli dice di voler fare da sola, lui si alza lo stesso ma viene bloccato da lei che gli mette le mani sulle spalle e lo spinge giù, scherzando e dicendogli che non ha bisogno di aiuto. Quel contatto breve mi eccita tanto, voglio proprio approfittare di quel momento con loro ma non capisco come fare. Dopo poco lei torna con la scala ma d’istinto ci alziamo per aiutarla a posizionarla in cameretta sia io che Vittorio. Lei ci dice di restare fermi perché nella parte dove siamo passati era ancora bagnato, ci ha detto di stare perlomeno a piedi nudi e ci siamo entrambi sfilati le infradito e ci siamo avvicinati a lei per posizione la scala che pesava un po’. Cercando di capire bene come metterla mi avvicino a Vittorio e gli pesto apposta il piede, lui dice “ahia” e gli chiedo scusa. La domestica ci guarda, soprattutto a Vittorio e ci fa “voi uomini vi fate male subito, siete delle femminucce”. Vittorio allora scherzando le si avvicina e con una mano le spinge la spalla per poi darle un pizzico sui fianchi. Lei sobbalza, emette un urlo stridulo, e gli dice “ahia”. Lui allora ride e la prende in giro dicendole che lui dice ahia per un piede pestato non per il solletico, lei sorride e lo provoca dicendogli “povero ha male al piedino, visto che lo ha piccolissimo e fragile”, lui allora tenta di farle solletico ai fianchi, ma le si difende con le sue mani bloccandogli le braccia. Lei gli tiene le braccia e iniziano a premere spingendosi, poi lui si stacca, apre le mani, allarga le dita e le dice “spingi”, lei mi guarda, forse pensa che effettivamente lui si stava prendendo troppa confidenza con lei davanti l’amico di suo figlio e gli dice basta che doveva lavorare, lui la prende in giro dicendole “dai forza, mi hai provocato, vediamo quanto sei forte”; allora lei incrocia le sue mani alle sue e iniziano a spingersi davanti a me. Dopo qualche minuto di lotta si staccano asciugandosi un po’ il sudore e io mi faccio avanti dicendo alla domestica di fare quella sfida mano contro mano con me, lei accetta e ci spingiamo, poco dopo mi stacco e dico a Vittorio ora io contro te e iniziamo a spingerci, le mani intrecciate con lui finalmente. Con lui c’è più competizione quindi iniziamo a spingerci, dopo un po’ la domestica ci dice di andare in salone a lottare e lo facciamo. Siamo stati un po’ a lottare fin lei che ci guardava dalla cameretta. Poi lui si stacca e dice “adesso basta voglio andare a dormire”, battiamo il cinque e se ne va. Prima di andarsene gli dico “prima però anche con i piedi” allora lui mi dice fossi troppo competitivo, cosa significasse con i piedi poi… Gli dico di sederci per terra, di avvicinare le sue piante dei piedi alle mie, e inizio a incrociare con le mani le dita dei suoi piedi alle mie, chiamo la domestica e le dico di farci un video, al che Vittorio si ritira dicendomi di no, scherzando e dirigendosi verso la camera. Quel giorno finì così ma c’è un seguito molto importante…
scritto il
2025-03-05
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