Al matrimonio della mia amica

di
genere
etero

Ciao. Mi chiamo Samanta. Sono una ragazza alta, 32 anni, fisico snello, capelli rossi naturali, occhi verdi, viso rotondo e labbra sottili. Per andare, al matrimonio della mia amica Paola, mi sono messa una maglietta aderente di color viola, il perizoma, una minigonna dello stesso colore della maglietta e tacchi alti. Paola, indossava il classico abito nuziale bianco, aveva 30 anni, corti capelli neri, occhi neri, labbra morbide con un tocco di rossetto e un bellissimo sorriso. Lo sposo si chiamava Diego, 34 anni, alto, capelli biondi, occhi castani, indossava un completo scuro. Mi accompagnava Gianfranco, 40 anni, capelli castani, occhi castani, portava gli occhiali e indossava un completo grigio. Dopo la celebrazione in chiesa andammo a festeggiare gli sposi in albergo, dove era stato preparato il pranzo e allestita una sala per il ballo. Al centro della sala ballavano gli sposi, in un angolo, lontano dagli altri, ballavamo io e Gianfranco. Lui mi infilò la lingua in bocca e io ingoiai la sua saliva. Ad un certo momento, l’organizzatore dei balli decise lo scambio delle coppie. Allora, Gianfranco ballò con Paola ed io con Diego. Mentre ballavo, vedevo Gianfranco che accarezzava il fondoschiena di Paola e la baciava sulla guancia. Poi i due lasciarono la sala. Alcuni giorni dopo, Paola mi raccontò che erano entrati nel bagno delle donne, avevano chiuso la porta e lui le aveva baciato le labbra. Paola aveva infilato la sua lingua nella bocca di lui. Gianfranco aveva indossato un preservativo e,dopo averla spogliata, aveva spinto Paola contro un muro e l’aveva penetrata in vagina. La loro unione sessuale durò alcuni minuti. Poi si rivestirono, uscirono dal bagno e tornarono nella sala come se niente fosse successo. Nel frattempo, io ballavo con Diego e un paio di volte sentii un rigonfiamento dei suoi pantaloni che premeva sopra la mia minigonna. All’improvviso, lui cercò di baciarmi, ma io non glielo permisi, lo spinsi subito lontano da me. Dopo averlo allontanato, me ne andai a sedere su uno sgabello del bar in attesa che arrivasse Gianfranco. Quando lui arrivò, mi disse che aveva un impegno di lavoro urgente e doveva proprio andare via. Dopo aver baciato Gianfranco sulle labbra, andai al parcheggio dove c’era la mia auto. Ero appena salita in macchina, quando sentii che la portiera dell’auto si apriva e una mano mi afferrava la spalla. Era Diego. Cercai di gridare, ma mi trovai una mano sulla bocca. “Se gridi, ti soffoco”, mormorò Diego facendomi balenare davanti una grossa corda. Poi, mi trascinò fuori e mi spinse contro il muro, premendomi contro e tenendomi sempre una mano sulla bocca. Mi strappò la maglietta e si mise a baciarmi furiosamente i seni. Sentii i miei capezzoli diventare turgidi. Diego mi aveva tolto la mano dalla bocca e premeva le proprie labbra contro le mie, con la lingua che cercava di farsi strada. Mi stava completamente addosso, schiacciandomi con tutto il corpo. Lo sentì contro il ventre, sopra la minigonna, aprì la bocca per respirare e la lingua di lui si infilò dentro la mia bocca. Le nostre lingue si intrecciarono. Poi la mano che mi sollevava la minigonna e mi abbassava il perizoma, le dita che mi penetravano. “Sei già tutta bagnata, puttana”, ansimò Diego, continuando a frugarmi. Anche io ansimavo e quando sentì che cercava di entrare, allargai istintivamente le gambe per aiutarlo e cominciai a muovere il bacino, mentre gli piantavo le unghie nel collo e iniziai a gemere, sempre più forte, arrivando all’orgasmo prima di lui. Tenevo gli occhi chiusi e gli stavo aggrappata. Sentì il suo seme che mi colava lungo le cosce e mi resi conto che lui non c’era più. Allora mi afflosciai lungo il muro e restai ferma per qualche minuto, aspettando che il giramento di testa si calmasse. Poi mi rialzai, mi asciugai in qualche modo con il perizoma. Indossai la maglietta, anche se in qualche punto il tessuto era lacerato, poi mi diressi alla prima stazione di polizia e dissi che Diego mi aveva violentata. La sera, quando tornai a casa, chiamai subito Gianfranco e gli raccontai ogni cosa. Lui si precipitò in casa mia. Mi baciò con passione le labbra. Ci scambiammo le nostre lingue più volte. Io feci scorrere la mia saliva nella sua bocca e lui la ingoiò. Poi andammo a letto. Gianfranco mi penetrò ripetutamente in vagina e dentro il culo. Il suo sperma scorreva copiosamente dentro di me. Io ebbi orgasmi multipli. Ero felice. Lo baciai sulle labbra e rimanemmo abbracciati fino al mattino seguente. Da quella notte, io e Gianfranco facciamo sesso ogni giorno. P.S. La storia è frutto di fantasia, ogni riferimento a cose o persone reali è assolutamente casuale. Per KNK: il racconto è pura fantasia, è totalmente inventato, comunque mi scuso se ho offeso la sensibilità di qualche lettrice. Ringrazio tutti i lettori e le lettrici per aver letto questo mio racconto di fantasia e auguro a KNK tanti successi con i suoi racconti erotici.
scritto il
2015-08-21
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