Figlia, moglie, madre modello - 1° Cap.

di
genere
incesti

Figlia, moglie, madre modello

1° Cap. – L’inizio


Sono sdraiata sul tappeto del mio salotto, semiaddormentata, spossata dal godimento provato… i miei amanti sono accanto a me a dividersi ancora il mio corpo con carezze e baci… ho la bocca e la fica ancora piena della loro sborra.. che sensazione celestiale sentirsi piena del loro sperma… sentirlo colare dalla vagina sulle cosce…
Ho detto “i miei amanti”, ma è molto riduttivo: sono la mia vita! Loro hanno goduto, e certamente ancora godranno nel futuro, del mio corpo senza gelosia ed io ho goduto dei loro splendidi cazzi senza preferenze… ognuno mi ha fatto godere come pure tutti insieme mi hanno fatto godere… uno non escluderà mai gli altri.
Mio marito mi accarezza le labbra ancora sporche della sua sborra e mi guarda.
“Olga, amore, hai il viso trasognato… assumi una espressione bellissima dopo il godimento…”
“Mi sento come in estasi… mi avete fatto provare orgasmi tremendi…”
“Davvero mamma ti abbiamo fatto godere? Ti è piaciuto?”
Guardo mio figlio, sdraiato accanto a me che mi accarezza il seno… mi sembra di sentire ancora il suo cazzo nella fica…
“Porcellino della mamma, siete stati fantastici…”
Sento delle dita entrarmi nella fica, guardo tra le mie cosce e sorrido…
“Papà, che fai… hai ancora voglia? Dopo quella stupenda sborrata che mi hai fatto nella fica? Oh, scusate… che mi avete fatto nella fica tu e tuo nipote insieme?”
“Figlia mia, sei unica ed io avrò sempre voglia di te, fino all’ultimo giorno della mia vita… sei una figlia modello…”
“E una mamma modello…” gli fece eco mio figlio Franco.
“E una moglie modello…” terminò Mario, mio marito, baciandomi la bocca sborrata.
“Grazie, non so se meritarmi i vostri elogi, ma vi amo tanto… tutti e tre… adesso riposiamoci un po’…”
Chiudo gli occhi felice e mi abbandono… ma nella semi incoscienza comincio a rivedere nella mente tutte le tappe che hanno portato a questa situazione.
Fino a poco tempo fa non avrei mai pensato fosse possibile arrivare a questo punto, che credo e auspico sia un “punto di non ritorno”, ma la vita è imprevedibile: un porta aperta della camera da letto può cambiare la vita stessa.
Bisogna fuggire le occasioni del peccato, ma credo che anche involontariamente le creiamo noi le occasioni sperando di non poterle fuggire… ma andiamo con ordine…

Io sono Olga, 40 anni, sposata con Mario, mio coetaneo, siamo una coppia di coniugi che, come tante altre, hanno fatto del sesso il principale interesse della vita.
Entrambi bisessuali, coppia aperta con ampia libertà sessuale per entrambi, amore di gruppo con grande piacere condiviso da tutti e due, ma, al di sopra di tutto, un immenso amore tra noi due: bandita ogni gelosia di sesso tra noi, anzi, uno sprone reciproco a sempre nuove avventure sessuali, ma con tanto, tanto, tanto amore del cuore e della mente.
Spesso si dice: “Poiché ti amo voglio la tua felicità”; noi diciamo: “Poiché ti amo tanto, voglio il tuo completo godimento sessuale”.
Abbiamo un figlio 18enne, Franco, che è la gioia della nostra vita: bel ragazzo, sportivo, brillante, ci ha dato molte soddisfazioni ed ultimamente il campo di queste “soddisfazioni” si è notevolmente allargato.
Uno dei suoi pregi, che per l’interesse di questo racconto è certamente quello principale, è quello di essere ben dotato sessualmente: in parole chiare ha proprio un gran bel cazzo, lungo e grosso proprio come piace alle donne e proprio come piace a me, un cazzo che ti riempie bene la fica, che ti dilata le pareti vaginali fino a farti toccare le vette del paradiso con colossali sborrate.
La curiosità è donna ed è stata proprio la mia curiosità a spingermi a spiare mio figlio per vedere “come ce lo aveva”.
Poiché trascorreva molto tempo davanti al suo PC cominciai a sospettare che si collegasse a qualche sito porno, per cui spesso gettavo libidinose occhiate attraverso la serratura della sua stanza per accertarmi cosa stesse facendo.
Finché un pomeriggio lo colsi con il cazzo in mano che si stava sparando una meravigliosa sega mentre teneva lo sguardo fisso verso il monitor. Dalla mia visuale non potevo vedere le immagini sullo schermo, ma dovevano essere altamente eccitanti giudicando dall’espressione del viso di Franco e dalle dimensioni che aveva preso il suo cazzo.
Vedo ancora la scena davanti agli occhi: Franco con le gambe allargate si segava un cazzo che non mi sarei mai aspettata di vedere in un 18enne. Un vero paletto di carne di non meno di 20 cm di lunghezza sormontato da una cappella rosso fuoco.
Sentii la passera fremere: chiusi gli occhi e immaginai quel cazzo dentro la mia fica… mi bagnai all’istante.
Se fosse stato qualsiasi altro ragazzo sarei entrata e me lo sarei scopato immediatamente, come avevo fatto spesso con giovani piselli, ma questo era mio figlio… il suo cazzo mi aveva eccitato al massimo e avrei tanto desiderato sentirmelo in corpo… ma non potevo… mi limitai a infilarmi due dita nella fica mentre con l’altra mano presi a strizzarmi il grilletto, come se gli stessi facendo una sega.
La vista di quel super cazzo in mano a mio figlio che se lo masturba lentamente mi stava mandando in estasi… volevo sborrare tutto il mo piacere, ma volevo farlo insieme a lui… rallentai il movimento delle mani per prolungare il piacere, mentre tenevo lo sguardo fisso sul suo viso e sul suo cazzo.
Ad un certo punto lo vidi alzarsi dalla sedia, puntare il cazzo verso lo schermo, chiudere gli occhi e piegare la testa all’indietro. Capii che stava arrivando e accelerai la mia masturbazione.
Lo sentii mormorare.
“Vengo… si vengo… troia… ti schizzo in bocca… bevi anche la mia… dai… bevi anche questa sborra…”
Dal suo cazzo cominciarono ad uscire violenti schizzi di sborra diretti verso lo schermo… quanto avrei voluto essere io davanti a quel cazzo e bere fino all’ultima goccia di sborra.
Fissando estasiata quei zampilli sentii un fremito per tutto il corpo ed ebbi un orgasmo travolgente… ero venuta insieme a lui, a mio figlio, a sua insaputa: fu bellissimo.
Ma non lo spiai più: il desiderio di sentirmi quel cazzo in corpo era enorme, ma cercavo di non pensarci, volevo sfuggire le occasioni, volevo rimuovere dalla mente il pensiero di un desiderio incestuoso.
Avei voluto quel cazzo, ma era di mio figlio, cosa avrebbe pensato di sua madre… nella mia giovinezza avevo già goduto un rapporto incestuoso… un rapporto voluto, desiderato, accettato, con massimo piacere per entrambi, un rapporto di cui vi parlerò prossimamente, ma mio figlio aveva ripreso di me? Non potevo rischiare e rovinare il suo affetto. Ma quando il diavolo ci mette la coda…
Una sera io e mio marito stavamo godendo alla grande, come due porconi. Avevo preso il mio fallo di gomma preferito, quello doppio che ti penetra sia il culo che la fica e mi stavo masturbando di fronte a lui, con il viso rivolto verso la porta della stanza, sdraiata, supina, scosciata al massimo, lui di fronte a me, spalle alla porta, con il cazzo in mano che guardava eccitato il mio lavoretto.
“Dai, Olga, sfondati il culo e la fica… so che ti piace la doppia penetrazione… ti piace sentirti piena… dai… masturbati un altro po’ che dopo ti scopo…”
“Si amore, me li sono ficcati tutti dentro… mi sono riempita sia l culo che la fica… lo sai quanto mi piace… oh… sto godendo…”
Cominciai a girare il viso a destra e sinistra dall’eccitazione quando il mio sguardo andò in direzione della porta: intravidi un’ombra dietro la porta stessa.
Purtroppo, o per fortuna, avevamo lasciato inavvertitamente la porta semi aperta e solo una persona poteva stare li dietro: nostro figlio.
Sentii il ventre contrarsi dal piacere: non sapevo se la cosa fosse stata casuale o voluta, analizzavo solo i fatti: mio figlio mi stava guardando mentre mi ero infilati nel culo e nella fica due cazzi di gomma.
Aspettai un po’ pensando se ne andasse, ma l’ombra era sempre li: al porco piaceva lo spettacolo.
Non potevo farmi sfuggire un’occasione del genere: non l’avevo cercata, ma non avevo né il coraggio, né la forza, né tantomeno la volontà di alzarmi e chiudere la porta.
In un attimo decisi di approfittarne: in fin dei conti ero una donna sposata che stava facendo l’amore con il proprio marito, non lo avevo chiamato io ad assistere alle nostre effusioni amorose, se lo disgustavano poteva tornarsene a letto.
“Caro, amore, questa sera mi sento una gran porca… facciamo qualche cosa di eccitante… dai…”
“Amore, sai che sono sempre pronto a fare delle porcate… hai qualcosa in mente?”
“Beh… non so… vediamo… si ecco… fingiamo di fare l’amore con persone che conosciamo e che ci piacerebbe scopare… ognuno di noi alternativamente fingerà di essere la persona desiderata… comincia tu… chi ti piacerebbe scopare?”
“Bah, così all’improvviso… si, ecco… la portiera, la signora Gina… la mamma di quel giovane che mi ha succhiato il cazzo… ha un gran viso da troia… credo le piaccia molto il cazzo…”
Mi immedesimai subito nella parte della signora Gina.
“E bravo il signor Mario… si fa succhiare il cazzo da mio figlio e trascura la sua mamma… crede che la mia fica valga meno della sua bocca? Me lo infili dentro e poi vediamo…”
Anche Mario cominciò a recitare… la situazione gli aveva fatto indurire il cazzo al massimo... la mia fregna era un lago: pensate alla mia eccitazione sapendo che nostro figlio stava guardando e sentendo tutto… e il bello ancora doveva venire…
“Ma signora Gina… davvero vuole che la scopi? Così esaudisce un mio desiderio represso da molto tempo… è da tanto che desidero la sua fica… sono certo che lei abbia una fica da troia… aperta… bagnata… slabbrata… proprio come piace a me…”
“E allora signor Mario me lo ficchi dentro… cosa aspetta…”
“Dobbiamo fare attenzione… se si sapesse che la scopo…”
“Pensa a sua moglie? Crede sarebbe gelosa? Sarebbe un peccato… mi piacerebbe molto leccarle la fica… magari dopo che lei gli ha sborrato dentro…”
“Signora Gina… non la facevo così porca…”
“Questo è niente signor Mario… se lei e sua moglie mi volete conoscere più intimamente avrete molte sorprese sul mio comportamento sessuale… ma adesso me lo ficchi in fregna che non ce la faccio più…”
“Ecco signora Gina… glielo ficco… le piace questo bel cazzone? Anche a suo figlio è piaciuto molto… a lui l’ho scopato in bocca…. A lei la scopo in fregna… tenga… tenga il mio cazzo… troia…”
“Si… si… scopi anche me come mio figlio… mi faccia godere come lui… lei è un porco… approfittarsi di una povera portiera… solo perché ha la fica in fiamme… maiale… mi scopi a sangue… bastardo… così… così… mi fa venire…”
Stavo recitando… la situazione era altamente eccitante, ma io non dovevo dimenticare il mio scopo: mio figlio ci stava vedendo.
Tornai in me.
“Amore, è bellissimo godere immaginando di farlo con un altro… adesso cambiamo… ora tocca a me… mi piacerebbe farlo con uno giovane… vediamo… aiutami… conosci qualcuno, che conosco anche io, che abbia un 18 anni? A me non viene in mente.”
Stavo bluffando… speravo non conoscesse nessuno…
“Mah, non saprei… l’unico 18enne che conosco è Franco, nostro figlio…”
Sentii la passera contrarsi. Mentii.
“Hai ragione… non ci avevo pensato… ma pensi sia immorale pensare di farlo con il proprio figlio?”
“Ma no, è solo finzione… dai… non temere…”
Non aspettavo altro. Aumentai il tono della voce: volevo essere sicura che Franco sentisse bene quello che dicevo.
“E allora figlio mio… che aspetti a scoparti la mamma? Non ti piaccio? Guarda che bella fica che ho figliolo… a papà piace tanto… non la vuoi assaggiare?”
Anche Mario cominciò ad immedesimarsi nella parte.
“Si, mamma, mi piace la tua fica… allargala… fammela vedere… è bella… dammela… aprila che tuo figlio ti infila il suo cazzo… lo vuoi il mio cazzo? Vuoi che ti scopi?”
“Si… amore… figlio mio… infilamelo… tutto dentro… sfondami l’utero… ma fa godere la tua mammina…”
Mario cominciò a chiamarmi.
“Prendilo… prendilo mamma… volevi il cazzo di tuo figlio… e allora prendilo… ti piace vero?... Un cazzo giovane che ti scopa… dimmelo che ti piace…”
“Figlio mio… si… si… aaaaaah… lo voglio… voglio che mi scopi… allargami la fregna… ti ho sempre desiderato… non tirarti indietro… dentro… aaaaaaaah Franco… dentro… sborrami dentro… l’ho sempre sognato… sborra nella fica della tua mamma..”
Per me non era una finzione: pensavo fosse proprio mio figlio che mi stesse scopando.
Guardai la porta e l’ombra era sempre li: aveva visto e sentito tutto!
Il pensiero che mio figlio avesse sentito il mio desiderio di scopare con lui mi fece sborrare.
“Vengoooooooooo… Francoooooo… vengoooooooooooo… mi hai fatto venire… hai fatto sborrare la tua mamma… aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah… anche tu… sborrami dentro…”
Sentii gli schizzi dello sperma di Mario riempirmi la fica.
“Mamma… anche io… ti riempio… sborroooooooooooooooo… mamma… dentro di te…”
“Bravo amore della mamma… mi dovrai sempre sborrarmi nella fica… quando lo vorrai…”
Mi abbandonai stremata, con Maro abbracciato a me.
Dopo qualche minuto mi ripresi e guardai la porta: l’ombra era sparita. Adesso lui sapeva.
Mario mi baciò.
“Olga, è stato bellissimo… pensare che io fossi Franco, tuo figlio, che ti scopava mi ha fatto eccitare e godere come un maiale…”
“Anche io, amore, pensare di essere scopata da mio figlio mi ha fatto morire di piacere… poi tu non sai il resto…”
“Quale resto?”
“Franco ci stava guardando… mentre scopavamo lui era dietro la porta… ha visto e sentito tutto… non ti ho detto niente in quanto pensavo che sapendo della sua presenza tu ti saresti sentito condizionato… io invece ti volevo libero di recitare come preferivi… sei stato stupendo… sembrava proprio mi stesse scopando mio figlio…”
“Ho visto, amore, quanto hai goduto… dimmi la verità… avresti voluto che fosse stato realmente lui, vero? Credo che tu abbia gran voglia di scoparti veramente nostro figlio… è solo una mia impressione o sono vicino alla verità?”
Rimasi qualche istante pensierosa, poi lo abbracciai e lo strinsi forte.
“Amore, è vero, hai capito, mi piacerebbe moltissimo scoparmelo, lo desidero da pazzi, giorni fa ho visto il suo cazzo, dovresti vederlo amore, è stupendo, solo a pensarci mi si bagna la fica… ma devi capire la mia titubanza… è mio figlio… come potrei…”
“Hai ragione, è difficile, ma in questo caso non voglio interferire, non voglio né dissuaderti né spronarti, scoparti o meno nostro figlio deve essere una tua decisione, senza interferenze… comunque ti anticipo, per quanto ti amo, che accetterò qualunque sia la tua decisione…”
“Amore, ti amo tanto…”
“Anche io, non immagini quanto… buona notte amore…”
“Buona notte…”

Sono molto graditi commenti, proposte e ovviamente critiche per migliorare i racconti.
di
scritto il
2010-06-30
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