Cronache dell'Impero Infinito (parte 3)

di
genere
sentimentali

La principessa e le sue ancelle uscirono dalle stanze reali e si diressero verso il salone principale. Lì incontrarono sua sorella Amy in un vestitino blu elettrico che conteneva a stento il suo seno prosperoso. –ah ma allora ci sei…- disse sua sorella con un sorrisetto –dai che papà ci sta aspettando…- e si incamminò seguita dalla sua ancella Ioly ed Emerald.
Il protocollo prevedeva che le principesse incontrassero i candidati rimasti nella sala del trono al cospetto dell’imperatore. Attraversarono ampi e lunghi corridoi decorati da statue di marmo e arazzi raffiguranti gli eroi e gli eventi più importanti della storia dell’impero. Le conquiste, le faide, le successioni, le paci e le guerre, i lutti e gli amori, una storia che si dipanava nel tempo e nello spazio andando a coprire gli ultimi duemila anni dell’intera galassia.
Le grandi porte della Sala del Trono furono aperte davanti a loro dalle guardie del palazzo ed entrarono nell'immensa sala. Un tappeto blu notte correva per tutta la stanza fin davanti alla scalinata su cui si ergeva il trono. Ai lati del tappetto stavano in piedi duecento uomini della Guardia del Palazzo. Tuttavia sia Amber che Amy notarono che i pretendenti non c'erano. C'erano solo l'imperatore, sua moglie e, alla base della scalinata, il Capitano della Guardia. Soltanto un uomo era inginocchiato davanti al sovrano, che in quel momento gli stava dicendo di alzarsi. Mano a mano che si avvicinavano Zefira riuscì a distinguere sempre nuovi dettagli dell'uomo.
La cosa che più colpiva erano i lunghi capelli bianchi che ricadevano sulle sue spalle, ma il corpo era scattante e muscoloso. Indossava un'armatura cerimoniale con una cappa blu su una spalla sulla quale era disegnata la testa di un lupo bianco. Zefira notò qualcosa di strano nel suo portamento. Non stava dritto e impettito come gli altri soldati nella sala, ma con le spalle leggermente incurvate come se portasse su di esse un immenso peso. Più abituato a portare un'armatura da battaglia vera che una da cerimonia, e la cosa era confermata dall'elsa della spada liscia e levigata dal continuo utilizzo. Ma l'aria di sottomissione era contrastata dal modo in cui teneva dritta la testa e guardava il sovrano negli occhi, rispondendo prontamente e senza indugio. Cosa insolita per qualcuno che proveniva fuori dal palazzo.
Ormai le ragazze erano vicine e loro padre smise di parlare allo straniero per salutare le figlie. -ah ecco qui le mie bambine...- disse alzandosi mentre entrambe si inchinavano brevemente. Lo straniero invece rimase girato di spalle senza considerarle minimamente. Un gesto alquanto irrispettoso per il protocollo che gli stranieri dovevano tenere a Palazzo. Zefira colse un lampo d'ira negli occhi di Amber per questo affronto, ma il sovrano si limitò a sorridere. -Ragazze so che siete tese per la prova ma vi devo trattenere ancora un attimo. Specialmente te, Zefira. Abbiamo un ospite che non potrai ignorare e ho voluto che lo incontrassi prima della prova. Ma non credo ci sia bisogno di presentazioni, vero?-.
Lo straniero si girò verso le ragazze, lentamente, stringendo nervosamente l'impugnatura della spada. Tuttavia si profuse in un inchino perfetto prima di guardare Zefira negli occhi.
La principessa sentì Amber trattenere il respiro e portarsi una mano alla bocca guardandolo con gli occhi sbarrati, imitata dalle altre due ancelle. Lei ci mise qualche secondo a riconoscere quel viso affilato così diverso dal volto paffutello che serbava in un angolo remoto della mente. Geralt.
Si aprì in un sorriso mentre Amber, non riuscendo a trattenersi, corse ad abbracciarlo con trasporto. -ciao sorellina...- le sussurrò ad un orecchio ricambiando l'abbraccio.
Quando le quattro ragazze erano piccole, Geralt era l'unico ragazzo della loro compagnia. Era il figlio dell'allora capitano della guardia e viveva a Palazzo nonostante non fosse di nobili origini. Quando suo padre morì, sedando una rivolta nella capitale, l’imperatore prese il ragazzo come suo protetto, facendolo crescere e dandogli un’educazione da nobiluomo. Questo finché un giorno non decise di partire e arruolarsi nell’esercito. Quando Geralt lo disse a Zefira le si spezzò il cuore, soprattutto perché non le diede una ragione plausibile. Nel giro di un paio di giorni era partito e per cinque anni non l’aveva più rivisto né sentito. Fino a quel giorno. Tuttavia faceva fatica a far coincidere il volto del ragazzo che ricordava con il volto dell’uomo che aveva di fronte. Ricordava un ragazzo paffutello, con i capelli neri sempre spettinati, un po’ timido, di poche parole ma che riusciva a farla a ridere quando più ne aveva bisogno e a consolarla quando nemmeno Amber ci riusciva. L’uomo che ora aveva davanti era alto e con un cipiglio sicuro, quasi sprezzante, le labbra strette in una smorfia e gli occhi che la scrutavano con distacco. Quelli erano la cosa che più la inquietava. Ricordava bene i suoi occhi grigio-verdi, completamente diversi dagli occhi gialli da lupo che ora la guardavano. Si sciolse dall’abbraccio di Amber e per un istante rivide il ragazzo che aveva conosciuto, mentre sorrideva e rassicurava la ragazza sul suo nuovo aspetto. A quel punto Zefira si fece avanti e lo chiamò, anche se dalla sua bocca uscì solo un sussurro –Geralt…-. Il suo volto tornò a essere la corazza che era un attimo prima e chinò leggermente il capo dicendo solo –principessa…- passando poi a salutare allo stesso modo sua sorella e poi le altre ancelle. Quel titolo pronunciato da lui fu come uno schiaffo in faccia. Era stato lui il primo a cominciare a chiamarla Zifi, a non considerarla solo la principessa ma anche una persona. Nonostante l’apparente sicurezza in sé era evidente che non riusciva a guardarla in faccia per più di qualche secondo.
-È passato molto tempo…- provò ancora a dire Zefira ma lui disse solamente –non per me, principessa…-. L’imperatore ruppe l’imbarazzo che si stava creando –Zefira, Geralt è qui su mia richiesta. Dopo averci pensato a lungo ritengo che lui sia l’uomo più adatto al quale affidarti…-. Zefira aggrottò le sopracciglia e l’abbozzo di un sorriso le si formò in viso. “Non sarà che…”. Lo stesso pensiero illuminò lo sguardo delle ancelle e di sua sorella ma lo sguardo funereo di Geralt spense ogni entusiasmo. –Ho scelto Geralt come Custode per la Prova di oggi!-. Geralt contrasse istintivamente la mascella e la mano sull’elsa della spada, ma non disse una parola. Secondo la tradizione il Custode era un uomo fidato dell’imperatore il quale doveva vigilare sull’andamento della seconda Prova e impedire azioni e comportamenti sgraditi alla principessa. Poteva accadere che i pretendenti travolti dalla passione e dall’eccitazione diventassero pesanti se non addirittura violenti. Il compito del Custode era impedire queste azioni a meno che non fossero ben accette dalla principessa.
Tentando di mantenere un tono tranquillo e privo di emozioni Geralt chiese –chi sono i pretendenti alla vostra mano, principessa?-. Tentò di ricordare i nomi dei due uomini che avevano superato la prima prova e poi disse –Zircon di Nathema e… Eliodoro di Iridonia-. Geralt impallidì –Eliodoro?-. Deglutì sonoramente e poi, esitando, disse, rivolto all’imperatore, –mio signore… ritenete sicuro far partecipare il colonnello Eliodoro alla prova? Quell’uomo… è pericoloso…-. Lo sguardo dell’imperatore si indurì –il colonnello Eliodoro è un leale suddito e si è guadagnato l’accesso alla seconda prova. Se diventerà o meno il marito di mio figlia dipenderà tutto dalla sua scelta- stava per girarsi ma aggiunse ancora –so bene dei tuoi trascorsi col colonnello, Geralt, ma esigo che tu tenga i tuoi problemi con lui fuori da questa questione, sono stato chiaro?- Geralt si inchinò per scusarsi e disse –si maestà-. Il sovrano annuì, soddisfatto della risposta, e esclamò in tono formale –molto bene… allora il momento è giunto. Custode Geralt accompagna mia figlia nella Sala Blu e adempi al tuo compito con la stessa abnegazione che ha caratterizzato il tuo servizio in questi anni- -si maestà!-.
L’imperatore si avvicinò alla figlia minore e le prese delicatamente il viso fra le mani, baciandola sulla fronte. –andrà tutto bene, piccola mia- le sussurrò e la invitò a seguire Geralt. Questo si sollevò da terra e si diresse verso l’uscita a passo svelto seguito da Zefira e le sue ancelle.
Camminarono per gli immensi corridoi del palazzo, Geralt un po’ più avanti senza curarsi di rallentare il passo.
Poco più indietro Zefira guardava fissa la schiena di Geralt prestando poca attenzione a quello che le altre ragazze sussurravano.
Pearl non riusciva a capire quelle trasformazioni in lui, a partire dai capelli bianchi. –È un Camminatore del Buio…- le disse Amber.
Sia Jade che Pearl spalancarono gli occhi fermandosi, incredule, a guardare prima Amber e poi Geralt che nel frattempo si stava allontanando.
Non riuscivano a credere che fosse diventato uno dei famigerati Camminatori del Buio. Questi erano un corpo speciale al servizio dell’imperatore il cui compito era vigilare sull’Impero e difenderlo, più dalle minacce interne che da quelle esterne. Si diceva che fossero i migliori guerrieri della galassia e che la loro abilità derivasse da una mutazione indotta attraverso una terapia genetica. Questa aveva degli effetti collaterali, primo fra tutti la perdita di pigmentazione dei capelli. Si diceva che la mutazione colpisse anche gli occhi permettendogli così di vedere al buio. Era concessa loro grande autonomia e poteri e dovevano rispondere solo all’imperatore. Se l’esercito era il braccio armato del sovrano, i Camminatori erano il suo scudo, l’ultima linea di difesa prima della guerra aperta. La segretezza e i pochi dettagli noti sulla loro mutazione li avevano circondati della reputazione di spie e assassini anche se la loro reale funzione era più quella di difensori.
Geralt conosceva il palazzo a menadito e percorreva i lunghi corridoi con sicurezza ma il suo animo era in tumulto. Quanto era stato stupido a pensare, a sperare…
Cercò di ricordare il proprio addestramento e le lunghe sessioni di meditazione fatte infinite volte per trovare la calma e la concentrazione. Ma non ci riusciva. Non questa volta. Zefira era il suo unico punto debole ed era stato trafitto in quel punto dall’uomo che considerava come un padre. Come aveva potuto l’Imperatore chiedergli di fare questo…
Con entrambe le mani spalancò le porte della Sala Blu trovandola già arredata e pronta per la seconda Prova dai servi del Palazzo.
Il Talamo, il letto dalle lenzuola candide, era al centro della stanza, pronto per accogliere il corpo della principessa e dei suoi pretendenti.
Geralt si guardò intorno ricordandone i dettagli mentre una smorfia di ribrezzo si dipingeva sul suo volto. -Il Talamo…- mormorò a voce più alta di quanto avrebbe voluto -Questo posto sembra la stanza di un bordello… Di classe per carità, ma pur sempre un bordello…-. –Geralt!- esclamò indignata Amber.
Lui si girò di scatto. Non si era accorto che l’avessero raggiunto. La principessa abbassò lo sguardo in preda alla vergogna. Per qualche ragione questo gli procurò una sensazione di selvaggio piacere ma tentò di non darlo a vedere. – È quello che è, Amber… Una stanza per l’accoppiamento… residuo di una tradizione barbara e senza senso…-. –Geralt…- cominciò Amber ma lui la interruppe –no Amber. Non ho né il tempo né la voglia di sentire una predica...-disse lui allontanandosi verso l’altra porta –vado a parlare con le guardie per assicurarmi che sia tutto pronto. Voi…- si girò a guardarle con uno sguardo triste –voi preparatevi…- e uscì dalla stanza.
Si incamminò lungo il corridoio raggiungendo l’anticamera. Stava per chiedere qualcosa ad una guardia quando una porta si aprì e i due pretendenti entrarono nella stanza. Gli sguardi di Geralt ed Eliodoro si incrociarono immediatamente e rimasero a fissarsi per qualche istante ai due capi della stanza. Il colonnello si avvicinò nella sua uniforme da parata a Geralt. -non credevo che ai mutanti bastardi come te fosse concesso di entrare a palazzo- disse Eliodoro mentre Zircon dietro di lui sogghignava. –pensavo lo stesso dei criminali come lei colonnello… eppure eccola qua…-. Eliodoro sorrise e disse –frena la lingua, Geralt, prima di dire qualcosa di cui potresti pentirti… Ricordati che diventerò il tuo Imperatore un giorno…-. Geralt sbuffò e girò sui tacchi dicendo –la strada è ancora lunga fino a quel giorno, Colonnello… Fino ad allora lei per me resterà solo un assassino- -curioso detto da te… nel frattempo mi divertirò con la tua amichetta-. Geralt si bloccò stringendo con forza il pugno ed espirando. –Sai, Zircon mi ha detto che sei cresciuto a palazzo… Ho sentito che la troietta è ancora vergine, è vero? Mi divertirò molto a deflorarla…-.
Geralt estrasse la spada dal fodero con un movimento fulmineo e la puntò alla gola di Eliodoro. A denti stretti ringhiò –le consiglio di seguire il suo stesso consiglio, Colonnello... Tenga a freno la lingua o giuro sugli dei che gliela taglio… le ricordo che sarò il Custode della Prova. La guardi o la tocchi in un modo che mi dispiaccia e giuro che la passo da parte a parte!-. Il colonnello scoppiò a ridere e disse –a meno che a lei non piaccia, Geralt, e credimi le piacerà ciò che io e Zircon abbiamo in mente. E mi divertirò ancora di più a sapere che tu starai lì a guardare mentre io mi sbatterò la tua ragazzina…-. Geralt stava per dare uno strattone alla spada e tagliargli la gola quando Amber entrò nella stanza. Rimase interdetta e spaventata quando vide il suo fratellino minacciare con la spada uno dei più grandi eroi dell’Impero. Un sorriso cattivo increspò il viso di Eliodoro mentre Geralt, rassegnato, abbassava la spada. Amber si avvicinò al colonnello e fece un breve inchino –Colonnello… La principessa Zefira è pronta per ricevervi-. Eliodoro annuì e le fece segno di fare strada. Questa si girò e oltrepassò la porta mentre il Colonnello passava accanto a Geralt e gli sussurrò –Avresti dovuto uccidermi molti anni fa Geralt, quando ancora avresti potuto farlo…- e con un ultimo sogghigno seguì l’ancella. Geralt lo guardò allontanarsi, poi con un sospiro rinfoderò la spada e li seguì.
Rientrò nella Sala Blu che i saluti di rito erano già stati compiuti. Si portò istintivamente nell’ombra, vicino ad una colonna, a osservare. Aveva il cuore in tumulto non vedendo l’ora di uscire di lì.
Zefira era nervosa e riluttante a spogliarsi ma piano piano si convinse con l’aiuto di Amber. I due uomini si erano tolti la giacca dell’uniforme e l’avevano fatta cadere a terra rimanendo a torso nudo. Zefira rimase impressionata dalla prestanza fisica dei due uomini, corpi da soldati, ornati da poche ma eccitanti cicatrici. Amber capì che Zefira doveva rilassarsi ed essere aiutata a lasciarsi andare. Le si avvicinò e le prese il viso fra le mani cominciando a baciarla. Le labbra fresche di Zefira accolsero le sue con gioia e chiuse gli occhi mentre l’ancella la faceva sdraiare sul letto, continuando a baciarla. Si mise a cavalcioni su di lei abbandonando le sue labbra solo per dedicarsi al suo collo.
Jade e Pearl, capendo l’intento della loro compagna, decisero di intrattenere i due uomini mentre aspettavano che Zefira fosse pronta. La prima si avvicinò ad Eliodoro mentre l’altra a Zircon. Pearl andò a baciare il collo del comandante Zircon aderendo completamente al suo corpo col proprio. Le mani dell’uomo si posarono svelte sui fianchi nudi della ragazza. Un brivido corse lungo la schiena di Zircon mentre le labbra di Pearl scendevano dal collo al petto indugiando su un capezzolo dell’uomo. Eliodoro prese Jade per un braccio e la tirò a sé con un movimento brusco. La strinse al suo corpo baciandole il collo e poi la costrinse a girarsi su se stessa. La tenne ferma per la gola mentre con le labbra le baciava la spalla nuda. Spinse col bacino facendole sentire la sua erezione fra le gambe mentre la mano libera aveva già oltrepassato la seta del vestito andando a palpare la pelle nuda. Le labbra di Pearl erano scese fino al basso ventre di Zircon mentre con una mano gli stringeva l’erezione costretta nei pantaloni. Le sue labbra ripercorsero il loro tragitto fino al collo senza smettere di eccitare l’uomo. Lo afferrò per il collo baciandoglielo con più passione mentre Zircon la stringeva fra le sue braccia. In preda alla passione Pearl si scostò dal collo dell’uomo, il quale aveva gli occhi socchiusi, in cerca delle sue labbra. Fu un attimo. Nel momento in cui la bocca di Pearl andò a sfiorare quella di Zircon questo si scostò disgustato. La allontanò da sé e le sferrò un schiaffo facendola cadere a terra. Geralt sguainò la spada e caricò il comandante, dandogli un calcio al petto e puntandogli la spada alla gola con un ringhio di morte. Tutta la sua anima implorava di poter affondare la lama nella gola di quel bastardo ma un secco ordine di Pearl gli fermò la mano. La ragazza gemette di dolore ma ripeté l’ordine –no… Geralt fermo… è colpa mia… non dovevo…-. Le altre ragazze ansimavano impaurite e spaventate. Era ritenuto alquanto disonorevole che un membro di casta inferiore e uno di casta superiore si baciassero. Il bacio era sacro e suggellava un legame. Uno nella posizione di Zircon non poteva permettere che una ragazza qualunque, anche se ancella della Principessa, lo baciasse. La ragazza, ancora a terra, toccò la gamba di Geralt e con occhi imploranti gli chiese ancora una volta di abbassare l’arma. Lentamente abbassò la spada, dominando l’impulso di saltargli addosso. Zircon, caduto a terra per il calcio, sorrise odiosamente. Pearl guardò Geralt con riconoscenza, che fece un passo indietro, e si mise in ginocchio. Geralt strinse con forza la spada guardando la guancia gonfia di Pearl la quale nonostante tutto cominciò ad avvicinarsi a quattro zampe a Zircon. Il Rito doveva continuare. Il comandante si puntellò sui gomiti mentre Pearl risaliva lungo le sue gambe. Si mise a cavalcioni su di lui mentre si chinava a baciargli il petto, lì dove lo stivale di Geralt aveva colpito con più forza, mentre con le mani gli slacciava la cintura dei pantaloni. Scese con le labbra lungo i suoi addominali scolpiti mentre con una mano gli scappellava il membro. Scivolò con le gambe indietro e si mise in ginocchio fra quelle di Zircon chinandosi in avanti e accogliendo fra le sue labbra di casta inferiore la cappella pulsante del comandante. Nel mentre Amber continuava la sua opera su Zefira, baciandola e palpandola, accendendo il fuoco della passione in lei. Tuttavia il tocco era meno dolce di prima, le mani scosse da un tremito che non riusciva a controllare. Amber riusciva solo a pensare che Zifi, la sua signora, l’amore della sua vita, sarebbe finita in moglie a uno dei due.
Il colonnello strizzò l’occhio al suo luogotenente, e ancora più eccitato prima costrinse Jade in ginocchio. Si slacciò in fretta i pantaloni e afferrò bruscamente la ragazza per i capelli, molto vicino all’attaccatura. Questa cercò di protestare ma un secondo dopo la zittì forzandole le labbra con il suo sesso. Glielo spinse per bene in bocca, riempiendogliela, rimanendo qualche istante immobile dentro di lei per poi cominciare a spingere con forza nella sua bocca. Gli ricordava i premi delle conquiste, le notti passate a spassarsela con le donne dei vinti. Queste ragazze non erano diverse. Sottomesse. Glielo si leggeva negli occhi e lui adorava vedere quella sensazione sui loro volti. Il pensiero di poter fare lo stesso con l’Angelo fra le Nuvole lo riempiva di un’eccitazione selvaggia. Dicevano che era una ragazza ribelle, difficile da addomesticare. Si sarebbe divertito a dimostrare il contrario.
I due uomini continuarono a violare le bocche delle ancelle per ancora qualche minuto sotto lo sguardo impotente di Geralt. Al culmine entrambi si scostarono dalle ancelle, lasciandole a terra ansimanti, e si avvicinarono come lupi famelici ad Amber e Zefira. Rimasero lì un istante a guardarle, coi membri duri e lucidi, odorosi di maschio eccitato. Zircon guardò il suo superiore e disse –a lei l’onore, colonnello… rinuncio formalmente alle mie pretese sulla principessa… penso che mi divertirò con quest’altra…- e un sorrisetto gli si disegnò in volto. Il comandante prese Amber per un braccio e la tirò a sé. Lei non oppose resistenza e si mise in ginocchio sul letto con le gambe pendenti oltre il bordo e puntellandosi con le mani. Davanti a lei sdraiata stava Zefira che guardava Eliodoro, cercando di restare calma. Temeva un assalto da parte del colonnello ma questo si chinò su di lei cominciando a baciarle il collo con baci inaspettatamente dolci. Le sue labbra correvano leggere sul collo esile della principessa risalendo fino al mento per poi scendere nuovamente. Il colonnello sovrastava completamente la principessa e le sue mani correvano sul suo corpo perfetto. Le sue dita indugiarono prima sui suoi fianchi per poi scendere sempre più infilandosi al di sotto della seta del vestito. Le afferrò una coscia da sotto, palpandola e aprendole un po’ le gambe. Le scostò l’unica spallina e le sue labbra si avventarono sulla spalla della principessa mentre la denudava sempre più. Zefira stava cominciando a lasciarsi andare, abbandonandosi alle carezze dell’uomo. Le labbra del colonnello scesero lungo il seno, indugiando sui capezzoli turgidi della principessa mentre con le mani risaliva lentamente lungo i fianchi riempiendosele di quella pelle perfetta e vergine. Zefira cominciò piano piano a sentire piacere e socchiuse un po’ gli occhi. A fianco a lei anche Amber cominciava a rilassarsi, stupita dal tocco leggero di Zircon che fino a poco prima le sembrava un bruto. Il comandante l’aveva abbracciata da dietro, dopo averla fatta piegare, cominciando a baciarle il collo e la spalla mentre le sue mani indugiavano sulle cosce infilandosi ogni tanto sotto il vestito. Sentiva le sue mani forti sul corpo mentre avvertiva il suo membro nudo e ancora abbastanza duro contro l’interno coscia.
I due ufficiali si guardarono per un breve istante e un sorriso cattivo gli si dipinse sul viso. Geralt, che per quanto volesse non riusciva a staccare gli occhi dall’amplesso che si andava consumando sul letto, se ne accorse ma rimase, impotente, a guardare. Non poteva intervenire di sua iniziativa.
Di nuovo accadde tutto in un attimo.
Eliodoro afferrò Zefira per un braccio e con uno strattone la fece girare sulla pancia immobilizzandola col proprio corpo. Tornò a baciarla sul collo ma i suoi baci erano diventati voraci, feroci. Le mani corsero al suo vestitino e lo tirarono su fino a mezza schiena lasciandola completamente nuda sotto. Zircon afferrò Amber per una spalla e per un fianco e la penetrò con un colpo secco prima che potesse dire alcunché. La ragazza gridò, colta alla sprovvista, e le braccia le cedettero cadendo con la testa sul materasso, sotto l’assalto del comandante. Zefira tentò di dibattersi, spaventata, ma il colonnello la teneva ferma. Amber le afferrò una mano e la strinse nella sua per sostenerla. Zefira capì dal suo sguardo che il tempo della ribellione era finito. Strinse forte la mano della sua migliore amica e cercò di non pensare a nulla mentre sentiva il colonnello farsi strada dentro di lei.
Non appena capì cosa stava accadendo, Geralt si mosse verso il letto con la mano sull’elsa della spada ma Jade e Pearl lo fermarono. La seconda lo guardò con occhi tristi e gli appoggiò una mano sulla spalla mentre i primi gemiti di Amber riempivano la stanza. –Deve essere così…- gli sussurrò Pearl. Si guardarono ancora per qualche istante finché Jade prese per mano Pearl e la convinse a sedersi su una sedia controllandole la guancia gonfia e cercando di non pensare ad altro. Geralt espirò lentamente cercando di reprimere un urlo di frustrazione e rimase, in preda alla rabbia, a osservare l’amplesso. Non riusciva a non guardare.
Zefira spalancò la bocca prendendo aria mentre sentiva il membro del colonnello riempirla. –Piano…- provò a dire ma lui la ignorò completamente. Continuando piano piano a spingere sull’imene. Un urlo lacerò l’aria quando, con un colpo secco, Eliodoro la sverginò spingendolo completamente dentro. Rimase dentro di lei, immobile per farla abituare e poi riprese a muoversi lentamente. –Dio quanto è stretta, principessa…- le sussurrò il colonnello suscitando una risata di Zircon che si mise a sbattersi Amber con rinnovato vigore. L’ancella tentava di reprimersi ma non riusciva a non provare piacere ad ogni stoccata che il comandante le dava. Cominciò a gemere sempre più forte tentando di tranquillizzare Zefira, fra un gemito e l’altro. Eliodoro si mise con la schiena un po’ più dritta stando a cavalcioni sulle gambe della principessa e tenendola ferma con le mani che la stringevano per i fianchi proprio sopra il sedere.
Cominciò a spingere con forza facendo sbattere il proprio pube contro quelle chiappe perfette, godendo da morire. Quella principessina era stretta come un guanto ma che piano piano stava cedendo sotto i suoi colpi ripetuti. Zefira sentì piano piano il dolore svanire, sostituito da un piacere sconosciuto che le infiammava il ventre. Si sentiva piena e finalmente donna. Le sue labbra si schiusero in un basso gemito prima e poi un altro più forte e ancora un altro.
Istintivamente inarcò la schiena facilitando la penetrazione e gemette ancora una volta il suo piacere.
Geralt stringeva spasmodicamente la mano sulla spada mentre guardava gli uomini che odiava di più nella galassia, deflorare senza ritegno le due ragazze che più contavano per lui.
-ahhh… senti come gode questa puttanella… ti sta piacendo eh?... ahhh sì… ehi Geralt, ti piace lo spettacolo? Sentila come gode… Ti piacerebbe essere qui al mio posto eh? È stretta proprio come piace a me…- disse con una risata e sferrandole uno schiaffo sul sedere che le strappò un gemito più forte. Zefira alzò lo sguardo un po’ annebbiato dal piacere e guardò il suo migliore amico che la osservava. Gemeva e lo guardava, godendo sempre più e immaginando che fosse lui a sbatterla in quel modo. Un grido di piacere di Amber riempì la stanza mentre la ragazza raggiungeva l’orgasmo e stringeva le lenzuola con forza. Zircon fuoriuscì da lei stringendosi il sesso con una mano per non venire. Espirò cercando di controllarsi mentre l’esplosione passava. Lasciò Amber accasciata sul letto e si avvicinò a Zefira e disse –vediamo come se la cava con la bocca la tua principessa, Geralt...- appoggiandole il glande sulle labbra. Zefira cercò di scostarsi ma Zircon la prese per i capelli e le spinse il membro in bocca. Il comandante gemette di piacere mentre, tenendole ferma la testa, cominciò a scoparle la bocca. I due uomini si muovevano dentro la principessa a ritmi diversi e i suoi gemiti erano strozzati dal pene di Zircon. Eliodoro palpava con forza la pelle sudata di Zefira, stringendo i denti, prossimo a venire. I due uomini si guardarono e con un semplice cenno si misero a spingere insieme. Ormai gli mancava poco. Lei ormai era in preda al piacere, completamente sottomessa alla volontà dei due uomini. Li sentiva ansimare e gemere, incredula, umiliata ma anche un po’ eccitata di non essere altro che l’oggetto del loro godimento. I due uomini non avrebbero resistito ancora a lungo. Eliodoro continuò a spingere sempre più forte finché non ce la fece più. Con un ultimo colpo secco venne dentro la principessa rilasciando tutto il suo piacere bollente, seguito qualche istante dopo da Zircon che tremando sborrò in bocca alla principessa, impedendole di spostarsi. Un fiume bollente invase Zefira lasciandola senza fiato e sfinita. I due ufficiali fuoriuscirono da lei lasciandola esausta sul letto e velocemente e con precisione marziale rindossarono le uniformi. Eliodoro si sistemò i polsini e guardò Geralt con un sorrisetto odioso. –Come vedi Geralt, non c’è niente che tu possa fare per fermarmi. Non ci sei riuscito allora, su Torfan, e non ci riuscito oggi… Ci vediamo alla cerimonia…- e con una risata lui e Zircon uscirono dalla stanza.
Il silenzio cadde fra loro che erano rimasti. Geralt si avvicinò al letto come un automa. Zefira era ancora stesa sul letto mentre Amber si stava rivestendo. Non riusciva a guardarlo, rossa dalla vergogna. Lui continuò ad avanzare fino ad arrivare a fianco a Zifi. I suoi occhi erano smorti, spenti e il suo corpo scosso da brividi. Senza pensarci Geralt sganciò la cappa che gli copriva il braccio sinistro dallo spallaccio dell’armatura e si chinò, coprendo con esso il corpo nudo della principessa. –È finita, vero?- gli sussurrò lei. –sì… è finita…-. Ma volevano dire due cose diverse.
Geralt le accarezzò i capelli biondissimi con un leggero sospiro poi la prese fra le sue braccia, avvolta nel suo mantello, e la sollevò riportandola nelle sue stanze…


Perdonate la lunghezza, spero comunque che vi sia piaciuto :)
In ogni caso commentate!!!
scritto il
2015-03-21
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