La mamma di Giacomo
di
orlosky
genere
etero
Avevo appena compiuto 18 anni e stavo per prepararmi alla maturità, la preparavo con un mio amico Giacomo, studente anche lui della mia classe e studiavamo tutti i pomeriggi in casa sua, suo papa lavorava e al pomeriggio non era mai a casa, mentre la sua mamma faceva la sarta a tempo perso per arrotondare lo stipendio del marito, i soldi non bastavano mai, noi in camera di Giacomo a studiare.
Io mi chiamo Beppe, alto 1, 75 capelli castani e occhi verdi di corporatura snella, ma ho un difetto, se si può chiamare difetto, ho un pene di 23 cm con diametro di 4 cm, potete immaginare che a 18 anni quando tira, tira sul serio.
Un giorno alle quattordici arrivo dal mio amico e sua mamma Mariella mi dice che quel giorno non era disponibile, perché era andato ad accompagnare sua sorella Giulia di 17 dalla zia che abitava a Milano, noi abitavamo a Bergamo, e non sarebbe ritornato prima di cena.
Mi dispiacque molto rimandare al giorno dopo, i miei libri e quaderni erano tutti nella sua camera, stavo per andarmene che sua madre mi disse di rimanere pure a studiare tanto a lei non davo fastidio.
Entrai e andai in camera di Giacomo e mi misi a studiare, dopo una mezz’ora entrò sua madre, una donna di 40 anni molto piacente alta come me con capelli corvini tutti ricci, e si sedette vicino a me e mi disse---Scusami Beppe, oggi stò qui con te un po’, non ho voglia di cucire, oggi non mi va proprio, ti dispiace se rimango, cosi facciamo due chiacchiere.
Va bene signora rimanga pure, anche io oggi non ho voglia di studiare.
Senti Beppe, ti volevo chiedere una cosa, ma Giacomo ha la ragazza? Non mi dice nulla.
Signora, sono tutte amiche e poi le ragazze d’oggi pensano solo al cellulare e basta, se le inviti a uscire dicono sempre no.
Ma tu ce l’hai la fidanzatina? E dimmi cosa fai quando sei con lei.
Qualche limonatine e basta.
Ma non la palpeggi un po’, per esempio non le tocchi mai le tette e lei ti fa le seghe?
No signora solo limonare .
Mi venne vicina e mi mise la mano sul ginocchio, si avvicinò col viso e mi dette un bacio sulla guancia e mi disse----Dai Beppe, fammi vedere come fai a limonare con la tua ragazza, vieni vicino a me.
Un po’ titubante avvicinai la mia bocca alla sua e la baciai, prima solo sulle labbra e poi infilai dentro la lingua nella sua bocca cercando la sua lingua, iniziammo una limonata con scambio di saliva, ci baciammo per un tempo interminabile.
Beppe, sai che baci bene, mio marito non bacia bene come te, anzi certe volte viene a letto, mi sbatte e dorme subito, a me piace limonare non solo scopare.
Le presi a due mani la faccia e la baciai di nuovo ancora piu appassionatamente, a me piace limonare, per me il bacio è come una telefonata del cazzo alla figa.
Intanto che ci baciavamo ci alzammo in piedi e lei mi prese la mano e me la infilò sotto la maglietta dicendomi di palparle il seno, cosa che feci con piacere, lei mi slacciò i pantaloni e li fece cadere per terra, mi fece sedere sulla sedia, mi tolse del tutto i pantaloni e anche le mutande, il mio cazzo era sull’attenti, si sollevò la gonna e velocemente si tolse le mutandine, si abbassò sul mio cazzo e si impalò, era cosi fradicia che entrò come nel burro, era la mia prima scopata, non avevo mai scopato prima, io da seduto spingevo il cazzo in su e lei quasi saltava su di me scopandosi selvaggiamente, godeva e gridava --------dai Beppe, scopami, spaccami, sto godendo che bello aaaaaahhhhhhhhhhhh, godo, godo, aaaa come godo aaahhhhh.
Le dissi---sto per godere, ti godo dentro?
Si sborrami dentro, ma non adesso, aspetta che voglio godere mentre mi sborri dentro, godiamo assieme.
Io non riuscivo piu a trattenermi dal godere e lei continuava a scoparsi .
Mi disse---sto godendo dai sborrami dentro, aaahhh come godo, che bello sentirti godermi dentro, dai non fermarti sborra, lo sento il tuo sperma, come è caldo, che bello.
Facemmo una goduta da finimondo ma non ci staccammo, stettimo abbracciati a baciarci e a esplorare con le mani i nostri corpi, sentivo il suo cuore battere contro il mio.
Beppe, non credere che io tradisca sempre mio marito, questa è la prima volta, io lo amo e non lo lascio, io voglio che questa storia continui, voglio fare l’amore con te tutti i giorni.
Ma come faremo?
Beppe, mio marito e Giacomo domenica mattina vanno a una gara di pesca alla trota in un laghetto, devo trovare il pretesto di sbarazzarci di Giulia, la manderò a dormire da una sua amica, cosi puoi venire da me che mi farò trovare a letto già pronta.
Abbracciati a coccolarci e a palparci il cazzo mi divenne duro ancora, a 18 anni tira sempre, lei sentendo che era diventato duro ----disse----che bello Beppe, lo sento che sta diventanto duro, non muoverti che ti scopo ancora, senti che stò già godendo, che bello, stò sborrando aaaahhhhhhhh che bello, lo senti amore?.
Come ci staccammo, si abbassò e mi prese in bocca il cazzo e me lo puli con la bocca, sentendo la sua bocca che me lo succhiava le godetti in bocca.
La domenica mattina, arrivai da Mariella alle 7, lei mi apri ed entrai quatto quatto cercando di non farmi vedere da nessuno, era in vestaglia, mi baciò in bocca e mi trascinò in camera da letto, si tolse la vestaglia ed era già nuda, mi spogliai in un attimo e ci coricammo sul letto sopra le coperte, non feci neanche in tempo a sdraiarmi che mentre mi cacciava la sua lingua in bocca mi tirò sopra di lei, allargò le gambe in un modo osceno e mi pregò di scoparla subito, non voleva aspettare oltre, ma io non le diedi retta, volevo vedere da vicino la sua figa, le allargai le piccole labbra e dopo avere ammirato la sua vagina, introdussi la mia lingua leccandola dal buco del culo fino al clitoride, sentiva di figa fresca, si era fatta un bidè nell’attesa, e mi disse che aveva fatto un clistere, poi mi avrebbe spiegato perché, ma io anche se non ero ancora molto pratico di sesso mi immaginavo dove voleva arrivare, mentre la leccavo sentivo i suoi umori bagnarmi la bocca, sembrava che la sua figa palpitasse da tanto che era vogliosa.
Le andai sopra e introdussi il mio cazzo nella sua figa, incominciai a scoparla prima lentamente poi aumentando il ritmo, la feci godere come non l’aveva mai fatta godere suo marito, merito del mio cazzo giovane e sempre in tiro, riuscivo a godere piu volte senza che desse segno di cedimenti, non mi si ammosciava mai, contavo a scoparla e lei continuava a godere senza sosta, ma un bel momento diede forfait, mi disse di fare una pausa perché non ce la faceva piu,
Memore di quello che mi aveva detto prima, che si era fatta un clistere, la girai a pancia in giu. Le misi due cuscini sotto la pancia, le spalmai un po’ di crema sul suo buchino e mi avvicinai col cazzo al suo sedere, le appoggiai il glande al suo buco e incominciai a spingere per farlo entrare, come senti che il mio glande toccava il suo buco, apri con le mani le sue chiappe e spinse indietro il culetto incitandomi a sodomizzarla, non mi feci attendere e spinsi il glande che entrò tutto fino alla radice, un cazzo di 23 cm tutto dentro, col cazzo in culo incominciò a smaniare e presto godette, misi la mano sotto la sua fighetta e la sentii fradicia, era un continuo orgasmo, continuai a scoparla fino a quando non mi disse di fermarsi, aveva il buco troppo infiammato.
Mi fermai ma non tolsi il cazzo dal culo, era troppo bello, mi disse di aspettare a toglierlo perché era troppo bello sentirselo dentro, era una sensazione troppo libidinosa.
La storia con Mirella durò per qualche mese, poi feci la fidanzata e non andai piu da lei, anche se ogni tanto mi telefonava di andarla a trovare.
Passò un anno e feci la maturità, e un giorno andando a trovarla, trovai da lei Giulia, sua figlia, aveva appena compiuto 18 anni, si era fatta una bella donna, assomigliava tanto alla mamma, ma aveva un seno a dir poco sproporzionato, troppo grosso, bello da succhiare.
Mirella fece di tutto per convincerla a frequentarmi, e dopo alcune volte che uscii con lei al cinema o in pizzeria ci fidanzammo, ma lo scopo della mamma era di avermi ancora fra i piedi, o meglio dire tra le sue gambe aperte e nel suo culetto sempre pronto per me.
Con Giulia le cose andavano bene, era innamorata di me ma non voleva fare sesso durante il fidanzamento, solo dopo il matrimonio si sarebbe concessa a me, qualche limonata, qualche sega, qualche succhiatine di tette e basta, il suo sogno era di arrivare al matrimonio vergine.
A me da una parte andava anche bene, cosi restavo sempre in forze per scopare la madre che scopavo tre o quattro volte alla settimana, andavo da lei quando sapevo che Giulia nel pomeriggio andava in palestra, io la accompagnavo in palestra, poi ritornavo da Mariella e come arrivavo lei era pronta già nuda con solo una leggera vestaglietta, scopavamo subito
in figa, ma negli ultimi tempi dovevo sudare sette camice per farla godere subito, ci volevano almeno 20 minuti di pompate.
Giacomo fece la ragazza Angelina, una ragazza mingherlina alta 1, 65 ma molto magra con due tettine piccole a punta con un capezzolo che quando era duro spingeva la maglietta, e alla sera di andava in discoteca oppure in pizzeria e la vita continuava senza novità, Mariella non mi cercava piu, da quando si era fatta scopare da suo marito nel culo, voleva solo lui, mi disse di non cercarla piu, si era pentita di troppe corna.
Una domenica un amico di Giacomo ci invitò alla festa del suo compleanno in casa sua,
eravamo almeno una ventina, ragazzi e ragazze della nostra età, durante la festina si ballava un po’ con tutte e io ballai anche con Angelina, stavamo ballando un lento e come la abbracciai mi si strusciò contro, al che il cazzo mi divenne subito duro, io cercavo di stare un po’ staccato per non fregarlo contro lei, ma invece al posto di stare staccata mi si strusciava di piu contro, e dato che lo voleva sentire la strinsi piu forte e le spinsi il cazzo duro contro la sua pancia.
Ei---mi disse---ti sta crescendo in pane in tasca, dai fammelo sentire bene, Giacomo è un coglione, non mi fa mai nulla, nemmeno un ditalino.
Dai Angelina---le sussurrai—qui è scuro e non ci vede nessuno, infilami la tua mano dentro i pantaloni che te lo faccio toccare, però non segarmi se godo nei pantaloni.
Mi staccai leggermente e lei mise la sua mano dentro i pantaloni, me lo prese in mano e mi stava facendo una sega, ma dato che era dura ed era stretto nei pantaloni non ci riusciva, la portai fuori dalla saletta dove eravamo e andammo nel giardino dietro una siepe, mi sbottonai i pantaloni e lei me lo tirò fuori.
Ammazza come è bello—disse e me lo segò un po’, ma io le presi la testa e l’abbassai per farmelo prendere in bocca, senza farsi pregare mi fece un pompino da favola, stavo per godere e l’avvisai di staccarsi, ma lei imperterrita continuò fino a bersi tutto lo sperma,
mentre me lo succhiava si faceva un ditalino.
Le godetti in bocca ma lei non si staccava ancora, continuava nel pompino, mi venne subito duro, mi staccai da lei e le dissi---Girati che ti voglio scopare.
No in figa no, potrebbero uscire gocce di sperma e mi metteresti incinta, infilamelo dietro.
Si appoggiò al morettino vicino, si abbassò le mutandine, sporse in fuori il culetto e si apri le natiche, aveva le chiappe piccole, appoggiai il glande al buco e lentamente lo feci entrare tutto, da come entrò era evidente che la strada era gia stata aperta, la scopai per una decina di minuti, ebbe diversi orgasmi e le eiaculai dentro.
Stavo per uscire da lei ma mi disse----non toglierlo subito, fammelo sentire dentro, è cosi bello, mi piace averlo dentro.
Ci risistemammo e rientrammo, nessuno si accorse di nulla, la maggior parte stava limonando, chi sui divanetti e chi in angolo, avevano abbassato di tanto le luci, si vedeva a malapena, in un angolo c’erano bevande e pasticcini e noi andammo a mangiare qualcosa, ci era venuta fame, intanto che sgranocchiavamo dei pasticcini mi disse che le era piaciuto tanto succhiarmi il cazzo e che lo voleva fare ancora, le promisi che lo avremmo fatto un altro giorno.
Stavamo per andare, io dalla mia ragazza e lei da Giacomo quando una sua amica, si chiamava Barbara, ci bloccò e ci disse---dove credete di andare, vi ho visto prima quando eravate in giardino e ho visto quando Angelina te lo succhiava e quando tu glielo hai messo in culo, adesso dovete pagare pegno se no lo dico a tutti.
Stai zitta stronzetta—le disse Angelina---fatti i cazzi tuoi.
Barbara replicò---io adesso mi faccio il cazzo tuo cogliona, lo voglio in culo anch’io, se no mi metto a gridare e vedi cosa faccio succedere, dai tu esci con me e lei se vuole può vedere come lo prendo io nel culo, e guarda che lo voglio duro, hai capito.
A malavoglia dovetti accontentare anche Barbara, fortunatamente ebbe due orgasmi in 5 minuti e io me cavai eiaculandole dentro il culo, mentre la scopavo Angelina le diceva parole sconce---- mignotta, baldracca, rotta in culo, troiona la prossima volta che ti incontro fuori di qui ti rompo i connotati.
Quel giorno piantai tutti e me ne tornai a casa, ero stanchissimo e volevo riposarmi, mi feci una doccia e mi addormentai….
Io mi chiamo Beppe, alto 1, 75 capelli castani e occhi verdi di corporatura snella, ma ho un difetto, se si può chiamare difetto, ho un pene di 23 cm con diametro di 4 cm, potete immaginare che a 18 anni quando tira, tira sul serio.
Un giorno alle quattordici arrivo dal mio amico e sua mamma Mariella mi dice che quel giorno non era disponibile, perché era andato ad accompagnare sua sorella Giulia di 17 dalla zia che abitava a Milano, noi abitavamo a Bergamo, e non sarebbe ritornato prima di cena.
Mi dispiacque molto rimandare al giorno dopo, i miei libri e quaderni erano tutti nella sua camera, stavo per andarmene che sua madre mi disse di rimanere pure a studiare tanto a lei non davo fastidio.
Entrai e andai in camera di Giacomo e mi misi a studiare, dopo una mezz’ora entrò sua madre, una donna di 40 anni molto piacente alta come me con capelli corvini tutti ricci, e si sedette vicino a me e mi disse---Scusami Beppe, oggi stò qui con te un po’, non ho voglia di cucire, oggi non mi va proprio, ti dispiace se rimango, cosi facciamo due chiacchiere.
Va bene signora rimanga pure, anche io oggi non ho voglia di studiare.
Senti Beppe, ti volevo chiedere una cosa, ma Giacomo ha la ragazza? Non mi dice nulla.
Signora, sono tutte amiche e poi le ragazze d’oggi pensano solo al cellulare e basta, se le inviti a uscire dicono sempre no.
Ma tu ce l’hai la fidanzatina? E dimmi cosa fai quando sei con lei.
Qualche limonatine e basta.
Ma non la palpeggi un po’, per esempio non le tocchi mai le tette e lei ti fa le seghe?
No signora solo limonare .
Mi venne vicina e mi mise la mano sul ginocchio, si avvicinò col viso e mi dette un bacio sulla guancia e mi disse----Dai Beppe, fammi vedere come fai a limonare con la tua ragazza, vieni vicino a me.
Un po’ titubante avvicinai la mia bocca alla sua e la baciai, prima solo sulle labbra e poi infilai dentro la lingua nella sua bocca cercando la sua lingua, iniziammo una limonata con scambio di saliva, ci baciammo per un tempo interminabile.
Beppe, sai che baci bene, mio marito non bacia bene come te, anzi certe volte viene a letto, mi sbatte e dorme subito, a me piace limonare non solo scopare.
Le presi a due mani la faccia e la baciai di nuovo ancora piu appassionatamente, a me piace limonare, per me il bacio è come una telefonata del cazzo alla figa.
Intanto che ci baciavamo ci alzammo in piedi e lei mi prese la mano e me la infilò sotto la maglietta dicendomi di palparle il seno, cosa che feci con piacere, lei mi slacciò i pantaloni e li fece cadere per terra, mi fece sedere sulla sedia, mi tolse del tutto i pantaloni e anche le mutande, il mio cazzo era sull’attenti, si sollevò la gonna e velocemente si tolse le mutandine, si abbassò sul mio cazzo e si impalò, era cosi fradicia che entrò come nel burro, era la mia prima scopata, non avevo mai scopato prima, io da seduto spingevo il cazzo in su e lei quasi saltava su di me scopandosi selvaggiamente, godeva e gridava --------dai Beppe, scopami, spaccami, sto godendo che bello aaaaaahhhhhhhhhhhh, godo, godo, aaaa come godo aaahhhhh.
Le dissi---sto per godere, ti godo dentro?
Si sborrami dentro, ma non adesso, aspetta che voglio godere mentre mi sborri dentro, godiamo assieme.
Io non riuscivo piu a trattenermi dal godere e lei continuava a scoparsi .
Mi disse---sto godendo dai sborrami dentro, aaahhh come godo, che bello sentirti godermi dentro, dai non fermarti sborra, lo sento il tuo sperma, come è caldo, che bello.
Facemmo una goduta da finimondo ma non ci staccammo, stettimo abbracciati a baciarci e a esplorare con le mani i nostri corpi, sentivo il suo cuore battere contro il mio.
Beppe, non credere che io tradisca sempre mio marito, questa è la prima volta, io lo amo e non lo lascio, io voglio che questa storia continui, voglio fare l’amore con te tutti i giorni.
Ma come faremo?
Beppe, mio marito e Giacomo domenica mattina vanno a una gara di pesca alla trota in un laghetto, devo trovare il pretesto di sbarazzarci di Giulia, la manderò a dormire da una sua amica, cosi puoi venire da me che mi farò trovare a letto già pronta.
Abbracciati a coccolarci e a palparci il cazzo mi divenne duro ancora, a 18 anni tira sempre, lei sentendo che era diventato duro ----disse----che bello Beppe, lo sento che sta diventanto duro, non muoverti che ti scopo ancora, senti che stò già godendo, che bello, stò sborrando aaaahhhhhhhh che bello, lo senti amore?.
Come ci staccammo, si abbassò e mi prese in bocca il cazzo e me lo puli con la bocca, sentendo la sua bocca che me lo succhiava le godetti in bocca.
La domenica mattina, arrivai da Mariella alle 7, lei mi apri ed entrai quatto quatto cercando di non farmi vedere da nessuno, era in vestaglia, mi baciò in bocca e mi trascinò in camera da letto, si tolse la vestaglia ed era già nuda, mi spogliai in un attimo e ci coricammo sul letto sopra le coperte, non feci neanche in tempo a sdraiarmi che mentre mi cacciava la sua lingua in bocca mi tirò sopra di lei, allargò le gambe in un modo osceno e mi pregò di scoparla subito, non voleva aspettare oltre, ma io non le diedi retta, volevo vedere da vicino la sua figa, le allargai le piccole labbra e dopo avere ammirato la sua vagina, introdussi la mia lingua leccandola dal buco del culo fino al clitoride, sentiva di figa fresca, si era fatta un bidè nell’attesa, e mi disse che aveva fatto un clistere, poi mi avrebbe spiegato perché, ma io anche se non ero ancora molto pratico di sesso mi immaginavo dove voleva arrivare, mentre la leccavo sentivo i suoi umori bagnarmi la bocca, sembrava che la sua figa palpitasse da tanto che era vogliosa.
Le andai sopra e introdussi il mio cazzo nella sua figa, incominciai a scoparla prima lentamente poi aumentando il ritmo, la feci godere come non l’aveva mai fatta godere suo marito, merito del mio cazzo giovane e sempre in tiro, riuscivo a godere piu volte senza che desse segno di cedimenti, non mi si ammosciava mai, contavo a scoparla e lei continuava a godere senza sosta, ma un bel momento diede forfait, mi disse di fare una pausa perché non ce la faceva piu,
Memore di quello che mi aveva detto prima, che si era fatta un clistere, la girai a pancia in giu. Le misi due cuscini sotto la pancia, le spalmai un po’ di crema sul suo buchino e mi avvicinai col cazzo al suo sedere, le appoggiai il glande al suo buco e incominciai a spingere per farlo entrare, come senti che il mio glande toccava il suo buco, apri con le mani le sue chiappe e spinse indietro il culetto incitandomi a sodomizzarla, non mi feci attendere e spinsi il glande che entrò tutto fino alla radice, un cazzo di 23 cm tutto dentro, col cazzo in culo incominciò a smaniare e presto godette, misi la mano sotto la sua fighetta e la sentii fradicia, era un continuo orgasmo, continuai a scoparla fino a quando non mi disse di fermarsi, aveva il buco troppo infiammato.
Mi fermai ma non tolsi il cazzo dal culo, era troppo bello, mi disse di aspettare a toglierlo perché era troppo bello sentirselo dentro, era una sensazione troppo libidinosa.
La storia con Mirella durò per qualche mese, poi feci la fidanzata e non andai piu da lei, anche se ogni tanto mi telefonava di andarla a trovare.
Passò un anno e feci la maturità, e un giorno andando a trovarla, trovai da lei Giulia, sua figlia, aveva appena compiuto 18 anni, si era fatta una bella donna, assomigliava tanto alla mamma, ma aveva un seno a dir poco sproporzionato, troppo grosso, bello da succhiare.
Mirella fece di tutto per convincerla a frequentarmi, e dopo alcune volte che uscii con lei al cinema o in pizzeria ci fidanzammo, ma lo scopo della mamma era di avermi ancora fra i piedi, o meglio dire tra le sue gambe aperte e nel suo culetto sempre pronto per me.
Con Giulia le cose andavano bene, era innamorata di me ma non voleva fare sesso durante il fidanzamento, solo dopo il matrimonio si sarebbe concessa a me, qualche limonata, qualche sega, qualche succhiatine di tette e basta, il suo sogno era di arrivare al matrimonio vergine.
A me da una parte andava anche bene, cosi restavo sempre in forze per scopare la madre che scopavo tre o quattro volte alla settimana, andavo da lei quando sapevo che Giulia nel pomeriggio andava in palestra, io la accompagnavo in palestra, poi ritornavo da Mariella e come arrivavo lei era pronta già nuda con solo una leggera vestaglietta, scopavamo subito
in figa, ma negli ultimi tempi dovevo sudare sette camice per farla godere subito, ci volevano almeno 20 minuti di pompate.
Giacomo fece la ragazza Angelina, una ragazza mingherlina alta 1, 65 ma molto magra con due tettine piccole a punta con un capezzolo che quando era duro spingeva la maglietta, e alla sera di andava in discoteca oppure in pizzeria e la vita continuava senza novità, Mariella non mi cercava piu, da quando si era fatta scopare da suo marito nel culo, voleva solo lui, mi disse di non cercarla piu, si era pentita di troppe corna.
Una domenica un amico di Giacomo ci invitò alla festa del suo compleanno in casa sua,
eravamo almeno una ventina, ragazzi e ragazze della nostra età, durante la festina si ballava un po’ con tutte e io ballai anche con Angelina, stavamo ballando un lento e come la abbracciai mi si strusciò contro, al che il cazzo mi divenne subito duro, io cercavo di stare un po’ staccato per non fregarlo contro lei, ma invece al posto di stare staccata mi si strusciava di piu contro, e dato che lo voleva sentire la strinsi piu forte e le spinsi il cazzo duro contro la sua pancia.
Ei---mi disse---ti sta crescendo in pane in tasca, dai fammelo sentire bene, Giacomo è un coglione, non mi fa mai nulla, nemmeno un ditalino.
Dai Angelina---le sussurrai—qui è scuro e non ci vede nessuno, infilami la tua mano dentro i pantaloni che te lo faccio toccare, però non segarmi se godo nei pantaloni.
Mi staccai leggermente e lei mise la sua mano dentro i pantaloni, me lo prese in mano e mi stava facendo una sega, ma dato che era dura ed era stretto nei pantaloni non ci riusciva, la portai fuori dalla saletta dove eravamo e andammo nel giardino dietro una siepe, mi sbottonai i pantaloni e lei me lo tirò fuori.
Ammazza come è bello—disse e me lo segò un po’, ma io le presi la testa e l’abbassai per farmelo prendere in bocca, senza farsi pregare mi fece un pompino da favola, stavo per godere e l’avvisai di staccarsi, ma lei imperterrita continuò fino a bersi tutto lo sperma,
mentre me lo succhiava si faceva un ditalino.
Le godetti in bocca ma lei non si staccava ancora, continuava nel pompino, mi venne subito duro, mi staccai da lei e le dissi---Girati che ti voglio scopare.
No in figa no, potrebbero uscire gocce di sperma e mi metteresti incinta, infilamelo dietro.
Si appoggiò al morettino vicino, si abbassò le mutandine, sporse in fuori il culetto e si apri le natiche, aveva le chiappe piccole, appoggiai il glande al buco e lentamente lo feci entrare tutto, da come entrò era evidente che la strada era gia stata aperta, la scopai per una decina di minuti, ebbe diversi orgasmi e le eiaculai dentro.
Stavo per uscire da lei ma mi disse----non toglierlo subito, fammelo sentire dentro, è cosi bello, mi piace averlo dentro.
Ci risistemammo e rientrammo, nessuno si accorse di nulla, la maggior parte stava limonando, chi sui divanetti e chi in angolo, avevano abbassato di tanto le luci, si vedeva a malapena, in un angolo c’erano bevande e pasticcini e noi andammo a mangiare qualcosa, ci era venuta fame, intanto che sgranocchiavamo dei pasticcini mi disse che le era piaciuto tanto succhiarmi il cazzo e che lo voleva fare ancora, le promisi che lo avremmo fatto un altro giorno.
Stavamo per andare, io dalla mia ragazza e lei da Giacomo quando una sua amica, si chiamava Barbara, ci bloccò e ci disse---dove credete di andare, vi ho visto prima quando eravate in giardino e ho visto quando Angelina te lo succhiava e quando tu glielo hai messo in culo, adesso dovete pagare pegno se no lo dico a tutti.
Stai zitta stronzetta—le disse Angelina---fatti i cazzi tuoi.
Barbara replicò---io adesso mi faccio il cazzo tuo cogliona, lo voglio in culo anch’io, se no mi metto a gridare e vedi cosa faccio succedere, dai tu esci con me e lei se vuole può vedere come lo prendo io nel culo, e guarda che lo voglio duro, hai capito.
A malavoglia dovetti accontentare anche Barbara, fortunatamente ebbe due orgasmi in 5 minuti e io me cavai eiaculandole dentro il culo, mentre la scopavo Angelina le diceva parole sconce---- mignotta, baldracca, rotta in culo, troiona la prossima volta che ti incontro fuori di qui ti rompo i connotati.
Quel giorno piantai tutti e me ne tornai a casa, ero stanchissimo e volevo riposarmi, mi feci una doccia e mi addormentai….
2
voti
voti
valutazione
5.5
5.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Chiararacconto sucessivo
La cagnolina
Commenti dei lettori al racconto erotico