Umiliato e felice - 1° Capitolo - La sorellina

di
genere
dominazione

Questa è la vera storia della mia vita e della mia scoperta graduale della mia voglia di essere umiliato e sfruttato in qualsiasi modo da qualunque essere di genere femminile.
Potete non crederci, ma tutto quello che racconterò è successo davvero e sarà una scoperta incredibile anche per tutti voi.
La mia è una vera e propria adorazione per le ragazze che mi ha portato e mi porta ancora adesso a obbedire a qualsiasi ordine mi venga dato da una donna.
Anche se amo tutte le donne indistintamente, ho una marcata preferenza per le ragazze apparentemente angeliche e innocenti: più una ragazza sembra dolce e insospettabile, più mi sento costretto e felice nel servirla e riverirla e soprattutto ad essere umiliato da lei.
Ma andiamo con ordine, La prima volta che capii che avevo una sessualità diversa dagli altri avevo circa 8 anni. Ora ne ho 35, ma certe cose le ricordo come fosse ieri.
Ho una sorella di 2 anni più piccola di me, si chiama Martina, che ho sempre adorato, fin da bambini, nonostante lei fosse un pò stronzetta con me. Mi faceva spesso i dispetti e si divertiva a prendermi in giro. Ma io l'adoravo lo stesso, o forse proprio per quello: la mia natura stava venendo fuori.
Era estate ed eravamo in vacanza al sud. I miei avevano affittato un appartamento in una palazzina turistica e molto affollata. Un pomeriggio, dopo mangiato, i miei riposavano mentre io e mia sorella giocavamo in un'altra stanza.
Ad un certo punto, non ricordo bene per quale motivo, nacque una discussione su un gioco che non volevo fare e lei iniziò ad urlarmi "Fifone! Fifone!". Odiavo quando mi chiamava fifone. Ero in piedi davanti a lei e stavo per girarmi e andarmene via offeso, quando lei si aggrappò al mio costumino e me lo tirò giù in un secondo. Poi si mise a ridere, mentre io mi coprivo con le mani cercando di non cadere per via del costume alle caviglie. Mi urlava "Pisellino!". Io mi liberai e mi tirai su il costume. Lei allora continuò "Vedi che sei un fifone? Fifone! Fifone!". Ero arrabbiato. La mia sorellina tenera e indifesa mi teneva testa, anzi, mi maltrattava come se fosse stata molto più grande di me. Ne venne fuori una discussione che sfociò in una sfida. Lei mi sfidò ad andare in balcone senza costume. Non volevo, mi vergognavo. Sapevo che poteva esserci molta gente affacciata e soprattutto c'era il rischio che ci fosse anche la ragazzina che mi piaceva tanto e che stava nell'appartamento proprio di fronte al nostro. All'ennessimo "Fifone" della mia sorellina però non ce la feci più e accettai. Molto controvoglia mi avvicinai alla porta-finestra che dava sul balcone e l'aprii. Guardai fuori, non mi importava molto della gente, mi assicurai più che altro che non fosse sul balcone proprio lei, Sara, la ragazzina che mi piaceva tanto. Non c'era.
Presi coraggio, mi tirai via il costume con un movimento veloce e feci due passi, per arrivare al centro del balconcino. In quel preciso momento capii l'errore che avevo fatto. La mia sorellina bastardissima chiuse dietro di me la porta-finestra ridendo. Poi corse in cucina, che era proprio di fianco al salotto, aprì la finestra e iniziò a urlare "E' nudo! E' nudo!"
Da quel momento fu tutto un rumore di finestre che si aprivano. Tutto il vicinato satva uscendo a guardare cosa succedeva. Molti adulti, dopo aver dato un'occhiata, rientrarono in casa disinteressati. I bambini no. Trovarono la scena molto divertente. Ridevano tutti mentre io con una mano mi coprivo il pisellino e con l'altra bussavo forte alla porta cercando di farmi aprire da mia sorella.
Poi, come nei peggiori incubi, sentii che si apriva la finestra di fronte a me.
Mi girai e vidi uscire sul balcone Sara, in tutta la sua bellezza di ragazzina di 10 anni, un paio più di me, e vidi la scena come al rallenty: vidi prima la sua sorpresa, poi la sua bocca che si apriva in un sorriso e infine in una risata divertita. Era a non più di dieci metri da me.
Per l'emozione e la vergogna persi l'equilibrio e per non cadere dovetti aggrapparmi con entrambe le mani alla ringhiera. In quel momento mi trovai di fronte a lei, aggrappato alla ringhiera, tutto nudo e con il mio pisellino in bella vista. Lei mi vide benissimo e scoppiò a ridere ancor più fragorosamente.
Fu davvero umiliante, anche se dentro di me sentii un brivido che al momento non compresi. Un formicolio raggiunse il mio pisellino ed ebbi probabilmente la mia prima, piccola erezione dovuta ad un fatto realmente erotico.
Quando mia sorella si decise finalmente ad aprire rientrai correndo in casa e andai a chiudermi in camera mia.

Il giorno dopo avrei voluto starmene chiuso in camera e non vedere nessuno. Invece i miei, che non potevano capire e a cui non volevo raccontare niente, mi costrinsero ad andare in spiaggia.
Speravo di non incontrare nessuno, ma sapevo che sarebbe stato praticamente impossibile.
L'ombrellone della famiglia di Sara era poco distante dal nostro e quando arrivai lei era già lì, e non con i genitori ma con un paio di amiche. Bellissima, con il suo costumino due pezzi nonostante ancora la quasi totale assenza di seno, girata a pancia in giù con la testa rivolta verso di me. Stava sfogliando una rivista insieme alle amiche quando mi vide arrivare. Si mise subito a ridere e la vidi girarsi verso le amiche, anche loro molto carine, a raccontare quello che era successo. Lo so perchè subito dopo mi guardarono entrambe e scoppiarono a ridere in modo sguaiato.
Se avevo fino al giorno prima una flebile speranza di fare colpo su Sara, quella speranza era stata spazzata via per sempre da quelle risate.
Poco dopo arrivarono tre ragazzini, di quelli che fanno rabbia perchè sono carini e sicuramente bravi a fare qualsiasi cosa, venuti a invitare Sara e le amiche a unirsi a loro per un giretto o qualche gioco da spiaggia. Loro si alzarono e li seguirono. Tutte e tre le ragazzine, quando mi passarono vicino, dissero sottovoce e ridendo "Pisellino" rivolte a me. Poi se ne andarono sempre ridendo con i tre bei ragazzini a divertirsi e probabilmente a raccontare anche a loro cosa mi era successo.
Volevo morire. Però, di nuovo quel formicolio al pisellino che mi costrinse a girarmi pancia in giù sul lettino per un pò.
La vacanza sarebbe durata ancora qualche giorno, che per fortuna passò abbastanza liscio, anche perchè Sara e le sue amiche avevano altro a cui pensare. Passavano sempre meno tempo all'ombrellone con i genitori e sempre più tempo con i tre ragazzini.
Sicuramente avranno anche dato il loro primo bacio, mentre io ero ancora il pisellino umiliato e deriso dalla mia sorellina e soprattutto dalla ragazzina che mi piaceva tanto. Era la prima volta che venivo umiliato da una donna che mi piaceva e, pur non capendo perchè, sentii che non sarebbe stata l'ultima.


Seguiranno altri capitoli. Per qualsiasi cosa potrete scrivermi alla mail verdesguardo@live.it.
Sono sempre disponibile per due chiacchiere sulle mie o le vostre esperienze.
scritto il
2016-01-19
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