Diablo, il purosangue che ha salvato il mio matrimonio

di
genere
zoofilia

“Ti ricordi che oggi pomeriggio ho appuntamento con Chiara?... Giù al maneggio… per quel corso di equitazione di cui ti ho parlato la settimana scorsa?”
Sollevo stancamente la testa dal piatto di pasta al sugo e rispondo senza tanti entusiasmi: “Sì! Adesso sì… Vai tranquilla. Io ne approfitterò per riposarmi un pochino e sistemare il giardino.”
Lei inizia a lavare le stoviglie. Un sorriso soddisfatto adorna il suo bellissimo viso di ragazzina troppo cresciuta. La osservo un attimo e vedo una splendida quarantenne bionda. Non le manca proprio niente per riuscire a far girare la testa agli uomini che incontra, me compreso… purtroppo. Diciotto anni fa l’ho sposata senza essere riuscito a capire di aver accolto fra le mie braccia una frigida patentata. Adesso, “a bocce ferme”, ho compreso che la dura e sessuofoba educazione sessuale impartitale da genitori bigotti e depravati è talmente radicata nella sua testa da renderla una donna completamente inutile, dal punto di vista sessuale. Certo… mi ha regalato due figli… ma le nostre avventure sotto alle lenzuola sono sempre state tiepide, veloci e indolore… E’ da quasi un anno che penso di poter star meglio senza di lei, ma non riesco a trovare il coraggio di abbandonarla e far vivere ai miei figli un’esperienza così traumatica. Non ho altre storie… e mai le ho avute. Lo stereotipo del maschio “alfa”, che trova appagamento in altre donne per poi tornare a casa e vestire i panni del marito modello, non mi è per niente congeniale.
Mi saluta ed esce per più di cinque ore. Al suo ritorno la vedo felice, entusiasta e galvanizzata dalla nuova avventura. Erano anni che non la vedevo sorridere a tal modo. Dopo avermi avvisato di voler diventare una provetta cavallerizza, mi da un bacio in bocca infilandomi la lingua fra le labbra come non faceva da non so chissà quanto tempo, poi dichiara di volersi fare una doccia prima di uscire di nuovo con lo scopo di andare a comprare la cena al ristorante cinese per festeggiare tutti quanti assieme. Rimango sconcertato per un attimo, quindi decido di godermi quell’improvvisa, quanto inaspettata ondata di calda luce solare. Ceniamo con i nostri figli di sedici e quattordici anni, e purtroppo assieme a loro devo sorbirmi l’infinità di dati tecnici, procedure, cure e attenzioni da rivolgere ad un cavallo per farselo amico e conquistare il suo rispetto. Un paio d’ore dopo sono seduto sul divano e sto guardando un noiosissimo gran premio di formula uno in “differita”… I miei “marmocchi” sono usciti per trascorre una domenica sera con gli amici. Sto valutando seriamente la possibilità di addormentarmi e chiedere al mio uccello un po’ di pazienza prima della consueta e tristissima sega liberatoria. La porta del corridoio si apre e vedo mia moglie avanzare con addosso un baby-doll nero e completamente trasparente. Mi sollevo sorpreso dalla seduta e stento a credere a ciò che vedo. Una splendida “milf” bionda e superaccessoriata si sta avvicinando a me in modo suadente. Ha due tette enormi e sode. Deformando in modo eccitantissimo l’impalpabile velo nero col quale sono coperti, i suoi capezzoli spuntano duri da larghe e perfettamente rotonde aureole. Sotto a tanto ben di Dio fa capolino una fica completamente liscia e depilata, come tante volte ho chiesto di vedere senza essere mai esaudito. “Questa non può essere mia moglie!” Penso sconvolto mentre lei mi abbassa i boxer e s’infila il mio uccello fin quasi in gola, senza dire niente. Si distende su un fianco e sollevando il baby-doll mostra il suo splendido culo. Non resisto al pensiero delle sue labbra completamente depilate e allungo una mano in mezzo alle sue natiche sode e rotonde. Incontro per primo il buchetto inviolato del suo culo e quando la sento gemere al mio tocco capisco che nella vita sessuale di mia moglie qualcosa è inspiegabilmente cambiato. Premo leggermente aprendole le piccole labbra e subito vengo inondato da un getto di umori mai visto né sentito uscire dal suo nido tiepido e anorgasmico. La infilzo con il dito medio e lei comincia a gemere di piacere, mentre aumenta il ritmo del pompino che mi sta facendo. Azzardo come non ho mai fatto e inserisco anche l’indice. Lei si stacca dalla mia cappella urlando un vibrato: “Sìììì…. Dai spingiii… voglio di piùùù…”
Non me lo faccio ripetere ancora. Infilo l’anulare e dopo pochi secondi anche il mignolo. Lei grida a squarciagola e io non capisco più niente, se non il fatto di essere ad un passo dal famoso ed innominabile “fisting”. Il mio pollice “disoccupato” si sta limitando a solleticarle il buco del culo, ma lei sta muovendo il bacino in modo scomposto e ad ogni movimento s’infila sempre di più le mie quattro dita nella fica fino a quando, lasciandomi letteralmente scioccato, spalanca le gambe a dismisura chiedendomi di affondare ulteriormente. La vedo distesa su un fianco, con la mia cappella enorme fra le labbra e una mano impegnata a tormentare violentemente un grilletto eretto e gonfio di piacere. Sono sconvolto e ad un passo dall’orgasmo, però capisco benissimo quell’inconscia richiesta! Chiudo la mano tenendo tutte e cinque le dita diritte, poi inizio a premere violentemente. In un attimo ogni mio movimento diventa un tripudio di urla goduriose, oscenità mai udite e suppliche a continuare in ciò che sto facendo. Il tutto condito da “litri” di scivolosi ed eccitantissimi umori vaginali. Dilato allibito gli occhi nel momento in cui realizzo di averle ficcato completamente le dita in fica senza aver udito un benché minimo accenno di protesta. Tiro un rumoroso sospiro, quindi decido di giocarmi il tutto per tutto! Serro la mia mano a pugno dentro la fica di quella “frigida” di mia moglie. Ora vedo solamente un polso fradicio di umori vaginali ed avverto il palmo destro stritolato da muscoli non abituati ad un tale e godurioso allargamento. Giulia abbandona la mia cappella per un secondo; giusto il tempo necessario per chiedermi di muovermi… di fare qualcosa… perché lei sta godendo come mai le è capitato nella sua vita. Aumento la violenza della penetrazione e realizzo che è cosa alquanto gradita poi, giunto al limite del piacere, ho un’intuizione e mentre inizio a sborrare chiedo: “Come si chiama il tuo cavallo?”
La reazione è inaspettata, ma terribilmente sconvolgente ed eccitante. Giulia molla la presa sul mio uccello e con entrambe le mani afferra l’avambraccio impegnato a sfondarla. Lo stringe con forza e lo infila ancora di più fra le sue labbra spalancate a dismisura. “Diabloooo…. Si chiama Diablo… oooohhhh!”
CONTINUA….
scritto il
2015-09-01
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