Umiliato e felice - 2° capitolo - E poi le cuginette

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dominazione

Due anni dopo, sempre d'estate, fui mandato dai miei per un paio di settimane dai miei zii nella casa al mare. Mia sorella invece era ad un campo estivo con la scuola.
Dai miei zii c'erano anche le mie due cuginette Ambra, che ha due anni in più di me, all'epoca quindi dodici, e Silvia, della mia stessa età.
Siamo sempre stati amici di giochi e mi sono sempre trovato bene con loro, malgrado fossimo di sesso differente. Gli zii invece erano abbastanza severi e di vecchio stampo, ed avevano l'autorizzazione dei miei genitori a farmi rigare dritto e a punirmi se necessario.
Sapevo quindi che le cuginette erano cresciute in un ambiente severo e avevano avuto sempre poca libertà di divertirsi e conoscere altri ragazzi, quindi erano molto contente di avermi a casa loro.
Durante un allegro pomeriggio di giochi all'aperto, le mie cuginette videro delle belle pesche appese ad un albero che faceva capolino oltre l'alta recinzione di una casa lì vicino. Era ora di merenda e mi chiesero se potevo raccoglierne qualcuna per loro.
Ovviamente, non seppi dire di no. Mi arrampicai su per la rete, atteggiandomi a grande atleta per avere l'ammirazione delle mie cuginette, raccolsi qualche pesca e la lanciai ad Ambra che ne passò un paio alla piccola Silvia.
Se le stavano già assaporando con gusto e con mia grande soddisfazione, quando il proprietario di casa mi vide. Purtroppo andò a raccontare tutto a mia zia.
Mi presi tutta la colpa, sempre perchè adoravo lo sguardo di ammirazione che avevano le mie cuginette, e con quella mossa ero diventato il loro eroe. Ci pensò la zia a farmi tornare con i piedi per terra.
Era molto arrabbiata e voleva darci una lezione sul fatto che rubare è male, molto male. Così volle che Ambra e Silvia vedessero cosa succede a chi fa queste cose.
Si mise a sedere su una poltrona, poi mi fece avvicinare, sempre sotto lo sguardo atterrito delle mie cuginette. Davanti a loro, mi tirò giù i pantaloncini e le mutande e mi fece mettere a pancia in giù sulle sue gambe. Le cuginette non avevano praticamente mai visto un ragazzino nudo. Per loro era una grande novità.
Poi iniziò a sculacciarmi, forte, con quelle sue enormi mani ruvide, e ogni volta che mi colpiva sentivo un forte dolore alle natiche, ma soprattutto sentivo i gemiti delle due cuginette che sembravano soffrire insieme a me. Ancora una volta ero nudo, davanti a due ragazzine, umiliato e sottomesso. Andò avanti finchè il mio culetto non fu tutto rosso poi mi fece scendere e mi disse di andare in camera.
Mi tirai su mutande e pantaloncini sempre sotto lo sguardo curioso delle due cuginette e me ne andai silenziosamente in camera mia.

Qualche minuto dopo sentii bussare. Era Ambra, la grande, che mi chiedeva se poteva entrare. Acconsentii. Mi consolò e mi disse che aveva preso una crema che avrebbe potuto darmi sollievo.
"Dai tirati giù tutto che te la spalmo, vedrai che ti aiuterà". Io ero titubante. Lei rise e disse "Ti vergogni? Guarda che ti ho già visto nudo poco fa". Non c'era bisogno che me lo ricordasse. Lo sapevo bene. Comunque peggio di così non poteva andare, così, sdraiato a pancia in giù sul letto, mi tirai giù di nuovo pantaloncini e mutande e rimasi con culetto nudo davanti alla mia cuginetta dodicenne, che iniziava ad essere una gran bella ragazzina, come sicuramente sarebbe diventata presto anche la sorella minore. Entrambe avevano capelli neri e occhi scuri, ed una bella pelle abbronzata.
Ambra si scaldò le mani strofinandole, poi prese un pò di crema e iniziò molto delicatamente a spalmarmela sul culetto. Feci finta di soffrire un pò, ma in realtà era una goduria. Un pò per la crema, un pò perchè le sue mani non erano affatto come quelle della zia. Erano soffici, lisce e delicatissime. Avrei voluto non finisse mai. Ma dopo un pò lei si fermò. Poi un pò titubante mi disse "Posso chiederti un favore enorme?".
"Certo", risposi. "Sei stata così gentile con me. Qualsiasi cosa".
"Beh è un pò imbarazzante... insomma, prima io e Silvia ti abbiamo visto nudo, ma di sfuggita. E, ecco, vorremmo chiederti se ti andrebbe di rifarci vedere come sei fatto.. non abbiamo mai visto un ragazzo nudo dal vero. Ma se non vuoi non ti preoccupare.."
"Nessun problema, lo faccio volentieri" dissi senza quasi accorgermene. Il mio istinto aveva deciso al posto mio. Ambra sorrise felice e disse a Silvia di entrare anche lei, chiudendosi la porta dietro di sè. La zia comunque era uscita per fare un pò di spesa.
Si misero sedute sul letto in trepidante attesa. Io in piedi davanti a loro. "Vado? Sicure?" chiesi. All'unisono risposero di si, eccitate per la novità.
Di nuovo mi tirai giù i vestiti. Si avvicinarono per guardare meglio il mio pisellino. Erano a pochi cm dal mio pisellino e lo guardavano da varie angolazioni con aria un pò stupita.
"Che buffo" si lasciò scappare Silvia. Ad Ambra scappò un risolino. A questo punto mi giocai le mie carte. "E voi non mi fate vedere come siete fatte?".
Silvia sembrava molto imbarazzata. Ambra pareva invece aspettarsi la richiesta "E' giusto" disse rivolgendosi alla sorellina. "Dai spogliamoci anche noi". Così dicendo si tirò giù anche lei i pantaloncini e le mutandine. Non è che anche io ne avessi viste molte di ragazze nude. Rimasi un pò sorpreso nel vedere che Ambra aveva già qualche peletto che sbucava dalla pelle intorno alla sua passerina. Silvia era ancora immobile, così ci pensò Ambra: "Dai su, non ti vergognare" e così dicendo abbassò anche i vestiti della sorellina. Lei invece l'aveva proprio liscia come quella della mia sorellina Martina.
Mi stavo eccitando, e loro se ne accorsero. Silvia si mise a ridere "Ma si sta muovendo, sta diventando più grande!" disse ingenuamente. Ambra invece un pò di teoria la sapeva e così si mise a ridacchiare "Perchè quello che vede gli sta piacendo" disse divertita.
Silvia istintivamente attratta da quel cosino che si muoveva allungò la mano e lo toccò. "Sentilo Ambra, è duro". Così anche la sorella maggiore allungò la sua mano e diede un paio di colpetti al mio pisellino duro. La cosa mi piaceva molto. Due ragazzine mi stavano toccando il pisello mentre io guardavo le loro patatine. Allungai la mano anche io per toccare le loro, ma in quel momento sentimmo rientrare la zia. Ci rivestimmo in fretta e loro uscirono sgattaiolando dalla mia stanza. Quella notte non dormii.

Seguiranno altri capitoli. Per qualsiasi cosa potrete scrivermi alla mail verdesguardo@live.it.
Sono sempre disponibile per due chiacchiere sulle mie o le vostre esperienze.
scritto il
2016-01-20
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