Diablo, il purosangue che ha salvato il mio matrimonio (seconda parte)
di
ghostlover
genere
zoofilia
E’ martedì. Sto aspettando con ansia il rientro di mia moglie dal suo corso d’equitazione appena iniziato. Sono le nove di sera. Dopo aver sfamato e spedito fuori casa quei due “lupi” dei miei figli, mi sono dedicato alla preparazione di una splendida cenetta a lume di candela che consumerò da solo con la mia compagna. Tutto è quasi pronto sotto il gazebo del nostro giardino. Attendo solamente di vedere i fari dell’auto al cancello per buttare giù gli spaghetti. Sono già al secondo Jack Daniel’s e ho la mente un po’ annebbiata, ma non riesco a fare a meno di ripensare al “fisting” estremo che mia moglie si è lasciata fare dopo il suo primo incontro con Diablo… un purosangue arabo messo a sua disposizione da un’amica molto generosa, piena di soldi e a mio avviso… parecchio zoccola. Non m’interessa! Io a quella Chiara, vista solo una volta di sfuggita, dedicherei un monumento per come è riuscita a trasformare una quarantenne bigotta e frigida, in una disinibita “milf” amante di sesso non convenzionale. Sollevo il palmo della mano destra, lo guardo attentamente e mentre sento il mio membro avere un fremito, ripenso a due giorni prima, quando quelle cinque dita erano completamente infilate fra le piccole labbra di Giulia… ed impegnate a fare qualcosa di tremendamente eccitante, perverso e sconvolgente. Lei da quel fatidico momento non si è più concessa a me e nemmeno un commento su quanto accaduto è uscito dalla sua splendida bocca. Il nulla assoluto… come se niente fosse successo. Ho un fondato sospetto, ma non sono ancora sicuro delle mie malsane teorie ed è proprio per questo che ho comprato due bottiglie del miglior “Ferrari” in commercio, con la ferma convinzione di riempire di alcool mia moglie ed abbassare così le sue impenetrabili inibizioni sessuali. Lei arriva. Parcheggia la macchina e dopo esser scesa si avvicina a me mostrandomi uno splendido sorriso. L’accolgo con un calice di frizzantino colmo fino all’orlo e le chiedo: “Com’è andata?”
“Benissimo… ma cosa stai combinando?...Cosa ti sei messo in testa?...” Risponde dopo essersi scolata mezzo bicchiere.
“Niente di eccezionale!... Ho solo pensato che dopo un’intera serata trascorsa a montare cavalli… Ti avrebbe fatto piacere ricevere lo stesso trattamento dal tuo stallone preferito!” Completo l’estrema volgarata emettendo un discutibile e rumoroso nitrito.
“Sono un uomo morto!” Penso fra me e me dopo cotanta dimostrazione di classe. Invece lei ammicca in modo spudorato e dopo essersi passata lussuriosamente la lingua sul labbro superiore mi avvisa: “Nel mio borsone c’è il frustino… E’ uno strumento indispensabile per ottenere rispetto da una puledra capricciosa!”
Rimango a bocca spalancata. Giulia da fondo al bicchiere, poi avvisa di aver bisogno di una doccia prima di essere educata a dovere. La vedo sparire dietro la porta. Cammina leggermente ed eroticamente a gambe aperte. Io do la colpa alle tre ore trascorse sulla groppa di un cavallo, ma nel frattempo sono costretto a portarmi una mano ai pantaloni pur di assecondare la portentosa estensione del mio membro sotto gli stessi. In stato confusionale butto la pasta, poi allungo lo sguardo sul borsone abbandonato da mia moglie sulla soglia della veranda. Ripenso alle sue parole e dopo dieci secondi sono impegnato a rovistare fra vestiti sudati ed inquietantemente odorosi di stalla. Trovo il frustino, ma nell’afferrarlo urto anche contro il suo smart-phone super tecnologico. Spiarle il telefono di nascosto l’ho fatto migliaia di volte senza mai aver trovato niente di eccezionale, ma stasera qualcosa mi dice che avrò fortuna ed infatti, controllando i messaggi su whatsapp, ne compare uno di Chiara, la sua amica zoccola.
Ciao Diavoletta, ti avevo promesso un video propedeutico sulla bascula… eccolo qua!
Apro l’allegato chiedendomi cosa potrebbe essere questa misteriosa bascula e mi ritrovo immediatamente ad osservare un elegante fantino a “bordo” di un cavallo. Il piccolo uomo si dimostra impegnato a documentare la fondamentale operazione in questione. Scopro che è una delle tante manovre utilizzate per comunicare con un animale non particolarmente intelligente, ma proprietario di una massa muscolare in grado di provocare seri danni ad un essere umano. Non ascolto ciò che dice, ma osservo incuriosito i suoi movimenti e comprendo appieno cosa voglia dire bascula. Egli muove ritmicamente il bacino in avanti ed indietro sulla sella. Contemporaneamente tira e rilascia le redini saldamente ancorate alla bocca del cavallo. Non posso fare a meno di trovare un qualcosa di tremendamente erotico in tale movimento, soprattutto se immagino mia moglie a gambe spalancate sulla sella del suo Diablo e intenta a imitare quella mossa ritmica e sicuramente in grado di produrre effetti collaterali su una “portatrice sana di clitoride sensibile.”
Trovo comunque poco interessante questa bascula, se effettuata da un maschio brutto e piccolo, quindi, dopo qualche secondo, decido di arrestare il video per tornare ai miei spaghetti, ma non faccio a tempo. Lo schermo diventa nero per un attimo, poi sul piccolo display da cinque pollici compare una scritta bianca che mi fa bollire il sangue nelle vene: Così, invece, è come eseguo io la bascula quando trascorro le ferie nella mia tenuta in Toscana. Guarda e impara… mia dolce e inesperta Giulia.
Avete presente Bo Derek nel mitico film “Bolero extasy”?... Per i lettori con meno di trent’anni spreco due parole su una delle scene erotiche più intense e mai registrate su pellicola in triacetato di cellulosa. Un biondone completamente nudo, che a gambe spalancate e le redini in mano struscia avanti e indietro lo splendido nido donatole da Madre Natura, sulla schiena di un purosangue cavalcato a “pelo”, cioè senza sella. Ecco! Sostituite il biondone… metteteci una moretta di venticinque anni con due tettine dure come il marmo… e cominciate a chiamarla Chiara! Questo e molto di più di ciò che sto vedendo. Essendo un filmato amatoriale, e probabilmente ripreso con un telefonino, le figure immortalate sono spesso sfuggenti e a volte fuori fuoco, ma l’immagine di un clitoride gonfio e fradicio che scivola sul pelo raso di un cavallo, abbaglia per tre o quattro volte di seguito le mie retine. Sento di avere una ulteriore erezione e non solo per ciò che sto vedendo, ma soprattutto per aver preso coscienza che Giulia ha sicuramente visto il video e non l’ha cancellato! Mollo il telefono ed inizio a razzolare furiosamente nella sacca, senza sapere ciò che sto cercando fino a quando quel qualcosa mi si attorciglia in maniera indissolubile alle dita: le sue mutandine. Non posso fare a meno di notare un misero perizomino bianco avvolto alle mie falangi; è completamente fradicio, scivoloso e profumato di estasianti umori vaginali. Non ho il tempo di razionalizzare, poiché sento mia moglie uscire dal bagno per venire da me. Mi faccio trovare davanti ai fornelli con un altro bicchiere di vino bianco pronto per lei. “Mi vuoi vedere fuori come un poggiolo?” Chiede sorridendo beffardamente.
“Certamente!... Ho spedito apposta i ragazzi via da casa fino a mezzanotte… giusto il tempo di lasciare all’alcool il tempo di fare effetto e poi, una volta ubriaca fradicia, montarti alla pecorina in mezzo al prato come una cavalla in calore!”
Lei non commenta. Il calice fra le sue dita inizia a tremare ed io penso che di lì ad un attimo il prezioso “Ferrari” inonderà la mia faccia. Questo non succede e lasciandomi letteralmente basito lei si scola in un sol fiato il frizzantino, fa cadere l’accappatoio a terra e completamente nuda si dirige verso il prato avvisandomi di avere uno strano appetito. Guardo gli spaghetti ormai “lunghi un chilometro” e capisco che non è dedicata a loro tale affermazione.
Si allontana di qualche metro poi, senza uscire dal cono di luce prodotto dalla lampadina fissata sul gazebo, si stende sull’erba come una cagna vogliosa, con le mani si apre le natiche e mostrandomi il paradiso esclama: “Non dimenticarti il frustino!”
Vedo un culo tondo, due cosce sode e lisce spalancate per mostrarmi una fica fradicia di voglia. Mi chiedo quante volte sia venuta in sella al suo Diablo, prima di ridurre il perizoma a quelle condizioni. Nella mia testa le immagini di lei impegnata a godere mentre cerca di imitare la sua amica Chiara, si susseguono come le perle di un’infinita collana. In un secondo mi spoglio, afferro il frustino e con l’uccello duro fin quasi a far male mi avvicino. Tentenno un attimo, poi affondo il primo colpo leggero sulla sua natica destra. Giulia urla, ma non di dolore. Si ritrae leggermente, ma subito dopo mi supplica di farlo ancora. Ubbidisco con un paio di sferzate in grado di far arrossare la sua pelle candida, quindi decido di usare lo scudiscio come attrezzo atto ad aprirle le grandi labbra e di utilizzare tutta la sua lunghezza per solleticarle un grilletto fradicio di umori scivolosi. Lei inizia a muoversi come una ballerina di lap-dance sul proprio palo. Urla e si dimena come mai le ho visto fare e questa cosa mi fa impazzire!
“Scopamiii!... Per favore! Ho bisogno di sentire il tuo cazzo enorme dentro di me” Non discuto e in un colpo solo infilo tutto il mio sesso dentro di lei, fino a farla urlare. Comincio a pomparla con tanta foga da costringerla quasi a stendersi completamente sull’erba fresca.
“Sììì… sfondami… fammi sentire quanto ce l’hai grossooo… ooohhh.” Nuovamente ubbidisco senza discutere, ma a metà di quella fenomenale cavalcata non riesco a trattenermi dall’afferrarle i lunghi capelli biondi per usarli come improprie redini ed urlarle contro a squarciagola: “Chiamami Diablo!... Chiamami Diablo… se vuoi che continui!”
Giulia si blocca per un secondo, quasi a dimostrare la sua sorpresa per quanto arguto, ma neanche tanto, abbia dimostrato di essere suo marito. Abbasso un nuovo potentissimo fendente ed aumentando la dose chiedo aspramente: “Ti piace montare il tuo cavallo… vero?
“Sìììì…da morireee…”
Continuando a pomparla come mai sono riuscito a fare in diciotto anni di matrimonio, proseguo con le volgari e sporche interrogazioni: “Lo hai fatto per bene oggi? Ti sei divertita a tormentarti il grilletto sulla groppa di quell’animale puzzolente?”
“Sììì…Diablooo…ohhh… L’ho fatto per più di tre ore… ohhh…”
“E quante volte sei venuta sulla sella?” Un attimo d’inquietante silenzio sovrasta i nostri gemiti di piacere, afferro nuovamente lo scudiscio e con forza inaudita riprendo a frustarle con rabbia il culo. Una volta… due volte… tre volte e lei non si lamenta anzi… mi chiede di affondare sempre di più il mio glande fin dove possibile, ma si ostina a non rispondere. Rincaro la dose con una sequenza di frasi che potrebbe compromettere l’intera serata, ma non riesco a trattenerla fra i denti e come un tuono estivo esplode dalla mia bocca sottoforma di una perversa fantasia erotica: “Magari sei venuta un paio di volte e poi, quando hai portato il tuo Diablo nel box per strigliarlo, ti sei divertita a solleticarlo la sotto… tanto per vedere se è vero che un cavallo può avere un metro di uccello!... Vero Giulia?!...”
“Nooohhh… non è verooo…ooohhh!...cosa ti sei messo in testa…ahhh!”
Sono al limite, ma mi faccio violenza pur di non venire, perchè voglio sentirla ammettere l’inconfessabile!
“Allora?!...Non ti sei inginocchiata sotto la pancia del tuo Diablo e cercando di non farti vedere da nessuno ti sei infilata due dita nella fica, mentre lo pulivi con la spugna ed intanto vedevi il suo enorme uccello indurirsi? Lo hai toccato vero? E magari li con te c’era anche la tua amica Chiara, che dall’alto della sua esperienza ti insegnava come masturbarlo con una splendida sega…”
“Nooo…oooh… Chiara non c’era…”
“Ma glielo hai menato vero?... Non dirmi di no… Lo so che sei riuscita a farlo venire, mentre tu godevi come una porca depravata… dimmelo ti prego… perchè questa cosa mi piace da morire!”
“Sìììì… L’ho fattooo…ooohh… Mi sono masturbata come una ragazzina in calore sulla sella. Poi l’ho accompagnato nel box e rischiando di essere vista da tutti mi sono abbassata i pantaloni… ho afferrato il suo cazzo e con l’altra mano mi sono sditalinata di nascosto. Sono venuta tre volteee… Sììì… Ho menato l’uccello a un cavallooo… ooohhh... vedessi che sborrata ha fattooo…oohhh. Ce l’ha enorme… come il tuo braccio l’altra sera… Sìììì… dimmi che sono troiaaa…ahhh…”
Veniamo insieme come due fidanzatini infoiati. Penso di non aver mai avuto un orgasmo migliore in tutta la mia vita. Siamo sdraiati ed ansimanti in mezzo all’erba. Da dietro accarezzo dolcemente il corpo di mia moglie ancora percorso da lievi spasmi di piacere. Tiro un sospiro appagato e dopo un attimo d’incertezza chiedo convinto:
“E’ in vendita il tuo Diablo?”
Continua….
“Benissimo… ma cosa stai combinando?...Cosa ti sei messo in testa?...” Risponde dopo essersi scolata mezzo bicchiere.
“Niente di eccezionale!... Ho solo pensato che dopo un’intera serata trascorsa a montare cavalli… Ti avrebbe fatto piacere ricevere lo stesso trattamento dal tuo stallone preferito!” Completo l’estrema volgarata emettendo un discutibile e rumoroso nitrito.
“Sono un uomo morto!” Penso fra me e me dopo cotanta dimostrazione di classe. Invece lei ammicca in modo spudorato e dopo essersi passata lussuriosamente la lingua sul labbro superiore mi avvisa: “Nel mio borsone c’è il frustino… E’ uno strumento indispensabile per ottenere rispetto da una puledra capricciosa!”
Rimango a bocca spalancata. Giulia da fondo al bicchiere, poi avvisa di aver bisogno di una doccia prima di essere educata a dovere. La vedo sparire dietro la porta. Cammina leggermente ed eroticamente a gambe aperte. Io do la colpa alle tre ore trascorse sulla groppa di un cavallo, ma nel frattempo sono costretto a portarmi una mano ai pantaloni pur di assecondare la portentosa estensione del mio membro sotto gli stessi. In stato confusionale butto la pasta, poi allungo lo sguardo sul borsone abbandonato da mia moglie sulla soglia della veranda. Ripenso alle sue parole e dopo dieci secondi sono impegnato a rovistare fra vestiti sudati ed inquietantemente odorosi di stalla. Trovo il frustino, ma nell’afferrarlo urto anche contro il suo smart-phone super tecnologico. Spiarle il telefono di nascosto l’ho fatto migliaia di volte senza mai aver trovato niente di eccezionale, ma stasera qualcosa mi dice che avrò fortuna ed infatti, controllando i messaggi su whatsapp, ne compare uno di Chiara, la sua amica zoccola.
Ciao Diavoletta, ti avevo promesso un video propedeutico sulla bascula… eccolo qua!
Apro l’allegato chiedendomi cosa potrebbe essere questa misteriosa bascula e mi ritrovo immediatamente ad osservare un elegante fantino a “bordo” di un cavallo. Il piccolo uomo si dimostra impegnato a documentare la fondamentale operazione in questione. Scopro che è una delle tante manovre utilizzate per comunicare con un animale non particolarmente intelligente, ma proprietario di una massa muscolare in grado di provocare seri danni ad un essere umano. Non ascolto ciò che dice, ma osservo incuriosito i suoi movimenti e comprendo appieno cosa voglia dire bascula. Egli muove ritmicamente il bacino in avanti ed indietro sulla sella. Contemporaneamente tira e rilascia le redini saldamente ancorate alla bocca del cavallo. Non posso fare a meno di trovare un qualcosa di tremendamente erotico in tale movimento, soprattutto se immagino mia moglie a gambe spalancate sulla sella del suo Diablo e intenta a imitare quella mossa ritmica e sicuramente in grado di produrre effetti collaterali su una “portatrice sana di clitoride sensibile.”
Trovo comunque poco interessante questa bascula, se effettuata da un maschio brutto e piccolo, quindi, dopo qualche secondo, decido di arrestare il video per tornare ai miei spaghetti, ma non faccio a tempo. Lo schermo diventa nero per un attimo, poi sul piccolo display da cinque pollici compare una scritta bianca che mi fa bollire il sangue nelle vene: Così, invece, è come eseguo io la bascula quando trascorro le ferie nella mia tenuta in Toscana. Guarda e impara… mia dolce e inesperta Giulia.
Avete presente Bo Derek nel mitico film “Bolero extasy”?... Per i lettori con meno di trent’anni spreco due parole su una delle scene erotiche più intense e mai registrate su pellicola in triacetato di cellulosa. Un biondone completamente nudo, che a gambe spalancate e le redini in mano struscia avanti e indietro lo splendido nido donatole da Madre Natura, sulla schiena di un purosangue cavalcato a “pelo”, cioè senza sella. Ecco! Sostituite il biondone… metteteci una moretta di venticinque anni con due tettine dure come il marmo… e cominciate a chiamarla Chiara! Questo e molto di più di ciò che sto vedendo. Essendo un filmato amatoriale, e probabilmente ripreso con un telefonino, le figure immortalate sono spesso sfuggenti e a volte fuori fuoco, ma l’immagine di un clitoride gonfio e fradicio che scivola sul pelo raso di un cavallo, abbaglia per tre o quattro volte di seguito le mie retine. Sento di avere una ulteriore erezione e non solo per ciò che sto vedendo, ma soprattutto per aver preso coscienza che Giulia ha sicuramente visto il video e non l’ha cancellato! Mollo il telefono ed inizio a razzolare furiosamente nella sacca, senza sapere ciò che sto cercando fino a quando quel qualcosa mi si attorciglia in maniera indissolubile alle dita: le sue mutandine. Non posso fare a meno di notare un misero perizomino bianco avvolto alle mie falangi; è completamente fradicio, scivoloso e profumato di estasianti umori vaginali. Non ho il tempo di razionalizzare, poiché sento mia moglie uscire dal bagno per venire da me. Mi faccio trovare davanti ai fornelli con un altro bicchiere di vino bianco pronto per lei. “Mi vuoi vedere fuori come un poggiolo?” Chiede sorridendo beffardamente.
“Certamente!... Ho spedito apposta i ragazzi via da casa fino a mezzanotte… giusto il tempo di lasciare all’alcool il tempo di fare effetto e poi, una volta ubriaca fradicia, montarti alla pecorina in mezzo al prato come una cavalla in calore!”
Lei non commenta. Il calice fra le sue dita inizia a tremare ed io penso che di lì ad un attimo il prezioso “Ferrari” inonderà la mia faccia. Questo non succede e lasciandomi letteralmente basito lei si scola in un sol fiato il frizzantino, fa cadere l’accappatoio a terra e completamente nuda si dirige verso il prato avvisandomi di avere uno strano appetito. Guardo gli spaghetti ormai “lunghi un chilometro” e capisco che non è dedicata a loro tale affermazione.
Si allontana di qualche metro poi, senza uscire dal cono di luce prodotto dalla lampadina fissata sul gazebo, si stende sull’erba come una cagna vogliosa, con le mani si apre le natiche e mostrandomi il paradiso esclama: “Non dimenticarti il frustino!”
Vedo un culo tondo, due cosce sode e lisce spalancate per mostrarmi una fica fradicia di voglia. Mi chiedo quante volte sia venuta in sella al suo Diablo, prima di ridurre il perizoma a quelle condizioni. Nella mia testa le immagini di lei impegnata a godere mentre cerca di imitare la sua amica Chiara, si susseguono come le perle di un’infinita collana. In un secondo mi spoglio, afferro il frustino e con l’uccello duro fin quasi a far male mi avvicino. Tentenno un attimo, poi affondo il primo colpo leggero sulla sua natica destra. Giulia urla, ma non di dolore. Si ritrae leggermente, ma subito dopo mi supplica di farlo ancora. Ubbidisco con un paio di sferzate in grado di far arrossare la sua pelle candida, quindi decido di usare lo scudiscio come attrezzo atto ad aprirle le grandi labbra e di utilizzare tutta la sua lunghezza per solleticarle un grilletto fradicio di umori scivolosi. Lei inizia a muoversi come una ballerina di lap-dance sul proprio palo. Urla e si dimena come mai le ho visto fare e questa cosa mi fa impazzire!
“Scopamiii!... Per favore! Ho bisogno di sentire il tuo cazzo enorme dentro di me” Non discuto e in un colpo solo infilo tutto il mio sesso dentro di lei, fino a farla urlare. Comincio a pomparla con tanta foga da costringerla quasi a stendersi completamente sull’erba fresca.
“Sììì… sfondami… fammi sentire quanto ce l’hai grossooo… ooohhh.” Nuovamente ubbidisco senza discutere, ma a metà di quella fenomenale cavalcata non riesco a trattenermi dall’afferrarle i lunghi capelli biondi per usarli come improprie redini ed urlarle contro a squarciagola: “Chiamami Diablo!... Chiamami Diablo… se vuoi che continui!”
Giulia si blocca per un secondo, quasi a dimostrare la sua sorpresa per quanto arguto, ma neanche tanto, abbia dimostrato di essere suo marito. Abbasso un nuovo potentissimo fendente ed aumentando la dose chiedo aspramente: “Ti piace montare il tuo cavallo… vero?
“Sìììì…da morireee…”
Continuando a pomparla come mai sono riuscito a fare in diciotto anni di matrimonio, proseguo con le volgari e sporche interrogazioni: “Lo hai fatto per bene oggi? Ti sei divertita a tormentarti il grilletto sulla groppa di quell’animale puzzolente?”
“Sììì…Diablooo…ohhh… L’ho fatto per più di tre ore… ohhh…”
“E quante volte sei venuta sulla sella?” Un attimo d’inquietante silenzio sovrasta i nostri gemiti di piacere, afferro nuovamente lo scudiscio e con forza inaudita riprendo a frustarle con rabbia il culo. Una volta… due volte… tre volte e lei non si lamenta anzi… mi chiede di affondare sempre di più il mio glande fin dove possibile, ma si ostina a non rispondere. Rincaro la dose con una sequenza di frasi che potrebbe compromettere l’intera serata, ma non riesco a trattenerla fra i denti e come un tuono estivo esplode dalla mia bocca sottoforma di una perversa fantasia erotica: “Magari sei venuta un paio di volte e poi, quando hai portato il tuo Diablo nel box per strigliarlo, ti sei divertita a solleticarlo la sotto… tanto per vedere se è vero che un cavallo può avere un metro di uccello!... Vero Giulia?!...”
“Nooohhh… non è verooo…ooohhh!...cosa ti sei messo in testa…ahhh!”
Sono al limite, ma mi faccio violenza pur di non venire, perchè voglio sentirla ammettere l’inconfessabile!
“Allora?!...Non ti sei inginocchiata sotto la pancia del tuo Diablo e cercando di non farti vedere da nessuno ti sei infilata due dita nella fica, mentre lo pulivi con la spugna ed intanto vedevi il suo enorme uccello indurirsi? Lo hai toccato vero? E magari li con te c’era anche la tua amica Chiara, che dall’alto della sua esperienza ti insegnava come masturbarlo con una splendida sega…”
“Nooo…oooh… Chiara non c’era…”
“Ma glielo hai menato vero?... Non dirmi di no… Lo so che sei riuscita a farlo venire, mentre tu godevi come una porca depravata… dimmelo ti prego… perchè questa cosa mi piace da morire!”
“Sìììì… L’ho fattooo…ooohh… Mi sono masturbata come una ragazzina in calore sulla sella. Poi l’ho accompagnato nel box e rischiando di essere vista da tutti mi sono abbassata i pantaloni… ho afferrato il suo cazzo e con l’altra mano mi sono sditalinata di nascosto. Sono venuta tre volteee… Sììì… Ho menato l’uccello a un cavallooo… ooohhh... vedessi che sborrata ha fattooo…oohhh. Ce l’ha enorme… come il tuo braccio l’altra sera… Sìììì… dimmi che sono troiaaa…ahhh…”
Veniamo insieme come due fidanzatini infoiati. Penso di non aver mai avuto un orgasmo migliore in tutta la mia vita. Siamo sdraiati ed ansimanti in mezzo all’erba. Da dietro accarezzo dolcemente il corpo di mia moglie ancora percorso da lievi spasmi di piacere. Tiro un sospiro appagato e dopo un attimo d’incertezza chiedo convinto:
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