La caletta in Sardegna

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La caletta in Sardegna

Ho lasciato il mio bungalow vicino alla spiaggia, questa mattina molto presto. Mi piace nuotare a filo d'acqua o fare snorkeling, quando ancora c'è silenzio e poca gente che passeggia sulla riva per respirare l'aria pulita e fresca del mattino.
Arrivato in spiaggia, mi accorgo di non avere il mio boccaglio e ricordo di averlo dimenticato da qualche parte nella cantina della casa in città. Amareggiato, mi appresto a passeggiare sul bagnasciuga attendendo l'apertura del negozio di attrezzatura per immersioni, consapevole che qui aprono molto presto al mattino.
La commessa, una giovane ragazza sui trent’anni, mi accoglie con un sorriso luminoso sul viso abbronzato, sono il suo primo cliente del giorno e da queste parti c'è l’usanza di trattare il primo cliente più che bene come buon auspicio per la giornata.
I suoi capelli sono un nido di riccioli scuri, il naso all'insù e gli occhi verdi dallo sguardo impertinente e penetrante, le sue labbra sottili bruciate dal sole e la carnagione ambrata, data dal sole della meravigliosa Sardegna.
Un primo particolare interessante che mi colpisce, sono i suoi seni piccoli ma sodi, stanno bene, su, che è un amore e sarà la fresca brezza del mattino, ma i suoi capezzoli appuntiti come chiodi bucano quel balconcino nero e ridottissimo del costume che indossa, sotto il camicione estivo, aperto in vita.
Le sue gambe slanciate, anch'esse ambrate, fanno bella mostra di sé, accompagnate da un paio di ciabatte da mare fatte di corda.
>
Vorrei risponderle che desidererei la sua complicità di donna, ma mi limito a chiedere un boccaglio per snorkeling.
> Rispondo io, volendolo far sembrare quasi un invito.
Sarò strano, ma questa sua domanda mette in subbuglio i miei ormoni, lei è molto attraente e desiderabile fisicamente.
Un altro particolare mi è dato quando lei si volta, dandomi le spalle e china il suo sedere ....mmm piccolo e direi perfetto anche se è avvolto dal camicione, si può apprezzarne la consistenza, sembra scolpito nel marmo.
> Fa eco lei, > Rispondo io.
Saluto, prendo il boccaglio, la borsa con il resto dell'attrezzatura e mi appresto a salire sul mio gommone. Avvio il motore e vedo la ragazza sul molo che mi fa cenno "Ci vediamo dopo!" io saluto senza darle peso e mi allontano.
Stranamente oggi sono teso, non riesco a provare piacere nel guardare il fondale trasparente, i pesci guizzanti, le razze che mi carezzano i fianchi, le alghe che ondeggiano.
E' passato molto tempo da che nuoto, esco al tepore del sole, mangio uno snack e mi rituffo, per me il tempo non esiste quando sono in acqua.
Qualche bracciata più in là, dov'ero già passato, mi immergo per qualche metro: il fondale cambia in un blu intenso che mi ammalia, improvvisamente, lo spettacolo è meraviglioso.
Riemergendo per riportarmi a filo d'acqua, qualcos'altro mi colpisce intensamente, c'è una sirena bruna, con la mascherina, nuota languidamente e...cavolo! E’ nuda!
Saluta e sorride. E' la ragazza del negozio. Le faccio cenno di risalire.
Mi dice e, prendendomi una mano, se la porta prima sul piccolo seno sinistro che io accolgo come in una coppa di spumante e bacio delicatamente, per poi portarsela direttamente fra le gambe umide che si schiudono al mio tocco.
Mentre lascio gli ultimi indugi, mi diletto finalmente ad esplorarla, mi calo il costume e lascio respirare il mio membro diventato ormai paonazzo per la situazione che si è venuta a creare, lo sfiora, lo accarezza per sentirne la consistenza, ne segue le vene, finché, decisa, lo afferra ed inizia a massaggiare con grazia, mentre io mi diletto alla conoscenza di quel corpo da sirena.
Non so quanto tempo sia passato in quella posizione a darci reciproco piacere con mani e bocche, le bacio il collo, la bocca i seni, lei inarca indietro la testa emettendo piccoli gemiti di piacere, quando sento distintamente una barca passare in lontananza e andare oltre senza accorgersi di nulla.
Sono estasiato da questa esperienza, la ragazza ha capito e mi asseconda, anzi, mi chiede di prenderla adesso...lì su quello scoglio.
Si offre in tutto il suo splendore ed io raccolgo l'invito e, prendendola in braccio, la adagio sulla sabbia.
Comincio a prendermi cura del suo corpo, baciandola e assaporando ogni suo più piccolo piacere, mentre le onde ci bagnano dolcemente, lei, in preda al desiderio mi supplica di farla sua. Ne nasce un rapporto meraviglioso e sublime: io che entro in lei dolcemente e delicatamente, le sue gambe sono sulle mie spalle, una penetrazione profonda mentre non smetto mai di accarezzarle quel suo meraviglioso sedere. Nel frattempo sento il tepore del sole che mi accarezza la schiena.
Cambiamo spesso posizione per lasciare anche a lei il piacere di dominarmi a suo piacimento, è giovane e molto vivace.
La sento irrigidirsi e venire una...due..più volte, complice la dolcezza del rapporto.
E' quasi il tramonto quando decidiamo di provare un'ultima simbiosi totale, in quello scorcio di paradiso. Le ho fatto capire quanto amo il suo sedere, lei, d’istinto si mette sopra di me e si lascia andare ad una penetrazione lenta ma inesorabile, accenna a una smorfia di dolore, ma lascia subito il posto al piacere.
È del tutto impalata sopra di me, ferma, si gusta la forza del mio membro.
Si china e con quelle labbra bruciate dal sole ci fondiamo in un bacio liberatorio, sì, perché lei è calda, inesorabilmente e terribilmente calda e all'unisono veniamo, sino al totale abbandono del suo corpo sul mio.
Non so dire quanto siamo stati in quella posizione, ma quei pochi attimi sono sembrati giorni. Appena ci riprendiamo, ci guardiamo negli occhi e non posso fare a meno di notare che delle lacrime di piacere le solcano il dolce viso. Decidiamo di farci un bagno prima di rientrare a casa e concludere la serata insieme. Non ci va di avere gente intorno, così ordina due pizze: la vedo armeggiare nella sua veranda e apparecchiare, posando sulle sedie gli asciugamani e chiudendo le tende, lasciando aperti i vetri. Generosa, come sempre.
Ceniamo, nella mente tutti i particolari della giornata appena trascorsa, in compagnia del rumore delle onde che sotto di noi si infrangono sulla scogliera. Alla fine, dopo un generoso calice di spumante ce ne andiamo a dormire nel suo letto.
Ho la testa pesante, questa mattina, lei dorme ancora, esibisce le sue grazie al mio fianco, ha il viso sereno di chi dorme tranquillamente.
E' strano, ma nonostante tutto un sorriso mi solca il viso, pensando al potere che può avere un semplice boccaglio da snorkeling.
www.achillelaiti.com/libri
scritto il
2016-01-29
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