La camera d'albergo 3 finale

di
genere
etero

Lo sento tornare quasi subito su suoi passi, aprire la porta e avvicinare il suo viso al mio. Un “Non posso” squarcia il silenzio mentre le sue mani si adoperano affinché la benda che non mi permette di vedere mi scopra gli occhi. La sento scivolare piano verso il basso sfiorandomi il viso e il seno come un lieve carezza appena avvertita. Il suo breve percorso verso il pavimento, provoca un leggero spostamento d'aria. Adesso i suoi occhi fissano i miei. Un brivido corre lungo la mia schiena. Quegli occhi sono talmente penetranti che mi mettono quasi in soggezione. Uno sguardo lungo il nostro, che vale più di mille parole. La sua bocca di nuovo sulla mia, le nostre labbra si dilatano insieme, le lingue si cercano, si trovano, le emozioni ci travolgono nuovamente in maniera molto forte. Piccoli morsetti sulla mia bocca e sulle mie labbra mi fanno sussultare, io ricambio in un modo non meno intenso del suo, e lui continuandomi a baciare con impeto, sfiora con le labbra il collo provocandomi vertigini, mentre manifestata è la sua condizione di totale godimento. Questo nostro lungo bacio è una promessa fatta da tempo riconducibile alla "promessa di bacio" della dea Venere, nelle Metamorfosi di Apuleio: «ab ipsa Venere septem savia suavia et unum blandientis appulsu linguae longe mellitum».Chi lo merita riceverà «da Venere in persona sette meravigliosi baci, e uno addolcito di molto dal tocco della sua lingua carezzevole». Le nostre lingue continuano ad accarezzarsi per lungo tempo, svelano tutte le sensazioni che i nostri corpi avvertono e sembrano non volersi mai staccare, come una calamita attira il ferro così le nostre bocche sono attratte l'una dall'altra. Questo bacio sarà eterno nella nostra memoria, mai ce ne sarà un altro che potrà soppiantarne il ricordo. Ma sappiamo entrambi che il nostro tempo, il tempo per noi è quasi terminato. Non vorrei mai staccarmi da lui, ma non posso trattenerlo. Le nostre labbra a fatica si allontanano l'una dall'altra e un ultima carezza sulla guancia accompagna la sua uscita da quella camera che ci ha visto consumare vive sensazioni. Resto inerme per qualche istante, passo la lingua sulle labbra ancora dolci di baci e la guancia appena sfiorata sente ancora il suo tocco. Lentamente raccolgo i miei vestiti, li indosso piano i miei pensieri ancora per lui mi alzo dal letto sul quale aleggia ancora il nostro odore, apro la porta ,esco e la richiudo piano. In lontananza poco dopo una macchina in partenza.........
scritto il
2010-09-09
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