Vicino voglioso 3

di
genere
etero

Ci eravamo lasciati che io Elena (donna rumena di 57 anni, bassa, capelli neri, formosa e tonica, con un figlio di 21 anni di nome Sebastian) e il mio vicino di casa Edoardo (ragazzo romano di 28 anni, alto, moro, bel fisico, abbronzato anche in inverno) avevamo avuto qualche giorno fa un ulteriore momento di passione, dopo i vari incontri di questa estate. Dopo l’ultima volta lo rividi ieri poiché ne approfittammo dell’assenza della sua famiglia, andai da lui dalla mattinata fino al pomeriggio che sapevo tornasse mio figlio a casa. Edoardo vive al piano sopra il mio, lo raggiunsi una volta uscito mio figlio per andare a casa dal suo amico, salii le scale e suonai il campanello. Mi aprì Edoardo bello come sempre, mi baciò in maniera molto sentita e chiuse la porta. Lo rimproverai dicendogli sia meglio non rischiare ci vedano vicini, di baciarci una volta dentro ma lui mi fece cenno di stare zitta e di non pensarci troppo. Salii indossando un bel vestitino blu, con un paio di infradito con il tacchetto. Lui invece mi attendava indossando la tuta della Roma e infradito nere. Mi portò baciandoci nel frattempo, fino al divano e iniziammo tra un bacio e un altro a chiacchierare. Mi prese le mani e mi chiese se mi fossi decisa a stare con lui, a non tentennare per via della differenza d’età. Guardando le nostre mani intrecciate, non riuscendo a guardarlo negli occhi, gli dissi nuovamente che fosse una storia davvero difficile, da pazzi, che fossi troppo più grande, non potessi garantirgli una famiglia normale, che non sapevo come la avrebbero presa mio figlio, suo fratello e i suoi genitori. Lui staccò una sola mano dalla mia e mi prese il viso, facendomi indirizzare lo sguardo verso i suoi occhi neri profondissimi. Mi disse “ti amo” e mi baciò come mai aveva fatto prima. Iniziammo a fare l’amore sul divano, ci spogliammo nudi e iniziai a cavalcarlo, mi penetrava con una passione sfrenata, mi aggrappavo alle sue mani, non volevo più staccarmi. Una volta venuto dentro di me, mi leccò la vagina, la sua lingua calda tra le mie gambe mi fece impazzire, mi bagnai quasi subito e lui continuò a leccare, a leccare di continuo. Mi sentivo davvero desiderata come non mai, ero elettrizzata dal fatto di fare l’amore con un ragazzo così bello e attraente, era tutto troppo bello per essere vero. Ci alzammo dopo un po’ e mi portò tra baci violenti reciproci in camera sua. Lì si sdraiò, mi misi sopra di lui, lui mi puntò le piante dei suoi piedi in faccia e iniziai a leccargli i suoi bei piedoni, pulitissimi, virili, odoravano di maschio. Ero al settimo cielo. A un tratto non mi accorsi di niente, lui staccò velocemente i piedi dalla mia faccia e si ricompose: il fratello ci aveva visti. Mi spaventai, penso di non essere mai stata così in imbarazzo in vita mia. Lui chiese al fratello (Giovanni, coetaneo di mio figlio, quindi ventenne) cosa ci facesse a casa, di non averlo sentito rientrare. Il fratello scosso gli chiese scusa, chiese scusa anche a me che nel frattempo mi ero coperta le parti intime con un lenzuolo. Edoardo uscì nudo dalla stanza, prendendo la sua tuta e dandomi il mio vestitino per rivestirmi, recandosi in salotto con Giovanni. Li raggiunsi, erano in piedi a parlare. Edoardo mi venne incontro, mi prese per mano e mi presentò al fratello a cui aveva già detto fossi la loro vicina di casa. Giovanni mi disse di non avermi riconosciuto, di scusarsi ancora, che fosse ancora scosso però dalla situazione. Dissi a Edoardo che fosse meglio andare via, ma mi fermò, mi portò con lui a sedersi sul divano e Giovanni si sedette davanti a noi su una sedia vicino al tavolo del salone. Edoardo racconto a Giovanni della nostra situazione, intrecciò una sua mano alla mia e mi tenne così davanti suo fratello. Gli confidò fossimo molto intimi ma per l’evidente differenza di età io fossi ancora molto titubante nel diventare una coppia vera e propria. Giovanni ci guardò prima ancora stupito quasi spaventato, poi sempre più sereno, quasi rilassato dalla sicurezza del fratello. Indugiò lo sguardo sulle nostre mani, poi sul mio corpo, si accorse che Edoardo teneva il suo piede sopra il mio, capì che fossimo intimi. Anche Giovanni era un bellissimo ragazzo, poco più basso del fratello, era abbronzato anche lui, ma con occhi verdi, magro, indossava una maglia della Roma, un pantalone corto nero ed era scalzo. Evidentemente rientrando non si era accorto di niente e aveva avuto anche il tempo di cambiarsi o sistemarsi, avendo la sua camera dalla parte opposta di quella di suo fratello. Essendo una amante dei piedi maschili mi accorsi dei piedi bellissimi di Giovanni, come il fratello piedi latini quindi con dita allineate, ma rispetto alla pianta larga e possente del fratello aveva un piede più snello, comunque sempre un 44/45 come Edoardo. Quest’ultimo si accorse forse di ciò e accavallò la gamba destra, sopra l’altra e con la pianta del suo piede mi toccò le gambe all’altezza della mia coscia destra. Giovanni guardò al volo la scena, forse sentendosi di troppo, ci salutò e ci disse sarebbe andato a fare la doccia, perché a breve lo sarebbe passato a prendere un suo amico per andare allo stadio. Rimasi con Edoardo sul divano a farci tenerezze, lui mi disse fosse molto contento avessi conosciuto suo fratello, chiedendomi se mi sentissi di conoscere i suoi. Ci pensai un po’ ma gli dissi fosse ancora prematuro. Però ne avrei parlato nel pome con mio figlio e se non avessi avuto problemi lo avrei fatto scendere da me a cena per fargli conoscere Sebastian. Mi baciò tutto tronfio e felice, poi mi chiese cosa volessi per pranzo. Uscì in accappatoio e infradito Giovanni che ci raggiunse in salone. Edoardo si avvicinò verso il fratello dicendogli che la sera avrebbe forse conosciuto mio figlio, era contentissimo, tanto che chiese al fratello di battere il cinque con entrambi le mani, le intrecciarono e vidi Edoardo premere le mani del fratello con una forza tale che gli dissi di non fargli male, che non fosse poi certa questa cena. Lui sorridendo mi raggiunse, intrecciò stavolta le sue mani alle mie e iniziò a spingermi giocando verso il muro dietro, dicendomi di non provarci nemmeno, di promettergli che avrei reso possibile questa conoscenza con mio figlio, Giovanni guardandoci rideva, ci disse fossimo proprio una bella coppia. Rimanemmo soli dopo qualche minuto e passammo il pomeriggio insieme fino al ritorno di mio figlio. Salutai Edoardo e gli dissi che gli avrei mandato un messaggio prima delle 20, così in caso sarebbe potuto scendere da me a cena. Continua…
scritto il
2025-04-07
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