Povera Clara

di
genere
etero

"Accidenti come si è fatto tardi! "
"Ma non preoccuparti per questo, tanto lo sai che ci pensa Carlo a riaccompagnarti a casa."
Laura si preoccupava molto della sua amica Clara. Spesso la invitava a cena, per evitarle di passare da sola tutte le sere. Lei e Clara erano amiche sin dai tempi del Liceo. Clara allora era una ragazzina sgraziata e brutta, che aveva poche amicizie.
Laura invece era una delle ragazze più belle della scuola e molto popolare. Nessuno dei compagni
di scuola riusciva a spiegarsi come due tipe tanto diverse potessero essere così amiche. Ma in realtà non era così difficile capirlo. Il grande desiderio di primeggiare rendeva Laura molto insicura, anche se ciò non appariva. Clara era l'unica con la quale non si sentisse in competizione e quindi con lei non aveva nessun timore ad aprirsi veramente. Alla sua amica
più sfortunata aveva confidato i segreti più imbarazzanti, molte volte l'aveva resa partecipe delle crisi depressive, che l'insicurezza ogni tanto le
procurava. E quando era innamorata, non poteva fare a meno di raccontare a Clara ogni aspetto della storia d'amore che stava vivendo, sempre sicura che la sua amica non avrebbe voluto e, soprattutto, potuto tradirla in alcun modo.

Ora Laura, dopo tante peripezie amorose, sembrava finalmente aver trovato un uomo che l'appagava e la faceva sentire bene. Aveva deciso di mettere la testa a posto e di farla finita per sempre con i suoi amori folli e passionali. E il nuovo equilibrio sentimentale le aveva donato una serenità che, rendendola meno egoista, le permetteva finalmente di pensare un po' anche alla sua amica. Sicché Clara era diventata oggetto di numerose premure da parte di Laura,che si era persino assunto il compito di trovarle un uomo. Di uomini intorno a Laura ne ronzavano parecchi e lei dirottava su Clara quelli che le sembravano più adatti per l'amica, ma con scarso successo stando a quel che sembrava.

Carlo fermò l'auto proprio davanti al portone del palazzo dove abitava Clara. Ebbe un attimo di esitazione, ma poi, nonostante si rendesse conto
della stupidità e soprattutto della pericolosità del suo comportamento, aiutò Clara a slacciargli i pantaloni. Reclinò il capo all'indietro e con la
mano poggiata sulla testa della donna cercò di regolare il ritmo della fellatio.
La paura che Laura venisse a sapere tutto lo tormentava e spesso gli faceva desiderare di troncare la relazione fedifraga. Ma nonostante ciò la possibilità di disporre completamente di una donna, per poter realizzare ogni fantasia erotica costituiva una tentazione troppo forte. Al contrario delle
donne che aveva avuto nella sua vita, Clara era sempre pronta a soddisfare tutti i suoi desideri, facendogli provare una illusoria sensazione di potere e libertà.
Mentre Clara aveva in bocca il suo cazzo, il vero piacere di Carlo non derivava dall'impegno e dall'abilità della donna ma dalla consapevolezza che
egli avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, senza ricevere la minima opposizione. Sicché, quando avvertì il bisogno di urinare, non si trattenne affatto e pensò a quanto imbarazzo gli avrebbe procurato se avesse solo avvertito lo stesso stimolo con una qualsiasi altra donna, come minimo avrebbe dovuto interrompere la pratica erotica con qualche stupida scusa. Con Clara invece poteva continuare tranquillamente a godere senza preoccuparsi di niente, sentendosi padrone assoluto della situazione.

"Sali su e passa la notte insieme a me"
"Non posso. Che cazzo dico a Laura?"
"Inventa una scusa. Faremmo tutto quello che ti piace"
Carlo cercò la forza per rifiutare l'invito, ma Clara per far cadere ogni resistenza cominciò a leccare e ingoiare le gocce di sperma rimaste sul pube. Nel vedere questa scena da film porno il proposito dell'uomo vacillò. Maledicendo se stesso, per la sua debolezza, prese il cellulare e telefonò a Laura.
"Pronto, amore"
"Carlo, hai accompagnato Clara a casa?"
"Sì"
"E allora torna da me.....ho voglia di dormire insieme a te...lo sai che mi piace tanto, mi sento protetta quando dormiamo insieme"
"Ehm...non posso"
"Ma perché....che è successo?"
"Devo scappare a casa. Mi è venuto un dubbio. Non sono più tanto sicuro della relazione che ho preparato, voglio correggerla."
"E non lo puoi fare domani ?"
"No, mi dispiace, devo presentarla domani mattina."

Clara era soddisfatta di aver strappato Carlo alla sua amica, anche se solo per un notte. Non era la prima volta che Clara faceva sesso con uno degli amori di Laura. Aveva cominciato a scuola. All'epoca Laura era fidanzata col ragazzo più desiderato del liceo. Dalle confessioni dell'amica Clara era venuta a conoscenza che il ragazzo faceva continue pressioni per avere qualcosa di più, sessualmente parlando. Sicché un giorno, con una scusa qualunque, si recò a casa del fidanzato di Laura. Era vergine e non aveva neppure mai baciato qualcuno, ma era disposta a tutto per riuscire nel suo proposito. Fu talmente esplicita che lasciò il ragazzo senza parole, ma quando egli si
riebbe dalla sorpresa fu ben lieto di fare di lei il suo oggetto sessuale. Clara si lasciò spogliare e diligentemente provò a fare tutto ciò che gli
venne chiesto. Non le importava di farsi usare per soddisfare i classici desideri di un adolescente. In ginocchio davanti al ragazzo, faceva ciò che Laura si rifiutava di fare. E mentre soffriva per la penetrazione anale, concedeva ciò che Laura si rifiutava di concedere. In questo modo lei poteva
avere la sua amara rivalsa. Nonostante il suo aspetto fisico, lei poteva far provare al ragazzo un piacere più grande di quello, che avrebbe potuto provare con Laura.

Appena entrati in casa, Carlo diede libero sfogo alle sue pulsioni. La rabbia che provava per aver ceduto alla proposta di Clara scatenò in lui una buona dose di violenza. Cominciò a strappare i vestiti dell'amante, ma pretese che lei facesse resistenza, poiché una delle sue fantasie preferite era quella di stuprare una donna. Al primo accenno di resistenza da parte di Clara, fu contento di riversare su di lei la sua furia. L'afferrò per i capelli e quasi la trascinò in camera da letto. Prima di farle aprire la bocca, volle schiaffeggiarla e quindi le cacciò in gola il cazzo. Tenendole ferma la testa con le mani, la penetrava brutalmente. Non gli importava che lei provasse a collaborare per rendere la cosa più piacevole, voleva solo dominarla e umiliarla.
"Brutta puttana me la sto godendo un mondo a scoparti in bocca. Così dovete essere trattate voi donne. Volete comandarci, maledette troie! Ma adesso
sono io che ti comando, puttana! Io sono il più forte. E adesso tu devi fare tutto quello che ti dico".
"E' vero sei tu il padrone e io farò tutto quello che vorrai. Io voglio solo farti godere"
Soddisfatto della prova di sottomissione che aveva appena ricevuto, Carlo si distese sul letto e ordinò a Clara di mettersi sopra di lui.
"Forza, fammi godere, puttana! Fai tutto tu, io voglio solo godermela"
Quando Clara vide il volto di Carlo trasfigurato dalle espressioni di piacere, fu talmente soddisfatta che ne trasse stimolo per impegnarsi al massimo per aumentare ancor di più il piacere dell'uomo. Più lui godeva più lei provava la sensazione di sentirsi, almeno una volta, la donna scelta e desiderata. L'uomo che godeva nella sua fica aveva preferito passare qualche ora con lei piuttosto che con Laura, niente poteva darle un piacere maggiore. Era sicura che lui non si sarebbe dimenticato di quella notte ed anche tra le braccia di Laura avrebbe continuato a pensarla e forse a desiderarla.

Laura si guardò con impietoso occhio femminile allo specchio e scoprì nuovi difetti, che nessun maschio avrebbe mai notato neanche guardandola per ore.
Ma la storia d'amore con Carlo le dava una nuova sicurezza in grado di farle affrontare bene i piccoli frangenti quotidiani come questo. Infilandosi nel letto sentì parecchio la sua mancanza. Desiderò il suo abbraccio che la faceva sentire protetta e il suo petto ove poggiava la testa quando si sfogava, raccontando dei problemi che doveva affrontare sul lavoro.
Sebbene si sentisse un po' triste per la notte che doveva passare da sola, si consolò pensando a quanto fosse fortunata: aveva un uomo che amava tanto; dopo tante difficoltà finalmente il suo lavoro le stava dando delle belle soddisfazioni; nei momenti di sconforto era sicura che avrebbe potuto sempre
contare sull'amicizia di Clara.
E prima di addormentarsi l'ultimo pensiero fu per l'amica. "Povera Clara" si disse "Se non l'avessi invitata a cena avrebbe passato da sola anche questa
sera.Devo fare di più per aiutarla !"
di
scritto il
2010-07-12
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